n.36 del 21.02.2018 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 4889 - Risoluzione per impegnare la Giunta a farsi promotrice presso il Governo della possibilità di prevedere un distaccamento operativo dell’Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata anche in Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Bagnari, Rontini, Ravaioli, Zoffoli, Montalti, Prodi, Poli, Campedelli, Tarasconi, Zappaterra, Taruffi, Caliandro, Pruccoli, Mori, Mumolo, Nadia Rossi, Sabattini, Calvano

 L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

La legge 161/2017, recante “Modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, al codice penale e alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale e altre disposizioni. Delega al Governo per la tutela del lavoro nelle aziende sequestrate e confiscate “dispone che l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata abbia la propria sede principale a Roma e quella secondaria a Reggio Calabria.

A supportare il lavoro dell’Agenzia, per le attività connesse all’amministrazione e alla destinazione dei beni sequestrati, per il monitoraggio sul corretto utilizzo dei beni assegnati, sono nuclei di supporto istituiti presso le prefetture – uffici territoriali del Governo territorialmente competenti.

Evidenziato che

La società civile dell’Emilia-Romagna, anche a seguito di alcune rilevanti indagini giudiziarie, in questi anni ha dimostrato di essere particolarmente sensibile al fenomeno della criminalità organizzata e mafiosa, reagendo con fermezza alle gravi manifestazioni che esso ha avuto in alcune parti del territorio della regione.

Di fronte alla oggettiva rilevanza che il problema mafioso ha assunto in alcune aree della regione e le preoccupazioni espresse in più occasioni dai cittadini riguardo a tale problema, l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna negli ultimi anni è intervenuta con alcune leggi finalizzate alla prevenzione della criminalità organizzata e mafiosa e all’illegalità in generale, attualmente sistematizzate nella L.R. 18/2016 denominata “Testo Unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell’economia responsabili”.

La Giunta regionale, sulla scorta della normativa sopra citata, in questi anni ha promosso numerosi progetti a favore della legalità, destinando per la loro realizzazione significative risorse ai sistemi degli enti locali, degli enti pubblici, dell’Istruzione, dell’Università, dell’Associazionismo del territorio.

Nell’ambito delle politiche regionali di promozione della legalità e di prevenzione della presenza mafiosa, il recupero dei beni immobili confiscati alla criminalità organizzata e destinati ai comuni per finalità sociali è indubbiamente prioritario.

A causa dell’assenza di sistematicità del flusso informativo sui beni in questione, la Giunta regionale ha maggiori difficoltà a programmare in modo adeguato gli interventi e le risorse finanziarie per il recupero di questi beni.

Rilevato che

il 30 marzo 2011 l’Assemblea legislativa ha approvato una risoluzione che impegnava la Giunta regionale a sostenere la richiesta di costituzione di una Agenzia operativa della Direzione investigativa antimafia in Emilia-Romagna e tale Sezione della DIA veniva successivamente insediata a Bologna il 14 giugno 2012.

L’impegno fin qui descritto dell’Ente regionale contro la criminalità organizzata e mafiosa e l’illegalità diffusa in questi anni si è concretizzato anche attraverso: a) l’istituzione di una Consulta permanente sui fenomeni connessi alle tematiche dell’illegalità di cui fanno parte diversi rappresentanti delle istituzioni territoriali, delle organizzazioni economiche e sindacali ed associative del territorio; b) l’istituzione di un Osservatorio regionale con finalità di monitoraggio dei fenomeni criminali in questione composto da funzionari della Regione esperti nelle materie interessate dal citato Testo Unico; c) l’istituzione di un Centro di documentazione sulla sicurezza e la criminalità organizzata presso la Biblioteca dell’Assemblea legislativa; d) l’allocazione diretta di risorse per permettere di celebrare nel territorio regionale il processo Aemilia; f) la costituzione di parte civile nel medesimo processo.

Il numero dei beni sottoposti a una misura di prevenzione patrimoniale in Emilia-Romagna oggi è decisamente significativo, secondo quanto si desumerebbe dai dati più recenti dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

L’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità (ANSBC) è responsabile del monitoraggio e della gestione operativa dei beni confiscati, nonché dell’adozione di iniziative e provvedimenti necessari per la tempestiva destinazione dei beni. In tale prospettiva, l’Agenzia è fortemente impegnata in un percorso di cooperazione inter-istituzionale con le Regioni italiane per la valorizzazione ed il recupero, ai fini della più ampia fruibilità da parte degli enti territoriali dei beni a loro destinati e destinabili.

L’Agenzia ha previsto, su sollecitazione degli organi comunitari, la realizzazione di piattaforme di pubblicazione e condivisione, ai fini della trasparenza e conoscibilità del fenomeno dei beni confiscati e destinati, basate anche sul paradigma degli Open data. In tal senso, ha predisposto un’apposita piattaforma denominata OpenReGIO di collaborazione tra i soggetti istituzionali coinvolti nel processo di gestione, destinazione, assegnazione ed utilizzo dei beni confiscati.

La realizzazione di un catasto geolocalizzato dei beni sequestrati e confiscati in Emilia-Romagna, eventualmente collegato a schede descrittive dei singoli beni, è di interesse comune sia per la Regione Emilia-Romagna, la quale mira a favorire la percezione del fenomeno, semplificare le modalità di aggiornamento dei dati e rendere più agevole la conoscenza della localizzazione dei beni alla collettività, per valorizzare gli stessi come risorse utili allo sviluppo sociale ed economico del territorio, sia per l’ANBSC.

La restituzione alle Comunità territoriali dei beni confiscati alle mafie è uno strumento di grande importanza e valore rieducativo, non solo perché detti beni possono trasformarsi in opportunità occupazionali generando lavoro che produce beni e servizi di pubblica utilità, ma anche perché possono rappresentare luoghi di stimolo alla partecipazione civile, di inclusione sociale e di accoglienza e di costruzione di comunità solidali.

Il sistema delle autonomie locali dell’Emilia-Romagna in questi anni ha mostrato un vivo interesse ad avere tali beni nel proprio patrimonio indisponibile per destinarli a finalità sociali, e questo anche grazie al supporto economico-finanziario della Regione Emilia-Romagna di cui sopra.

Impegna la Giunta regionale

a farsi promotrice presso il Governo della possibilità di prevedere un distaccamento operativo dell’Agenzia anche in Emilia-Romagna.

Ad operare nella direzione di un’Intesa tra Regione ed Agenzia, al fine di condividere strategie comuni nel monitoraggio dei beni confiscati e nel loro utilizzo, individuando anche percorsi che consentono la loro assegnazione a favore delle comunità in tempi più brevi e con procedure più snelle rispetto a quelli attualmente necessari.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 30 gennaio 2018 

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