n.77 del 09.05.2012 periodico (Parte Seconda)

Esito della procedura di definizione dei contenuti del SIA (scoping) relativo al progetto definitivo degli interventi relativi alla sistemazione a corrente libera del Fiume Po nella tratta compresa tra Isola Serafini e Foce Mincio per consentire il transito di unità di navigazione della V° Classe CEMT" che sarà localizzato in Regione Emilia-Romagna e In Regione Lombardia

LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

(omissis)

delibera:

a) di dare atto delle conclusioni della Conferenza di Servizi del 22 luglio 2011 e riunitasi successivamente in data 31 gennaio 2012, elaborati d’intesa con la Regione Lomabardia, come risulta dal relativo verbale, che costituisce l’allegato 1 quale parte integrante e sostanziale della presente delibera;

b) di dare atto della nota conclusiva del dirigente della Struttura Valutazione di impatto Ambientale della Regione Lombardia prot.T1.2011.26868 del 22/12/2011 che individua ai sensi del DLgs 152/06 le integrazioni da apportare al SIA e costituisce l’allegato 2 quale parte integrante e sostanziale della presente delibera;

c) di approvare il Piano di lavoro finalizzato alla definizione dei contenuti dello Studio di Impatto Ambientale e degli altri elaborati progettuali richiesti dalle vigenti normative per la relativa realizzazione, concernente il progetto per la realizzazione degli interventi relativi alla sistemazione a corrente libera del fiume Po nella tratta compresa tra Isola Serafini e foce Mincio per consentire il transito di unità di navigazione della V classe CEMT” che sarà localizzato in regione Emilia-Romagna e in regione Lombardia, presentato da AIPO, con le seguenti prescrizioni:

in generale

1. il SIA deve inquadrare il progetto relativamente al contesto geologico, ambientale, fisico e pianificatorio relativo alla regione Emilia-Romagna;

2. è necessario che il SIA fornisca l'elenco delle concessioni, autorizzazioni, intese, licenze, pareri, nulla osta, assensi comunque denominati, preordinati alla realizzazione dell'intervento proposto; le autorizzazioni saranno da distinguere tra quelle necessarie all'esercizio dell'opera principale ed opere connesse e quelle relative alla fase di cantiere con la specificazione di quelle comprese nell'ambito della procedura di VIA e con particolare riferimento alla eventuale necessità di realizzare nuova viabilità; dovranno pertanto essere presentati tutti gli elaborati previsti dalla normativa di settore vigente.

Quadro di riferimento programmatico

3. la documentazione presentata dovrà essere contestualizzata (norma regionale) e aggiornata al momento della elaborazione del SIA, in particolare con gli strumenti di programmazione e pianificazione territoriale PTCP e PSC in fase di evoluzione che al momento non risultano aggiornati (es. PTCP di Piacenza); in particolare dovranno essere considerati i PAE dei Comuni interessati;

4.in merito alla coerenza con la pianificazione vigente, risulta opportuno evitare che strumenti di pianificazione e di programmazione prevedano nelle medesime località interventi di segno opposto, si chiede pertanto di verificare la coerenza del presente progetto con i Piani Infraregionali delle Attività Estrattive (PIAE) delle province interessate;

5. in particolare devono essere considerati il PIAE della Provincia di Piacenza che prevede nel comune di Villanova sull’Arda un polo estrattivo nella golena del fiume Po e collegato a mezzo di un canale al fiume per il trasporto dei materiali estratti, individuato nel PTCP vigente e il PIAE della Provincia di Parma – Variante di aggiornamento 2011 che prevede interventi di rinaturalizzazione ex art. 36 del PAI in località che sembrano coincidere con i seguenti interventi previsti dal progetto:

  • intervento 3 - Basso 30 (pag. 19), subito a monte della foce dell’Ongina
  • intervento 4 - Basso 28 (pag. 21),di fronte al porticciolo di Polesine Parmense
  • intervento 5 - Basso 37 (pag. 22), di fronte all’abitato di Zibello;

6. si rileva un contrasto con gli obiettivi dell’art. 36 delle Norme di PAI, volto alla realizzazione di interventi di rinaturalizzazione, relativamente al fatto che gli interventi previsti sottraggono spesso spazi vocati a tali interventi;

7. si ritiene che debbano essere approfonditi i rapporti dell’attuale progettazione con il Piano Gestione Sedimenti (PGS), sebbene sia apprezzabile il confronto cartografico operato nell’elaborato 3.1, tali raffronti non sono adeguatamente analizzati e discussi. Si ribadisce pertanto che la presente progettazione dovrebbe avere a riferimento l’assetto di progetto delineato dal PGS, evidenziando analogie e diversità rispetto ad esso e motivando eventuali difformità sulla scorta di valutazioni più approfondite;

8. lo studio (anche per la fase di esercizio) dovrà dar conto della relazione dell’intervento con gli obiettivi di qualità associati ai corpi idrici interessati e previsti dal Piano di gestione del distretto idrografico del fiume Po (PDG);

9. in merito ai contributi istruttori forniti dall’Autorità di Bacino del fiume Po, si rimanda integralmente ai contenuti del suo stesso contributo (Resoconto della riunione del 20 aprile 2011 del Gruppo di Lavoro di cui alla Deliberazione del Comitato Istituzionale n. 2/2001 “Parere di compatibilità del Programma di completamento del sistema idroviario padano-veneto con il PAI” e agli altri resoconti di successivi incontri del citato Gruppo di Lavoro, trasmessi ad AIPO da AdBPo. In particolare pare utile riprendere in questa sede una parte del citato contributo, da considerarsi quale riferimento generale di metodo e di merito per lo sviluppo del progetto, della sua valutazione ambientale e dell’individuazione delle più idonee mitigazione e compensazioni: “[...] appare necessario che la progettazione tenga conto dell’esigenza di un corretto inserimento ambientale, utilizzando anche tali opportunità per concorrere alla generale azione di recupero e riqualificazione dell’ambiente fluviale. Va considerato in proposito che le opere di regimazione realizzate nel passato hanno di molto accresciuto la superficie delle aree golenali stabili [...]. L’occasione di interventi di miglioramento della regimazione dell’alveo deve ora essere sfruttata per ricreare, almeno in parte e per quanto possibile, lanche e ambienti tipici del fiume, in modo da migliorare le condizioni ambientali del sistema.”;

10. si condivide e richiama identicamente la necessità di far riferimento e perseguire la coerenza dell’intervento con il Piano di Gestione dei Sedimenti e con il Piano di Gestione del distretto idrografico del Po, di cui alla Direttiva 2000/60;

11. si rammenta la necessità che la Relazione paesaggistica includa quanto richiesto dal Ministero per i beni e le attività culturali nella riunione del Gruppo di lavoro sopra citato.

Quadro di riferimento progettuale e progettazione definitiva

12. in riferimento all’intervento previsto alla conca di Isola Serafini si chiede di fornire motivazioni circa l’assenza di interventi volti a favorire la navigabilità del fiume nel tratto compreso tra tale opera e il porto di Cremona;

13. la progettazione degli interventi di sistemazione dell’alveo a fini navigabili dovrà essere, per quanto attualmente possibile, integrata comprendendo anche gli interventi di cui al Piano di Gestione del fiume Po. In particolare si evidenzia la necessità di verificare anche gli scenari di progetto definiti nel Piano di Gestione e sviluppare una progettazione il più possibile integrata, comprendendo anche, laddove possibile, l’abbassamento dei pennelli esistenti insieme all’adeguamento dei medesimi ai fini della navigazione;

14. in generale si ritiene che debba essere sviluppato un approfondimento circa l’assetto di progetto delineato dal Programma Generale di Gestione dei Sedimenti (PGS), con particolare riferimento agli effetti delle opere previste nel presente progetto sulle dinamiche idromorfologiche del corso d’acqua. Ad un primo esame degli elaborati, tale approfondimento appare necessario soprattutto alla luce delle tipologie di interventi qui proposte che, in molti casi, produrrebbero un ulteriore irrigidimento dell’alveo del Po o, più raramente, addirittura la sottrazione di spazio al letto del fiume, come accade ad esempio per l’intervento n. 19 sul basso n. 2;

15. in merito agli interventi previsti, si fa rilevare come il presente progetto possa rappresentare un’occasione di progettazione integrata orientata, oltre che ad obiettivi di navigabilità e funzionalità idraulica, anche alla riqualificazione morfologica ed ecosistemica del Po. A tale proposito si deve rilevare la mancanza di una adeguata analisi multicriteria volta a mettere a confronto le scelte di progettazione con le loro ricadute complessive e a motivare le scelte fatte come le più rispondenti a criteri di selezione multiobiettivo. Si suggerisce pertanto quanto segue:

  • per tutti gli interventi trattati sarebbe auspicabile verificare la possibilità di ripristinare, attraverso l’abbassamento delle opere esistenti, una relazione tra corso d’acqua e regione fluviale, in quanto il contesto territoriale appare favorevole;
  • sarebbe opportuno descrivere più esplicitamente le concrete ricadute dell’abbassamento di opere esistenti sull’aumento della funzionalità delle lanche;
  • nei casi per i quali sono previste nuove opere radenti, è auspicabile una motivazione esplicita dell’opportunità dell’intervento, a fronte della certa perdita di rapporto tra il corso d’acqua e la regione fluviale;

16. data la strategicità di alcune infrastrutture presenti lungo la tratta interessata dal progetto, quali alcune opere di presa di consorzi di bonifica o il sistema di attracchi fluviali per la navigazione turistica, si richiede che vengano illustrati gli effetti della sistemazione proposta su tali elementi, poiché nell’attuale stesura il progetto affronta la problematica solo nel caso dell’intervento n. 15 – Basso 9, individuando idonee soluzioni in raccordo con gli Enti locali;

17. il Progetto Navigazione appare nei contenuti concreti fortemente indirizzato al miglioramento delle condizioni per la navigazione, trascurando gli obiettivi di riqualificazione fluviale e miglioramento eco-sistemico, che pure il contesto gli consentirebbe agevolmente. A tale proposito, si evidenzia che a pag. 9 il progetto dichiara l’obiettivo di migliorare anche le caratteristiche del sistema ecofluviale con azioni che favoriscono la riapertura delle lanche. A un primo esame del testo si rilevano, tuttavia, finalità esplicite di facilitazione di riapertura di lanca solo negli interventi n. 3 – Basso 30 (pag. 20), n. 5 - Basso 27 (pag. 22), n. 14 Basso 14 (pag. 32), n. 15 – Basso 9 (pag. 34);

18. verificare che gli interventi previsti, in particolare le opere di potenziamento delle difese radenti, non aggravino l’irrigidimento dell’ambiente fluviale che andrebbe a peggiorare la sua artificializzazione;

19. per quanto concerne gli aspetti idraulici, la portata di progetto, assunta per il dimensionamento delle opere previste, si basa su uno studio del Servizio Idro-Meteo-Clima di ARPA Emilia-Romagna redatto nell’anno 2004, utilizzando le serie storiche di dati idrologici disponibili a quel tempo. Stante il tempo intercorso dalla redazione del suddetto studio alla presentazione del progetto preliminare, si richiede di verificare la portata di progetto, integrando le serie storiche delle osservazioni idrometriche con i dati che ad oggi sono disponibili;

20. la verifica progettuale con gli ulteriori dati idrometrici resi disponibili dovrà essere estesa anche alle curve di durata prese in considerazione;

21. considerando i recenti episodi di magre fluviali severe che hanno caratterizzato l’andamento idrologico del Fiume Po, si richiede un’integrazione delle relazioni tecniche con una verifica delle grandezze idrologiche poste a base della progettazione in condizioni di non stazionarietà indotta da cambiamenti climatici;

22. il progetto preliminare prevede, nel suo complesso, circa 12 km di nuovi pennelli e circa 16 km di abbassamenti di opere esistenti; almeno in termini di ordine di grandezza si può quindi valutare che, a regime, il quantitativo di sedimento (principalmente sabbia) che si andrà a depositare a tergo delle nuove opere e quello che potrà essere rimobilizzato grazie agli abbassamenti sia similare, se non forse a favore del secondo. Si richiede, a tale riguardo, una valutazione meglio approssimata, per quantificarne un eventuale beneficio/danno ambientale;

23. si richiede inoltre che il progetto sia integrato con la realizzazione e/o completamento di una rete di monitoraggio delle grandezze idrometriche del tratto fluviale di interesse, quali altezze idrometriche, portate idriche, portate solide al fondo e in sospensione. Il monitoraggio idrometrico dovrà essere supportato adeguatamente da campagne di misure sperimentali da effettuarsi anche durante il periodo di manutenzione delle opere realizzate;

24. si richiede, altresì, di verificare le simulazioni numeriche, effettuate a supporto della progettazione, alla luce delle osservazioni sperimentali di trasporto solido nel tratto fluviale in esame, che si sono rese disponibili fino ad oggi;

25. rispetto alle alternative di progetto e considerando che nel SIA sono effettuate unicamente comparazioni tra l’ipotesi zero (non realizzazione del progetto) e la realizzazione del medesimo, si richiede che vengano presentate 3 alternative per quanto concerne la fase di cantiere e di realizzazione con relativa valutazione costi/benefici rispetto a:

  • cantiere in acqua,
  • cantiere a terra,
  • cantiere misto;

26. in relazione a quanto sopra si chiede per quanto possibile di privilegiare il trasporto dei materiali e le logistiche di cantiere via acqua anziché via terra anche in considerazione del fatto che una gestione del cantiere via fiume garantisce maggiormente la tutela paesaggistica e quindi appare di grande importanza per la valutazione positiva del progetto;

27. si segnala la necessità che venga elaborato un modello che simuli, per tutto il tratto considerato dagli interventi, i nuovi profili longitudinali e trasversali a seguito della messa in esercizio del sistema oltre a una analisi predittiva della modificazione degli indici di qualità idromorfologica e di funzionalità fluviale conseguenti alla realizzazione delle opere, in conformità con quanto disposto dalla normativa nazionale e comunitaria ed in particolare con la Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE (WFD), secondo il sistema di valutazione idromorfologica, analisi e monitoraggio dei corsi d’acqua, recentemente elaborato da ISPRA e denominato “IDRAIM”;

28. partendo dalla valutazione di futuri scenari climatici che possano incrementare la frequenza di eventi estremi di minima magra (come quelli verificatisi anche negli ultimi dieci anni - 2003 e nel 2007), lo SIA dovrà indicare le azioni da mettere in atto per garantire la portata minima funzionale alla navigazione (nell’ottica di consolidare il ruolo strategico e l’efficienza della via di comunicazione per il numero di giorni previsti e dichiarati);

29. a tal fine si ritiene opportuno fare riferimento all’esperienza maturata dall’Autorità di Bacino del Fiume Po e agli studi sulla evoluzione climatica e sull’occorrenza di eventi estremi con scenari a medio-lungo termine in corso di realizzazione da parte di ARPA Emilia-Romagna (Servizio IdroMeteoClima);

Quadro di riferimento ambientale

30. lo Studio di Impatto Ambientale (SIA), come da accordi, dovrà includere lo Studio di Incidenza e la Relazione paesaggistica;

31. in sintesi il SIA analizzerà e descriverà, anche in merito alle associate pressioni ambientali, tutti i diversi interventi-tipo previsti. Dovranno essere descritti i differenti siti (“bassi”) in cui si intende intervenire, inoltre gli effetti ambientali prodotti verranno individuati dall’incrocio tra caratteristiche di ogni sito di intervento e insieme degli interventi-tipo in esso previsti;

32. dovrà essere prevista una specifica analisi per la fase di realizzazione e di esercizio (post operam) anche per le pressioni generate su altre componenti. Per la fase di esercizio della via navigabile, a partire dagli scenari strategici che ne motivano la realizzazione (con riferimento in particolare ai contenuti del Masterplan in fase di ultimazione), andranno prese in considerazione le pressioni generate dall’auspicato incrementato traffico e da altri aspetti associati al suo esercizio e i conseguenti impatti sulle diverse componenti ambientali, in particolare:

  • acqua;
  • rischio (trasporto merci pericolose, ecc.);
  • rumore;
  • ecologia, fauna, flora (ad esempio effetti dell’incrementato moto ondoso sugli ambienti ripari - erosione, modifica di habitat, ecc,);

33. lo studio dovrà dar conto degli usi in atto presenti e della modalità per assicurarne la continuità;

34. si ritiene importante approfondire l’impatto delle opere previste dal presente progetto con le opere di derivazione e i numerosi porticcioli turistici presenti nelle località di intervento, soggetti a periodico stato di interrimento. Tali valutazioni dovrebbero essere condotte in riferimento agli “Indirizzi operativi per la programmazione degli interventi locali di gestione dei sedimenti in corrispondenza di opere di presa, porti e attracchi fluviali” elaborati dall’Autorità di bacino del fiume Po (2010);

35. si raccomanda in generale l’approccio indicato al punto elenco successivo per lo sviluppo dello SIA e del progetto - relativo ad un caso specifico, derivante da un contributo istruttorio da parte del Comune di Suzzara - per tutti gli interventi in progetto, tanto per quanto attiene la realizzazione via fiume, quanto per la collaborazione con i Comuni interessati, in particolare qualora vi sia la presenza di altri usi e specificità di tutela della fascia fluviale, anche di tipo fruitivo o ecologico;

36. in merito agli interventi previsti in Comune di Suzzara: con riferimento all’intervento n. 16 – basso 6 del tratto di navigazione afferente le curve n. 16 e 17 (località Riva di Suzzara) si rileva che l’area golenale lambita dal tratto fluviale ove sono previsti i pennelli – sponda dx – costituisce fascia a bosco permanente o riqualificata mediante interventi di forestazione che includono una delicata rete sentieristica ciclopedonale (di elevata valenza fruitiva); andranno pertanto proposte e successivamente predilette e adottate soluzioni progettuali e di realizzazione degli interventi che prevedano l’accesso dal fiume, evitando il transito di mezzi all’interno del PLIS San Colombano;

37. per gli specifici interventi sopra-esposti si raccomanda che la stesura degli elaborati definitivi ed esecutivi venga attuata attraverso un percorso di collaborazione e condivisione con gli uffici e l’amministrazione del Comune di Suzzara;

38. il progetto definitivo e lo SIA dovranno analizzare in dettaglio il rapporto degli interventi in previsione con le derivazioni attive lungo il tratto di fiume Po interessato, curando in particolare che non risulti preclusa la possibilità di derivazione acque dal fiume in conseguenza delle modifiche idrauliche e idromorfologiche introdotte;

39. con particolare riferimento all’impianto di presollevamento gestito dal Consorzio di Bonifica Dugali, sito in sponda sx ed in fregio alla curva n.43 in Comune di Gerre de’ Caprioli in provincia di Cremona, si evidenzia la necessità che il progetto e lo SIA valutino i potenziali effetti negativi degli interventi sul già problematico afflusso delle acque al manufatto di presa, in particolare nei periodi di magra, e propongano soluzioni tecniche in grado di risolvere detta criticità. Al fine di assecondare la richiesta del Consorzio di Bonifica Dugali, tra le possibili soluzioni progettuali alternative da sviluppare, andranno previste e valutate (in termini di realizzabilità e impatti ambientali, evidenziano gli eventuali ulteriori impatti ambientali derivanti da tali soluzioni progettuali), anche quelle in grado di determinare un livello di magra del fiume Po il più possibile costante, al fine di garantire la minima copertura necessaria all’adescamento delle pompe di sollevamento presso l’opera di presa gestita dal citato consorzio (per esempio mediante il posizionamento a valle della bocca di presa di pennelli tracimabili);

40. si propende per “concentrare” in un unico documento l’analisi delle problematiche connesse con la tutela della biodiversità: il documento contenente lo Studio di Incidenza dovrà riportare anche l’analisi del rapporto dell’intervento con la Rete ecologica regionale;

41. lo Studio sottolinea che gli interventi del progetto sono stati previsti in corrispondenza di lanche di particolare interesse naturalistico, all’unico scopo di migliorare le condizioni di naturalità del corso d’acqua, favorendo la creazione di zone umide e di pregio ambientale per un numero di giorni maggiore all'anno rispetto alla situazione odierna. Considerando che tutti gli interventi sono stati previsti in corrispondenza di lanche di pregio naturalistico e in alcuni casi in corrispondenza con siti Rete Natura 2000, appare necessaria una verifica degli effetti attesi delle opere sull’assetto ecosistemico delle lanche, poiché attualmente i criteri di progettazione appaiono improntati ai soli obiettivi di navigazione;

42. a tale proposito risulta fondamentale valutare concretamente se le opere in progetto determinino un adeguamento delle strutture preesistenti che faciliti la naturale riapertura dei rami fluviali oggi relitti o se si limiti ad auspicarla; inoltre particolare attenzione dovrà essere posta all’eventuale interessamento delle barre;

43. rispetto alla fauna ed alla vegetazione potenzialmente impattata dagli interventi, in questa stesura lo studio appare di tipo bibliografico, limitandosi a un mero elenco delle specie presenti, o potenzialmente presenti, e loro caratteristiche generali;

44. l’area di intervento è interessata direttamente da numerosi ai Siti Rete Natura 2000 presenti al confine tra le due regioni:

  • SIC/ZPS Fiume Po da Rio Boriacco a Bosco Ospizio (IT4010018),
  • SIC/ZPS Basso Taro (IT4020022),
  • ZPS Golena del Po presso Zibello (IT4020019),
  • SIC/ZPS Area delle risorgive di Viarolo, bacini dello zuccherificio di Torrile, fascia golenale del Po (IT4020017),
  • SIC-ZPS Parma Morta (IT4020025),
  • SIC-ZPS Golena del Po di Gualtieri, Guastalla e Luzzara (IT4030020).;

45. si ritiene pertanto che debba essere sviluppato un adeguato Studio di incidenza, anche relativamente ai siti limitrofi non direttamente interessati dal progetto e che vengano considerati i potenziali effetti cumulativi derivanti dalla vicinanza di due o più interventi proposti;

46. per quanto attiene in particolare alla valutazione delle interferenze con il sito Natura 2000 ZPS IT20B0501 (Ente Gestore Provincia di Mantova), si evidenzia la necessità che venga redatto un elaborato specifico che simuli le eventuali variazioni dimensionali degli habitat indicati nel Piano di gestione del sito, indicando, nel caso, le opportune mitigazioni e compensazioni;

47. rispetto ai siti Rete Natura 2000 presenti nella due Regioni ma posti su sponde adiacenti del fiume Po, si ritiene che lo Studio di Incidenza debba valutare gli effetti complessivi per consentire alle due Autorità competenti un coordinamento delle analisi e valutazioni;

48. nella stima degli impatti sui siti Natura 2000, così come per l’individuazione di mitigazioni e compensazioni, si dovrà tener conto dei Piani di gestione dei siti Natura 2000 approvati di recente;

49. in relazione al metodo di valutazione degli impatti, si prende atto che il metodo proposto per la stima degli impatti é scientificamente riconosciuto e aggiornato; si ritiene opportuno integrare la scelta degli indicatori di impatto ambientale proposti, in particolare per la matrice acque superficiali, almeno con la determinazione del parametro “idrocarburi disciolti” quale indicatore di stato per tutta la fase di cantiere;

50. la matrice di analisi degli impatti, di cui alla Tab. 3 della “Integrazione alla relazione illustrativa del piano di lavoro per la redazione dello SIA”, dovrà essere rivista in relazione alla valutazione dei potenziali fattori perturbativi delle sottofasi “Realizzazione di opere idrauliche ([…])”, “Demolizioni e abbassamenti di opere esistenti”, “Smobilizzo del cantiere e ripristini ambientali”; rispetto invece al tipo di lavorazione “Svolgimento delle diverse attività di cantiere” andranno specificate le azioni, oggi non individuate, qualora risultino differenti e ulteriori rispetto a quelle associate alle “Sottofasi” sopra citate;

51. si propone di corredare il Quadro Conoscitivo con dati di campo reperiti presso gli Enti preposti, in particolare nei casi dove sia previsto il cantiere a terra e a maggior ragione nelle aree protette e nei siti Rete Natura 2000 rispetto ai quali si ritiene opportuno il ricorso a ortofoto aggiornate;

52. si propone la predisposizione di schede tecniche georeferenziate riferite al singolo tratto cantiere con il layout di cantiere, lavorazioni, piste, mezzi impegnati, esplicitando anche le modalità di recupero, gestione e riutilizzo materiali di demolizione dei pennelli e terre di scavo, con riferimento alle matrici d’impatto previste nel quadro ambientale;

53. il progetto prevede il Piano di Monitoraggio Ambientale (PMA) in corso d’opera e post operam, si ritiene opportuno il monitoraggio anche nella fase ante operam per gli indicatori di area vasta (aspetti idraulici e qualità delle acque), considerando anche gli aspetti legati alla navigazione, sia per la fase di cantiere che a regime;

54. il Piano di monitoraggio prevederà anche modalità di diffusione dei dati al pubblico interessato (le quali andranno opportunamente proposte nello SIA - per es. avvalendosi del sito web di AIPO e/o di ARPA) e dovrà includere le azioni di monitoraggio sulle mitigazioni e/o compensazioni realizzate;

55. nella valutazione degli impatti connessi al trasporto dei materiali sia via terra sia via acqua sulla componente atmosferica dovrebbero essere presi in considerazione tutti gli inquinanti emessi, compresi i gas climalteranti, calcolati possibilmente sull’effettivo kilometraggio previsto e individuate adeguate misure di mitigazione e ove non possibile, di compensazione ambientale;

56. in riferimento agli aspetti paesaggistici, si ritiene che debbano essere analizzate le condizioni morfologiche del fiume nelle diverse situazioni stagionali con particolare riguardo all’evidenziazione della condizione dei manufatti in alveo nei periodi di magra;

57. la relazione paesaggistica dovrà contenere tutti gli elementi indicati dal DPCM 12 dicembre 2005 e in particolare, oltre all’analisi dello stato attuale dei luoghi, anche un esame dell’evoluzione morfologica e paesaggistica nel corso degli ultimi cento anni comprensivo di documentazione e relativa cartografia storica e fotografie aeree;

58. in relazione al forte dinamismo del corso d’acqua nel corso dei secoli si ritiene alta la probabilità di rinvenimenti archeologici e pertanto si chiede che venga effettuato un controllo archeologico durante le operazioni in progetto;

59. a partire dalla previsione degli impatti generati e dai risultati ottenuti, lo studio dovrà proporre opportune mitigazioni, anche da concordarsi – in termini di quantità, tipologia e localizzazione – con gli Enti territoriali e le altre Autorità competenti, meglio se già nella fase di stesura dello SIA medesimo;

60. tra le ipotesi di mitigazione venga considerata la possibilità di realizzare tutte o parte delle opere ricorrendo a tecniche a basso impatto ambientale ed utilizzando materiali naturali e locali, come da indirizzi regionali;

61. nello specifico, in merito alla componente biodiversità-ecologia, dette compensazioni andranno definite a partire dall’individuazione e quantificazione degli ambienti depauperati (per esempio dalla perdita o riduzione delle barre attualmente esistenti, oggi habitat particolari);

62. lo SIA, a partire dalle peculiarità ecologiche dei siti d’intervento, dovrà indicare, definendoli in accordo con gli Enti gestori di SIC, ZPS o altre aree naturali presenti (Provincia, Parchi), i periodi dell’anno più idonei per la realizzazione degli interventi in ciascun sito.

d) di trasmettere a tutte le amministrazioni convocate le citate conclusioni della Conferenza dei Servizi, ai sensi e per gli effetti dell’art. 14-ter, della Legge 241/90 e successive modifiche ed integrazioni;

e) di pubblicare per estratto il presente deliberato nel Bollettino Ufficiale della Regione.

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