n.62 del 13.03.2013 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 2249 - Risoluzione proposta dai consiglieri Casadei, Monari, Costi, Barbieri, Piva, Luciano Vecchi, Mumolo, Ferrari e Riva sul diritto di accesso ai dati e in particolare sull'elaborazione di linee guida in materia di "Open Data"
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
premesso che
la Direttiva 2003/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione europea recita, nei suoi capisaldi, che:
1. le informazioni del settore pubblico sono "un’importante materia prima per i prodotti e i servizi imperniati sui contenuti digitali" da riutilizzare per "sfruttarne il potenziale e contribuire alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro";
2. gli Enti pubblici hanno il compito di favorire il riuso e rendere disponibili i documenti attraverso indici on line e licenze standard;
3. sono soggetti a riuso solo documenti e informazioni privi di vincoli: sono esclusi dall'applicazione della Direttiva i documenti su cui terzi detengono diritti di proprietà intellettuale, i documenti sottratti al diritto di accesso ai sensi della normativa nazionale (legge 241/1990), nonché i documenti in possesso di emittenti di servizio pubblico, istituti d’istruzione e di ricerca, musei, biblioteche, archivi e altri enti culturali.
La Direttiva disciplina, inoltre, il riutilizzo dei dati indicando che:
- i documenti devono essere messi a disposizione possibilmente per via elettronica;
- le richieste di riutilizzo devono essere soddisfatte, in linea di massima, entro 20 giorni;
- i documenti devono essere messi a disposizione nel formato e nella lingua originale: gli Enti non hanno l'obbligo di adeguarli o di crearne di nuovi per soddisfare la richiesta;
- gli Enti pubblici possono richiedere un compenso in denaro: in questo caso hanno l'obbligo di fissare e pubblicare le tariffe che non devono superare i costi di raccolta, produzione, riproduzione e diffusione dei documenti richiesti, maggiorati di un congruo utile sugli investimenti;
- gli Enti pubblici possono autorizzare il riutilizzo incondizionato di documenti oppure vincolarlo a determinate condizioni: in questo caso devono predisporre e diffondere licenze standard;
- le condizioni fissate non devono comportare discriminazioni per le categorie destinatarie del riuso: i documenti devono essere a disposizione di tutti gli operatori potenzialmente presenti sul mercato;
- sono possibili licenze con diritti esclusivi, rese pubbliche, soggette a riesame periodico e con scadenza periodica, solo per l’erogazione di servizi d’interesse pubblico.
L'attuazione italiana della direttiva comunitaria è avvenuta con il Decreto legislativo 24 gennaio 2006, n. 36, pubblicato nella G.U. del 14 febbraio 2006, n. 37. Il provvedimento è stato predisposto dal Ministro per le politiche comunitarie e da quello per l’innovazione e le tecnologie, in accordo con i dicasteri degli Affari Esteri, Giustizia, Economia e Finanze, Funzione pubblica.
Il "Codice dell'Amministrazione Digitale" di cui al Decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 prevede, tra l'altro, che:
- i dati delle pubbliche amministrazioni siano formati, raccolti, conservati, resi disponibili e accessibili con l'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione che ne consentano la fruizione e riutilizzazione, alle condizioni fissate dall'ordinamento, da parte delle altre pubbliche amministrazioni e dai privati; restano salvi i limiti alla conoscibilità dei dati previsti dalle leggi e dai regolamenti, le norme in materia di protezione dei dati personali ed il rispetto della normativa comunitaria in materia di riutilizzo delle informazioni del settore pubblico (art. 50, comma 1);
- i dati pubblici contenuti nei siti delle pubbliche amministrazioni siano fruibili in rete gratuitamente e senza necessità di identificazione informatica (art. 54, comma 3).
Considerato che
l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha approvato in data 27 luglio 2011 le Linee Guida al Piano Telematico dell’Emilia-Romagna 2011-2013 in cui sono riconosciuti nuovi diritti di cittadinanza digitale tra cui il "Diritto di accesso ai dati". In particolare si specifica che: "Il libero accesso ai dati (Open Data) nella pubblica amministrazione denota un approccio degli enti pubblici che predilige l'apertura e la trasparenza mettendo i cittadini nelle condizioni di valutare l'operato delle amministrazioni. L’Open Data oltre a sottolineare una volontà strategico-politica di apertura e trasparenza delle scelte e, in particolare, dell’impiego delle risorse pubbliche a disposizione del "Governo" si muove dalla convinzione che i dati in possesso delle Pubbliche Amministrazioni siano un patrimonio che può essere proficuamente messo a valore anche e soprattutto dalle imprese di cui in questo modo la Pubblica Amministrazione diventa fornitore di una materia prima rara, la "conoscenza";
l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha inoltre approvato la Legge Regionale 7 dicembre 2011 n. 18 a titolo "Misure per l'attuazione degli obiettivi di semplificazione del sistema amministrativo regionale e locale" con la quale si persegue la più ampia informatizzazione dei procedimenti e la realizzazione di un sistema di interoperabilità, quale riflesso dell'unicità dell'azione amministrativa, nel tentativo di valorizzare lo sviluppo degli strumenti informatici e di interconnessione fra le amministrazioni pubbliche operanti nel territorio regionale, anche al fine di favorire processi di dematerializzazione;
la Giunta della Regione Emilia-Romagna ha approvato con delibera n. 1587 del 07 novembre 2011 il Programma Operativo 2011 del Piano Telematico dell’Emilia-Romagna con il quale è stata data concretezza agli obiettivi strategici enunciati nelle Linee Guida consolidando le azioni intraprese e future in un progetto operativo sottoposto a monitoraggio e valutazione. Il Programma operativo descrive in questo modo gli obiettivi dell’intervento in ambito "Open Data":
- la pubblicazione dei dati detenuti dalla Regione Emilia-Romagna e degli enti locali della regione, in formato aperto e opportunamente licenziati, questo anche attraverso la realizzazione del portale dati.emilia-romagna.it. Il portale vuole essere il punto di pubblicazione e di riferimento degli open data della Regione Emilia-Romagna ed è anche a disposizione degli enti della regione in ottica di azione a dimensione territoriale;
- la predisposizione e diffusione di linee guida relative al riutilizzo del patrimonio informativo della Regione Emilia-Romagna e di riferimento anche per gli EELL del territorio;
- il massimo "riutilizzo" dei dati attraverso attività di coinvolgimento e cooperazione con potenziali ed effettivi utilizzatori di dati pubblici.
In data 14 ottobre 2011 è stato pubblicato on line il portale regionale dati.emilia-romagna.it sul quale oggi sono disponibili oltre dieci basi dati di proprietà della Regione Emilia-Romagna licenziate con licenze "Open Data".
Rilevato inoltre che
la Regione Emilia-Romagna sviluppa la propria strategia "Open Data" in collaborazione e coordinamento con la Regione Piemonte, in ragione di un accordo per il riuso dei componenti tecnologici del portale e per la loro evoluzione congiunta in ottica di pubblicazione di linked data e di "federazione" con analoghi punti di pubblicazione di dati pubblici sia a livello locale che nazionale e internazionale. Tale accordo permette anche un proficuo scambio, in ottica di reciproco supporto, di informazioni e esperienze per quel che riguarda aspetti organizzativi e regolamentari attinenti;
la Regione Emilia-Romagna partecipa inoltre attivamente al progetto interregionale del CISIS "Open Data Italia" (ODI), che vede il coinvolgimento di numerose Regioni italiane;
la Regione è partner nella proposta di un progetto europeo sui temi degli open data, denominato "HOMER - Harmonising Open Data in the Mediterranean through Better Access and Reuse of Public Sector Information", presentata al recente bando della linea di finanziamento MED della Commissione Europea; tale progetto vede la partecipazione, oltre a diversi partner di paesi dell’area mediterranea, delle Regioni Piemonte, Sardegna, Veneto;
il Governo italiano, ed in particolare il Ministro Brunetta, il 18 ottobre 2011 ha promosso una strategia nazionale in materia di open data dando vita al portale nazionale dati.gov.it;
la Commissione Europea il 12 dicembre 2011 ha presentato una strategia sui dati aperti per l'Europa che dovrebbe dare un contributo all'economia europea quantificabile in 40 miliardi di euro all'anno. Le pubbliche amministrazioni europee sono sedute su una miniera d'oro dalle potenzialità economiche non valorizzate: il corposo volume di informazioni raccolte da numerosi servizi e autorità pubblici. Stati membri quali il Regno Unito e la Francia hanno già cominciato a sfruttare tali potenzialità. La strategia per fare sì che ciò avvenga a livello paneuropeo segue tre direttrici: in primo luogo la Commissione darà l'esempio, mettendo gratuitamente a disposizione del pubblico il suo patrimonio di informazioni grazie a un nuovo portale di dati. In secondo luogo saranno create in tutta l'Unione condizioni eque di concorrenza in materia di accessibilità dei dati. Queste misure, infine, saranno sostenute da una dotazione di 100 milioni di euro da erogare nel periodo 2011-2013 per finanziare la ricerca volta a migliorare le tecnologie di gestione dei dati. La vicepresidente della Commissione Neelie Kroes ha dichiarato: "Oggi inviamo un forte segnale alle amministrazioni: i dati in vostro possesso aumenteranno di valore se messi a disposizione del pubblico. Quindi, cominciate a diffonderli fin d'ora, utilizzando il quadro elaborato dalla Commissione per unirvi ad altri leader intelligenti che hanno già cominciato a sfruttare le potenzialità dei dati aperti. I contribuenti hanno già pagato per queste informazioni: il minimo che possiamo fare è quindi di restituirle a chi le vuole utilizzare in modo innovativo per aiutare le persone, creare posti di lavoro e stimolare la crescita".
Tutto ciò premesso e considerato
impegna la Giunta
a promuovere in tempi contenuti l’elaborazione e approvazione di Linee Guida in materia di "Open Data" che definiscano criteri e regole che dovranno essere seguite dai diversi settori e direzioni della Regione;
a definire e adottare gli opportuni interventi, anche di natura organizzativa e gestionale, gli atti ed i provvedimenti amministrativi necessari ovvero specifiche norme, anche di modifica di preesistenti discipline legislative, al fine di garantire la massima apertura e messa a disposizione delle informazioni pubbliche detenute dalle Pubbliche Amministrazioni regionali, nel rispetto delle leggi vigenti, identificando criteri guida e livelli di garanzia per i privati cittadini, le imprese ed il terzo settore che scelgano di utilizzare i dati pubblici resi disponibili dalle PA;
ad intraprendere azioni concrete nei confronti degli EELL regionali, ma anche delle società partecipate e degli operatori economici affinché l’Open Data diventi la regola con cui i dati detenuti dalle organizzazioni pubbliche (e non) vengono raccolti, trattati e mantenuti;
ad intraprendere azioni concrete verso il coinvolgimento delle comunità potenziali di utilizzatori professionali e non di dati con particolare attenzione alle fasce più giovani rappresentate da studenti universitari e di scuole secondarie di secondo grado.
Approvata all'unanimità dei presenti nella seduta pomeridiana del 27 febbraio 2013