n.175 del 23.06.2017 (Parte Prima)
Oggetto n. 4834 - Ordine del giorno n. 1 collegato all’oggetto 3253 Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Sostegno all'editoria locale". A firma dei Consiglieri: Tarasconi, Zoffoli, Cardinali, Montalti, Campedelli, Zappaterra, Bessi, Lori, Pruccoli, Soncini, Serri, Molinari, Rontini, Ravaioli
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
oggi una buona fetta delle nostre vite passa dal contesto digitale e una parte sempre maggiore dell'informazione a cui accediamo ci giunge dal Web.
Tim Bernes-Lee, che viene da più parti indicato come "l'inventore del web", in un intervento sul Guardian del 12 marzo 2017 sullo stato di salute della Rete delle reti ha denunciato il fatto che troppa cattiva informazione circola sul Web.
Secondo Bernes-Lee, oggi la maggior parte delle persone trova notizie e informazioni sul Web attraverso una manciata di social media e motori di ricerca, i quali traggono profitto dai click degli utenti sui link che mostrano e scelgono cosa mostrare in base ad algoritmi che imparano dai dati personali degli stessi utenti, dati che raccolgono costantemente.
Il risultato netto è che tali siti mostrano i contenuti che pensano che l'utente cliccherebbe, questo significa che disinformazione o false notizie che siano sorprendenti, scioccanti, o concepite per richiamare le nostre propensioni, possono diffondersi a macchia d'olio.
Due sono i principali fenomeni illustrati per descrivere questo pericolo: la diffusione delle "fake-news" (notizie contraffatte) e gli effetti di isolamento e distorsione delle "filter bubble" (isolamento intellettuale in quella che è intesa come una bolla di informazione filtrate e quindi omogenee). In virtù di questi meccanismi è possibile orchestrare campagne informative malevole con specifici obiettivi che possono essere economici, sociali, politici o finanziari.
Pertanto coloro che hanno cattive intenzioni possono utilizzare sistemi per diffondere sul Web disinformazione al fine di ottenere guadagni economici o perseguire obiettivi di tipo politico.
Considerato che
da più parti è stata denunciata una tempesta di fake-news durante le presidenziali americane tale da preoccupare i governi europei in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.
Il Governo tedesco nelle voci della cancelliera Merkel e del Ministro della Giustizia ha espresso forte preoccupazione sia per il fenomeno denominato delle filter bubble che per lo scarso impegno dei social network nell'arginare la diffusione delle fake-news, arrivando a presentare un contestato progetto di legge fortemente punitivo per le società che gestiscono i social network.
In Francia Facebook ha avviato una partnership con Poynter's International Fact-Checking Network (IFCN), un network delle principali testate giornalistiche, per creare un sistema di verifica delle notizie che passano sui social network. Il sistema prevede che le presunte fake-news siano segnalate e gli utenti verranno messi in guardia da un bollino che certifica la "non attendibilità" della notizia. Proprio in occasione delle recenti elezioni presidenziali francesi sono stati denunciati diversi tentativi di usare la rete in modo malevolo per influenzare il voto.
Anche in Italia il livello di diffusione di notizie manifestamente false e infondate è preoccupante. In occasione del terremoto in centro Italia dell'agosto scorso ha suscitato grande scalpore la diffusione della notizia palesemente infondata secondo cui la magnitudo ufficiale delle scosse sarebbe stata alterata per evitare allo Stato di pagare i danni.
Il 5 aprile scorso si è tenuta una sessione plenaria del Parlamento europeo sul tema: "L'incitamento all'odio, il populismo e le fake-news sui social media... I deputati dibatteranno quale sia la risposta possibile dell'UE a questi fenomeni, così da prevenire interferenze nel processo democratico, in particolare durante le elezioni.".
Sottolineato che
l'influenza di alcuni siti è aumentata a tal punto che le stesse regole di funzionamento interno di siti come Facebook e di servizi on-line come Googleadds sono diventati tema di dibattito e campo di scontro politico. In più occasioni ai giganti del web è stata rivolta l'accusa di favorire una o l'altra parte politica.
Anche in risposta a queste accuse recentemente Facebook e Google stanno modificando il funzionamento dei loro servizi con l'introduzione di sistemi di fact checking in Francia e Germania per Facebook e l'esclusione dei siti di bufale dai sistemi di pubblicità on-line di Google.
In un report diffuso il 27 aprile scorso su "information operation and Facebook", Facebook annunciava di aver messo a punto sistemi per contrastare la diffusione di notizie false e che in Francia, per esempio, fino al 13 aprile, hanno permesso di prendere provvedimenti contro 30mila account falsi.
Evidenziato che
la libertà di espressione e di informazione sono due delle principali libertà alla base dell'ordinamento democratico e che il web ha contribuito in modo straordinario ad aumentare e democratizzare le opportunità di espressione e di accesso all'informazione.
Con l'avvento dei nuovi media, accanto a quelle giornalistiche, sono comparse nuove fonti di informazione non professionali che non condividono con le prime inquadramento giuridico e natura professionale, ma che costituiscono una fonte preziosa di informazione e di pluralismo.
I campi della verità dei fatti e della loro interpretazione rientra da sempre all'interno della dinamica politica e che l'uso di notizie false o tendenziose non nasce con la diffusione di internet e dei social network, ma ha origini antiche e una tradizione ben consolidata. Il codice penale del nostro paese punisce già reati come la diffamazione, il procurato allarme, l'apologia di fascismo e altri comportamenti che possono assumere particolare rilievo o diffusione on-line.
L'approccio rispettoso della libertà di informazione è quello di segnalare non cancellare le notizie false, eliminare i meccanismi che permettono di guadagnare dalla diffusione di notizie false, promuovere gli strumenti che possono favorire una maggiore consapevolezza.
Evidenziato inoltre che
come affermato nella dichiarazione congiunta di OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), OAS (Organizzazione degli Stati Americani), ACHPR (Commissione Africana per i Diritti Umani e dei Popoli) e dello Speciale Rappresentate per la libertà di Opinione e di Espressione delle Nazioni Unite, del 2 marzo 2017, che, a fronte della preoccupazione per il diffondersi di false notizie o propaganda malevola sui social network, afferma che:
- gli intermediari della comunicazione non dovrebbero mai essere considerati responsabili per i contenuti pubblicati dagli utenti salvo che non intervengano specificamente su tali contenuti o si rifiutino di adempiere ad un ordine adottato all'esito di un giusto processo;
- quando gli intermediari intendano assumere iniziative per limitare la circolazione dei contenuti pubblicati dagli utenti (come la moderazione e la cancellazione), dovrebbero adottare procedure chiare e predeterminate … basate su criteri obiettivi … rispettando le garanzie minime del giusto processo ovvero notificando l'intenzione di rimuovere un contenuto e offrendo la possibilità di difendersi.
Posto che
la rapida diffusione delle nuove tecnologie ha introdotto delle novità nelle dinamiche di diffusione delle notizie che necessitano la maturazione di una nuova consapevolezza da parte dei cittadini e di nuovi strumenti che permettano di distinguere notizie e fonti informative.
Il 70% della capacità nazionale di super calcolo è in Emilia-Romagna e la Regione Emilia-Romagna sta investendo molto in ricerca e trasferimento tecnologico nei principali settori dell'innovazione che sostengono lo sviluppo locale sostenibile e l'occupazione, con l'obiettivo di fare di Bologna e dell'Emilia-Romagna un grande Hub europeo della ricerca.
Tutto ciò premesso e considerato
impegna la Giunta regionale e l'Assemblea legislativa a
inserire all'interno dei propri programmi per la cittadinanza attiva, di educazione ai media e per la pace, programmi di educazione rivolti a giovani, giornalisti, amministratori e politici volti a promuovere la diffusione di strumenti per un pensiero critico sui media, valutare le proprie abitudini di consumo di informazioni e identificare faziosità e manipolazioni;
promuovere, aderire e incentivare la partecipazione a programmi e organizzazioni che lavorino per aumentare la trasparenza degli operatori e la consapevolezza negli utenti sul funzionamento della rete e sui meccanismi di diffusione delle notizie, di aderire e promuovere l'adesione a programmi di fact cheking che siano indipendenti, regolamentati e vigilati con rigore scientifico.
porre all'attenzione del Governo in sede di Conferenza Stato-Regioni la necessità di sollecitare e promuovere l'introduzione in Italia da parte di social network, motori di ricerca e grandi corporation della rete di strumenti e meccanismi atti a limitare la diffusione di notizie false, nel rispetto della libertà di informazione e di espressione così come indicato nella dichiarazione dell'OSCE del 2 marzo scorso.
Approvato a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 20 giugno 2017