n.71 del 26.04.2012 periodico (Parte Seconda)
Procedura di verifica (screening) - L.R. 18 maggio 1999, n. 9 (Titolo II), come integrata ai sensi del D.Lgs. 152/2006, come modificato dal D.Lgs. 4/2008. Comunicazione della decisione relativa al progetto di ampliamento e recupero finale dell'area di cava "Cà Bruciata", sita in comune di Codigoro, loc. Caprile
L’Autorità competente, Comune di Codigoro, comunica la decisione relativa alla procedura di verifica (screening) concernente il progetto di ampliamento e recupero finale dell’area di cava “Cà Bruciata”, sita in comune di Codigoro, loc. Caprile
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Il progetto è stato presentato dalla ditta S.E.I. Società Escavazione Inerti SpA, con sede legale in Ferrara, Via Darsena n. 67
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Il progetto è localizzato in Codigoro, loc. Caprile presso il Polo estrattivo intercomunale.
Il progetto interessa il territorio del comune di Codigoro e la provincia di Ferrara.
Ai sensi del Titolo II della L.R. n. 9 del 18/5/99 e s. m. e i. l’Autorità competente, con atto di Giunta comunale n. 47 del 13/3/2012 ha assunto la seguente decisione:
di escludere, ai sensi dell’art. 10 comma 1 della L.R. 18 maggio 1999, n.9 e successive modificazioni ed integrazioni il progetto presentato dalla ditta S.E.I. Società Escavazione Inerti SpA, da ulteriore procedura di VIA, alle seguenti condizioni:
- in tutti i casi in cui sia prevista la realizzazione di piezometri (non quindi pozzi ad uso derivativo di acqua), il R.R. 41/2001 prevede che, qualora le perforazioni siano finalizzate a sondaggi per il controllo del livello piezometrico della falda e della qualità dell’acqua o siano funzionali all’abbassamento della falda freatica per l’esecuzione di opere, con esclusione delle perforazioni finalizzate ad interventi di sistemazione idrogeologica, la ditta invii al Servizio una comunicazione corredata da:
- relazione tecnica generale;
- progetto di massima delle perforazioni da realizzare;
- cartografia idonea ad individuare la localizzazione della perforazione (corografia su carta tecnica regionale in scala 1:10000 e planimetria catastale);
- analoga dovrà essere effettuata all’ISPRA di Via Vitaliano Brancati, 48 - 00144 Roma su apposita modulistica qualora la profondità delle opere superi i 30 metri;
- gli interventi, eventualmente progettati, di chiusura di piezometri esistenti sono stabiliti dall’art. 35 del R.R. 41/01 - recepito dalla L.R. 6/04 - per cui la perforazione, al cessare dell’utilizzo, deve essere dotata, secondo le prescrizioni del Servizio, di dispositivi di sicurezza passivi, quali cementazione e tamponamenti della colonna in opera, che impediscano l’inquinamento della falda e che garantiscano il confinamento permanente dell’acqua nel sito originario.
Vengono inoltre indicate ai sensi del DLgs 31/2001 le seguenti prescrizioni:
- estrazione degli eventuali manufatti di emungimento (pompa, colonna di emungimento e accessori);
- se vi sono ostruzioni queste devono essere eliminate e l’eventuale camicia deve essere rimossa o forata per assicurare anche il riempimento di ogni cavità tra camicia e terreno;
- riempimento del pozzo con materiale impermeabile mediante iniezione dal fondo;
- realizzazione di uno strato di almeno 2 metri di argilla nel tratto superiore del pozzo fino a piano campagna;
- realizzazione di una soletta superficiale in cemento. Si sottolinea il rischio idraulico cui può essere soggetta l’opera in esame la quale dovrà essere realizzata a regola d’arte onde evitare influenze sulla stessa rete idraulica primaria, tenendo conto delle disposizioni di cui al DPR 128/59;
- si ricorda che qualsiasi prelievo di acqua sotterranea è soggetto ad apposita domanda di concessione ai sensi del R.R. 41/01;
- nel caso di destinazione finale dell’area quale invaso permanente in comunicazione con la falda dovrà essere chiesta apposita autorizzazione al Servizio scrivente ai sensi della D.C.R. 3109/1990 per i bacini di accumulo di competenza della Regione Emilia-Romagna, tenendo conto, altresì, che l’opera è soggetta a deposito sismico ai sensi della DGR 687/11 prima dell’inizio dei lavori (per il superamento limiti dimensionali di cui al punto A.2.2., “Laghetti o invasi con rilevato o sbarramento di altezza fuori terra minore di 2 m e volume minore di 5.000 metri cubi”);
- sia garantita una distanza di sicurezza non inferiore a m.l. 20,00 tra le condotte idriche esistenti e la zona di estrazione;
- opere di progetto non creino impedimento alla funzionalità delle linee di scolo e/o irrigue a servizio dei fondi adiacenti allo scopo di preservare il buon funzionamento del reticolo privato di scolo e/o irriguo;
- garantire l’efficienza del sistema di raccolta delle acque meteoriche dilavanti l’area di cava attraverso manutenzione periodica dei fossi di guardia;
- lo scavo deve avvenire con tecniche che non prevedano in alcun modo l’emungimento né l’allontanamento dell’acqua di falda dalla cava;
- evitare i rischi di contaminazione da sostanze tossiche provenienti dal dilavamento dei terreni delle aree agricole circostanti o di superfici eventualmente contaminate da cause accidentali;
- adottare tutte le misure idonee atte ad evitare sversamenti accidentali di carburanti e/o oli;
- durante l’attività di cava e per almeno tre anni seguenti il termine dell’estrazione dovrà essere mantenuto il monitoraggio semestrale delle caratteristiche quali-quantitative delle acque di falda e del bacino di cava (in particolare piezometria, pH, temperatura, conducibilità, metalli, composti inorganici), in continuità con il monitoraggio esistente; nel caso in cui i punti 3 e 4 precedenti siano disattesi, prevedere il monitoraggio di parametri organici;
- relativamente alle acque di lago di cava, in presenza di più bacini non collegati tra loro, effettuare un prelievo per ognuno di essi;
- i risultati del monitoraggio per le acque sotterranee e di lago dovranno essere trasmessi tempestivamente ad ogni campagna semestrale al Comune di Codigoro, alla Provincia di Ferrara e conservati presso la ditta a disposizione degli Organi di controllo;
- considerato che la restituzione degli esiti dei monitoraggi per le acque sotterranee e di lago (dal 2007 al 2011) in formato cartaceo, contenuta nella documentazione integrativa trasmessa ad ottobre e novembre 2011, ha evidenziato delle anomalie che hanno richiesto una ulteriore campagna di indagine, quest’ultima condotta nel gennaio 2012, è necessario che il monitoraggio prosegua secondo le specifiche tecniche operative e modulistiche riportate nei successivi punti, in continuità con le indagini del gennaio 2012:
a) i Rapporti di Prova devono contenere le seguenti informazioni:
• data prelievo;
• prelevatore/Ditta prelievo;
• tipologia campione/matrice e codice di identificazione del punto di prelievo;
• luogo prelievo;
• nome cliente;
• data inizio e fine analisi;
• elenco dei parametri ricercati, per ognuno dei quali va indicato: il valore della concentrazione rilevata, l’unità di misura, il metodo analitico utilizzato dal laboratorio, il limite di quantificazione del metodo, i limiti normativi di riferimento;
b) si richiede un verbale di campionamento per ogni campione, contenente almeno le seguenti informazioni:
• codice d’identificazione del punto di prelievo;
• data e ora di prelievo;
• profondità e posizione del prelievo rispetto alla riva per le acque di lago;
• piezometria per le acque sotterranee;
• eventuali osservazioni: situazioni anomale riscontrate nel punto di campionamento, e tutte quelle informazioni che gli operatori ritengono utili per interpretare al meglio i risultati analitici;
c) per ogni piezometro utilizzato vanno riportate le caratteristiche costruttive, quali la tipologia, la profondità, il diametro, la finestratura, etc.; l’ubicazione dei piezometri va georeferenziata su idonea cartografia;
d) le campagne di misura vanno accompagnate da una descrizione delle tecniche e condizioni operative di campionamento seguite (es. spurgo dei piezometri, bassa torbidità, etc.), e una descrizione della strumentazione;
e) per quanto riguarda la matrice “rumore”, svolgere una valutazione acustica periodica (tenendo conto anche dell’analisi in frequenza - terzi d’ottava - delle sorgenti acustiche presenti in cantiere) che escluda la possibilità di un superamento del valore limite diurno d’immissione differenziale del rumore, ovvero individui le opere di mitigazione acustica da adottare, in caso di superamento del citato limite;
- relativamente all’escavazione dei terreni superficiali di copertura (“cappellaccio”), nelle successive fasi autorizzative si dovrà ottemperare ai disposti del Decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 117 recante “Attuazione della direttiva 2006/21/CE relativa alla gestione dei rifiuti delle industrie estrattive e che modifica la direttiva 2004/35/CE”;
- gli eventuali rifiuti provenienti dall’attività di vagliatura vanno gestiti e smaltiti ai sensi del DLgs 152/06 s.m.i.
- l’attività di escavazione potrà essere intrapresa solo previo ottenimento dell’autorizzazione convenzionata di cui alla L.R. 17/91;
- ai sensi del comma 4 del citato art. 10 il proponente deve conformare il progetto alle prescrizioni di cui sopra; le stesse prescrizioni sono vincolanti per le amministrazioni competenti al rilascio di intese, concessioni, autorizzazioni, licenze, pareri, nulla osta assensi comunque denominati necessari per la realizzazione del progetto in base alla vigente normativa.
di trasmettere ai sensi dell’art. 16, comma 3, della L.R. 9/99 e successive modifiche ed integrazioni, la presente deliberazione alla Provincia di Ferrara, all’AUSL - Dipartimento di Sanità Pubblica; all’ARPA - Sezione Provinciale di Ferrara, alla Regione Emilia-Romagna - Servizio Tecnico di Bacino Po di Volano, al Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara;
di provvedere alla notifica dell’esito positivo della procedura di screening alla ditta interessata ai sensi dell’art. 10, punto a) della L.R. 9/99 e s.m.i.;
di pubblicare, per estratto, nel BUR della Regione Emilia-Romagna, ai sensi dell’art. 16 c. 3 della L.R. 9/99 e s.m.i. la deliberazione.