n.57 del 03.03.2021 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 2600 - Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il riconoscimento del campo profughi improvvisato presso Lipa (Bosnia-Erzegovina) come emergenza umanitaria su cui convogliare gli sforzi delle Organizzazioni Non Governative in grado di fornire assistenza alle persone. A firma dei Consiglieri: Amico, Taruffi, Costi, Pigoni, Zappa-
terra, Mori, Montalti, Rossi, Zamboni, Fabbri, Costa, Caliandro, Rontini, Pillati, Mumolo, Tarasconi, Daffadà, Marchetti Francesca, Paruolo, Bulbi, Bondavalli, Sabattini

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

stiamo assistendo in queste ultime settimane al dramma di quasi 3.000 persone (giovani, donne, anziani, bambini) che dormono in edifici abbandonati e campi improvvisati nel nord-ovest della Bosnia-Erzegovina con casi di congelamento, ipotermia e altri gravi problemi di salute;

a causa dell'emergenza sanitaria COVID 19 a metà agosto 2020, le autorità del Cantone di Una Sana hanno imposto misure molto restrittive in particolare nei confronti dei migranti a cui è stato vietato di muoversi all'interno del cantone, di utilizzare i mezzi pubblici e nel settembre 2020 è stato chiuso il centro di Bira, nella periferia della città di Bihac ed una parte dei migranti è stata trasferita nel campo di Lipa;

l’Unione europea ha condannato le “azioni inaccettabili intraprese dalle autorità del cantone di Una-Sana, che ha trasferito con la forza rifugiati e migranti dal centro di accoglienza temporanea ‘Bira’ a Bihać fuori dal centro di emergenza di Lipa, che era già a pieno regime”;

la situazione è diventata drammatica nel dicembre 2020, quando l'OIM ha deciso di lasciare il centro Lipa perché non adatto ad ospitare persone durante l'inverno;

più di 1.000 migranti erano ospitati nel fatiscente campo di Lipa, poi devastato da un incendio. Detto campo è stato chiuso dalle autorità bosniache, mentre si sono aggiunti altri 2.000 profughi della rotta balcanica, provenienti principalmente da Siria e Pakistan, che da tempo cercano di passare la frontiera e proseguire il viaggio verso l‘Europa occidentale;

le ONG italiane operanti da tempo sul territorio, Caritas e ACLI, riportano come la popolazione residente sia fortemente ostile ai migranti e che, oltre al campo provvisorio di cui sopra, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) gestisca altri campi nella zona che ospitano altre 8.000 persone circa;

le medesime ONG riportano come nell’intera area dei Balcani siano presenti circa 80.000 persone sparse nei vari paesi in attesa di arrivare in UE;

la Bosnia - Erzegovina ha fatto domanda di adesione alla UE nel febbraio 2016. All'interno dell'Unione europea vi sono due principali linee politiche e d'azione in materia di diritti umani. La prima è la tutela dei diritti umani fondamentali dei cittadini dell'UE, mentre la seconda è la promozione dei diritti umani in tutto il mondo, questo comporta che la Bosnia-Erzegovina, in attesa di essere accettata all’interno della Unione Europea, deve assicurare il rispetto di questi principi;

i campi come Lipa "non sono fatti per risolvere la situazione delle migrazioni irregolari, ma per essere certi che i migranti siano trattati umanamente, e per fare in modo che la pressione sulla popolazione locale sia la minore possibile", sottolinea Van der Auweraert di OIM;

ci sono intere famiglie con bambini piccoli che vivono in case abbandonate o nei boschi, all'addiaccio.

Verificato che

l‘Agenzia delle Nazioni Unite per la migrazione ha esortato la Bosnia a trovare in tempi brevi soluzioni alternative;

al Ministero degli Affari Esteri Italiano, da parte delle Organizzazioni Non Governative, è arrivata la sollecitazione di riconoscere l’emergenza di cui sopra e soprattutto di riconoscere il campo improvvisato come un’emergenza a cui provvedere con interventi simili a quanto accade in altre aree del mondo (Libano e altre aree del Medioriente).

Valutato che

tutto questo sta nuovamente accadendo ai confini dell’Unione Europea che si è costituita proprio per la tutela e la promozione dei diritti umani fondamentali dei propri cittadini, ma anche per la promozione dei diritti umani in tutto il mondo;

Considerato inoltre che

non si può ignorare che l’annoso problema dell’immigrazione rimarrà ingestibile senza che si rimetta mano alla revisione delle normative attuali in materia di immigrazione e la creazione di un sistema di accoglienza stabile per non doversi sempre ridurre a gestire la migrazione come una vicenda di emergenza.

Tutto ciò premesso e considerato

impegna la Giunta regionale per quanto di competenza

a sollecitare il riconoscimento del campo profughi improvvisato presso Lipa (Bosnia-Eregovina) come emergenza umanitaria su cui convogliare gli sforzi delle Organizzazioni Non Governative in grado di fornire assistenza alle persone;

a promuovere, anche in virtù del ruolo riconosciuto alla Presidenza dell’Associazione Italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa (CCRE/CEMR), un lavoro di sensibilizzazione al problema, tenuto conto che diversi comuni emiliano-romagnoli risultano gemellati con altrettanti comuni bosniaci (Tusla, Bihać, etc.);

ad istituire un coordinamento degli EE LL della Regione che hanno partenariati/gemellaggi in essere con i luoghi interessati per realizzare un intervento di emergenza a carattere di aiuto umanitario con il coinvolgimento delle Protezioni Civili della Regione e delle ONG presenti da tempo in Bosnia-Erzegovina per prevedere interventi di aiuto immediati presso i campi profughi interessati;

a trasmettere ai Presidenti della Camera e del Senato, nonché al Ministero del Esteri, la presente risoluzione per sollecitare il governo ad inviare aiuti alle persone e a promuovere a livello europeo ed internazionale soluzioni strutturali efficaci in tema migrazione che prevengano l’insorgere di codeste situazioni inaccettabili.

Approvata a maggioranza dalla Commissione V Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport e Legalità nella seduta del 18 febbraio 2021.

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