n.296 del 18.11.2015 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 1521 – Risoluzione per impegnare la Giunta ad operare perché i potenziali ostacoli al processo di ripubblicizzazione del servizio idrico integrato dei territori vengano rimossi sia sul piano regolatorio che su quello normativo. A firma dei Consiglieri: Calvano, Pruccoli, Caliandro, Montalti, Poli, Iotti, Boschini, Cardinali, Molinari, Marchetti Francesca, Sabattini, Serri, Ravaioli, Zoffoli, Rossi Nadia, Lori, Bessi, Bagnari, Mumolo
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
l'acqua è un bene comune, essenziale per la vita umana, e il servizio idrico garantisce l'accesso universale ad essa;
i cittadini italiani con il proprio voto ai referendum del giugno 2011, promosso dai comitati dell'acqua, hanno riammesso anche la gestione pubblica tra le modalità possibili per l'affidamento dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, abrogando la norma del 2008 che aveva introdotto un principio di favore per la gestione privatizzata dei servizi pubblici locali a rilevanza economica - incluso quindi il Servizio Idrico Integrato; ed aveva stabilito la cessazione degli affidamenti "in house" a società totalmente pubbliche.
È fondamentale, per rispettare l'esito referendario e l'espressione democratica lì contenuta, ribadire il ruolo fondamentale che le scelte legislative e la programmazione regionale hanno giocato e possono giocare per darne concreta attuazione.
Considerato che
la Regione Emilia-Romagna, con legge regionale 23 dicembre 2011, n. 23 recante "Norme di organizzazione territoriale delle funzioni relative ai servizi pubblici locali dell'ambiente", ha previsto, per l'esercizio associato delle funzioni pubbliche relative al servizio idrico integrato e al servizio di gestione dei rifiuti urbani già esercitate dalle Autorità di Ambito, la costituzione dell'Agenzia Territoriale dell'Emilia-Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti (ATERSIR) e ha attribuito al Consiglio Locale la competenza di individuare i bacini di affidamento;
la legge attualmente prevede tre distinte soluzioni operative, offerte come libera opzione ai consigli locali: affidamento a società in house appositamente costituita o già esistente nell'ambito di riferimento; affidamento mediante gara a doppio oggetto; affidamento mediante gara ad evidenza pubblica.
Tutto ciò premesso e considerato
impegna la Giunta regionale a
operare perché i potenziali ostacoli al processo di ripubblicizzazione del servizio idrico integrato dei territori attraverso l'in house providing, così come per le altre modalità di gestione - previa indagine volta a valutare la fattibilità tecnico-economica della gestione - vengano rimossi, sia sul piano regolatorio che su quello normativo, allo scopo di favorire la modalità scelta da chi rappresenta le comunità locali e la loro autonomia nell'individuazione del modello confacente alle singole realtà;
promuovere un ampio dibattito sul futuro delle politiche del servizio idrico nella Regione, coinvolgendo cittadini, organizzazioni e movimenti sociali;
richiedere ad ATERSIR la redazione di uno studio sull'applicazione delle normative finanziarie sulle aziende pubbliche che gestiscono i servizi pubblici locali, con particolare attenzione all'applicabilità del presunto obbligo di consolidamento del debito sulle aziende pubbliche che gestiscono i servizi pubblici locali; approfondendo inoltre gli aspetti relativi all'efficacia e all'efficienza dei diversi modelli di gestione e gli strumenti di monitoraggio e controllo del servizio che possono essere attivati e potenziati dall' Agenzia e dai territori;
attivarsi nei confronti del Parlamento per accelerare la discussione in materia, partendo dalle proposte depositate ivi compresa quella presentata dall'intergruppo dei parlamentari per l'acqua pubblica, per arrivare ad una nuova coerente e completa legislazione nazionale.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 27 ottobre 2015