n. 284 del 19.12.2012 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 3403 - Risoluzione proposta dalla presidente Mori, su mandato della Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini, per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a recepire le indicazioni della "Carta europea dei diritti delle donne nello sport" e del Parlamento europeo integrando il tema della parità e della prospettiva di genere nello sport nelle politiche regionali, a favorire la pratica sportiva di donne e bambine e la presenza femminile negli organismi dirigenziali del mondo dello sport, contrastando inoltre ogni forma di discriminazione diretta o indiretta
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
vista la normativa dell'Unione europea, secondo i principi e per le finalità di cui agli articoli 3, 37, 51 e 117, comma settimo, della Costituzione, ai sensi dell'articolo 41 dello Statuto, è istituita e ha sede presso l'Assemblea legislativa la Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini.
Vista la legge regionale 15 luglio 2011, n. 8 (Istituzione della Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini) che riconosce alla commissione la potestà di valutare lo stato di attuazione nella regione delle normative regionali, nazionali ed europee in materia di democrazia paritaria, pari opportunità e di contrasto ad ogni forma di discriminazione diretta o indiretta nei confronti delle persone, con particolare riferimento alle leggi in materia di lavoro, formazione professionale, assistenza, servizi sociali ed attività culturali.
Vista la legge regionale 25 febbraio 2000, n. 13 (Norme in materia di sport).
Visto il libro bianco per lo sport frutto di un percorso di ricerca e consultazione, patrocinato da Regione Emilia-Romagna, UPI e ANCI per l’individuazione di nuove politiche sportive in Emilia-Romagna.
Vista la Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni "Sviluppare la dimensione europea dello sport" – COM (2011) 12 del 18 gennaio 2011.
Vista la nuova "Carta europea dei diritti delle donne nello sport" presentata al Parlamento Europeo il 24 maggio 2011.
Vista la Risoluzione del Parlamento europeo del 2 febbraio 2012 sulla dimensione europea dello sport.
Premesso che
tra le prerogative della Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini vi è quella di promuovere iniziative volte a sostenere, tra le altre, l'adozione di azioni positive da parte di soggetti pubblici e privati volte al contrasto a tutte le forme di discriminazione diretta o indiretta nei confronti delle persone, come da dettato della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (Nizza, 7 dicembre 2000).
La Carta europea dei diritti delle donne nello sport, elaborata dalla Uisp (Unione Italiana Sport per Tutti) in collaborazione con altri partner internazionali nell'ambito del progetto "Olympia: equal opportunities via and within sport", è indirizzata a tutti gli operatori e operatrici sportivi, organizzazioni, federazioni, tifoserie, autorità e istituzioni, affinché siano incentivate campagne a favore delle pari opportunità fra uomini e donne nello sport.
A distanza di quasi 30 anni, nonostante i progressi e l’incremento della partecipazione femminile al mondo dello sport, permangono delle differenze in termini di pari opportunità: sia per quanto riguarda il coinvolgimento delle donne in ruoli e posizioni di vertice e "leadership" all'interno di enti, federazioni e società sportive, sia per la persistenza di stereotipi di genere nella stessa pratica sportiva.
La Carta europea dei diritti delle donne nello sport è stata proposta per la prima volta nel 1985 e trasformata nella Risoluzione delle Donne nello Sport nel 1987 dal Parlamento Europeo. Questa Carta rappresenta il primo tentativo per il riconoscimento e la rivendicazione delle pari opportunità di uomini e donne nello sport in ambito europeo.
Nel gennaio 2011 la Commissione europea ha presentato la comunicazione "Sviluppare la dimensione europea dello sport" in cui individua azioni ed iniziative per la valorizzazione del ruolo dello sport nell’ambito delle singole politiche dell’Unione europea ed evidenzia i temi prioritari dell'agenda dell'UE per lo sport: la promozione dell'attività fisica a vantaggio della salute; la lotta al doping; l'istruzione e la formazione; il volontariato e le organizzazioni sportive senza scopo di lucro; l'inclusione sociale nello sport e attraverso lo sport, compreso lo sport per i disabili e la parità dei sessi nello sport; il finanziamento sostenibile dello sport di base e la buona governance.
Successivamente la Carta europea dei diritti delle donne nello sport del 1985 è stata rivisitata e aggiornata attraverso un lavoro durato 15 mesi, con una particolare attenzione al superamento di tutte le forme di discriminazione culturali, religiose e relative all'orientamento sessuale, al tema della multiculturalità e della disabilità.
Il 2 febbraio 2012 il Parlamento europeo ha approvato la Risoluzione sulla Comunicazione della Commissione europea "Sviluppare la dimensione europea dello sport" in cui richiama espressamente la Carta europea dei diritti delle donne nello sport facendo proprie alcune delle indicazioni in essa contenute e dando ampio spazio, nella parte relativa al Ruolo sociale dello sport, al tema delle donne e delle pari opportunità sotto il profilo di genere nello sport.
Valutato che la Carta riconosce
il diritto per donne e uomini ad avere le stesse opportunità di praticare sport in età differenti senza distinzione di provenienza sociale e culturale, in ambienti sani che garantiscano la dignità umana.
Il diritto per donne e uomini ad avere le stesse opportunità di partecipare ai processi decisionali a tutti i livelli e nell’intero sistema sportivo e ad essere rappresentati in maniera equa nei diversi organismi dirigenziali e in tutte le posizioni di potere del mondo dello sport.
Il diritto per donne e uomini di qualunque età a praticare diversi sport e sviluppare competenze nel campo dello studio dello sport, affinché entrambi i sessi siano in grado di sviluppare il proprio impegno sportivo lungo tutto l’arco della vita.
Il diritto per donne e uomini ad avere un uguale trattamento a tutti i livelli e in ogni campo delle scienze sportive affinché possano diventare membri delle comunità scientifiche e influenzare teorie, metodi e sistemi di ricerca anche nel mondo dello sport.
Il dovere per gli insegnanti di educazione fisica, gli allenatori e altre figure professionali che lavorano all’interno delle diverse agenzie formative di avere coscienza delle discriminazioni di genere nello sport e di adottare e implementare i principi dell’uguaglianza di genere.
Le donne devono avere le stesse opportunità degli uomini di esprimere la propria passione sportiva da tifose e partecipare come membri di gruppi organizzati di sostenitori. Il tifo femminile deve essere rispettato e le donne devono avere l’opportunità di ricoprire ruoli dirigenziali nei gruppi e di non essere considerate semplici spettatrici.
Valutato, inoltre, che
questi obiettivi rientrano appieno nella strategia dell’Unione europea sullo sport, e che il Parlamento europeo, nella citata Risoluzione del 2 febbraio 2012, tra le altre cose, invita le organizzazioni sportive a incoraggiare maggiormente la partecipazione delle donne alla pratica sportiva nonché agli organi direttivi in seno a tali organizzazioni, garantendo la parità di accesso alle attività sportive, in particolare per le ragazze e le donne provenienti da ambienti svantaggiati, promuovendo la partecipazione femminile allo sport e valorizzando le attività e i risultati delle discipline femminili al pari di quanto avviene per le discipline maschili; incoraggia gli Stati membri a elaborare misure che consentano alle atlete di conciliare la vita privata e la vita professionale sportiva e a promuovere l'uguaglianza di genere nelle politiche governative in materia di sport; invita la Commissione europea a incoraggiare lo scambio di informazioni e di buone prassi in materia di pari opportunità sotto il profilo del genere nello sport; invita, inoltre, la Commissione europea e gli Stati membri a sostenere gli organismi europei per la promozione e l'attuazione delle raccomandazioni della Carta europea dei diritti delle donne nello sport;
lo sport presenta una forte valenza trasversale che necessita di integrazione nelle singole politiche di settore e che le iniziative e raccomandazioni proposte incidono su varie materie di competenza regionale quali: la promozione delle attività motorio-sportive, la tutela della salute, l’istruzione e la formazione professionale, il volontariato, le pari opportunità e l’inclusione sociale.
Evidenziato che
i mass media hanno un grande impatto sullo sviluppo culturale dell’Unione europea e devono essere i primi ad abbracciare i principi e i valori delle politiche di genere, nonché la priorità e le raccomandazioni presentate nella Carta.
Atteso, infine, che
la Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini, nella seduta del 16 novembre 2012, ha dato mandato alla sua Presidente di proporre la presente risoluzione all’Assemblea legislativa ai sensi dell’articolo 107, comma 2 del regolament
Tutto ciò premesso e considerato
impegna la Giunta regionale
- a far proprie le raccomandazioni della Carta europea dei diritti delle donne nello sport e le successive indicazioni del Parlamento europeo integrando il tema della parità e della prospettiva di genere nello sport nelle politiche della Regione Emilia-Romagna;
- a promuovere l’equa partecipazione di donne e uomini nei diversi organismi dirigenziali e in tutte le posizioni di potere del mondo dello sport;
- a promuovere, nell’ambito dell’attività svolta dall’osservatorio regionale dello sport, approfondimenti specifici sulla partecipazione delle donne e delle bambine alla pratica sportiva, che possa produrre dati disaggregati capaci di evidenziare l’impegno di donne e bambine nella pratica sportiva sia agonistica che amatoriale;
- a favorire la pratica sportiva per le bambine e donne di qualunque età, provenienza sociale e culturale, a partire dal sistema scolastico regionale, al fine di promuovere la salute e il benessere femminili;
- a favorire una cultura dello sport che sia occasione di contrasto attivo agli stereotipi di genere e promozione dell’accesso alle varie discipline rimuovendo ogni ostacolo, considerando a tal fine studi e progettazioni volti a spazi urbani e strutturali adeguati;
- a promuovere una maggiore copertura mediatica anche attraverso la rete Lepida, delle attività sportive agonistiche e amatoriali, delle donne e delle bambine.
Approvata all’unanimità dei presenti nella seduta pomeridiana del 5 dicembre 2012.