n.138 del 02.05.2019 periodico (Parte Seconda)

Recepimento dell'intesa approvata in Conferenza unificata il 31 ottobre 2018 e del decreto di riparto concernente l'utilizzo delle risorse stanziate sul Fondo per le politiche della famiglia per l'anno 2018

LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

Richiamato l’art. 1, comma 1252 della L. 27/12/2006, n. 296, che prevede che in sede di Conferenza Unificata, il Governo possa promuovere la stipula di intese dirette a favorire il raggiungimento di posizioni unitarie ed il perseguimento di obiettivi comuni;

Vista l’Intesa ai sensi dell’art. 1, comma 1252, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, sullo schema di decreto di riparto del Fondo per le politiche della famiglia per l’anno 2018, sancita in sede di Conferenza Unificata il 31/10/2018 tra il Governo e le Regioni, le Province autonome di Trento e di Bolzano e le Autonomie Locali;

Visto il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ministro per la Famiglia e le Disabilità - di riparto del Fondo per le politiche della famiglia, per l’anno 2018, ai sensi dell’art. 1 comma 1252 della Legge 27 dicembre 2006, n. 296, registrato alla Corte dei Conti in data 5 dicembre 2018 al n. 2162, di cui all’Allegato A) parte integrale e sostanziale del presente atto, che stabilisce:

- di destinare ad attività di competenza regionale e degli Enti Locali risorse pari ad Euro 4.427.232,58 per azioni a favore dei Centri per le famiglie;

- che le risorse in oggetto sono ripartite tra Regioni e Province Autonome applicando i criteri già utilizzati per la ripartizione del Fondo nazionale per le Politiche Sociali e che per la Regione Emilia-Romagna ammontano a Euro 313.448,07;

- che le Regioni si impegnano a cofinanziare i progetti e/o le attività da realizzare con almeno il 20 % del finanziamento assegnato, anche attraverso la valorizzazione di risorse umane, beni e servizi messi disposizione dalle Regioni e province Autonome per la realizzazione delle citate attività;

- che il Dipartimento per le politiche della famiglia trasferisce alle Regioni le risorse come indicato nella tabella di cui all’allegato A) del decreto sopracitato, a seguito di specifica richiesta nella quale sono indicate le azioni da finanziare al potenziamento dei Centri per la Famiglia;

- che alla richiesta sopracitata devono essere allegati copia della Delibera di Giunta regionale e scheda concernente il piano di massima delle attività relative alla realizzazione delle azioni da finanziare comprensive di un cronoprogramma con indicazione dei tempi e delle modalità di attuazione;

- che i finanziamenti alle Regioni saranno erogati in un’unica soluzione alla presentazione della richiesta e della documentazione sopracitata da inoltrare entro e non oltre 60 giorni dalla data di pubblicazione del decreto sul sito del Dipartimento per le politiche della famiglia, successivamente alla registrazione da parte della Conte dei conti (5/12/2018 al n. 2162).

- che le Regioni comunichino al Dipartimento per le politiche della famiglia tutti i dati necessari al monitoraggio e, nello specifico, gli interventi, i trasferimenti effettuati ed i progetti e/o le attività finanziate.

Viste:

- la L.R. 2 marzo 2003, n. 2 “Norme per la promozione della cittadinanza sociale e per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” e successive modifiche;

- la L.R. 28 luglio 2008, n. 14 “Norme in materia di politiche per le giovani generazioni” che all’art. 15 prevede che i Comuni, in forma singola o associata, nell'adempimento delle proprie funzioni in materia di sostegno alla genitorialità possono potenziare la rete degli interventi e dei servizi dotandosi di centri per le famiglie con figli;

- la propria deliberazione n. 391/2015 avente ad oggetto “Approvazione linee guida regionali per i Centri per le Famiglie;

Vista la Delibera di Assemblea legislativa n. 120 del 12 luglio 2017 avente ad oggetto: ”Piano sociale e sanitario 2017-2019 (proposta della Giunta regionale in data 15 maggio 2017 n. 643)" che nell’Allegato al punto 3.4 il quadro dei servizi individua i Consultori familiari e i Centri per le Famiglie quali importanti presidi per la promozione del benessere delle famiglie e il sostegno alla genitorialità, a partire dalla gravidanza e successivamente nei momenti critici e di evoluzione della vita familiare, con l’obiettivo di prevenire o ridurre, attraverso la loro attività integrata, le esperienze di disagio familiare anche laddove vi sia un aumento del rischio di fragilità dei genitori e del nucleo familiare;

Considerato che i Centri per le famiglie sono finalizzati a:

a) promozione del benessere delle famiglie con figli, anche attraverso la diffusione di informazioni utili alla vita quotidiana, al sostegno delle competenze genitoriali, specie in occasione di eventi critici e fasi problematiche della vita familiare, e allo sviluppo delle risorse familiari e comunitarie;

b) integrazione e al potenziamento dell'attività dei servizi territoriali e specialistici finalizzata alla prevenzione del disagio familiare e infantile e alla tutela dei bambini e dei ragazzi;

c) promozione della cultura dell'accoglienza e della solidarietà tra le famiglie;

Preso atto che:

- per sostenere gli obiettivi definiti, i Centri per le famiglie operano nelle seguenti aree di attività:

  • AREA DELL’INFORMAZIONE, per fornire alle famiglie con figli informazioni e orientamento utili per l’organizzazione della vita quotidiana; informazioni e orientamento sui servizi, sulle risorse e sulle opportunità del territorio e della comunità locale, ivi comprese adozione e affido;
  • AREA DEL SOSTEGNO ALLE COMPETENZE GENITORIALI, con attivazione di incontri tematici sulla genitorialità e sulle relazioni familiari, gruppi di approfondimento legati alle fasi della vita, consulenze tematiche e counselig genitoriale, mediazione familiare, attività laboratoriali o eventi dedicati a sostenere la relazione adulto-bambino;
  • AREA DELL SVILUPPO DELLE RISORSE FAMILIARI E COMUNITARIE. In particolare: attivazione di gruppi di famiglie-risorsa e reti di famiglie, promozione di esperienze di scambi e di socializzazione, anche in chiave multiculturale, intergenerazionale e conciliativa dei tempi di vita e di lavoro; promozione del protagonismo e della partecipazione delle famiglie, dei diritti delle giovani generazioni e delle esperienze aggregative;

Considerato che:

- da tempo e con regolarità la Regione Emilia-Romagna finalizza, attraverso programmi annuali di ripartizione delle risorse del Fondo sociale regionale proprie risorse economiche alle attività e ai progetti realizzati dai 33 Centri per le famiglie riconosciuti ad oggi attivi nei diversi ambiti distrettuali del territorio regionale;

- che sulla base della normativa sopra citata la titolarità delle azioni a favore delle famiglie è di pertinenza degli Enti Locali (Comuni e Unioni di Comuni);

- preso atto che vi sono sul territorio regionale otto distretti ancora sprovvisti di un Centro per le famiglie;

Ritenuto pertanto opportuno:

- sostenere la nascita dei Centri per le famiglie nei distretti o ambiti ottimali sprovvisti e sostenerne la gestione là dove esistenti, in attuazione del decreto sopracitato;

- di garantire l’impegno, previsto all’art.2 comma 3 del citato decreto, a cofinanziare i progetti e le attività previste all’art. 1, con almeno il 20% della quota delle risorse nazionali assegnate, sia con proprie risorse, anche attraverso la valorizzazione di risorse umane e beni e servizi, sia con risorse degli Enti Locali, titolari dell’attuazione dei progetti e delle attività;

Richiamate: 

- la L.R. 26 novembre 2001, n. 43 “Testo unico in materia di organizzazione e di rapporti di lavoro nella Regione Emilia-Romagna” e successive modificazioni;

- la propria deliberazione n. 2416 del 29 dicembre 2008 avente per oggetto “Indirizzi in ordine alle relazioni organizzative e funzionali tra le strutture e sull’esercizio delle funzioni dirigenziali. Adempimenti conseguenti alla delibera 999/2008. Adeguamento e aggiornamento della delibera 450/2007” e successive modifiche e integrazioni, per quanto applicabile;

Visti:

  • la legge 16 gennaio 2003, n. 3 recante "Disposizioni ordinamentali in materia di pubblica amministrazione";
  • il D. Lgs. 14 marzo 2013, n. 33 “Riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni” e ss.mm.ii.;
  • la propria deliberazione n. 93 del 29 gennaio 2018 avente per oggetto “Approvazione Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione. Aggiornamento 2018-2020”, ed in particolare l’allegato B) “Direttiva di indirizzi interpretativi per l'applicazione degli obblighi di pubblicazione previsti dal D.lgs. n. 33 del 2013. Attuazione del piano triennale di prevenzione della corruzione 2018-2020”;
  • la propria deliberazione del 29 gennaio 2018 n. 931 del 18 giugno 2018, recante “Approvazione del Catalogo dei processi amministrativi a rischio corruzione. Modifica integrativa del Piano Triennale di Prevenzione della corruzione 2018-2020 della Giunta regionale”;
  • la propria deliberazione n. 1123 del 16 luglio 2018 “Attuazione Regolamento (UE) 2016/679: definizione di competenze e responsabilità in materia di protezione dei dati personali. Abrogazione appendice 5 della delibera di giunta regionale n. 2416/2008 e ss.mm.ii.”;
  • la propria deliberazione n. 2104/2018 “Linee guida per l'aggiornamento 2019-2021 del piano triennale di prevenzione della corruzione”;

Richiamate infine le proprie deliberazioni n. 270 del 29/02/2016, n. 622 del 28/04/2016, n. 702 del 16/05/2016, n. 1107 del 11/07/2016, n. 2344 del 21/12/2016, n. 420 del 05/04/2017, n. 468 del 10/04/2017 e le relative Circolari applicative del Capo di Gabinetto PG/2017/0660476 del 13/10/2017 e PG/2017/0779385 del 21/12/2017, n. 1059 del 03/07/2018 e n. 1123/2018;

Richiamata la determinazione dirigenziale n. 9898 del 26/6/2018;

Dato atto che il Responsabile del Procedimento ha dichiarato di non trovarsi in situazione, anche potenziale, di conflitto di interessi;

Dato atto dei pareri allegati;

Su proposta dell’Assessore alle politiche di welfare e politiche abitative Elisabetta Gualmini;

A voti unanimi e palesi

delibera: 

1. di recepire l’Intesa sancita in sede di Conferenza Unificata il 31/10/2018 tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano e le Autonomie Locali ai sensi dell’art. 1, comma 1252, della Legge 27 dicembre 2006 n.296 sullo schema di decreto di riparto concernente l’utilizzo delle risorse stanziate sul Fondo per le politiche della famiglia, per l’anno 2018, repertorio atti n. 110/CU;

2. di recepire il decreto di riparto del Fondo per le politiche della famiglia, per l’anno 2018, ai sensi dell’art. 1, comma 1252, della Legge 27 dicembre 2006, n. 296 che assegna alla Regione Emilia-Romagna Euro 313.448,07;

3. di garantire l’impegno, previsto all’art.2 comma 3 del citato decreto, a cofinanziare i progetti e le attività previste all’art. 1, con almeno il 20% della quota delle risorse nazionali assegnate, sia con proprie risorse, anche attraverso la valorizzazione di risorse umane e beni e servizi, sia con risorse degli Enti Locali, titolari dell’attuazione dei progetti e delle attività;

4. di stabilire ai sensi del citato decreto che si provvederà con proprio successivo provvedimento di programmazione del Fondo sociale regionale a destinare tali risorse al sostegno ai Centri per le Famiglie esistenti e al sostegno per l’apertura di nuovi Centri per le Famiglie nei distretti ad oggi sprovvisti per realizzazione di interventi dedicati a:

  • AREA DELL’INFORMAZIONE, per fornire alle famiglie con figli informazioni e orientamento utili per l’organizzazione della vita quotidiana; informazioni e orientamento sui servizi, sulle risorse e sulle opportunità del territorio e della comunità locale, ivi comprese adozione e affido;
  • AREA DEL SOSTEGNO ALLE COMPETENZE GENITORIALI, con attivazione di incontri tematici sulla genitorialità e sulle relazioni familiari, gruppi di approfondimento legati alle fasi della vita, consulenze tematiche e counselig genitoriale, mediazione familiare, attività laboratoriali o eventi dedicati a sostenere la relazione adulto-bambino;
  • AREA DELL SVILUPPO DELLE RISORSE FAMILIARI E COMUNITARIE. In particolare: attivazione di gruppi di famiglie-risorsa e reti di famiglie, promozione di esperienze di scambi e di socializzazione, anche in chiave multiculturale, intergenerazionale e conciliativa dei tempi di vita e di lavoro; promozione del protagonismo e della partecipazione delle famiglie, dei diritti delle giovani generazioni e elle esperienze aggregative;

5. di stabilire che il dirigente competente provvederà, con atto successivo e dopo la programmazione di cui al precedente punto 4, all’assegnazione e all’assunzione del relativo impegno di spesa delle risorse ripartite con il decreto richiamato al precedete punto 2, anche tenuto conto delle dichiarazioni di interesse pervenute alla Regione Emilia-Romagna, da parte degli Enti locali interessati all’apertura di nuovi Centri per le Famiglie che dovranno essere inviate tramite PEC a segrsvilsoc@postacert.regione.emilia-romagna.it, corredate dai relativi progetti, entro 30 giorni dalla data di pubblicazione del presente atto;

6. di garantire al Dipartimento per le Politiche della famiglia i flussi informativi relativi al monitoraggio dei progetti; 

7. di dare atto, infine, che, per quanto previsto in materia di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni, si provvederà ai sensi delle disposizioni normative ed amministrative richiamate in parte narrativa.

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