n.151 del 05.06.2013 periodico (Parte Seconda)
Procedura di verifica (screening) del progetto "Realizzazione della Tangenziale Est di Ferrara da SP 29 fino a Ro Ferrarese e collegamento con la SP5 presso Copparo" presentato da Provincia di Ferrara Settore "Tecnico Infrastrutture, Edilizia, Protezione civile, Appalti e Gare, Patrimonio"
LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
(omissis)
delibera:
a) di escludere, ai sensi dell’art. 10, comma 1 della legge regionale 21 maggio 1999, n. 9, e successive modifiche e integrazioni, in considerazione dei modesti impatti attesi, il progetto di “Realizzazione della Tangenziale est di Ferrara da SP 29 fino a Ro Ferrarese e collegamento con la SP5 presso Copparo” presentato dalla Provincia di Ferrara, dalla ulteriore procedura di VIA, con le seguenti prescrizioni già riportate al punto 7:
1. provvedere alle Varianti Urbanistiche per il Comune di Ferrara, Copparo e Ro ed alla variante alla Zonizzazione Acustica per il Comune di Copparo, secondo la vigente normativa in materia, con la predisposizione della cartografia e della documentazione necessaria a cura dei progettisti incaricati dalla Provincia di Ferrara;
2. nell’ubicazione delle aree di cantiere andranno evitate per quanto possibile le aree a ridosso dei canali, al fine di ridurre i pericoli di inquinamento delle acque superficiali;
3. il traffico legato alle attività di cantiere andrà opportunamente pianificato allo scopo di evitare disturbi ai residenti e limitare i disagi al traffico locale;
4. al fine di ridurre al minimo le interferenze con la viabilità esistente, si dovrà provvedere a deviazioni temporanee o restringimenti della carreggiata, evitando interruzioni di traffico;
5. al fine limitare gli impatti dovuti all’attività dei mezzi di cantiere andranno utilizzati macchinari rispondenti alle normative, dotati di tutti gli accorgimenti utili per limitare il rumore e le emissioni in atmosfera;
6. dovrà essere posta particolare cura al fine di evitare il rischio di sversamenti accidentali nel terreno e nei corsi d’acqua limitrofi;
7. dovranno essere raccolte le acque reflue prodotte direttamente o indirettamente dai lavori di costruzione stradale per evitare ogni possibile apporto di inquinanti nei corpi acquiferi superficiali e sotterranei;
8. dovrà essere garantito l’accesso delle aree agricole limitrofe al tracciato, l’uso della rete irrigua e la funzionalità dei canali di scolo delle acque anche durante la fase di realizzazione dell’opera principale e delle opere complementari; a tal fine dovrà essere verificato nelle fasi progettuali successive, l’effetto dell’impermeabilizzazione sul reticolo scolante e presa ogni opportuna misura di precauzione concertando le soluzioni progettuali con il Consorzio di Bonifica competente;
9. per il ripristino delle aree di cantiere andrà riutilizzato il terreno vegetale proveniente dallo scotico, che si avrà cura di accumulare, separatamente dalle altre tipologie di materiale, in spessori adeguati e di provvedere alla sua manutenzione per evitarne la morte biologica;
10. in relazione ai terreni scavati e ad un eventuale esubero del terreno superficiale asportato in fase di scavo, sarà necessario sottostare ai dettami dell’art. 186 del D.Lgs 152/2006 e ss.mm.ii. e/o della L. n. 161 del 10 agosto 2012;
11. in sede di progetto definitivo si richiede di adottare tutti gli accorgimenti in materia di attività di cantiere indicati nella normativa di riferimento nonché di presentare una adeguata planimetria generale con l’ubicazione delle infrastrutture cantieristiche, delle reti di canalizzazione per la raccolta delle acque di cantiere e delle acque piovane, della localizzazione degli accumuli del terreno vegetale di scotico e degli accumuli di altri materiali necessari alla realizzazione dell’opera;
12. adottare tutte le precauzioni e accorgimenti possibili per evitare sversamenti accidentali; in assenza di superfici pavimentate i materiali devono essere depositati su teloni impermeabili in modo da scongiurare ogni possibile percolamento sul suolo;
13. canalizzare e raccogliere le acque dei servizi igenici e le acque piovane;
14. per limitare le emissioni diffuse e puntuali di polveri derivanti dalla movimentazione dei materiali di costruzione e dalla movimentazione dei mezzi si ritiene necessario nello specifico:
- prevedere l’umidificazione dei depositi temporanei di terre, dei depositi di materie prime ed inerti e delle vie di transito da e per i cantieri, soprattutto quando queste si trovino nelle vicinanze di abitazioni;
- per il trasporto degli inerti prevedere un sistema di ricopertura dei cassoni con teloni;
- gli inerti necessari alla realizzazione dell’opera andranno reperiti da cave regolarmente autorizzate della zona sulla base di quanto disposto nei piani per le attività estrattive provinciali e comunali, privilegiando, a parità di idoneità dei materiali, i siti più prossimi all’area di cantiere al fine di minimizzare gli impatti legati al traffico;
- tali prescrizioni dovranno essere inserite nel capitolato lavori;
15. in sede di progettazione dovrà essere realizzato un idoneo progetto di inserimento ambientale dell’infrastruttura viaria comprensivo dei relativi progetti di rinaturalizzazione e riqualificazione ambientale riferiti nella relazione di screening;
16. in fase esecutiva dovrà essere individuato l’Ente che si prenderà in carico le attività di gestione/manutenzione delle aree verdi progettate;
17. al fine di orientare gli interventi di rinaturalizzazione ed inserimento paesaggistico dell’intervento, dovrà essere predisposto un apposito studio volto a verificare gli impatti sul paesaggio locale in relazione alla panoramicità ed intervisibilità dell’infrastruttura e conseguentemente effettuata una analisi degli impatti visivi;
18. relativamente all’autorizzazione paesaggistica il progetto nelle sue fasi successive dovrà essere corredato da quanto previsto ai sensi del DLgs 42/04 e del DPCM 12/12/2005 e da apposita domanda di Autorizzazione Paesaggistica da presentare all’Unione dei Comuni Terre e Fiumi ed al Comune di Ferrara; si ritiene che debbano essere maggiormente approfonditi e specificati in tale sede le relazioni paesaggistiche dell’intervento in particolare con i vincoli dei corsi d’acqua quali il Canal Bianco, la Fossa Lavezzola e la Fossa Val d’Albero (tutelati ex. TU 1775/33), con i beni e le aree iscritte come Patrimonio Unesco, nonché con i cosidetti “Luoghi Bachelliani” che l’infrastruttura lambisce nell’innesto sulla strada Via Vallalbana-Ro;
19. effettuare tutti gli interventi di rinaturalizzazione e di inserimento paesaggistico/mitigazione mediante impianto di vegetazione autoctona secondo le tipiche fitocenosi naturali, prevedendo in particolare per l’ambito dei corsi d’acqua interessati dal passaggio dell’infrastruttura, anche eventuali diradamenti di specie alloctone invasive, al fine di migliorare l’ecologia dei luoghi e tamponare con barriere di verde naturale, i disturbi ambientali potenzialmente derivanti dalla presenza di traffico veicolare sugli habitat acquatici ed i popolamenti idrobiologici;
20. gli interventi di ripristino vegetazionale lungo il tratto stradale dovranno inoltre rispettare le seguenti indicazioni:
- inserimento lungo il tracciato di formazioni vegetali, quali siepi arbustive ed arboreo arbustive di essenze autoctone, disposte sia parallelamente che perpendicolarmente (in particolare nei punti di intersezione con fossi e canali minori) al nastro stradale, in modo da creare collegamenti percettivi che spezzino il segno del tracciato di progetto;
- dove possibile saranno preferite, a formazioni vegetali lineari, formazioni a macchia di maggior entità ed il ripristino di successioni vegetazionali trasversali e longitudinali tipiche degli ambienti naturali interessati;
- le formazioni vegetali di nuovo impianto dovranno valorizzare coni visuali appositamente individuati per incrementare la panoramicità del tracciato;
- prevedere impianti vegetali a macchia naturali, nelle aree intercluse di svincolo o nelle rotatorie;
- il progetto delle opere a verde dovrà comprendere le operazioni di manutenzione-gestione degli impianti per almeno tre anni dalla messa a dimora e il reimpianto delle fallanze nel primo anno di manutenzione;
- in fase esecutiva individuare l’Ente che si prenderà in carico le attività di gestione/manutenzione delle aree verdi progettate;
21. le fasi di progettazione successiva dovranno inoltre prevedere un idoneo progetto di riconnessione ecologica che preveda la messa in opera di opportuni passaggi faunistici facendo in particolare riferimento agli obiettivi ed agli indirizzi di cui alla rete Ecologica Provinciale;
22. gli esiti della documentazione previsionale di impatto acustico e i successivi approfondimenti da effettuarsi dovranno costituire il punto cardine su cui impostare la progettazione delle opere di mitigazione acustica da realizzarsi lungo il tracciato;
23. le opere di mitigazioni acustiche necessarie in base agli esiti dello studio da predisporsi nelle successive fasi progettuali dovranno essere per quanto possibile accompagnate da interventi di tipo vegetazionale, con cespugli ed alberature di essenze autoctone; si dovrà comunque ricorrere a tipologie di protezione acustica che prevedano il migliore inserimento ambientale e quindi per quanto possibile dune rinverdite o in alternativa pannelli fonoassorbenti in legno con elementi di verde;
24. l’efficacia delle opere di mitigazione acustica ed il rispetto dei limiti di legge andranno verificati mediante le opportune misure fonometriche ad opera in esercizio, da realizzarsi a cura del proponente e da sottoporre alla verifica dei Comuni interessati nel territorio di competenza;
25. si dovrà inoltre valutare la necessità di adottare mitigazioni acustiche durante le fasi di cantiere al fine di consentire il rispetto dei limiti sonori previsti dalla normativa vigente;
26. la progettazione definitiva dovrà essere fatta tenendo in considerazione i maggiori apporti al reticolo scolante derivanti dal drenaggio della piattaforma stradale in progetto, nonché le eventuali condizioni di criticità indipendenti dal progetto in esame, come quelle derivanti da urbanizzazioni di nuova realizzazione o di previsione; le opere in questione dovranno ottenere il parere favorevole del competente Consorzio di Bonifica;
27. il sistema di drenaggio delle acque di piattaforma stradale dovrà rispettare tutti i requisiti idonei a prevenire ogni possibile inquinamento del suolo, del sottosuolo e delle acque sotterranee e superficiali;
28. il progetto esecutivo dovrà contenere un "piano di gestione, manutenzione e verifica di funzionalità del sistema di drenaggio, invaso e trattamento delle acque di origine meteorica e degli eventuali sversamenti accidentali" prendendo anche in considerazione la fitodepurazione come sistema per il miglioramento della qualità delle acque (dovrà essere previsto un adeguato sistema di raccolta e smaltimento delle acque di dilavamento);
29. la realizzazione dell’impianto di illuminazione stradale dovrà essere conforme alla L.R. 19/03 “Norme in materia di riduzione dell’inquinamento luminoso e di risparmio energetico” e alle specifiche tecniche definite nei relativi strumenti di attuazione (Direttiva approvata con Delibera di G.R. 2263/05 e Circolare approvata con Determina del Direttore Generale Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa n. 14096 del 12 ottobre 2006);
30. le fasi di progettazione definitiva dovranno prevedere la redazione di una proposta di Piano di Monitoraggio da sottoporre a validazione della Regione Emilia-Romagna, da redigersi ai sensi dell’art. 28 del DLgs 152/06 e ss.mm.ii., nonché dell’art. 22 della L.R. 9/99 e ss.mm.ii. (art. 25 L.R. 3/12) che dovrà essere articolato in una fase ante-operam, in una fase in corso d’opera ed in una fase post-operam; il piano di monitoraggio dovrà quindi verificare e controllare gli impatti ambientali significativi sulle differenti componenti ambientali così come identificati nella Relazione di screening;
b) resta fermo che tutte le autorizzazioni, necessarie per la realizzazione delle opere in oggetto della presente valutazione, dovranno essere rilasciate dalle autorità competenti ai sensi delle vigenti disposizioni;
c) di trasmettere la presente delibera al proponente Provincia di Ferrara – Settore Tecnico Infrastrutture; al Comune di Ferrara; al Comune di Copparo; al Comune di Ro; al Comune di Berra; all’Unione dei Comuni Terre e Fiumi – area Gestione del Territorio; all'ARPA - Sezione Provinciale di Ferrara; all’AUSL di Ferrara; al Consorzio di Bonifica della Pianura di Ferrara; alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna;
d) di pubblicare per estratto, ai sensi dell'art.10, comma 3, della legge regionale 18 maggio 1999, n. 9 e successive modifiche ed integrazioni, il presente partito di deliberazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna (BURERT);
e) di pubblicare integralmente sul sito web della Regione Emilia-Romagna, ai sensi dell’art. 20, comma 7 del DLgs. 3 aprile 2006, n. 152 e successive modifiche ed integrazioni, il presente provvedimento di verifica di assoggettabilità.