n.132 del 11.05.2022 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 4858 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attuare misure urgenti per l'approvvigionamento di prodotti fertilizzanti destinati agli agricoltori emiliano-romagnoli. A firma dei Consiglieri: Bergamini, Delmonte, Bargi, Rancan, Pompignoli, Catellani, Facci, Occhi, Liverani, Rainieri, Montevecchi
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
la crisi determinata dalla guerra in Ucraina sta portando ad estreme conseguenze per il tessuto produttivo italiano. All’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia si sta sommando in queste ultime settimane anche la carenza di prodotti fertilizzanti, fondamentali per l’agricoltura, ed il cui costo era sensibilmente aumentato nei mesi scorsi.
L’Italia impiega annualmente circa 2,5 milioni di tonnellate di fertilizzanti, dei quali soltanto una parte estremamente ridotta e di matrice organica è reperibile sul territorio nazionale, mentre la Russia è il principale produttore mondiale in tal senso. L’Italia dipende per circa il 75-80% da importazioni provenienti da Federazione Russa, Egitto, Paesi dell’Europa dell’Est, Francia e Germania per quel che riguarda prodotti azotati. Gli impianti italiani impegnati nella produzione di fertilizzanti hanno pagato, nel corso del 2021, gli aumenti dei costi dell’energia e varie difficoltà logistiche, che hanno causato la difficoltà di poter avere a disposizione la necessaria materia prima.
Secondo le ultime stime riportate dalle associazioni di categoria, gli aumenti dei fertilizzanti avrebbero toccato il 170%, unitamente al fatto che sono sempre più carenti sui mercati sia i fertilizzanti di sintesi che i nitrati di ammonio, che sono alla base di molti prodotti. In particolare, per via delle ritorsioni di Mosca nei confronti delle sanzioni economiche intervenute nei rapporti commerciali tra Unione Europea e Federazione Russa.
Tra le misure alternative che alcuni territori stanno ipotizzando, per fronteggiare il problema, vi sarebbe anche il ricorso ai digestati da reflui zootecnici provenienti dalle centrali che si servono della fermentazione anaerobica per la produzione di biogas o biometano. Nel rispetto di quelle che sono le normative vigenti sulla materia, quali la Direttiva 91/676/CEE (Direttiva Nitrati); il D.Lgs 152/2006 “Norme in materia ambientale” – Parte Terza, relativa alla “Tutela delle acque dall’inquinamento”, ed il D.M. 25 febbraio 2016, n. 5046, recante: “Criteri e norme tecniche generali per la disciplina regionale dell’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento e delle acque reflue, nonché per la produzione e l’utilizzazione agronomica del digestato”.
Gli obiettivi in agricoltura sono quelli di una ricerca finalizzata alla sostenibilità ambientale ed alla circolarità, che potrebbe essere garantita anche da un impiego di materia organica sui terreni agricoli, che sono in molte regioni italiane a rischio desertificazione. Questo, per via di molteplici cause, che vanno dalla fragilità del suolo, ad altre motivazioni antropiche, fino ai cambiamenti climatici che portano l’alternarsi di stagioni siccitose ed eventi caratterizzati da abbondanti piogge concentrate in brevi periodi. Come emerso, del resto, a seguito della relazione del Research Service al Parlamento Europeo.
Considerato che
la Regione Lombardia ha recentemente aperto all’ipotesi di ricorrere con maggiore convinzione ai digestati quale risorsa “green”, in grado di accompagnare gli agricoltori in una fase di transizione, nella quale utilizzare il materiale organico proveniente dalle stalle del territorio, ed abbattendo i costi di produzione.
Sul tema dei digestati da reflui zootecnici si è concentrato nel corso degli ultimi anni un acceso dibattito, tra posizioni che intendono apire al loro utilizzo per restituire materia organica al suolo, attraverso la fissazione di sostanze quali il carbonio, ed altre tendenzialmente critiche, in particolare sull’efficienza legata all’utilizzo di tali sostanze.
Rimane stringente la questione di assicurare sul mercato prodotti fertilizzanti che siano in grado di contenere le alte spese dei produttori agricoli, i quali devono già fare i conti con il costo dell’energia e dei carburanti agricoli, la riduzione delle molecole fitosanitarie utilizzabili in agricoltura a seguito delle limitazioni imposte dall’UE, ed i costi derivanti dalla prolungata siccità.
Rilevato che
il Decreto-legge n. 21/2022, all'art. 21 sostiene l'equiparazione del digestato ai fertilizzanti chimici, al fine di ridurre l'uso di questi ultimi e di limitare i costi di produzione in agricoltura. Con successivo decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro della transizione ecologica, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del suddetto Decreto-Legge, saranno definite le caratteristiche e le modalità di impiego del digestato equiparato.
La Regione Emilia-Romagna ha già dato parere positivo sull'art. 21 del Decreto-Legge n. 21/2022 in Commissione Politiche Agricole della Conferenza Stato-Regioni.
Tutto ciò premesso,
impegna la Giunta
ad attuare misure urgenti – coinvolgendo sia il Ministero che l’UE – per l’approvvigionamento di prodotti fertilizzanti destinati agli agricoltori del territorio, chiarendo al tempo stesso le posizioni della Regione Emilia-Romagna, a proposito dell’impiego dei digestati reflui zootecnici derivanti dalla fermentazione anaerobica per la produzione di biogas e biometano.
A monitorare l'adempimento dell'art. 21 del Decreto legge 21/2022 e vigilare sugli aspetti di dettaglio del decreto ministeriale, in corso di emanazione, per la definizione delle caratteristiche del digestato equiparato e sulle sue modalità di impiego.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 27 aprile 2022