n.280 del 25.09.2013 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 4455 - Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Naldi, Sconciaforni, Luciano Vecchi, Donini, Meo, Montanari, Barbati, Lombardi, Mandini, Defranceschi, Noè, Manfredini, Pagani, Favia, Piva, Marani, Bonaccini, Serri, Bazzoni, Paruolo, Casadei, Carini, Alessandrini, Moriconi, Mumolo e Zoffoli per impegnare l’Assemblea e la Giunta a sostenere tutte le iniziative necessarie presso il Governo per estendere, a livello nazionale, la maggiorazione dell’Ecobonus per le ristrutturazioni anche a quelle aree che, seppur non ricadenti nelle zone 1 e 2 della classificazione sismica, sono attualmente interessate dallo stato di emergenza

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

il Ddl n. 783-B del 2 agosto 2013, conosciuto anche come Ecobonus, prevede all'articolo 15 di estendere il meccanismo delle detrazioni fiscali al 65% anche agli interventi di adeguamento antisismico su edifici (adibiti ad abitazione principale o ad attività produttive) ricadenti nelle zone sismiche 1 e 2 della classificazione sismica (alta e media sismicità);

i Comuni che ricadono nel cratere sismico del maggio 2012 rientrano sulla base dell’attuale classificazione sismica in zona 3, ovvero come aree a sismicità medio-bassa;

la Legge 112 del 31 marzo 1998 affida allo Stato (art. 93, comma 1, lettera g) le funzioni in materia di criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche e delle norme tecniche per le costruzioni nelle zone medesime le quali vengono approvate, sentita la Conferenza unificata, ai sensi del comma 4;

la stessa Legge affida (art. 94, comma 2, lettera a) alle Regioni il compito di individuare le zone sismiche e di formare e aggiornare gli elenchi delle medesime;

gli artt. 83 e 84 del D.P.R. 380 del 6 giugno 2001, "Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia sismica", hanno confermato quanto sopra.

Considerato che

la vigente classificazione sismica dei Comuni dell’Emilia-Romagna deriva dall’applicazione dell’Ordinanza P.C.M. n. 3274 del 20 marzo 2003. In particolare, l’Ordinanza P.C.M. fissa da un lato i criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche (Allegato 1 dell’OPCM 2003 - fig. 2) e dall’altra fornisce l’elenco dei Comuni con la classificazione sismica di ciascun Comune ricavata da uno studio del 1998 elaborato dal Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti del CNR;

fu subito evidente che i documenti elaborati applicando da una parte i "criteri" (Allegato 1 dell’OPCM 2003 - fig. 2) e dall’altra l’elenco dei Comuni erano in contrasto tra loro;

la Regione recepì questa classificazione sismica, pur non condividendola, e adottò per i Comuni dell’Emilia-Romagna quella basata sull’applicazione dell’elenco dei Comuni dell’Ordinanza P.C.M. n. 3274 del 20 marzo 2003 che ha trovato piena applicazione con l’entrata in vigore delle nuove Norme Tecniche delle Costruzioni (NTC 2005) con il D.M. 14 settembre 2005;

questa classificazione sismica ordina 112 Comuni in zona 2 (media sismicità), 214 Comuni in zona 3 (sismicità medio-bassa), mentre solo 22 Comuni sono classificati in zona 4 (minima o bassa sismicità); 

nel 2006 viene pubblicata (OPCM 3519/2006) la nuova mappa di pericolosità sismica di riferimento per il territorio nazionale (MPS04), elaborata dall’INGV secondo i criteri dell’Allegato 1 dell’OPCM n. 3274/2003;

questa mappa è stata adottata, su tutto il territorio nazionale, come riferimento per l’applicazione delle Norme Tecniche per le Costruzioni;

nel 2008 vengono approvate dal Governo (D.M. 14 settembre 2008) le nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC 2008) che rendono obbligatorio, a livello nazionale, che la progettazione di un intervento, sia di nuova costruzione sia su edificio esistente, tenga conto di valori che non dipendono dalla mappa di classificazione sismica, ma univocamente dalle coordinate geografiche del sito in cui è posta l’opera;

dopo l’entrata in vigore di queste norme, la mappa di classificazione sismica diventa uno strumento solo di natura amministrativa e non tecnico, ovvero tutti gli strumenti tecnici per la sicurezza sismica del territorio e dei cittadini (progettazione e recupero degli edifici esistenti) fanno riferimento alla carta della pericolosità sismica (MPS04) del 2006.

Sottolineato che

si ritiene iniquo il fatto che i cittadini del "cratere sismico" non possano beneficiare del 15% in più di detrazione fiscale come previsto dal suddetto decreto per le aree ad alta e media sismicità.

Valutato che

attualmente la riclassificazione del territorio regionale può essere fatta solo in applicazione dei criteri proposti dall’OPCM n. 3274/2003;

adottando questo criterio di classificazione si escludono i Comuni più colpiti dal sisma del 2012, che non verrebbero comunque classificati in zona 2 e non potrebbero beneficiare del 15% in più di detrazione fiscale come previsto dall’Ecobonus.

Evidenziato che

la riclassificazione sismica del territorio regionale non risolverebbe l’oggettiva iniquità che esclude i cittadini del "cratere sismico" da tali benefici;

fermo restando le leggi attuali, la soluzione per eliminare tale iniquità è quella di estendere, a livello nazionale, la maggiorazione dell’Ecobonus per le ristrutturazioni anche a quelle aree che, seppur non ricadenti nelle zone 1 e 2 della classificazione sismica, sono attualmente interessate dallo stato di emergenza;

sia la Camera dei Deputati che il Senato della Repubblica hanno adottato un ordine del giorno, durante la discussione sul DL Ecobonus, che impegna il Governo, tra l’altro, ad "adottare tempestivamente ulteriori iniziative normative volte ad estendere la misura agevolativa del 65 per cento anche ai Comuni colpiti da eventi sismici" e, in particolare, "ad estendere tali interventi di adeguamento sismico per le costruzioni site nei comuni colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio 2012".

Riconosciuto che

la Regione Emilia-Romagna è una delle regioni più attive sul fronte della microzonazione sismica dei Comuni regionali, la quale evidenzia le aree critiche di ogni Comune e gli effetti locali di un terremoto (liquefazione, frane, movimenti del terreno, ecc.) ed è uno strumento fondamentale per la pianificazione, progettazione e nella ricostruzione delle aree colpite dal sisma 2012. Tale cartografia è stata realizzata o è in corso in tutti i 57 Comuni colpiti dal terremoto;

la Regione Emilia-Romagna è impegnata da alcuni anni in studi sull’assetto sismo-tettonico dell’Appennino emiliano-romagnolo e della pianura padana per comprendere i fenomeni sismici e a contribuire alla realizzazione di una nuova mappa di pericolosità sismica;

la Regione Emilia-Romagna è altresì impegnata nelle verifiche sismiche degli edifici strategici e a collaborare con i Comuni per la riduzione del rischio sismico complessivo;

la Regione Emilia-Romagna è impegnata a livello nazionale nella revisione del D.P.R. n. 380 del 6 maggio 2011 in particolare sui controlli sismici (art. 94) per effettuarli su tutti gli edifici più sensibili indipendentemente dalla classificazione sismica quali quelli strategici, le sopraelevazioni su edifici esistenti, ecc.

Tutto ciò premesso e considerato

impegna l’Assemblea legislativa e la Giunta

a proseguire l’attività intrapresa con il Governo e il Parlamento per il pieno riconoscimento dell’Ecobonus a tutte le famiglie e le imprese dei territori per i quali è stato dichiarato ed è ancora in atto lo stato di emergenza - e preferibilmente a tutti i Comuni ricadenti anche in zona sismica 3 - attraverso un provvedimento di modifica dell’attuale legge in vigore fino al 31.12.2013, ma che renda l’incentivo strutturale e stabile nel tempo;

a promuovere a livello nazionale un confronto tecnico-scientifico tra le Regioni, il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile e l’Istituto Nazionale di Geofisica per la verifica della revisione della carta della pericolosità, non solo in base a criteri sismologici, ma anche in base alle condizioni geologiche strutturali e con criteri di massima salvaguardia della sicurezza dei cittadini;

a completare su tutto il territorio regionale la microzonazione sismica e ad assicurarne la conclusione per i 57 Comuni colpiti dal terremoto entro il termine fissato del mese di dicembre del corrente anno quale strumento fondamentale nel processo di ricostruzione e nell’attuazione degli interventi previsti dal "Programma delle opere pubbliche e dei beni culturali";

a ribadire la propria contrarietà alla autorizzazione allo stoccaggio di gas nella località di Rivara.

Approvata all'unanimità dei presenti nella seduta pomeridiana del 10 settembre 2013

Valuta il sito

Non hai trovato quello che cerchi ?

Piè di pagina