SUPPLEMENTO SPECIALE N.99 DEL 26.04.2016

RELAZIONE

La tartuficoltura e la raccolta dei tartufi rappresentano un’importante attività economica per l’Emilia-Romagna, sia a livello di produzione che di trasformazione, distribuzione e commercializzazione, oltre a rivestire un ruolo rilevante dai punti di vista della tutela e della promozione turistica del territorio e dell’ambiente naturale.

La Regione Emilia-Romagna disciplina con la legge n. 24 del 2 settembre 1991 la raccolta, la coltivazione ed il commercio dei tartufi nel proprio territorio. Tale legge assume come criteri ispiratori: la promozione, lo sviluppo e la valorizzazione del settore tartuficolo attraverso la conservazione, il ripristino ed il potenziamento degli ecosistemi naturali nelle zone vocate e la messa a dimora delle piante tartufigene; la promozione, la tutela e la valorizzazione del patrimonio tartuficolo pubblico avvalendosi anche del contributo dell'associazionismo di settore; il sostenere le potenzialità turistiche, culturali, commerciali ed ambientali legate alla raccolta e commercializzazione del tartufo, attraverso la promozione di manifestazioni fieristiche anche di richiamo sovraregionale e l'avvio di percorsi gastronomici dedicati.

In applicazione di tale normativa l’Emilia-Romagna impone come previsto dall’art.11 il versamento di una tassa regionale pari a euro 92,96 per il rilascio e il rinnovo del tesserino per esercitare la raccolta dei tartufi, imposizione fiscale che crea una condizione di disparità con i limitrofi concorrenti lombardi, ai quali non è richiesto alcun tipo di pagamento. Questa ineguaglianza si esplica in una concorrenza squi-
librata, che si manifesta con ancora più evidenza nel momento in cui viene condiviso il medesimo territorio di ricerca e raccolta.

Per questo motivo si ritiene necessaria l’eliminazione della tassa di concessione regionale.

Il progetto di legge si compone di 1 articolo, volto all’abrogazione dell’art.11.

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