n.362 del 13.11.2019 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 8504 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi tempestivamente per implementare in tutte le strutture ospedaliere della Regione il software informatico, con adattamenti e aggiunte che si rendessero necessarie, già attivato nell’ospedale di Piacenza, per l’accreditamento di aziende e operatori responsabili dei servizi di assistenza non sanitaria negli ospedali. A firma dei Consiglieri: Rancan, Rainieri, Delmonte, Bargi, Marchetti Daniele, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

in Italia sono 160.000 il numero di posti letto presso le strutture ospedaliere italiane e che ammonta al 15% il numero di interventi di assistenza extra sanitaria richiesti (fonte ottenuta grazie alla cooperazione tra AGCI, Associazione Generale delle Cooperative Italiane e l’Associazione “Professione in Famiglia”). Di questo 15%, il 70% sono interventi da familiari, mentre il restante 30% indica il numero di interventi forniti con personale a pagamento.

La necessità di servizi di assistenza non sanitaria nelle strutture ospedaliere può portare al proliferarsi di lavoro irregolare o non monitorato (piaga nota in ambito ospedaliero) con possibili rischi sia per le strutture ospedaliere che per il personale ricoverato, i familiari e l’intero settore sanitario.

Si pensi, l’impossibilità di comunicare agli organi competenti e ai soccorritori delle persone presenti in struttura in caso di evacuazione o di emergenza; alla responsabilità civile e penale dell’ospedale in caso di danni arrecati al personale ricoverato; responsabilità civile e penale nei confronti del personale ricoverato e dei loro familiari in caso di impiego di personale non regolarizzato e/o in caso di danni arrecati a terzi dal personale assunto. Inoltre, l’impiego di personale a pagamento irregolare si potrebbe considerare, nei confronti del settore ospedaliero, come un favoreggiamento al fenomeno di caporalato ed evasione contributiva e fiscale.

Il fenomeno dell’assistenza extra sanitaria nelle strutture ospedaliere porta, inoltre, alla diffusione di un badantato non regolare a cui si aggiungono rischi per le medesime “operatrici”. Emblematico è il caso registrato qualche giorno fa in cui un’associazione, accompagnata da una cooperativa, circuiva le badanti aprendo loro una partita Iva senza informarle dell’accaduto.

Considerato che

i flussi del personale fuori dagli orari di visita possono essere regolamentati dalle strutture sanitarie, basandosi sui requisiti di professionalità e trasparenza.

La Regione Emilia-Romagna ha normato già da anni il tema dell’Assistenza Non Sanitaria (ANS) all’interno dei reparti ospedalieri. Con tale definizione si intende il supporto del quale scelgono di avvalersi coloro che, sottoposti a ricovero ospedaliero, intendono avvalersi dell’aiuto di assistenti non sanitari, anche a pagamento. Tale tipologia di assistenza viene definita “aggiuntiva non sanitaria”, poiché esclude dal proprio ambito tutte le funzioni dell’assistenza di base, di esclusiva spettanza del personale dipendente dal Servizio sanitario. Rientrano in questa tipologia le attività di sorveglianza e cura, il cambio della biancheria da letto, la somministrazione delle medicine, il cambio delle flebo, la somministrazione dei pasti, ecc. La disciplina regionale in tema di ANS vede nella circolare n. 14/1994 dell’Assessorato Politiche per la Salute la sua prima fonte. Fin da allora si chiedeva alle Aziende sanitarie di dotarsi di un proprio regolamento che disciplinasse precisi ambiti, come ad esempio la necessità di preventiva autorizzazione dell’ANS, la puntuale regolamentazione degli accessi, la predisposizione di adeguate forme di controllo, la disciplina rigorosa della pubblicità in apposite bacheche, ecc. Successivamente, la Dgr. 1605/1997 (“Linee guida ANS in ospedale”) ha fornito una serie di indicazioni di buona gestione di tale tipologia di assistenza, richiedendo in forma obbligatoria e vincolante che ogni Azienda sanitaria si dotasse del citato regolamento stabilendone i contenuti essenziali, tra i quali era ricompresa la qualificazione e l’identificazione dei soggetti incaricati nonché l’autorizzazione agli stessi a permanere nelle aree di degenza al di fuori degli orari di visita. La sperimentazione organizzativa sulla gestione dell’Assistenza Non Sanitaria (ANS) dell’Azienda Usl di Piacenza attraverso l’impiego di totem computerizzati ha permesso di attivare una modalità virtuosa sia in termini di tracciabilità dell’ANS sia di fruibilità del sistema e trasparenza.

Valutato che

in questo modo si cerca di garantire che i pazienti siano curati da persone competenti e che chi si occupa di assistenza sia adeguatamente pagato per quello che svolge e si veda garantire i diritti di lavoratore senza dover lavorare in nero o con pagamenti non dignitosi.

Ritenuto che

la qualità passi anche dalla legalità e che il software informatico attivato nell’ospedale di Piacenza possa essere considerato un progetto pilota e diventare strumento d’uso nazionale.

Sia condizione necessaria per tutta la Regione fornire le strutture ospedaliere di uno strumento che consenta il monitoraggio tracciabile dei flussi di personale adibito all’assistenza non sanitaria, oltre ad una verifica periodica degli organi di controllo sul personale non familiare. Il sistema informatico di monitoraggio dovrebbe essere facilmente consultabile dagli organi di controllo e agevolmente trasferibile in caso di emergenza.

Preso atto che

anche l’ospedale di Parma adotterà il medesimo strumento.

Il programma è ulteriormente migliorabile, ciò nonostante ha permesso di ridimensionare il problema sicurezza.

L’intento del progetto non è quello di trasformare le strutture sanitarie in caserme blindate, bensì rendere operativo un regolamento che ha come obiettivi: il rispetto dei diritti e delle esigenze dei cittadini, la loro sicurezza e l’eliminazione di alcune incongruenze nel mondo del lavoro.

Impegna il Presidente della Regione Emilia-Romagna e la Giunta regionale

- ad impegnare le Aziende sanitarie a valutare specifiche soluzioni anche informatiche, sul modello del software adottato presso l’ospedale di Piacenza, in grado di monitorare le persone che, a diverso titolo, prestano assistenza ai pazienti ricoverati nelle strutture di degenza;

- a realizzare una ricognizione regionale sulle modalità di gestione dell’ANS al fine di poter identificare la o le migliori procedure di gestione, di regolamentazione e di controllo.

Approvata all'unanimità dei presenti nella seduta antimeridiana del 15 ottobre 2019

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