SUPPLEMENTO SPECIALE n. 10 - 23.06.2010

Relazione


RelazioneLa legge di cui si propone la modifica venne approvata con un larghissimo concorso, in quanto la sensibilità nei confronti delle sofferenze cui possono essere sottoposti gli animali, per tradizione, per incuria o per cattiveria, sono molteplici ed interessano sia gli animali da compagnia, con valore affettivo, che quelli che hanno un valore economico e produttivo come quelli da cortile o da pascolo.

Una delle pratiche che suscitavano più polemica era quella di mettere in palio nelle pesche delle sagre paesane dei pesciolini vivi, oppure delle tartarughe ed altri piccoli animali che poi finivano generalmente per morire di stenti nelle mani di bambini incompetenti cui venivano regalati a modo di giocattolo.

Questa pratica veniva oltretutto giudicata molto diseducativa per i bambini, in quanto li si abituava a considerare un essere vivente alla stregua di un oggetto inanimato, da utilizzare e buttare.

Diverso è il caso, diffuso in tutti i paesi agricoli della nostra regione, di sagre paesane in cui si effettuano anche gare fra allevatori, concorsi e sorteggi in cui l’oggetto della gara o del premio può essere anche, ad esempio, la vaccina che fa più latte o la pecora con la lana più folta ed il gallo con la cresta più lunga.

In queste sagre vi può essere anche la messa in palio di animali d’allevamento che fanno parte del cuore stesso della sagra o del concorso.

Ciò non significa che vi debba essere un maltrattamento dell’animale, anche perché questo rappresenta un valore economico in quanto in buona salute ed in grado di produrre reddito.

Per questi motivi è possibile la piccola modifica proposta in quanto non snaturerebbe la legge in questione e riparerebbe ad un effetto collaterale non certo voluto dal legislatore.

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