n.217 del 18.07.2016 (Parte Seconda)
Oggetto n. 2929 - Ordine del giorno n. 5 collegato all’oggetto 2407 Proposta recante: "Approvazione del piano forestale regionale 2014-2020 ai sensi del D.Lgs. 227/2001 e della L.R. 20/2000. Proposta all'Assemblea legislativa". A firma dei Consiglieri: Torri, Cardinali, Taruffi, Montalti, Poli, Iotti, Serri, Lori, Boschini, Rontini
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
quello oggi approvato dall'Assemblea regionale, a conclusione di un iter iniziato nel dicembre 2013, è il secondo Piano Forestale Regionale ed ha lo scopo di delineare le strategie del settore e promuovere un quadro di iniziative atte a coordinare le azioni in materia, dagli enti pubblici agli operatori privati, in coerenza con la nuova strategia per le foreste dell'Unione Europea e con il D.Lgs. 227/2001 di orientamento e modernizzazione del settore forestale.
II Piano è, infatti, lo strumento di indirizzo della risorsa bosco per una gestione sostenibile delle foreste anche nell'ottica di un vantaggio complessivo per l'ambiente e la collettività. In coerenza con quanto previsto dalla Strategia europea per le foreste e dal Programma Quadro per il Settore Forestale, il Piano persegue prevalentemente obiettivi di tutela ambientale e di valorizzazione del patrimonio forestale.
II Piano individua le modalità di gestione più idonee per la conservazione delle funzioni ecologiche e per migliorare quelle produttive, attraverso la qualificazione ed il miglioramento delle funzioni ecosistemiche dei boschi esistenti, l'inserimento di aree boscate in talune zone di pianura di particolare interesse ambientale per il miglioramento della funzionalità dei corridoi ecologici, la razionale utilizzazione e valorizzazione delle risorse delle foreste, nonché l'armonizzazione delle pratiche di gestione forestale con l'obiettivo di prevenzione del rischio incendi, idraulico e idrogeologico, l'incremento della capacità di immagazzinamento dell'anidride carbonica e la regolazione del deflusso idrico.
Considerato che
in Emilia-Romagna le aree forestali occupano 611.000 ettari, di cui 543.000 ettari di boschi (il 25% dell'intero territorio, ma solo il 3% in pianura). Il 60% dei boschi emiliano-romagnoli ha vocazioni produttive, il 20% è di proprietà pubblica (32.000 ettari sono di proprietà regionale), il 30% sta all'interno di aziende agricole.
Dai più recenti dati di Unioncamere risulta che sono 685 le aziende con attività principale nel settore della selvicoltura e 1.990 quelle con attività secondaria in questo settore. Sono circa 120 le imprese, con più di 1.800 addetti, considerate più strutturate, solide e moderne; inoltre, risultano 565 aziende agricole con attività ricorrente di selvicoltura, mentre oltre 5.000 famiglie effettuano tagli per uso privato.
Un approccio contemporaneo al tema delle foreste non può quindi non essere che dinamico e complesso, in grado di valorizzare la multifunzionalità del patrimonio forestale, attraverso la promozione delle varie forme di utilizzazione e di godimento del patrimonio forestale. Multifunzionalità significa in particolare che le foreste debbono assolvere a primarie esigenze di conservazione della biodiversità, tutela e garanzia di ripetibilità della risorsa idrica, funzione sociale e ricreativa, lotta ai cambiamenti climatici, assorbimento dell'anidride carbonica, funzione economica per la creazione di filiere locali.
Tale approccio è stato adottato nel 1993 dalla Conferenza Ministeriale per la Protezione delle Foreste in Europa attraverso la definizione di Gestione Forestale Sostenibile, che significa "la gestione e l'uso delle foreste e dei terreni forestali nelle forme e ad un tasso di utilizzo che consentano di mantenerne la biodiversità, produttività, capacità di rinnovazione, vitalità e potenzialità di adempiere, ora e nel futuro, a rilevanti funzioni ecologiche, economiche e sociali a livello locale, nazionale e globale, senza comportare danni ad altri ecosistemi" e si concretizza nell'attestazione fornita da un organismo indipendente ad un proprietario/gestore forestale che dichiara che la gestione delle foreste controllate è conforme ad una norma riconosciuta a livello internazionale: tale standard di certificazione contiene le linee guida e gli indicatori per definire "sostenibile" la conduzione delle attività di gestione forestale.
Evidenziato che
secondo uno studio effettuato dall'Istituto per lo Sviluppo Economico dell'Appennino Centro-settentrionale (I.S.E.A.), nel quale furono censite tutte le aree castanicole della nostra regione, disaggregate sia a livello provinciale che comunale, il bosco di castagno in Emilia-Romagna occupa 42 mila ettari di cui ben 22 mila sono rappresentati da castagno da legno e gli altri 20 mila sono rappresentati da castagno da frutto, in parte produttivo, ma soprattutto abbandonato.
La lettura dei dati del V censimento dell'Agricoltura rilevati da ISTAT evidenzia che il numero delle aziende che compongono il panorama produttivo regionale è di 2.833 unità, concentrate prevalentemente nella parte occidentale della regione, con Bologna che rappresenta la provincia con la maggiore concentrazione di aziende, ben 1.011, localizzate sia in montagna che nell'alta collina bolognese. Anche Modena ha una quota elevata (693) anche se la localizzazione è di gran lunga superiore in montagna rispetto alla collina, mentre a Reggio Emilia su un totale di 396 aziende l'82% è in montagna. Nella parte orientale della regione spicca soprattutto Forlì con 399 aziende localizzate nell'alto appennino forlivese.
La superficie complessiva si attesta sui 4.397 ettari ed è un dato importante in quanto colloca la coltivazione del castagno in una posizione primaria come coltivazione frutticola della montagna e della collina. Si stima che la produzione regionale di castagne e marroni oltrepassi i 50 mila quintali e origina mediamente una produzione lorda vendibile valutabile intorno ai 10 milioni di euro.
AI fine di valorizzare tale produzione sono stati istituiti i consorzi di tutela "Castanicoltori di Castel del Rio", "Castanicoltori dell'Appennino Bolognese" e di "Cons. VoI. Castanicoltori dell'Appennino Reggiano". Importante in quest'ambito è stato l'ottenimento del marchio IGP da parte del "Marrone di Castel del Rio".
Ritenuta
La necessità di proseguire nel percorso di attuazione delle politiche relative alla gestione delle foreste in Emilia-Romagna attraverso l'aggiornamento delle Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale e, più in generale, la semplificazione della normativa del settore forestale.
Impegna la Giunta regionale
per le motivazioni di cui in narrativa:
- ad attivarsi per aggiornare il regolamento regionale delle Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale nel rispetto del principio di Gestione Forestale Sostenibile e con il coinvolgimento degli Enti locali, delle associazioni e degli operatori forestali;
- a valorizzare il settore della castanicoltura da frutto attraverso iniziative specifiche che coinvolgano i consorzi di produttori e che mettano a valore la multifunzionalità di una produzione tipica di pregio con forte valenza ambientale.
Approvato all’unanimità dei presenti nella seduta antimeridiana del 12 luglio 2016