n.389 del 27.12.2022 (Parte Prima)
Oggetto n. 6196 - Ordine del giorno n. 14 collegato all'oggetto 6023 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2023-2025". A firma dei Consiglieri: Pigoni, Bondavalli, Felicori, Zappaterra, Montalti, Maletti, Rontini, Molinari, Fabbri, Paruolo, Gerace, Soncini, Bulbi, Mori, Costa, Pillati, Rossi, Daffadà, Sabattini
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
il testo del Disegno di legge di Bilancio 2023, attualmente in discussione in sede parlamentare, per quanto riguarda la sanità prevede una crescita del Fondo sanitario nazionale di ulteriori 2 miliardi nel 2023 che si aggiungono ai 2 in più già stanziati dalla manovra del precedente Governo, facendo così salire il Fondo a 128,061 miliardi, pari a 4 miliardi in più rispetto al 2022.
Considerato che
buona parte dell'ulteriore incremento, previsto nella sopracitata manovra di Bilancio 2023, delle risorse del Fondo sanitario nazionale, per la precisione 1,4 miliardi, verrà però destinato a far fronte all'aumento del caro energia e al riparto di queste risorse potranno partecipare anche le Regioni e Province autonome. Le risorse aggiuntive destinate alla sanità risultano quindi assolutamente insufficienti e inadeguate, ad oggi le Regioni vantano un disavanzo di 3,8 miliardi di euro per i costi Covid e di circa 2 miliardi per l'aumento dei costi energetici.
Tenuto conto che
il Meccanismo europeo di stabilità (MES) è un'organizzazione intergovernativa istituita nel 2012 dagli Stati membri dell'area dell'euro, che trova la sua base giuridica nel Trattato sul funzionamento dell'Unione europea. Obiettivo del MES è fornire assistenza finanziaria ai Paesi dell'area euro, nel caso in cui tale intervento si renda indispensabile per salvaguardare la stabilità finanziaria dell'area euro e dei suoi Stati membri;
tra gli strumenti di sostegno a disposizione del MES, attivabili su richiesta di uno Stato membro, rientra la concessione di prestiti, l'assistenza finanziaria precauzionale, l'acquisto di titoli del debito sovrano sui mercati primari e secondari, e l'erogazione di prestiti per la ricapitalizzazione delle istituzioni finanziarie dello Stato beneficiario. Il Mes, inoltre, non ha nessun compito di sorveglianza fiscale ai sensi del Patto di stabilità e crescita, e la sua attività è vincolata al rispetto della legislazione dell'Unione europea;
nel 2020, l'Eurogruppo ha approvato un documento relativo all'apertura una nuova linea di credito per gli Stati, denominata "Pandemic Crisis Support", nell'ambito del vigente Meccanismo Europeo di Stabilità (MES). Secondo quanto prestabilito, un Paese può scegliere se accedere o meno al sostegno e, qualora proceda, può anche non prelevare i fondi. La linea di credito sarà disponibile fino alla fine del 2022, ma il periodo potrebbe essere modificato in caso di necessità, tenendo in considerazione l'evoluzione della crisi;
tra le risorse previste dal MES vi è quella che riguarda le spese indirette come quella per ospedali, cure ambulatoriali e cure riabilitative, diagnostica, farmaci, prevenzione, amministrazione sanitaria e long term care oltre a tutti gli altri costi indiretti relativi all'assistenza sanitaria, alla cura e alla prevenzione dovuti alla crisi di Covid-19. Essendo una linea di credito, il fondo del MES, nel caso di un'adesione da parte del nostro Paese, andrebbe comunque restituito, ma si tratterebbe di una cifra cospicua (pari al 2% del Pil), con un tasso di interesse vicino allo 0 (0,35% il primo anno e 0,15% per gli anni successivi), una durata massima del prestito di 10 anni e una disponibilità quasi immediata;
già nel luglio del 2022, l'Assemblea legislativa votando un ordine del giorno, collegato all'Assestamento di Bilancio approvava un appello affinché l'Italia non rinunciasse ai fondi previsti dal MES.
Evidenziato che
le perturbazioni dei sistemi sanitari durante la pandemia hanno causato un prolungamento delle liste d'attesa per le cure oncologiche e la chirurgia. La pandemia ha anche provocato interruzioni nella prestazione di cure primarie, nei programmi di screening e trattamento dei tumori, nella continuità assistenziale per le persone con patologie croniche e nell'esecuzione della chirurgia non urgente;
le sopracitate prestazioni sanitarie non erogate hanno determinato un allungamento dei tempi di attesa, e un conseguente aumento dell’insoddisfazione dei pazienti. Molti paesi dell'UE hanno stanziato fondi aggiuntivi per far fronte a questi arretrati, ma il principale ostacolo all'incremento del volume delle procedure è la carenza di operatori sanitari. Il personale ha ricevuto incentivi per lavorare più a lungo, ma simili iniziative hanno chiaramente dei limiti e rischiano, ad oggi, di portare al burnout e alle dimissioni del personale sanitario;
attualmente, a livello nazionale, le liste di attesa del Servizio Sanitario Nazionale sono di 23 mesi per una mammografia e 13 mesi per una TAC; mancano circa 63mila infermieri e 18mila medici e nel 2020 la spesa sanitaria privata è stata di circa 38 miliardi di euro.
Dato atto che
recentemente il Ministro dell’Economia ha ribadito l'impegno dell'Italia in merito all'adesione del nuovo trattato della rettifica del MES affermando comunque di voler attendere il verdetto della Corte costituzionale tedesca prima di procedere, infatti, il 30 novembre scorso la Camera ha approvato la mozione della maggioranza che impegna il Governo "a non approvare il disegno di legge di ratifica del Mes alla luce dello stato dell'arte della procedura di ratifica in altri Stati membri e della relativa incidenza sull'evoluzione del quadro regolatorio europeo";
proprio in questi giorni la Corte costituzionale tedesca ha dichiarato inammissibile il ricorso di costituzionalità sollevato contro l'approvazione dell'Accordo del 27 gennaio 2021 che modifica il Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità, il Fondo Salva-Stati e che ora apre la strada alla ratifica da parte della Germania della riforma del trattato del MES e quindi all'appello tra i 19 Stati dell’Eurozona manca ancora l'adesione dell'Italia, che si era impegnata con il precedente governo a ratificare il nuovo trattato.
Sottolineato che
è necessario riportare il Servizio sanitario nazionale ai livelli di finanziamento europei e che per questo sia utile riaprire la discussione sull'utilizzo dei fondi del MES, che corrispondono proprio alla esigenza di rafforzare strutturalmente il nostro sistema e prepararlo alle nuove sfide, insistendo senza alcun indugio a migliorare il nostro sistema sanitario nel suo complesso;
bisogna investire su nuove assunzioni e sulle stabilizzazioni del personale sanitario, rinnovare i contratti, rilanciare la medicina territoriale e domiciliare, oltre a quella ospedaliera, rafforzare gli investimenti valutando l'utilizzo degli stanziamenti previsti del Mes sanitario per dare vigore a un'azione di riqualificazione, rigenerazione, rilancio della Sanità e del nostro welfare;
i fondi previsti dal MES potrebbero essere utilizzati per aumentare in modo strutturale le borse di studio per i corsi post-laurea, trasformando inoltre il corso di formazione in Medicina generale in una vera e propria scuola di specializzazione dato che anche le risorse previste dal PNRR non risolvono comunque la questione della carenza di personale.
Impegna la Giunta regionale
a farsi portavoce, presso tutte le sedi Istituzionali, il Parlamento e il Governo, affinché si possa valutare in tempi celeri, l'adesione alla richiesta dei fondi previsti dal MES per sostenere il finanziamento interno dei costi diretti e indiretti relativi all'assistenza sanitaria nonché per rafforzare e migliorare strutturalmente il nostro sistema sanitario;
ad attivarsi, presso il Governo e le Istituzioni competenti, per sostenere il potenziamento del fondo sanitario nazionale al fine di coprire i maggiori costi energetici, coprire i costi legati all'inflazione, provvedere alla carenza di medici e infermieri e aumentare le borse di studio per gli specializzandi.
Approvato maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 21 dicembre 2022