n.73 del 17.03.2021 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 2686 - Risoluzione in merito al riparto tra Regioni delle risorse per lo Sviluppo rurale. A firma dei Consiglieri: Costi, Zappa- terra, Taruffi, Zamboni, Pigoni, Rontini, Rossi, Pillati, Bulbi, Montalti, Mori, Caliandro, Fabbri, Costa, Bondavalli, Amico, Daffadà, Mumolo, Sabattini, Marchetti Francesca, Rainieri
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
l’accordo per il riparto tra Regioni delle risorse per lo Sviluppo rurale 2014-2020 approvato dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome il 16 gennaio 2014 prevedeva che il criterio di riparto tra Regioni allora utilizzato, relativo alla programmazione 2000-2006 dei fondi strutturali non venisse più utilizzato (documento D. 17/007/SR10/C10).
Verificato che
in tale occasione molte regioni, dettero l’intesa e sopportarono il sensibile aggravio della quota di cofinanziamento a loro carico a vantaggio delle Regioni ex convergenza, solo a fronte di questo impegno, in quanto il riparto proposto risultava assolutamente non rispondente alle effettive realtà agro-forestali e ai conseguenti fabbisogni di intervento della gran parte delle Regioni e a deciso vantaggio di sei Regioni (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Umbria assorbivano il 52% delle risorse FEASR disponibili per le Regioni italiane).
Preso atto che
a seguito di quegli impegni sottoscritti da tutte le Regioni Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Sardegna, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto e dalle Province Autonome di Bolzano e di Trento hanno presentato una proposta di riparto dei fondi strutturali basata su parametri che con oggettività rappresentano i diversi contesti rurali in totale coerenza agli obiettivi che i Regolamenti (UE) 1305/2013 e 2020/2220 indicano:
a) stimolare la competitività del settore agricolo;
b) garantire la gestione sostenibile delle risorse naturali e l'azione per il clima;
c) realizzare uno sviluppo territoriale equilibrato delle economie e comunità rurali, compresi la creazione e il mantenimento di posti di lavoro.
Considerato che
il riparto utilizzato fino alla passata programmazione era basato esclusivamente sulla “spesa storica “che oggettivamente non è un criterio, ma semplicemente la progressiva sommatoria di assegnazioni derivanti da strumenti legislativi e da cicli programmatori susseguitisi sin dall’origine delle politiche strutturali della PAC. Questo ha comportato un forte squilibrio nella assegnazione delle risorse rispetto al peso oggettivo del settore nelle diverse regioni.
Verificato che
la nostra Regione, come le altre 14, a seguito di questo riparto non ha potuto avere le quantità di risorse, necessarie ad un settore fondamentale per tutto il Paese, soprattutto nella produzione e nella trasformazione di qualità, che sappiamo tutti necessita di risorse per investimenti in innovazione.
Preso atto che
la proposta di nuovo riparto presentata dalle 15 regioni, tra cui l’Emilia-Romagna, prevede il calcolo dell’indice di riparto come media di 4 parametri oggettivi:
1) il numero delle aziende agricole che indica il parterre dei protagonisti dello sviluppo rurale e in particolare sono il cuore e il motore del miglioramento della competitività delle aree rurali;
2) la produzione agricola, calcolata come media dei valori Istat 2015-2017 (per evitare che il singolo anno possa dare una rappresentazione contingente e parziale) completa la rappresentazione del tessuto imprenditoriale, facendo sintesi anche delle attività zootecniche non intercettate dalla SAU e della dimensione agroalimentare del rurale;
3) superficie agricola utilizzata (SAU) rilevata dall’ISTAT, anno 2016, in quanto è la matrice fisica sulla quale si applicano le misure dello sviluppo rurale;
4) superficie forestale rilevata dall’Inventario Forestale Nazionale, anno 2016 in quanto è la quota di matrice territoriale naturale non dedita alla produzione agricola e che integra la componente fisica oggetto delle politiche di sviluppo rurale, sulla quale si applicano le misure forestali. Esse sono una parte importante del potenziale rurale.
Verificato che
il confronto con le altre regioni ha portato ad identificare altri criteri oggettivi come quello della popolazione rurale. Che al fine di trovare una posizione comune si è infine proposto, di utilizzare anche il criterio della spesa storica quale elemento di ponderazione per arrivare ad un compromesso.
Preso atto che
la proposta così perfezionata è stata fatta propria da 15 Regioni e Province autonome che hanno visto ridursi il proprio vantaggio rispetto alla proposta originaria pur di cercare l’intesa più ampia con le altre e che l’hanno formalizzata al Coordinamento CPA.
Considerato che
ad oggi le 6 Regioni avvantaggiate dal vecchio riparto storico, non possano disattendere gli impegni presi nel 2014 e che la proposta ponderata di nuovi criteri di riparto debba essere oggetto di accordo unitario nella conferenza delle Regioni in quanto definisce criteri oggettivi per assegnare a tutte le Regioni risorse coerenti e proporzionate all’entità delle aree rurali e della popolazione residente in aree rurali per affrontare la sfida del loro spopolamento e abbandono e per rilanciare tutto il settore primario anche nella transizione green.
Tutto ciò premesso
e nel pieno sostegno al Presidente Bonaccini in qualità di Presidente della Conferenza delle Regioni.
Impegna la Giunta
a continuare il lavoro intrapreso con le altre 14 Regioni al fine di arrivare alla firma dell’accordo in Conferenza delle Regioni forti della condivisione dell’Assemblea regionale dell’Emilia-Romagna.
Impegna la Presidente dell’Assemblea
a farsi portavoce di questa istanza nella conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative.
Impegna i Capigruppo
a sensibilizzare i colleghi delle altre Regioni al fine di sostenere la posizione contenuta nella risoluzione.
Approvata all'unanimità dei presenti nella seduta pomeridiana del 24 febbraio 2021