n.73 del 22.03.2017 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 2146 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni presso il Governo affinché intervenga per eliminare le scappatoie legali utilizzate dalle multinazionali, inclusi tax rulings, sanzionare i paradisi fiscali, combattere la corruzione ed il riciclaggio, migliorare la trasparenza e la cooperazione transfrontaliera, supportando l'obbligo di rendicontazione pubblica dei Paesi riguardante la Direttiva sui diritti degli azionisti. A firma dei Consiglieri: Bessi, Campedelli, Zoffoli, Montalti, Serri, Bagnari, Paruolo, Rossi Nadia, Caliandro, Rontini, Prodi
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
esattamente un anno fa nasceva lo scandalo Luxleaks, che ha suscitato fortissima indignazione in Europa e nel mondo allorquando si è scoperto che più di 500 multinazionali avevano concluso accordi segreti con il Lussemburgo tra il 2002 e il 2010 per abbattere la pressione fiscale;
in quell’occasione emerse come alcune imprese con miliardi di euro di entrate avessero beneficiato di una tassazione effettiva di meno dell’1% sui profitti trasferiti in Lussemburgo, a differenza delle piccole e medie imprese prive dello stesso trattamento di favore e pertanto vittime di concorrenza sleale;
dunque, l’inchiesta resa pubblica nel novembre 2014 ha sollevato un velo sulla situazione fiscale in Europa, evidenziando come gli Stati europei abbiano sviluppato in questi anni un’impropria competizione nell’offerta di una varietà di misure fiscali, inclusi tax rulings, per attrarre imprese multinazionali e aumentare artificialmente i loro introiti;
la pratica dei Tax rulings sottrae però importanti entrate fiscali agli altri Paesi europei e diminuisce le risorse complessive derivanti dalla tassazione, che potrebbero essere usate per migliorare i servizi pubblici, la sanità o il sistema scolastico, a vantaggio di tutti i cittadini.
Valutato che
un anno è passato e nonostante alcuni annunci, l’Unione Europea non è ancora riuscita a dare risposte ai suoi cittadini e alle sue piccole e medie imprese perdendo così l’occasione per fare un passo avanti e ottenere un cambiamento reale;
il 6 ottobre di quest’anno, i ministri delle finanze dell’UE hanno perso un’altra opportunità con l’accordo sull’istituzione di un sistema di scambio automatico d’informazione tra i 28 Stati membri dell’UE sui tax rulings;
tale intesa non assicura infatti nessuna trasparenza su questi accordi segreti e indebolisce fortemente la già timida proposta della Commissione, oltre che i sistemi fiscali nazionali e il progetto europeo.
Evidenziato che
il mercato unico europeo può infatti funzionare efficacemente solo in un quadro fiscale trasparente, coordinato e cooperativo e dunque occorre che l’Unione Europea assicuri che le multinazionali paghino le loro tasse dove realizzano i profitti.
In Parlamento sono state presentate diverse proposte di legge che puntano alla regolamentazione della tassazione per le aziende che operano in Rete, la cosiddetta digital tax, che prevede l’imposizione fiscale sul fatturato di svariati milioni di euro prodotto in Italia da colossi aziendali che operano nel digitale senza avere sede nel nostro Paese.
Attualmente è in discussione la Direttiva sui diritti degli azionisti che introduce l’obbligo di rendicontazione Paese per Paese ed alcuni parlamentari europei hanno lanciato dalle pagine di un noto quotidiano nazionale un appello perché si affermi maggiore trasparenza nella tassazione delle multinazionali per l’affermazione di un corretto regime di concorrenza a tutela delle Piccole e Medie Imprese.
Tra di essi ci sono: il Relatore per la Direttiva Sergio Cofferati, il Presidente del Gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo Gianni Pittella, il Presidente della Commissione Economica del Parlamento Europeo Roberto Gualtieri, l’ex Presidente della Commissione Europea ed ex Presidente del Consiglio italiano Romano Prodi, oltre ad alcune personalità del mondo accademico europeo come Thomas Piketty, Paris School of Economics o Jean-Paul Fitoussi, Co-Presidente del Consiglio Scientifico della Progressive Economy.
La proposta di direttiva richiede alle grandi imprese multinazionali ed alle imprese quotate di rendere pubblici i dati sulle attività e sulle tasse che pagano in ogni Paese in cui operano, in modo tale da permettere alle autorità fiscali, agli investitori e agli altri stakeholders, inclusi i cittadini, di intraprendere iniziative in caso di comportamenti inappropriati o illeciti.
Tali disposizioni già in vigore per il sistema bancario europeo sono già soggette a tale requisito, che non ha diminuito la loro competitività, come dimostrato da una ricerca ufficiale commissionata dalla Commissione europea.
La Commissione Europea ha annunciato ad ottobre 2016 l’intenzione di rivedere il modo in cui le società sono tassate nel mercato unico proponendo un regime di imposta sul reddito delle società equo e favorevole alla crescita, ricalibrata come parte di un più ampio pacchetto di riforme dell’imposta sul reddito delle società, ovvero la base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società (Common Consolidated Corporate Tax Base CCCTB), per rendere più facile e meno costoso operare nel mercato unico, che fungerà da strumento efficace contro l’elusione fiscale.
Con CCCTB le imprese disporranno per la prima volta di un corpus unico di norme per calcolare gli utili imponibili in tutta l’UE. Rispetto alla precedente proposta del 2011 il nuovo regime di imposizione delle società:
- sarà obbligatorio per i grandi gruppi multinazionali, che hanno la maggiore capacità di pianificazione fiscale aggressiva, e garantirà che le imprese con ricavi complessivi superiori a 750 milioni di euro all’anno siano tassate dove realizzano effettivamente i propri profitti;
- colmerà le lacune attualmente connesse al trasferimento degli utili a fini fiscali;
- incoraggerà le imprese a finanziare le loro attività mediante capitale e sfruttando i mercati invece di ricorrere all’indebitamento;
- sosterrà l’innovazione tramite incentivi fiscali alle attività di ricerca e sviluppo (R&D) collegate all’attività economica reale.
Impegna la Giunta ad agire presso il Governo perché
- intervenga per eliminare le scappatoie legali utilizzate dalle multinazionali, sanzionare efficacemente i paradisi fiscali, combattere la corruzione e il riciclaggio e migliorare la trasparenza e la cooperazione transfrontaliera;
- supporti l’obbligo di rendicontazione pubblica Paese per Paese attualmente in discussione nella Direttiva sui diritti degli azionisti;
- supporti la rapida adozione della CCCTB.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana dell’1 marzo 2017