n.259 del 17.08.2022 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 5328 - Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere una riflessione sull'uso dello spazio pubblico a fini celebrativi e a istituire un fondo regionale a sostegno della realizzazione di statuaria pubblica per le persone illustri dedicata in particolare a donne che in Emilia-Romagna si siano distinte per meriti professionali, culturali, scientifici, sociali e civici. A firma delle Consigliere: Zamboni, Pigoni, Bondavalli

L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna

Premesso che

l’Associazione Donne Fotografe Italiane, fondata nel 2017 a Bologna, ha realizzato una mostra di foto per evidenziare l’assenza di statuaria civica dedicata a figure femminili di alto profilo storico, professionale e biografico. Tale mostra, intitolata SCOLPITE, si è tenuta prima a Brescia (dal 27 maggio al 13 giugno 2021), poi a Milano (a Palazzo Reale dal 13 luglio al 5 settembre), infine a Bologna (dal 13 al 28 maggio 2022) nel quadriportico dell’Archiginnasio;

la scarsa e inadeguata rappresentazione di donne di rilievo pubblico nella statuaria monumentale è stata ripresa di recente da diversi reportage su quotidiani e riviste nazionali che hanno acceso i riflettori sull’esiguo numero di statue dedicate a donne dallo spiccato profilo personale nel nostro paese;

lo spazio pubblico e i monumenti, oltre a ricordare e celebrare, valorizzano modelli culturali e contribuiscono a plasmare il modo di pensare, per cui l’assenza di donne celebri nella statuaria ribadisce anche in questo settore l’impari condizione di genere tra uomini e donne nella rappresentazione e valorizzazione pubblica.

Considerato che

a partire da settembre 2021, l’Associazione di professioniste dei beni culturali Mi Riconosci ha condotto un censimento delle statue pubbliche femminili realizzate tra l’Unità d’Italia e oggi. I monumenti sono stati raccolti tramite un questionario proposto al loro pubblico (42 mila persone), a cui si aggiungono ricerche personali delle attiviste. La mappa, pubblicata sul sito www.miriconosci.it, è in costante aggiornamento e si possono mandare segnalazioni a info@miriconosci.it;

i monumenti, le statue e i busti che vengono considerati all’interno dell’indagine e presentati nella mappa sono dedicati a donne realmente vissute, a personaggi letterari o di leggende e a figure anonime collettive che si trovano in spazi pubblici come piazze, giardini e strade. “Escludendo le figure allegoriche (come la Patria o la Vittoria), le figure mitologiche (come Venere o le Grazie) e la Madonna, se ne contano circa 190” - spiega la curatrice della ricerca, la storica dell’arte Ludovica Piazzi. “80 sono figure anonime collettive (dedicate a mondine, partigiane, madri) e 110 quelle intitolate a donne realmente esistite”.

Considerato inoltre che

dalla succitata indagine emerge in generale una rappresentazione del femminile in gran parte stereotipata che mostra come il problema non si limiti ad assenza o rimozione di donne nello spazio pubblico, ma riguardi pure le modalità con cui sono rappresentate quelle presenti. Essendo l’esaltazione del sacrificio e della cura quasi una costante, le donne vengono spesso rappresentate mentre svolgono lavori umili e pesanti (vedi ad esempio a lavandaia in via Riva di Reno angolo via della Grada a Bologna) oppure mentre aspettano il ritorno dei mariti dal lavoro o crescono figli; poche si distinguono per i meriti intellettuali, molte per la bellezza e la sinuosità del corpo, con un’enfasi su dettagli leziosi che nulla hanno a che fare con la valorizzazione dell’esperienza biografica specifica dei soggetti rappresentati;

oggi lo spazio pubblico è per lo più androcentrico e questo assunto trova conferma nell’enorme sproporzione tra autori e autrici dei monumenti femminili censiti: delle opere che hanno un’attribuzione certa, solo il 5% è stato realizzato da donne, il 4% vede la collaborazione tra autori e autrici, mentre il restante 91% è a firma solo maschile.

Evidenziato che

dal censimento avviato da Mi Riconosci risulta che il 51% delle statue dedicate alle donne è stato realizzato a partire dal 2000. I monumenti dedicati a donne realmente vissute in Italia sono pochissimi e mancano figure come Elsa Morante o Ada Rossi, Gaetana Agnesi o Trotula de Ruggiero, Nilde Iotti o Tina Anselmi;

il 31% delle opere che rappresentano personaggi realmente esistiti è dedicato a figure religiose, il 17% a donne e bambine note per essere morte tragicamente, l’8,5% a donne ricordate per il ruolo di benefattrici o per aver salvato vite umane. Solamente il 17% di statue pubbliche è dedicato a donne o figure femminili per meriti intellettuali o artistici;

diverse statue figurative a figura intera che intendono omaggiare donne del passato o specifiche categorie presentano corpi nudi o fortemente sessualizzati. Una connotazione erotica che va inevitabilmente a sminuire il soggetto ritratto, privandolo, insieme alle vesti, della sua storia e del suo pensiero.

Preso atto che

a fronte di 125 monumenti maschili, al fine di cominciare a colmare il vuoto della statuaria dedicata a figure femminili storiche, a Milano il 13 giugno è stata inaugurata una statua dedicata a Margherita Hack, dopo quella dedicata nel settembre scorso a Cristina Trivulzio di Belgiojoso;

a Firenze il sindaco Dario Nardella ha annunciato che saranno presto erette cinque statue di donne, che comprendono Maria Montessori, Oriana Fallaci, Nilde Iotti e Anna Magnani.

Sottolineato che

anche in Emilia-Romagna le statue dedicate alle donne sono poche, come confermano i numeri riferiti a quelle presenti solo in alcuni capoluoghi di provincia: 3 a Bologna, 1 a Rimini, 2 a Reggio Emilia, 2 a Piacenza e 1 a Ravenna;

uno dei monumenti più eclatanti e che meglio rappresenta lo spirito con cui vengono rappresentate le donne quando compaiono nella statuaria pubblica è la “Lavandaia” nei pressi di Via della Grada, a Bologna, realizzata da Saura Sermenghi. “È nuda e in una posizione che è consona al mestiere delle lavandaie” - spiegano dalla sede di Bologna di Mi riconosci. Nell’intento dell’artista c’era quello di denunciare le molestie che subivano queste lavoratrici dai passanti, ma in pratica si va perpetuando quello che si vuole denunciare proprio attraverso la nudità e la posizione. È come se si venisse a creare un gioco di sguardi, fra chi è guardato e chi guarda, ambiguo”;

a Rimini famosa è la statua dedicata alla “Sposa dei marinai”: opera di Umberto Corsucci, è stata posizionata sulla punta del molo del porto del capoluogo romagnolo. Il monumento celebra l’attesa per il ritorno dei marinai dal mare. Come recita la scritta eloquente posta sotto la scultura, l’opera è stata concepita “per ricordare le donne che sulle banchine del loro aspettavano i loro uomini ritornare dal lavoro e dal mare e per non dimenticare quelli che non sono tornati”.

Sottolineato inoltre che

anche la toponomastica comunale penalizza le donne; per questo è indispensabile che i Comuni realizzino un’analisi della toponomastica cittadina e della statuaria monumentale pubblica dedicate a personalità femminili al fine di disporre di un quadro aggiornato dello stato dell’arte che evidenzi le carenze nella valorizzazione di personalità femminili di rilievo storico, scientifico, sociale, culturale, anche in forza della previsione di cui all’art. 8 della L.R. 6/2014 che all’uopo “promuove l’intitolazione da parte degli Enti locali di spazi pubblici, vie, strade, piazze, rotonde delle città dell’Emilia-Romagna a donne meritevoli ed esemplari che possano costituire modelli positivi per le nuove generazioni”, al fine di renderne visibile il protagonismo, anche relativamente alla toponomastica femminile.

Tutto ciò premesso e considerato

Impegna la Giunta regionale

a promuovere una riflessione - che coinvolga gli enti locali, la cittadinanza e le associazioni citate in premesse - sull’uso dello spazio pubblico a fini celebrativi, a partire da un’analisi e divulgazione dei risultati del censimento condotto dall’associazione Mi riconosci, al fine di individuare figure di donne meritevoli non adeguatamente valorizzate nella statuaria e nella toponomastica;

a dare concretezza a questa riflessione istituendo un fondo regionale a sostegno della realizzazione di statuaria pubblica per le persone illustri dedicata in particolare a donne che in Emilia-Romagna si siano distinte per meriti professionali, culturali, scientifici, sociali e civici, lasciando un segno nella storia della nostra Regione, ma immotivatamente ancora prive di un riconoscimento nello spazio pubblico.

Approvata a maggioranza dalla Commissione per la parità e per i diritti delle persone nella seduta del 21 luglio 2022.

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