n.1 del 02.01.2013 periodico (Parte Seconda)

Valutazione di impatto ambientale (VIA) del progetto di impianto idroelettrico in località Cerredolo, nel comune di Toano, in provincia di Reggio Emilia presentato da C.E.V. Srl (Titolo III L.R. 18 maggio 1999, n. 9 e successive modifiche ed integrazioni)

LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

(omissis)

delibera:

a) la valutazione di impatto ambientale positiva, ai sensi dell’art. 16 della L.R. 18 maggio 1999, n. 9 e successive modifiche ed integrazioni, sul progetto per la costruzione della centrale idroelettrica ad acqua fluente in località Cerredolo, comune di Toano, in provincia di Reggio Emilia, presentato da C.E.V. srl poiché il progetto in oggetto, secondo gli esiti dell’apposita Conferenza di Servizi conclusasi il giorno 28 giugno 2012, è realizzabile a condizione che siano rispettate le prescrizioni, indicate ai punti 1.C., 2.C. e 3.C. del Rapporto conclusivo della Conferenza di Servizi, che costituisce l’Allegato 1, di seguito riportate;

1) ai sensi dell'art. 38 del PTCP 2010, gli interventi che interessano il sistema forestale boschivo con eliminazione di superfici boscate dovranno essere compensati con il rimboschimento di superfici pari almeno all’estensione di quelle compromesse. Tale intervento compensativo dovrà essere realizzato ove possibile nelle aree interessate dai tagli stessi, oppure con ulteriori piantumazioni in aree limitrofe realizzate utilizzando specie autoctone certificate adatte all’ambiente igrofilo;

2) si prescrive come già previsto nella relazione geologica di ridurre al minimo le situazioni di “incastro” della condotta alla base del versante con incisione di quest’ultimo, mentre sarà preferibile posizionare la condotta adiacente al versante, senza alterare l’attuale morfologia. Si ritiene, pertanto, necessario che il progetto esecutivo della condotta sia concordato con il Servizio Tecnico dei Bacini Enza e sinistra Secchia;

3) si ricorda che il progetto dovrà rispettare le normative vigenti in materia antisismica;

4) si prescrive che il prelievo di risorsa, dal canale di scarico della Centrale ENEL, avvenga senza limitazioni nei mesi di marzo, aprile e maggio, mentre nei restanti mesi il prelievo sia condizionato al rilascio di 3 mc/sec;

5) per quanto riguarda la posa della condotta, il concessionario prima dell’avvio dei lavori dovrà presentare al STB Po, per la preventiva approvazione, il progetto esecutivo delle opere stesse (che tenga in debita considerazione i volumi di scavo) tenendo conto delle seguenti prescrizioni:

- dovrà essere redatto un approfondimento geologico/geotecnico a scala di dettaglio esecutivo(redatto da tecnico qualificato ed abilitato) che tenga conto in particolare della evoluzione recente (nell’ultimo decennio) dei luoghi interessati dalla posa della condotta e per un intorno ad essi significativo;

- in fase di cantiere, i lavori relativi alla posa della condotta in corrispondenza delle frane attive (e quiescenti) dovranno essere verificati da un geologo ed effettuati sotto il controllo tecnico di un ingegnere geotecnico;

- nei tratti in cui si prevede che la condotta sia posata in alveo, la stessa dovrà essere posta ad una profondità non inferiore a ml. 2,50 dallo stesso (da intendersi come distanza tra la sommità della condotta ed il fondo alveo) ed inoltre dovrà essere realizzata con gli opportuni accorgimenti tecnici (compresi eventuali ancoraggi al substrato) atti ad evitare che si possano creare, nel tempo, fenomeni di galleggiamento;

- con riferimento alla numerazione progressiva indicata nella tav. 09 (sovrapposizione opere di progetto con carta inventario dissesto del ptcp di reggio emilia) in data febbraio 2011, si prescrive quanto segue:

  • nel tratto 0-1 il torrente batte in sinistra idraulica ove ha iniziato a erodere la sponda sinistra creando una frana con un fronte di un centinaio di metri; in questo tratto si dovrà prevedere una risagomatura dell’alveo, asportando una parte del rilevato presente in destra idraulica, e lasciando quindi più spazio all’alveo;
  • nel tratto 4-5: in fase esecutiva si dovrà assolutamente fare in modo che lo scavo della trincea interessi solo il materiale alluvionale del terrazzo e non la roccia da questo sepolta; si richiede la presenza di un geologo in fase esecutiva per il riconoscimento del materiale in fase di scavo e, se necessario, occorrerà scostare lo scavo dal piede del versante in modo adeguato;
  • nel tratto 7-8-9 la condotta dovrà essere posta al di fuori dell’alveo vivo del torrente, in tutti i tratti in cui ciò è possibile:i luoghi idonei a tal fine saranno individuati mediante specifica indagine in situ;
  • nel tratto 10 in fase esecutiva si dovrà assolutamente fare in modo che lo scavo della trincea interessi solo il materiale
  • alluvionale del terrazzo e non la roccia da questo sepolta; si richiede la presenza di un geologo in fase esecutiva per il riconoscimento del materiale in fase di scavo e, se necessario, occorrerà scostare lo scavo dal piede del versante in modo adeguato;
  • nel tratto 15-18: la condotta dovrà essere posta al di fuori dell’alveo vivo del torrente, in tutti i tratti in cui ciò è possibile; i luoghi idonei a tal fine saranno individuati con specifica indagine in situ da realizzarsi tramite:
    • un rilevamento delle zone raggiunte dai massi per individuare l’area storicamente interessata;
    • una modellizzazione geometrica del versante (es: rilievo con laser scanner terrestre);
    • un’analisi delle traiettorie attese e individuazione della fascia di pericolo/rischio, al di fuori della quale la condotta si dovrà tenere a tutela sia della medesima che della manodopera in fase di cantiere;
    • individuazione di eventuali misure di mitigazione del rischio (es: diga/barriera paramassi);
  • nel tratto 24B – 28: dovrà essere tecnicamente valutata la possibilità di posizionare la condotta a tergo del muro di difesa spondale già esistente, prevedendo gli eventuali necessari adeguamenti dello stesso al fine di evitare che eventuali fenomeni erosivi la possano interessare anche in futuro;

6) l’approvvigionamento degli inerti da costruzione e lo smaltimento dei materiali di risulta dovrà essere effettuato utilizzando siti regolarmente autorizzati e nel rispetto delle normative vigenti, privilegiando a parità di idoneità i siti più prossimi all’area di realizzazione al fine di minimizzare gli impatti derivanti dal trasporto e riutilizzando tutti i materiali provenienti dagli scavi come previsto dal progetto;

7) gli eventuali materiali in esubero che dovessero risultare dai lavori di scavo dovranno essere smaltiti conformemente alla vigente disciplina in materia di rifiuti;

8) la dismissione del cantiere dovrà comportare il ripristino dello stato originario dei luoghi. Per il ripristino delle aree di cantiere andrà utilizzato il terreno vegetale derivante dallo scotico, che si avrà cura di accumulare, separatemene dalle altre tipologie di materiale, in spessori adeguati provvedendo alla sua manutenzione per evitarne la morte biologica;

9) per consentire i controlli di competenza, la Società proponente dovrà dare, obbligatoriamente e con congruo anticipo, comunicazione dell’avvio dei lavori al Servizio Tecnico di Bacino degli Affluenti del Po, alla Provincia di Reggio Emilia, al Comune di Toano, all’ARPA Sezione Provinciale di Reggio Emilia, all’AUSL di Reggio Emilia e alla Soprintendenza per i Beni Archeologici per l’Emilia-Romagna; nonché dovrà comunicare al Servizio Tecnico di Bacino degli Affluenti del Po e alla Provincia di Reggio Emilia la data di ultimazione dei lavori, e di trasmettere la certificazione attestante che l’impianto è stato realizzato conformemente al progetto approvato col presente atto;

10) per i lavori in alveo e per le operazioni di getto dei calcestruzzi, dovrà essere preventivamente avvisata ARPA Sezione provinciale di Modena che ha la competenza dei monitoraggi sul bacino del Fiume Secchia;

11) in caso di rinuncia o cessazione per qualsiasi motivo, della concessione di derivazione con contestuale dismissione dell’impianto, la società titolare è tenuta a presentare alla Provincia di Reggio Emilia e al Servizio Tecnico di Bacino degli Affluenti del Po l’adeguamento del progetto degli interventi di dismissione, ripristino, reinserimento e recupero ambientale dei luoghi;

12) al fine di evitare impatti significativi sui corpi idrici superficiali durante le fasi di cantiere occorrerà adottare idonee procedure operative, in particolare per la realizzazione dei lavori in alveo o nelle sue immediate vicinanze (opera di presa e di restituzione); in particolare andranno adottati i seguenti accorgimenti:

  • utilizzo di macchine operatrici a norma sottoposti a periodici controlli e manutenzioni;
  • allestimento delle aree di cantiere e dei siti di stoccaggio dei materiali al di fuori delle fasce di espansione delle piene;
  • predisposizione di sistemi di drenaggio e raccolta delle acque di dilavamento delle aree di cantiere e degli eventuali sversamenti accidentali al fine di evitarne lo scarico diretto nel corpo idrico;
  • predisposizione di vasche di raccolta delle acque di esubero derivanti dalle operazione di getto dei calcestruzzi al fine di evitare la contaminazione a calce delle acque od in alternativa utilizzo di cementi di tipo pozzolanico con basso contenuto in calce;
  • i reflui derivanti dalle attività di cantiere dovranno essere correttamente smaltiti mediante scarico autorizzato regolarmente ai sensi della disciplina vigente in materia o mediante conferimento ad idoneo sito di trattamento;

13) al fine di evitare fenomeni di inquinamento delle acque dovute al funzionamento delle macchine idrauliche nella centrale, per il funzionamento delle turbine dovranno essere utilizzati lubrificanti ecologici e/o biodegradabili; a tale scopo dovrà essere preventivamente inviata ad ARPA e AUSL territorialmente competenti copia della scheda tecnica degli stessi lubrificanti, per l’approvazione all’uso;

14) si prescrive l’adeguamento del piano di monitoraggio predisposto dal proponente. Tale piano dovrà prevedere un periodo minimo di osservazione di due anni durante i quali dovranno essere indagati tutti gli aspetti relativi allo stato di qualità delle acque e delle componenti biologiche ad esse afferenti; il Programma dovrà essere sviluppato coerentemente con i contenuti del D.M. 8 novembre 2010, n. 260, recante “Regolamento recante criteri tecnici per la classificazione dello stato dei corpi idrici superficiali, per la modifica delle norme tecniche del DLgs 152/06, recante norme in materia ambientale, predisposto ai sensi dell’art. 75, comma 3, del medesimo decreto”; in particolare, il Programma andrà sviluppato secondo le indicazioni contenute nel Decreto per quanto attiene al “Monitoraggio d’indagine” e dovrà interessare prevalentemente gli elementi di qualità biologica e idromorfologica;

15) si prescrive di concordare azioni di mitigazione con l’U.O. vigilanza, caccia e pesca della Provincia di Reggio Emilia per la conservazione e la salvaguardia delle specie ittiche autoctone;

16) dovrà essere coinvolto l’Ufficio Vigilanza, Caccia e Pesca della Provincia di Reggio Emilia al fine di concordare per tempo, prima dell’inizio della fase di cantiere, i recuperi della fauna ittica da effettuare nel tratto sotteso dall’impianto. Il tratto comprende le zone poco a monte delle aree di cantiere in alveo fino ad almeno 1000 metri a valle delle stesse zone. Questo per recuperare e gestire la fauna ittica che si trova in questi tratti di fiume, e che subirebbe gravi conseguenze durante i lavori di cantiere. Le azioni di recupero della fauna ittica potranno essere effettuate esclusivamente dalle unità operative di gestione della fauna ittica della Provincia di Reggio Emilia a carico del proponente come riportato dalla delibera n.308 del 18/10/2011 della Provincia di Reggio Emilia;

17) si chiede di realizzare a opere compiute, nel tratto interessato dai lavori una riqualificazione fluviale che ripristini le condizioni originarie dell’alveo, apportando ove possibile ulteriori interventi volti al miglioramento della vita acquatica (ad esempio nella zona di rilascio delle acque, al fine di smorzare l’importante flusso idrico e la velocità di corrente) in accordo anche con il Servizio Tecnico Bacino affluenti del Po;

18) durante la fase di gestione dell’impianto, qualora, sulla scorta delle risultanze dei monitoraggi, emergesse un deterioramento significativo della qualità delle acque e degli ecosistemi, i titolari dell'impianto idroelettrico dovranno adottare tutte le misure eventualmente indicate dalle autorità competenti, anche di natura "gestionale" con riferimento anche ai prelievi ed ai rilasci ed alla loro modulazione nel tempo, volte al raggiungimento degli obiettivi di tutela quali-quantitativa della risorsa idrica e degli ecosistemi;

19) si prescrive quanto già previsto nel SIA per l’effettuazione di una campagna di monitoraggi sulle componenti ambientali durante i lavori di realizzazione dell’opera e durante l’esercizio. Si riporta a tal fine il Piano di monitoraggio, indicato nel SIA, che dovrà di indagare le seguenti componenti:

- Fisiografia – sono previsti sopralluoghi sia durante al realizzazione delle opere sia durante l’esercizio, per valutare l’erosione ed i dissesti provocati dalle precipitazioni più intense. Sarà inoltre, verificata l’efficacia delle ricoperture vegetali, l’avvenuto attecchimento ed il grado di ricolonizzazione delle zone trattate;

- Biocenosi (vegetazione) – a inizio lavori saranno effettuati dei rilievi fitosociologici per poi essere confrontati con la situazione successiva al completamento dei lavori che dureranno circa un anno. Si considereranno sempre gli stessi punti ed i medesimi periodi dell’anno. I rilievi interesseranno tre ambienti distinti: Il greto, l’arbusteto e il bosco ripariale. I monitoraggi verranno eseguiti prima dell’inizio dei lavori e al 1°, 2°, 4°, 6° e 10° anno dalla fine dei lavori. Saranno inoltre, monitorate le aree poste sotto ripristino con almeno 4 sopralluoghi nel primo anno dalla fine dei lavori, 2 nel secondo e successivamente con un sopralluogo annuo fino al sesto anno. Si individueranno le zone erose dal ruscellamento superficiale. Sarà verificato l’attecchimento di semi. Talee e piante.

- Biocenosi (macroinvertebrati acquatici) – la qualità dell’acqua sarà monitorata considerando parametri chimico fisici e biologici. Per quanto riguarda questi ultimi lo stato del corso d’acqua sarà valutato con il metodo I.B.E. si farà riferimento a due sezioni, una monte e una a valle rispetto all’opera di presa. Un campionamento verrà effettuato prima dell’inizio dei lavori ed i seguenti verranno effettuati con frequenza annuale per i primi 6 anni a partire da prima dell’inizio dei lavori, successivamente ogni 2 anni a meno che non si presentino delle anomalie.

- Biocenosi (ittiofauna) – nel SIA integrato si propone l’esecuzione di campagne di campionamenti quali-quantitativi con elettrostorditore con cadenza annuale per i primi 6 anni a partire da prima dell’inizio dei lavori, e successivamente biennale qualora non si verifichino anomalie.In base ai risultati di tali campionamenti si potrà eventualmente rilevare l’influenza del progetto rispetto alla situazione attuale ed eventualmente provvedere a campagne di sostegno alla popolazione, con incremento della popolazione autoctona;

20) inoltre si prescrive che il monitoraggio ittiologico dovrà verificare, nel tratto del rilascio delle acque, l'eventuale sussistenza di problematiche analoghe a quelle presenti attualmente a livello dello scarico della centrale esistente di Farneta;

21) il progetto prevede vari interventi proposti per la mitigazione o eliminazione degli impatti ambientali che si riassumono di seguito:

Dissabbiatore

- canale dissabbiatore interrato per limitare visibilità;

- andamento secondo declivio naturale;

- protezione da piene eccezionali con muro in calcestruzzo armato, protetto da massi;

- armonizzazione visiva, copertura con materiale lapideo locale;

- parapetti in legno;

- sgrigliatore occultato con edificio, costruito secondo opportuna tipologia architettonica;

Condotta forzata

- occultamento totale mediante interramento;

- drenaggi perché non si creino vie preferenziali di scorrimento delle acque attorno alla condotta;

- accurata scelta del tracciato per interferire al minimo con la vegetazione, l’alveo ed i versanti più instabili;

Alveo

- rilascio delle portate scaricate da ENEL eccedenti la portata massima derivabile dalla centralina di progetto, che va ad aggiungersi alla portata naturale presente nel Torrente Dolo;

- rinverdimento nei tratti danneggiati nelle vicinanze di opere di presa e restituzione e delle aree a protezione delle stesse;

- riduzione dei dissesti grazie alle opere di sostegno del versante e protezione al piede dall’erosione dove è necessario fare passare la condotta;

Versanti

- sistemazione dei versanti potenzialmente instabili stabilizzazione con posa della condotta al piede della frana;

- rinverdimento con tecnica dell’accantonamento selettivo e con semina;

Edificio centrale

- edificio centrale parzialmente interrato per occultamento visivo, eliminazione rumori e vibrazioni; massima riduzione degli ingombri;

- edificio centrale secondo le tipologie architettoniche locali, rivestimento di tutte le strutture in cemento armato;

- staccionate in legno;

- rinverdimento delle superfici con semina e ripristino delle eventuali piante precedentemente accantonate;

- messa a dimora di latifoglie nell’intorno del fabbricato con sesto irregolare;

- restituzione delle acque su canale interrato opportunamente rinforzato, funzionante a pelo libero;

Cantierizzazione

- eliminazione preventiva di blocchi instabili su versanti interessati da lavori al piede;

- protezione degli sbancamenti dovuti alle opere di scavo con opere di sostegno;

- nessun materiale verrà scaricato nel corso d’acqua o posizionato nell’alveo per non alterare la qualità delle acque e per non causare una riduzione della sezione d’alveo;

- la rimozione e l’accantonamento temporaneo delle piante e delle ramaglie dovrà essere effettuato anteriormente ad ogni operazione di scavo;

- minimizzazione della movimentazione dei mezzi;

- realizzazazione di una pista nel fondovalle per limitare il disturbo arrecato dai mezzi;

- superficie di ricolmata nei tratti fuori strada presenterà una lieve baulatura verso l’esterno per ostacolare l’ingresso delle acque all’interno dello scavo;

- il ritombamento di tutti gli scavi verrà effettuato nel più breve tempo possibile;

- ogni materiale di risulta verrà posizionato sul posto, opportunamente livellato e quello eventualmente eccedente verrà inviato a discarica autorizzata o riutilizzato;

b) di dare atto che la valutazione di impatto ambientale positiva, ai sensi del comma 3. art. 17, L.R. 9/99, costituisce variante agli strumenti urbanistici, qualora l’assenso dell’Amministrazione comunale sia ratificata dal Consiglio comunale entro 30 giorni;

c) di dare atto che l’autorizzazione unica dell’impianto per la produzione di energia elettrica in esame, in quanto derivante da fonte rinnovabile, sarà rilasciata dell’Amministrazione provinciale di Reggio Emilia, a conclusione del procedimento di Valutazione di Impatto ambientale, ai sensi del Decreto del Ministro dello Sviluppo economico del 10 settembre 2010 “Linee Guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili”; tale autorizzazione comporta la dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza, e costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico, ai sensi dell’art. 12 del DLgs 387/03 “Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità”;

d) di dare atto che le valutazioni e le determinazioni, espresse dal rappresentante della Regione Emilia-Romagna, comprendono le valutazioni e le determinazioni dei servizi regionali Servizio Tecnico Bacino Fiume Po e Servizio Tutela Risanamento Risorsa Acqua, che hanno collaborato ai lavori istruttori e condiviso le conclusioni rappresentate dalla Regione Emilia-Romagna;

e) di dare atto che il Servizio Tecnico Bacino Fiume Po ha provveduto a far pervenire il provvedimento di propria competenza:

- Concessione alla derivazione e utilizzazione di acque pubbliche (R.R. 41/01), nonché Nullaosta idraulico (R.D. 523/04) Determina n. 13119 del 18/10/2012, che costituisce l’Allegato n. 2 parte integrante della presente delibera;

f) di dare atto che il Comune di Toano ha espresso, all’interno del rapporto, di cui al punto 3.15, il proprio assenso positivo alla realizzazione dell'impianto con effetti di

– Permesso di costruire (parere favorevole con prescrizioni della Commissione per la Qualità Architettonica ed il Paesaggio nella seduta del 31 marzo 2011),

– Autorizzazione paesaggistica (DLgs n. 42 del 22 gennaio 2004),

– Pareri inerenti l’autorizzazione alla costruzione ed all’esercizio di linea elettrica (art. 3, L.R. 22 febbraio 1993, n. 10 e successive modifiche ed integrazioni);

g) di dare atto che il rappresentante dell’Amministrazione provinciale di Reggio Emilia, ha espresso, all’interno del Rapporto, di cui al punto 3.15, il proprio assenso positivo alla realizzazione dell'impianto;

h) di dare atto che il rappresentante dell’Autorità dei Bacino del Fiume Po pur regolarmente convocato, non ha partecipato alla seduta conclusiva della Conferenza di Servizi, trova quindi applicazione il disposto dell’art. 14 ter, comma 7 della legge 241/90;

i) di dare atto che il rappresentante dell’Amministrazione provinciale di Modena, pur regolarmente convocato, non ha partecipato alla seduta conclusiva della Conferenza di Servizi, trova quindi applicazione il disposto dell’art. 14 ter, comma 7 della legge 241/90;

j) di dare atto che il rappresentante del Comune di Montefiorino, pur regolarmente convocato, non ha partecipato alla seduta conclusiva della Conferenza di Servizi, trova quindi applicazione il disposto dell’art. 14 ter, comma 7 della legge 241/90;

k) di dare atto che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali Direzione Regionale Beni Architettonici e Paesaggio, pur regolarmente convocato, non ha partecipato alla seduta conclusiva della Conferenza di Servizi, trova quindi applicazione il disposto dell’art. 14 ter, comma 7 della Legge 241/90;

l) di dare atto che ai fini dell'autorizzazione dell'elettrodotto, ai sensi della L.R. 10/93, gli enti interessati, pur regolarmente convocati, non hanno partecipato alla seduta conclusiva della Conferenza di Servizi; trova quindi applicazione il disposto dell’art. 14 ter, comma 7 della legge 241/90; i medesimi enti hanno inviato i loro pareri favorevoli le cui prescrizioni, di seguito elencate, sono fatte proprie dalla Conferenza e la ditta esecutrice è tenuta ad ottemperarle:

- nulla osta da parte del Ministero dello Sviluppo Economico - Dipartimento per l'Energia - Direzione Generale Risorse Minerarie ed Energetiche - Divisione I - UNMIG, Prot. n. 06502 del 30/9/2011, indirizzato a CEV S.r.l.; che costituisce l’Allegato 3, parte integrante della presente deliberazione;

- benestare di massima con prescrizioni da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Direzione generale Territoriale nord-est - Ufficio 13 Sezione USTIF di Bologna, Prot. 2967/F4 del 2/11/2011, indirizzato a CEV Srl; che costituisce l’Allegato 4, parte integrante della presente deliberazione;

- comunicazione dell'elenco interferenze da parte di Telecom Italia SpA., prot n. INT000268 del 30/9/2011, indirizzato a CEV Srl.; che costituisce l’Allegato 5, parte integrante della presente deliberazione;

- nulla osta subordinato all'osservanza di condizioni da parte del Ministero dello Sviluppo economico - Ispettorato Territoriale dell'Emilia-Romagna - Settore III - Reti e Servizi di Comunicazioni elettroniche, Prot. n. 17810 del 30/11/2011, indirizzato alla Provincia di Reggio Emilia e a CEV S.r.l.; che costituisce l’Allegato 6, parte integrante della presente deliberazione;

- nulla osta da parte del Comando Militare Esercito dell'Emilia-Romagna, Prot. M_D-E24466 n. 0032270 del 12/12/2011, indirizzato alla Provincia di Reggio e a CEV Srl,; che costituisce l’Allegato 7, parte integrante della presente deliberazione;

- nulla osta demaniale da parte dell'Aeronautica Militare, Prot. TR1-RTP/21/25083/1586/2008/PD del 7/11/2011, indirizzato a CEV Srl. che costituisce l’Allegato 8, parte integrante della presente deliberazione;

- parere di conformità da parte di ARPA di Reggio Emilia, prot. n. PG RE/2012/35 del 03/01/2012 (comprensivo del parere di di AUSL di Reggio Emilia - prot. AUSL. n. 121122.9.1.1.2 del 13/12/2011) indirizzato alla Provincia di Reggio Emilia e a CEV S.r.l. che costituisce l’Allegato 9, parte integrante della presente deliberazione;

m) di dare atto che, relativamente all’attraversamento della S.P. 486”R” da parte dell’elettrodotto in progetto, l’autorizzazione prot. n. 61625/227/2011 del 1/12/2011, rilasciata dal Servizio Infrastrutture, Mobilità Sostenibile, Patrimonio ed Edilizia della Provincia di Reggio Emilia; costituisce l’Allegato 10, parte integrante della presente deliberazione;

n) di trasmettere, ai sensi dell’art. 16, comma 3, della L.R. 18 maggio 1999, n. 9 e successive modifiche ed integrazioni, copia della presente deliberazione al proponente alla società C.E.V. srl, con sede legale in Via Sorio 120, 35141 Padova (PD);

o) di trasmettere, ai sensi dell’art. 16, comma 3, della L.R. 18 maggio 1999, n. 9 e successive modifiche ed integrazioni, per opportuna conoscenza e per gli adempimenti di rispettiva competenza, copia della presente deliberazione alla Amministrazione Prov.le di Reggio Emlia, alla Amministrazione Prov.le di Modena; alla Amministrazione Comunale di Toano, alla Amministrazione Comunale di Montefiorino, al Ministero per i Beni e le Attività Culturali Direzione Regionale Beni Architettonici e Paesaggio, alla Regione Emilia-Romagna Servizio tecnico di Bacino Romagnoli Fiume Po, all’Autorità Di Bacino Po, alla Regione Emilia-Romagna Servizio Tutela Risanamento Risorsa Acqua, all’ARPA sez. Reggio Emilia, alla Ausl di Reggio Emilia; al Comando Militare Esercito Emilia-Romagna; all’Aeronautica Militare; al Ministero Infrastrutture USTIF; al Ministero Dello Sviluppo Economico Dipartimento per L’Energia; alla Telecom Italia; al Ministero Dello Sviluppo Economico Dipartimento per le Comunicazioni;

p) di stabilire, ai sensi dell’art. 17, comma 9, della L.R. 18 maggio 1999, n. 9 e successive modifiche ed integrazioni, che l’efficacia temporale della presente Valutazione di Impatto Ambientale è fissata in anni 3 (tre);

22) di pubblicare per estratto nel Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna, ai sensi dell’art. 16, comma 3, della L.R. 18 maggio 1999, n. 9 e successive modifiche ed integrazioni, il presente partito di deliberazione.

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