n.226 del 23.07.2014 (Parte Prima)
ORDINE DEL GIORNO - Oggetto n. 5673/1 – Ordine del giorno in merito al progetto di legge “Norme in materia di cinema e audiovisivo”. A firma dei consiglieri Grillini, Casadei, Favia, Monari, Barbati e Ferrari (Prot. AL/2014/0029222 del 23 luglio 2014)
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
i settori cinematografico e audiovisivo sono stati interessati, specie negli ultimi decenni, da un’importante evoluzione sia a livello europeo che nazionale: accanto alla rilevanza culturale e sociale, si è affermata una concezione economico - imprenditoriale che ha portato a considerare il cinema e l’audiovisivo alla stregua di settori industriali a tutti gli effetti;
come significativamente ribadito da una recente Comunicazione della Commissione europea (2013/C - 332/01), le opere cinematografiche e audiovisive, da un lato sono beni culturali che contribuiscono a definire la stessa identità sociale e territoriale, dall’altro sono beni economici che offrono notevoli opportunità imprenditoriali;
il cinema e l’audiovisivo - oltre ad essere tra i mezzi di fruizione di quel bene immateriale che, per la sua stessa rilevanza ontologica, non è suscettibile di monetizzazione, ossia la cultura - rappresentano componenti fondamentali del nuovo welfare e del substrato produttivo nonché settori esponenziali di una nuova idea di economia e sviluppo imprenditoriale, coinvolgendo importanti risorse umane, tecniche e finanziarie;
anche nell’ottica di promuovere politiche di investimento nella “economia della cultura della creatività”, i settori del cinema e dell’audiovisivo devono essere oggetto di sistematiche strategie di valorizzazione e innovazione preordinate a recuperare dignità al cd. “lavoro culturale”, anche per continuare a renderlo appetibile per le giovani generazioni;
come rappresentato nella risoluzione ogg. ass. n. 4485, approvata dall’Assemblea legislativa nella seduta del 05 novembre 2013, “il settore cinematografico e audiovisivo può proporsi come settore chiave di rilancio di una economia di qualità”, anche “in considerazione [del]la portata degli effetti che interessano il tessuto economico locale in occasione di produzioni audiovisive”, specie in termini di industria turistica;
un esempio di intreccio tra settore cinematografico e turismo (enogastronomico) è rappresentato dalla rassegna “Cinemadivino - I grandi film si gustano in cantina”, un percorso cinematografico - enogastronomico nelle cantine delle aziende vitivinicole regionali, nelle quali vengono proiettati film in abbinamento alla degustazione di vini e prodotti gastronomici del territorio (la rassegna, da giugno a settembre, comprende 74 serate in 120 cantine);
da tali considerazioni emerge come cinema e audiovisivo possano svilupparsi trasversalmente entro le direttrici della cultura, del turismo, delle attività produttive, del lavoro e della formazione, mediante strategie sinergiche in grado di cogliere il potenziale di eccellenza e di alto valore artistico che caratterizza a livello nazionale ed internazionale gli operatori e le imprese emiliano-romagnoli (risoluzione ogg. ass. n. 4485 cit.).
Considerato che
il radicamento e la rilevanza delle Industrie Culturali e Creative (ICC) nel territorio regionale risulta comprovato dai dati enucleati nel rapporto “C/C Cultura&Creatività, Ricchezza per l’Emilia-Romagna”, realizzato da ERVET, anche sulla base degli elementi ricostruttivi forniti dall’Assessorato regionale alla Cultura, in collaborazione con l’Osservatorio dello Spettacolo, con amministratori e professionisti di varie istituzioni pubbliche e con numerosi operatori e imprese di settore;
secondo lo studio, il dimensionamento dei settori ICC in Emilia-Romagna comprende circa 32 mila imprese (l’8 per cento delle imprese regionali), con un’occupazione pari a circa 77-78 mila addetti (il 5 per cento degli addetti dell’intera economia regionale);
più in particolare e per quanto più specificamente rileva in tal sede, secondo la ricerca ERVET, la filiera del cinema - video (comprendente i settori della produzione e post - produzione, della distribuzione di film, video e programmi televisivi, dell’esercizio di sale cinematografiche) interessa circa 510 imprese e 1.600 addetti (secondo una recente ricerca della Fondazione Rosselli, gli addetti sarebbero circa 3.800, con 800 unità locali);
peraltro, nella cd. filiera del cinema video, sono altresì compresi i soggetti che operano nei settori del restauro e della conservazione delle opere cinematografiche: la Regione, peraltro, è l’unica in Italia che può vantare questa peculiarità grazie al Laboratorio de L’Immagine Ritrovata della Cineteca di Bologna, che si occupa di tutti i più importanti restauri cinematografici (si pensi, ad esempio, che il Laboratorio ha recentemente curato il restauro della pellicola di pre-apertura della prossima Mostra del Cinema di Venezia, “Maciste Alpino” - 1916, di Luigi Maggi e Luigi Romano Borgnetto);
secondo i dati ERVET, quasi metà delle imprese (circa 240) e un quinto degli addetti (circa 290) è rappresentato da ditte individuali e liberi professionisti: di qui, la necessità di promuovere e realizzare un sistema a rete che valorizzi l’attività cinematografica e audiovisiva nella sua forma non solo culturale - creativa, ma anche imprenditoriale, in relazione alla specificità territoriale emiliano-romagnola.
Considerato, altresì, che
la necessità di promuovere un sistema a rete riguarda, in particolare, le sale cinematografiche¸ per le quali si pone l’imprescindibile necessità di strutturare un contesto sinergico che garantisca massima visibilità anche alle piccole medie imprese che operano nei settori in esame;
ancora più in particolare, come rilevato nella risoluzione ogg. ass. n. 4896, approvata dall’Assemblea legislativa nella seduta del 28 gennaio 2014, nel corso degli ultimi quindici anni, anche come retaggio di una crisi che ha colpito il settore cinematografico nel periodo ancora precedente, le piccole sale cinematografiche - luoghi simbolo della cinematografia e tradizionali centri di aggregazione per interi quartieri - sono state “dequalificate” o abbandonate al deperimento;
come testimoniato anche dalla relazione attuativa (ogg. ass. n. 1674) della clausola valutativa di cui all’art. 12 della L.R. 28 luglio 2006, n. 12 (Disciplina della diffusione dell’esercizio cinematografico), il rapido sviluppo del fenomeno multiplex/multisala ha determinato una “significativa flessione” delle monosale, passate da 183 nel 2005 a 147 nel 2008;
per quanto segnatamente attiene alle sale medio - piccole localizzate nei centri storici, la loro sopravvivenza risulta fortemente pregiudicata, oltre che da un’evoluzione del contesto sociologico, anche e soprattutto dai mutamenti urbanistici che hanno caratterizzato i centri cittadini: il sempre più crescente numero di zone ZTL e varchi elettronici, l’assenza di parcheggi facilmente fruibili nelle vicinanze del centro, solo per enunciare alcune criticità, hanno prodotto nel corso degli ultimi due decenni una situazione di insostenibilità da parte dei piccoli e medi esercizi cinematografici ivi localizzati;
alla luce di tali considerazioni, risulta necessario favorire la riattivazione degli esercizi cinematografici dismessi di rilevante valore storico - culturale nonché la riqualificazione degli esercizi ubicati nei centri storici, anche attraverso una complessiva opera di ristrutturazione e recupero edilizi.
Considerato, inoltre, che
come rappresentato dal “rapporto ERVET”, soprattutto nell’ultimo decennio si è registrato un forte e crescente rapporto tra imprese del cinema e dell’audiovisivo, da un lato, e tecnologie digitali, dall’altro;
come rappresentato nella citata risoluzione ogg. ass. n. 4896, le tecnologie dell’informazione e comunicazione (ICT) forniscono continuamente nuovi strumenti utili, se non indispensabili, per le produzioni cinematografiche e audiovisive: il passaggio al 2K e al 4K abbandonando la pellicola 35 mm con rilevanti risparmi di risorse, lo sviluppo di nuovi sistemi di riproduzione multimediale alternativi a quelli DCI (come lo sperimentale sistema Flare Cinema Player) di cui si è auspicata la promozione con la risoluzione ogg. ass. n. 5060, approvata dall’Aula lo scorso 28 gennaio 2014;
il passaggio alle nuove tecnologie digitali è stato oggetto di specifici interventi di finanziamento da parte della Regione: si consideri che, secondo i dati forniti dall’Assessorato alle Attività produttive in sede di risposta ad un’interrogazione a risposta immediata in Aula (ogg. ass. n. 4873), dei 393 schermi presenti sul territorio regionale, grazie ai bandi di finanziamento risultano già digitalizzate 326 sale.
Rilevato che
come anticipato, cinema e audiovisivo, oltre che settori di sviluppo economico ed imprenditoriale, sono anche e prima ancora mezzi di fruizione della cultura lato sensu intesa;
al fine di valorizzare tale profilo culturale, risulta particolarmente rilevante l’attività di cineforum e cineclub, quali luoghi privilegiati di aggregazione sociale e di confronto socio - culturale sui prodotti cinematografici, che con i loro significati sottesi o espressi ingenerano riflessioni e dibattiti;
peraltro, come auspicato dal citato “rapporto ERVET”, mediante l’ausilio delle nuove tecnologie che consentono un confronto e un dibattito anche dal vivo indipendentemente dalla posizione geografica, si potrebbero promuovere anche “forme di cineforum allargate”, finanche a concepire “cineforum europei” nell’ottica di una massima circolazione della cultura e - specularmente - dei prodotti cinematografici di qualità;
oltre al profilo meramente culturale, l’attività di cineforum è utilizzata anche in appositi programmi scolastici a carattere socio - educativo, per prevenire e affrontare i disagi sociali soprattutto di giovani e adolescenti: attraverso la visione di pellicole scelte e lasciando uno spazio d’ascolto e di confronto al termine della proiezione in merito alle tematiche proposte dal film, gli specialisti (principalmente psicologi e psicoterapeuti) coinvolti dagli istituti scolastici provocano negli studenti riflessioni sulle problematiche socio - comportamentali che intendono affrontare nel corso del programma socio-educativo.
Rilevato, altresì, che
particolarmente rilevante dal punto di vista socio - culturale è anche il cinema “all’aperto”, storicamente radicato anche in Emilia-Romagna (quello di Piazza Maggiore a Bologna è il cinema “all’aperto” più grande d’Italia; si pensi, solo per citare alcuni esempi, all’Arena della Rocca Brancaleone a Ravenna, a Parco Pareschi a Ferrara, all’Arena Stalloni a Reggio Emilia, all’Arena Estiva del Cinema Astra a Parma, a campo Daturi a Piacenza, al Supercinemaestivo a Modena);
il cinema “all’aperto”, peraltro, pur conservando il suo valore sociale, diventa anche una forma di attrattiva turistica, specie sulla Riviera romagnola durante la stagione estiva: a Gabicce mare, a Gradara, a Cattolica, a Rimini (dove si svolge la nota rassegna “A’marena, il Cinema sulla Spiaggia”);
parimenti significative, sotto i profili sociale e culturale, anche le rassegne che si svolgono all’aperto (si pensi, esemplificativamente, a “Estate Doc - I confini della realtà”, rassegna di film documentari, organizzata in 34 serate, con la proiezione di 38 film documentari in 17 luoghi tra spiagge, piazze e parchi di 6 province della Regione, tutti corredati da incontri e dibattiti con gli autori).
Impegna la Giunta
anche in sede di attuazione della nuova legge regionale recante “Norme in materia di cinema e audiovisivo”:
a realizzare un “sistema a rete” che valorizzi l’attività cinematografica e audiovisiva nella sua forma culturale-creativa e imprenditoriale, nell’ottica di creare un’efficiente “rete di creativi”, un “distretto diffuso” preordinato alla nascita e alla crescita dell’impresa;
nel perseguire il modello della “città creativa”, ad adottare, anche in collaborazione con enti e soggetti interessati, strategie di promozione e valorizzazione del “sistema delle sale”, con particolare riferimento a quelle di piccole dimensioni o localizzate nei centri storici, anche riqualificando gli esercizi cinematografici mediante interventi di recupero e ristrutturazione edilizia;
a continuare nell’attività di sostegno economico-finanziario ed organizzativo al processo di digitalizzazione delle strutture cinematografiche e audiovisive, promuovendo - più in generale - la progressiva innovazione delle strutture stesse in relazione alla costante evoluzione tecnologica;
a sostenere e promuovere le attività di cineforum e cineclub, quale momento privilegiato di scambio culturale e di aggregazione sociale, oltre che ulteriore mezzo di fruizione dei prodotti cinematografici;
a sostenere e promuovere il “cinema all’aperto”, quale forma di aggregazione sociale, mezzo di divulgazione dei prodotti cinematografici e elemento qualificante per l’industria turistica.
Approvato all’unanimità dei presenti nella seduta pomeridiana del 22 luglio 2014