n.96 del 30.04.2015 (Parte Prima)
Oggetto n. 554 - Ordine del giorno n. 4 collegato all’oggetto 351 "Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: "Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2015 e bilancio pluriennale 2015-2017"". A firma dei Consiglieri: Taruffi, Caliandro, Torri, Alleva, Francesca Marchetti, Mori, Sabattini, Zappaterra, Prodi, Poli, Calvano, Mumolo
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Considerato che
gli effetti della crisi economica che si protrae da ormai 8 anni, secondo gli ultimi dati forniti dall’Istat hanno fatto aumentare il numero di persone che vivono al limite o al di sotto della soglia di povertà, in modo vertiginoso.
Il Parlamento europeo, con una risoluzione approvata già nel luglio 2011, chiede a tutti gli Stati dell’U.E. di rafforzare il reddito minino in tutti gli Stati membri ed in particolare riferimento agli Stati ancora sprovvisti, (tra cui l’Italia), di adottarlo al più presto.
In Paesi come Francia, Germania e Regno Unito, lo Stato garantisce un reddito minimo garantito a chiunque non abbia altra forma di reddito o abbia un salario insufficiente.
In attesa della definizione di una legislazione nazionale in materia, è necessario che la Regione, per quanto di sua competenza, introduca provvedimenti legislativi in materia in grado quanto meno di evitare l’acuirsi degli effetti di una crisi che da economica si sta trasformando in crisi sociale.
A fronte di una situazione ormai al collasso, che vede coinvolta anche la nostra Regione, con un numero di disoccupati pari a 185 mila persone e una percentuale dell’8,4%, il potenziamento degli strumenti esistenti di contrasto alla povertà e sostegno al reddito (reddito minimo), attraverso una legge regionale che definisca criteri e platea del provvedimento.
Preso atto che
in Parlamento sono depositate diverse proposte di legge in materia in attesa di discussione.
Importanti realtà del mondo associativo si stanno mobilitando perché anche in Italia sia garantito un “reddito minimo di dignità”.
Il dibattito sull’introduzione del reddito minimo garantito, almeno per le fasce sociali più esposte agli effetti della crisi, è ormai tema di discussione generale tanto che, recentemente, anche il Presidente dell’Inps ha avanzato una proposta in tal senso, riconoscendo la necessità del provvedimento.
Valutato che
l’attenzione al tema del lavoro e dello sviluppo è prioritaria in Regione Emilia-Romagna, dalla crisi si esce solo con il lavoro e solo garantendo il diritto delle persone di partecipare attivamente alla crescita della comunità.
È stato avviato in Regione il percorso per la definizione del nuovo “Patto per il lavoro”, articolato sui temi dello sviluppo e della coesione sociale, con le organizzazioni imprenditoriali e sindacali, i rappresentanti delle istituzioni, del mondo bancario, delle Università e dell’associazionismo.
Si tratta di un Patto di legislatura, teso a condividere visione, obiettivi e linee di azione capaci di ripensare la società regionale dopo la lunga crisi, mettendo le persone al centro, rilanciando e ampliando il sistema economico e produttivo attraverso una nuova politica per gli investimenti e di rinnovamento dell’assetto istituzionale.
Per creare nuovo lavoro occorrono investimenti pubblici e la Regione ha già destinato 40 milioni di euro del Fondo Sociale Europeo all’inclusione sociale e alle politiche attive del lavoro, insieme a tutte le politiche per l’occupazione previste nei primi cento giorni di governo.
Allo scopo di promuovere investimenti privati strategici per lo sviluppo e per l’occupazione, la Regione investirà la maggior parte delle risorse europee del nuovo Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), 481,9 milioni tra il 2014 e il 2020 in ricerca e innovazione, competitività e attrattività, economia verde e fonti rinnovabili.
Tutto ciò considerato e premesso
impegna la Giunta
a potenziare dal prossimo bilancio di previsione gli strumenti esistenti di contrasto alla povertà anche con appositi ed innovativi interventi di sostegno al reddito, promuovendo la sperimentazione di forme di reddito minimo garantito;
a stimolare il Governo nazionale nella predisposizione di una normativa nazionale in materia di reddito minimo garantito.
Impegna l’Assemblea legislativa
ad approvare una apposita Legge regionale, che promuova una sperimentazione del reddito minimo in Emilia-Romagna.
Approvato a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 28 aprile 2015