n.367 del 28.12.2023 (Parte Prima)

Oggetto n. 7820 - Ordine del giorno n. 1 collegato all'oggetto 7138 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Disciplina per la conservazione degli alberi monumentali e dei boschi vetusti". A firma della Consigliera: Zamboni

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
 
Premesso che

 

sono definiti patriarchi quegli alberi, sia forestali che da frutto, particolarmente longevi, che sono ancora in vita dopo aver oltrepassato senza troppi danni i secoli e a volte i millenni. Si tratta di alberi monumentali il cui valore risiede non tanto nell'imponenza delle dimensioni ma nel valore genetico e varietale, per questo motivo si tratta spesso di alberi da frutto. Alberi che con la loro longevità dimostrano di essere potenzialmente in grado di sopravvivere ai rapidi cambiamenti climatici in corso e per questo vengono indicati come gli alberi del futuro;

 

l'Associazione Patriarchi della Natura di Forlì, costituita nel 2006 su iniziativa di  alcuni naturalisti romagnoli, si occupa da anni della valorizzazione e conservazione   degli alberi patriarchi dell'Emilia-Romagna e d'Italia e gestisce un archivio di oltre 13.000 esemplari; oltre al censimento e alla catalogazione dei grandi alberi collabora per il salvataggio del germoplasma in banche genetiche che ne conservano i figli e i cloni, con lo scopo di conservare gli alberi a maggiore rischio di estinzione.

 

Premesso inoltre che

 

a partire dal 2010 la Regione Emilia-Romagna, nell'ambito delle attività previste dalla legge regionale 1 del 2008 - Tutela del patrimonio di razze e varietà locali di interesse agrario del territorio emiliano-romagnolo, in collaborazione con Arpae e altre realtà del territorio regionale ha promosso la realizzazione della Rete dei Giardini della Biodiversità;

i Giardini della Biodiversità sono piccoli frutteti che ospitano i gemelli dei patriarchi da frutto e costituiscono delle vere e proprie banche genetiche. La Rete dei Giardini della Biodiversità assolve a molteplici finalità:

  • è luogo di recupero e la valorizzazione del germoplasma di fruttiferi autoctoni dell'Emilia-Romagna;
  • grazie alle varietà antiche rende possibile recuperare la memoria legata alla loro coltivazione, conservazione e impiego;
  • costituisce una rete agrofenologica unica capace di fornire dati molto interessanti per capire quali saranno le colture agrarie del futuro che meglio resisteranno ai cambiamenti climatici.

 

Ricordato inoltre che

 

lo Statuto della Regione Emilia-Romagna, nella sezione dedicata ai principi, all'articolo 3, afferma che la Regione promuove la qualità ambientale, la tutela delle specie e della biodiversità. La tutela della biodiversità e della flora locale sono richiamate nella già citata legge regionale 1 del 2008 e tra le finalità delle leggi regionali 2 del 1977, 6 del 2005, 24 del 2011 e 15 del 2006;

 

a livello di Unione Europea nel maggio del 1992 è stata approvata la Direttiva 92/43, "Habitat", con la finalità di “contribuire a salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo degli Stati membri”. Nel maggio 2020 la Commissione europea ha presentato la Strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030 in cui si sottolinea la necessità di intensificare gli sforzi per contrastare la perdita di biodiversità e di risorse naturali.

 

Considerato che

 

attualmente la Rete dei giardini della biodiversità è costituita da otto siti distribuiti in sette delle nove provincie della regione e rimangono ancora scoperte le provincie di Modena e Parma;

 

per quanto riguarda gli alberi patriarchi forestali, ovvero non da frutto, non esistono attualmente luoghi dedicati alla salvaguardia del loro patrimonio genetico.

 

Considerato inoltre che

 

a partire dal 2020 la Regione Emilia-Romagna promuove il progetto Mettiamo radici per il futuro che prevede la piantumazione di 4,5 milioni di alberi in cinque anni;

 

il DEFR 2024 della Regione Emilia-Romagna al capitolo Quattro milioni e mezzo di nuovi alberi in cinque anni indica tra i risultati attesi per l'intera legislatura:

  • Forestazione urbana e progetti a tema - 1 milione di piante programmate in nuovi impianti forestali;
  • Incremento della superficie boscata - 4000 ettari;

 

nel 2022 è entrato in funzione a Bologna il Data center del Centro Meteo Europeo che potrebbe usufruire e valorizzare i dati su come certe specie agrarie reagiscono in maniera resiliente al riscaldamento globale, dati che associazioni come quella dei Patriarchi della Natura di Forlì sono in grado di fornire.

 

Tutto ciò premesso e considerato,

 

impegna la Giunta regionale

 

ad operare per portare a completamento la Rete dei giardini della biodiversità con la realizzazione di due nuovi giardini nelle due province ancora scoperte: Modena e Parma, dove potranno essere messi a dimora i gemelli dei patriarchi da frutto a maggior rischio di estinzione di queste due province.

 

Ad operare per favorire la realizzazione di un "Bosco dei Patriarchi" mettendo a dimora i figli degli alberi monumentali forestali della regione Emilia-Romagna tutelati e non.

 

Approvato a maggioranza dei presenti nella seduta antimeridiana del 20 dicembre 2023 

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