n.361 del 14.11.2018 (Parte Seconda)

Oggetto n. 7444 - Ordine del giorno n. 4 collegato all’oggetto 6932 Proposta recante: “Piano faunistico-venatorio regionale dell’Emilia-Romagna 2018-2023”. A firma dei Consiglieri: Molinari, Bagnari, Serri, Lori, Bessi, Sabattini, Zoffoli, Tarasconi

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

in caso di incidente con il proprio veicolo su una strada statale, provinciale o comunale a causa di un animale selvatico è possibile chiedere il risarcimento danni nel caso non ci siano responsabilità del conducente;

la legge 698/1977 considera la fauna selvatica patrimonio indisponibile dello Stato e l’art. 9 della legge 157/92 attribuisce alle Regioni le funzioni di programmazione e coordinamento in materia faunistica, nonché quelle di controllo e protezione delle specie selvatiche;

le Regioni hanno il compito di adottare tutte le misure di competenza attraverso i piani faunistici per evitare che la fauna selvatica provochi danni a cose o persone;

recenti sentenze della Cassazione (sent. n. 22345/17) riguardante sinistri causati dall'impatto con un animale di grossa taglia hanno riconosciuto responsabile l’ente proprietario della strada;

la sentenza di riferimento afferma non competere agli enti responsabili per la custodia degli animali il “dover curare l’installazione di reti, fossi e guard-rail ai bordi delle strade, essendo tale obbligo proprio dell’ente proprietario delle strade”;

compete invece all'ente proprietario di una strada rispondere dei danni recati all'automobilista nel caso non abbia garantito la sicurezza della viabilità a margine delle zone frequentate dalla selvaggina o non abbia predisposto un’idonea segnaletica in tutti quei tratti in cui sia possibile l’attraversamento di fauna selvatica o, infine, non abbia adottato adeguate tecniche di contenimento della selvaggina;

in mancanza di tali precauzioni, l’automobilista che abbia subito un danno da investimento di un animale selvatico, può chiedere il risarcimento all'ente competente.

Considerato che

se un animale selvatico causa dei danni a persone o cose, come ad esempio può avvenire in un urto con un veicolo, la responsabilità potrebbe ricadere sull’ente che ha la custodia di quel tratto di strada o su quel territorio;

la stragrande maggioranza di strade è di competenza delle Province che si trovano così a dover fronteggiare ogni anno un numero crescente di contenziosi e richieste di danni;

la normativa di riferimento risale al 1992 ed oggi tali enti hanno risorse molto più limitate per impedire attraversamenti e realizzare adeguate segnalazioni a fronte dell’aumento della fauna selvatica e del traffico automobilistico degli ultimi lustri;

anche nel caso in cui l’ente gestore della strada dimostri di andare esente da responsabilità, per aver adempiuto ai propri compiti, la vittima del sinistro stradale avvenuto con animale selvatico comunque può chiedere alla Regione, quale ente “gestore della fauna selvatica” il risarcimento del danno, ma nella maggior parte dei casi la domanda viene rigettata posto che incombe sul danneggiato la prova della “colpa” della Regione e quest’ultima deve solo dimostrare di aver provveduto alla corretta predisposizione e approvazione degli atti di programmazione faunistico-venatoria e dei piani di controllo delle specie dannose per l’agricoltura per andare esente da responsabilità civile, con conseguente frustrazione del danneggiato che non riesce a trovare alcun ristoro, pur trovandosi in una situazione analoga ad un soggetto che, danneggiato da veicolo ignoto, può invece accedere al “Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada”.

Tutto ciò premesso

impegna il Presidente e la Giunta regionale

a sollecitare il Governo ad affrontare in maniera organica i tanti aspetti citati, attraverso una revisione sistematica della normativa di settore, ormai datata e non più adeguata al mutato contesto;

a sollecitare il Governo ad istituire un fondo alimentato da risorse statali e dalle assicurazioni sul modello del Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada a sostegno degli enti locali per fare fronte ad un fenomeno crescente in costante aumento negli ultimi anni.

Approvato a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 6 novembre 2018 

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