n.312 del 19.10.2016 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 2898 - Risoluzione per impegnare la Giunta e l’Assemblea legislativa a sostenere le iniziative di approfondimento dell'episodio storico conosciuto come la strage di Reggio Emilia del 7 luglio del 1960, con il coinvolgimento delle istituzioni e dei familiari delle vittime. A firma dei Consiglieri: Alleva, Torri, Gibertoni, Mori, Prodi, Taruffi, Sabattini, Soncini, Caliandro, Mumolo, Sassi
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
gli avvenimenti del 7 luglio 1960 a Reggio Emilia, in cui persero la vita 5 persone, rappresentano un episodio saliente della storia della comunità regionale, che va indagato ed approfondito anche alla luce degli esiti giudiziari in cui non si sono accertati colpevoli;
la cronaca dei fatti vide in un contesto storico di grande fermento, sotto il Governo guidato da Fernando Tambroni, monocolore democristiano, sostenuto esternamente anche dal Movimento Sociale Italiano, il compimento di una violenza inaudita ad opera delle forze dell’ordine. La CGIL reggiana infatti organizzò, per il 7 luglio, uno sciopero contro le rappresaglie delle forze dell’ordine nei confronti dei manifestanti che erano intervenuti a Genova, città medaglia d’oro della Resistenza, per protestare contro il congresso del partito MSI. La manifestazione pacifica a cui aderirono più di 20.000 persone ebbe esiti drammatici, nel momento in cui un drappello di poliziotti coadiuvati anche da carabinieri colpì i 300 operai delle Officine Meccaniche raccolti davanti al monumento dei Caduti. Persero la vita: Lauro Farioli operaio di 22 anni, orfano di padre, sposato e padre di un bambino, Ovidio Franchi, operaio di 19 anni, Marino Serri, pastore di 41 anni, partigiano della 76a, Afro Tondelli, operaio di 36 anni, partigiano della 76a SAP, Emilio Reverberi, operaio di 39 anni, partigiano nella 144a Brigata Garibaldi, era commissario politico nel distaccamento "G. Amendola”.
Preso atto che
in seguito ai fatti di Reggio Emilia in data 29 novembre 1962 la Sezione Istruttoria della Corte d'appello di Bologna rinviò a giudizio il vicequestore Giulio Cafari Panico, a capo del reparto dei poliziotti che attaccarono i manifestanti, per omicidio colposo plurimo: "Omettendo per imprudenza, negligenza ed imperizia, di prescrivere le modalità e l'uso delle armi, provocando così, per l'indiscriminato uso delle armi, la morte di quattro persone: Emilio Reverberi, Ovidio Franchi, Lauro Farioli e Marino Serri". L'agente Orlando Celani venne invece imputato d'omicidio volontario per aver sparato contro Afro Tondelli. Per motivi di legittima suspicione il dibattimento venne celebrato davanti la Corte d'Assise di Milano e non a Reggio Emilia. La sentenza venne pronunciata il 14 luglio 1964. Il vicequestore fu assolto con formula piena, per non aver commesso il fatto, mentre l'agente venne assolto con formula dubitativa. Due anni dopo la Corte d'Assise d'Appello riformò la sentenza assolvendo l'agente con formula piena;
l’episodio di grave violenza è rimasto senza individuazioni di responsabilità e non pienamente chiarito.
Valutato che
la Regione Emilia-Romagna, in forza delle disposizioni e orientamenti espressi nella LR. 3/2016 ed a seguito dell’approvazione del programma degli interventi per il triennio 2016/18, sostiene iniziative volte a promuovere la memoria dei fatti storici del Novecento ed a valorizzare l’approfondimento e lo studio dei periodi storici più salienti.
Impegna la Giunta e l’Assemblea legislativa
a sostenere le iniziative di approfondimento dell’episodio storico conosciuto come la strage di Reggio Emilia del 7 luglio del 1960, con il coinvolgimento delle istituzioni e dei familiari delle vittime;
in particolare a valorizzare ogni progetto o ricerca universitaria per accertare e chiarire a pieno i fatti e le vicende che sconvolsero Reggio Emilia e la regione intera.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 28 settembre 2016