n.195 del 26.09.2012 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 2928 - Risoluzione proposta dai consiglieri Sconciaforni, Monari, Naldi, Barbati, Montanari, Piva, Marani, Barbieri, Pariani, Meo, Mori, Moriconi, Alessandrini, Donini, Mumolo, Luciano Vecchi e Grillini in merito al comportamento tenuto dal poliziotto Forlani, condannato per omicidio colposo per la morte di Federico Aldrovandi e in merito alle iniziative da intraprendersi fra le quali il riconoscimento in Italia del reato di tortura, così come definito dalle Nazioni Unite

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Considerato che

il 21 giugno 2012 la Cassazione si è espressa in modo definitivo sul caso di Federico Aldrovandi, detto Aldro, il diciottenne ucciso durante un controllo di Polizia all'alba del 25 settembre del 2005 a Ferrara;

la Cassazione ha confermato la condanna dei quattro poliziotti per omicidio colposo, per eccesso dei mezzi di contenimento, confermando le sentenze di primo e secondo grado con la condanna a 3 anni e sei mesi;

dopo la sentenza uno dei quattro poliziotti condannati, Paolo Forlani, attraverso Facebook ha insultato la madre di Federico Aldrovandi e la memoria dello stesso Federico;

già in passato erano state pronunciate offese nei confronti della famiglia Aldrovandi e della vittima da parte dei condannati;

oltre a lui altri utenti del Social Network citato hanno offeso gravemente la famiglia Aldrovandi.

Considerato anche che

il Ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, ha preannunciato l'apertura di un procedimento disciplinare nei confronti di Paolo Forlani;

secondo il Regolamento della Polizia di Stato la "destituzione" automatica dall'incarico scatta solo per pene superiori ai quattro anni.

Ritenuto che

il comportamento del condannato dimostri un rifiuto della sentenza, assenza di pentimento nonché sia assolutamente irrispettoso della famiglia e della memoria della vittima.

Condanna

nonostante le tardive scuse, il comportamento di Paolo Forlani e degli altri soggetti che attraverso stampa, media e social network offendono la memoria di Federico Aldrovandi e offendono la dignità della sua famiglia.

Esprime

la propria solidarietà alla madre Patrizia Moretti, e a tutta la famiglia ed agli amici di Federico.

Chiede

- che il Governo italiano si impegni, anche modificando ove necessario le leggi e i regolamenti attualmente in vigore, affinché le persone condannate in via definitiva, anche per pene inferiori ai 4 anni, siano allontanate dalle Forze dell'Ordine, in modo inequivocabile;

- che il Governo si impegni affinché siano stabilite, per legge, modalità di riconoscimento certe degli appartenenti alle Forze dell'Ordine, con un numero identificativo sulla divisa e sui caschi o con qualsivoglia altra modalità adeguata allo scopo;

- che venga riconosciuto anche in Italia il reato di tortura - così come definita universalmente e identificata dalle Nazioni Unite in termini di diritto internazionale - applicando la Convenzione delle Nazioni Unite del 1984 contro la tortura e le altre pene o trattamenti inumani, crudeli o degradanti, ratificata dall'Italia nel 1988.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta antimeridiana del 4 settembre 2012.

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