n.221 del 20.07.2022 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 5372 - Risoluzione per impegnare la Giunta e l'Assemblea legislativa a proseguire l'interlocuzione con il Governo affinché in tempi brevi venga dichiarato lo stato di emergenza nazionale. A firma dei Consiglieri: Fabbri, Daffadà, Rontini, Sabattini, Caliandro, Costi, Costa, Bulbi, Pillati, Pigoni, Bondavalli, Maletti

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

il 17 giugno 2022 è stata celebrata la giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità, ed è stato evidenziato nel rapporto delle Nazioni Unite come nel 2022 più di 2,3 miliardi di persone stiano affrontando problemi legati alla grave mancanza di acqua, di questi quasi 160 milioni di bambini sono esposti a siccità grave e prolungata, e sempre secondo l'Onu, si stima che entro il 2030, circa 700 milioni di persone corrano il rischio di essere sfollate a causa della siccità e conseguente desertificazione;

proprio in questi giorni stiamo affrontando la più grande crisi idrica del bacino del Po degli ultimi 70 anni, e il fiume Po versa in una condizione tale da preoccupare non solo il mondo agricolo, che appare il più penalizzato, ma anche i settori dell'industria, della pesca e del turismo;

anche la conservazione della biodiversità all'interno dell'asse del Grande Fiume, in cui spiccano emergenze ambientali come quelle del Parco del Delta del Po, è messa a grave rischio a causa di questa siccità definita "eccezionale", che ci porta ancor più a riflettere su come il problema dell'impatto del cambiamento climatico non possa più essere ignorato;

la crisi idrica sta interessando tutto il territorio regionale e il 21 giugno è stata convocata la Cabina di regia per la siccità che ha portato alla sottoscrizione da parte del presidente del decreto dello stato di crisi regionale. Primo passo per richiedere lo stato di emergenza nazionale, entrambi strumenti basati principalmente all'assistenza alla popolazione sulla emergenza idropotabile e alla difesa degli habitat naturali e faunistici, ai sensi del codice di protezione civile del 2018.

Considerato che

le piogge scarsissime e le alte temperature hanno determinato un bilancio idro-climatico per la regione con valori, nel mese di giugno, paragonabili solo a quelli di fine estate. Le portate dei fiumi sono inoltre in drastica diminuzione;

le condizioni idrologiche e climatiche del bacino del Po si fanno sempre più critiche per la mancanza di vere precipitazioni da oltre 120 giorni, allungando così la grave siccità specialmente nell'area nord-ovest della provincia di Ferrara;

se nelle prossime settimane non aumenterà la piovosità saranno a rischio i prelievi irrigui e con essi la produttività delle colture nell'intera Pianura Padana, che potrebbe ridursi dal 50 fino al 100%, a fronte di costi di produzione aumentati in modo vertiginoso, con danni incalcolabili ai redditi del settore primario e alla loro capacità di produrre cibo in una situazione di crisi alimentare mondiale;

ormai da settimane l'Autorità del Fiume Po sta evidenziando la criticità della situazione, che si fa sempre più drammatica evidenziando che il problema riguarda tutti i fiumi e torrenti del distretto del Po;

le scarse precipitazioni invernali, sia nevose che di pioggia, hanno protratto quella che era iniziata come una magra invernale che ha visto un progressivo aggravarsi del fenomeno nell'intero bacino idrologico del Po;

tale condizione siccitosa è rilevata in tutte le province della regione, sia emiliane che romagnole, elemento che ha portato a dichiarare lo stato di crisi regionale;

oltre che per gli aspetti quantitativi legati all'approvvigionamento, il fenomeno della siccità comporta un decadimento della qualità della risorsa idrica e ciò rappresenta una grave criticità soprattutto per il settore agricolo, associata al fenomeno dell'intrusione del cuneo salino per il quale la progressiva diffusione di acqua salata nelle acque di falda determina un inquinamento dei pozzi con cui vengono irrigate le colture.

Evidenziato che

il tratto del Po ferrarese ad oggi registra meno 720 centimetri rispetto al livello medio e che ogni giorno il livello del fiume diminuisce di otto centimetri, e se tale tendenza non si invertirà si andrà verso la riduzione dei consumi di acqua, almeno per il settore agricolo;

occorre migliorare la conoscenza dei dati soprattutto relativamente ai prelievi ai vari utilizzatori, accelerando altresì la costituzione dell'Agenzia nazionale per la meteorologia e climatologia denominata "ItaliaMeteo";

occorre altresì tenere conto di tale scenario all'interno dell'attuale e del futuro Piano di Tutela delle Acque (PTA), conformemente a quanto previsto dal D. Lgs. 152/99 e dalla Direttiva europea 2000/60 (Direttiva Quadro sulle Acque), ovvero lo strumento regionale volto a raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale nelle acque interne e costiere della Regione, e a garantire un approvvigionamento idrico sostenibile nel lungo periodo.

Rilevato che

la situazione di oggi è più complessa perché non sta piovendo nemmeno sulle Alpi, e le precipitazioni nevose sono state la metà di quelle medie: in sintesi non abbiamo né acqua immagazzinata sui ghiacciai né precipitazioni;

nel Delta del Po si sta già verificando la risalita del cuneo salino, fenomeno che si verifica quando la portata di acqua dolce si abbassa sotto una certa soglia e l'acqua salmastra risale il corso e da lì penetra nella falda acquifera, con rischi connessi all'economia ma anche alla biodiversità;

la Regione ha messo a bando 7 milioni di euro per invasi aziendali, ma occorrono anche invasi territoriali per aumentare sensibilmente la capacità di stoccaggio, utilizzando al meglio anche le importanti risorse del Pnrr che sono già disponibili. Sono in corso lavori per infrastrutture idriche per 250 milioni di euro, e arriveranno oltre 350 milioni dal Pnrr, ma serve un'accelerazione dal punto di vista della semplificazione amministrativa per realizzare queste opere.

Evidenziato inoltre che

le politiche finora perseguite in materia di risorsa idrica basate sulla preservazione di qualità e quantità, sul risparmio e conservazione, sulla captazione intelligente, sull'uso corretto, sul riuso, sul potenziamento delle strutture esistenti, sul contenimento delle perdite dei canali di bonifica, seppure virtuose, non riescono a calmierare gli effetti della grave siccità;

la realizzazione di nuovi invasi di accumulo va attentamente valutata alla luce della reale necessità che si è manifestata negli ultimi anni e la cui eventuale realizzazione si rende necessaria dopo aver attuato tutte le misure di risparmio possibili;

tra le possibili soluzioni alla crisi idrica agricola vi è senza dubbio la necessità di lavorare sull'efficientamento dei sistemi irrigui nonché di prevedere il sostegno alla creazione di una rete fitta e capillare di piccoli invasi aziendali, che possano superare il problema legato ai fabbisogni idrici dei territori ove non sempre le dighe pubbliche e i corsi d'acqua riescono a garantire il soddisfacimento dei bisogni idrici a causa delle perduranti siccità.

Tutto ciò premesso e considerato,

impegna la Giunta e l’Assemblea legislativa

  1. A proseguire l'interlocuzione con il Governo affinché in tempi brevi venga dichiarato lo stato di emergenza nazionale.
  2. A proseguire nel confronto tra le Regioni coinvolte, il Governo, i rappresentanti di tutti i territori interessati fino all'Europarlamento, in quanto la crisi idrica regionale con la particolare situazione del Po vengano assunti come una questione di rilievo nazionale ed europeo.
  3. Ad assumere iniziative finalizzate alla semplificazione delle procedure necessarie all'attuazione degli interventi previsti e finanziati dalla Missione M2C4 — «Investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico», nonché di quelli previsti dal Primo stralcio del piano nazionale di interventi nel settore idrico e del secondo stralcio per cui sono già stati stanziati 2 miliardi di euro tra il 2018 e il 2033.
  4. Ad impegnare la Giunta, tenuto conto di tale scenario, a prevedere tali necessità di approvvigionamento idrico sostenibile nel lungo periodo, all'interno della revisione del Piano di Tutela delle Acque (PTA), conformemente a quanto previsto dal D.Lgs. 152/99 e dalla Direttiva europea 2000/60 (Direttiva Quadro sulle Acque).
  5. A richiedere al Governo di valutare la possibilità di adottare iniziative ulteriori e complementari rispetto a quelle previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, per la definizione di un piano nazionale per la realizzazione di invasi, nonché per migliorare lo stoccaggio e il risparmio idrico, e le infrastrutture dedicate.
  6. A promuovere una cultura forte e diffusa di sostenibilità ambientale tra i vari attori coinvolti affinché si imbocchi una direzione precisa e condivisa per contrastare il fenomeno della siccità, anche attraverso campagne di sensibilizzazione volte a promuovere l'uso consapevole dell'acqua.
  7. A promuovere ed incentivare investimenti nel campo del risparmio idrico, in edilizia, nel turismo e sostenendo l'innovazione e la circolarità applicata all'utilizzo delle acque nel comparto produttivo e in agricoltura.
  8. A richiedere al Governo di prendere provvedimenti urgenti quali la realizzazione di opere che contengano la risalita del cuneo salino, piani di monitoraggio delle acque irrigue e parallelamente sostenere progetti, anche scientifici, capaci di trovare soluzioni permanenti e non solo ripieghi temporanei.
  9. A sollecitare nelle sedi opportune la costituzione dell'Agenzia nazionale per la meteorologia e climatologia denominata "ItaliaMeteo".
  10. A farsi interprete con il Governo al fine di mettere in campo provvedimenti di contenimento delle tariffe dell'energia elettrica per gli operatori del settore agricolo in previsione del maggior utilizzo di idrovore, pompe per l'irrigazione ed altre apparecchiature di pubblica utilità che stanno impattando pesantemente sui bilanci degli operatori del settore.
  11. A prevedere, nell'ambito degli strumenti di programmazione e gestione delle risorse idriche regionali, la realizzazione degli studi di fattibilità e di ogni altro approfondimento tecnico finalizzato a valutare la realizzazione di una rete di nuovi invasi sul territorio regionale, nei limiti e coerentemente con la direttiva acque, nonché sostenere, anche finanziariamente la creazione di una rete fitta e capillare di piccoli invasi aziendali di singole aziende.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 28 giugno 2022

Valuta il sito

Non hai trovato quello che cerchi ?

Piè di pagina