n.170 del 23.11.2011 periodico (Parte Seconda)

Oggetto n. 1065 - Risoluzione proposta dai consiglieri Costi, Monari, Alessandrini, Marani, Casadei, Piva, Mumolo, Mori, Ferrari, Bonaccini, Pagani, Mazzotti, Vecchi Luciano, Moriconi, Pariani e Zoffoli per impegnare la Giunta a supportare la promozione territoriale ed internazionale del sistema-moda, sostenendo la ricerca sul design, sui prodotti e sui nuovi materiali, la loro tracciabilità, promuovendo anche apposite iniziative nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

il settore tessile abbigliamento ricopre un ruolo importante all’interno dell’economia dell’Emilia-Romagna essendo uno dei principali settori manifatturieri, con il metalmeccanico, per numero di imprese (quasi 7000 nel 3° trim. 2010, 14,1% del manifatturiero) e valore delle esportazioni (3.383 mln euro nel 2009, 10% del totale), contribuendo positivamente al saldo attivo della bilancia commerciale; 

l’industria dell’abbigliamento regionale riveste una posizione di primo piano anche nel panorama nazionale, collocandosi al secondo posto, dopo la Lombardia, per valore delle esportazioni di prodotti dell’abbigliamento, e al primo posto per l’attivo del saldo commerciale;

in relazione alla struttura dell’occupazione (oltre 40.000 addetti nel 2008, 8% del manifatturiero), caratterizzata da una prevalente componente femminile, l’industria dell’abbigliamento contribuisce in misura significativa al sostegno del tasso di occupazione femminile, svolgendo una funzione importante all’interno del mercato del lavoro regionale;

l’industria dell’abbigliamento in Emilia-Romagna si concentra in alcune aree territoriali: Modena, in particolare, è la provincia più importante per numero di imprese e occupati, e Reggio Emilia la prima per valore delle esportazioni;

l’elevata consistenza dell’industria dell’abbigliamento nell’area modenese è determinata dalla presenza del distretto di Carpi, costituito da un sistema di piccole e medie imprese;

nel distretto di Carpi la filiera è formata da numerose imprese di dimensioni medio-piccole che operano per il mercato finale (dette anche imprese finali o imprese conto proprio), e da ancor più numerose imprese di micro e piccole dimensioni che realizzano lavorazioni per conto terzi;

nelle altre aree regionali, e in particolare a Reggio Emilia, Bologna e Rimini, si concentrano alcune imprese finali di dimensioni medio-grandi, che sviluppano la parte prevalente della produzione di abbigliamento di quei territori, oltre a imprese di lavorazioni conto terzi.

Considerato che

l’abbigliamento è stato fra i primi settori del manifatturiero a confrontarsi con la concorrenza dei paesi in via di sviluppo e con significativi fenomeni di delocalizzazione della produzione in paesi esteri a basso costo;

a partire dai primi anni Novanta, il settore tessile abbigliamento ha subito un processo di ridimensionamento, durato quasi un quindicennio, che inaspettatamente si è interrotto nel corso degli anni Duemila;

le ragioni di questa rinascita sono da ricercare nel riposizionamento di un nucleo di imprese su fasce di mercato a maggiore valore aggiunto, che le colloca nella fascia medio-alta e alta, attraverso consistenti investimenti delle imprese nella ricerca sul prodotto, nel marchio e nelle reti distributive;

grazie a questi processi, l’industria dell’abbigliamento - affiancata da sempre da industrie meccaniche e da un settore di servizi a queste collegato - rimane, ancora oggi, il settore prevalente, in termini di imprese e di occupati, dell’industria manifatturiera locale.

Preso atto

dell’istituzione dei Poli Tecnici e dei Tecnopoli da parte della Regione Emilia-Romagna e dell’importanza di focalizzare la loro azione tenendo debitamente conto delle esigenze del tessile abbigliamento regionale; 

che le sfide competitive associate alla grave crisi internazionale impongono alle imprese dell’abbigliamento una forte accelerazione dei processi di riposizionamento e di innovazione intrapresi negli ultimi anni;

della difficoltà nel portare avanti questi processi per l’incertezza che caratterizza le dinamiche dei mercati di sbocco e dei problemi di reperimento di risorse finanziarie. 

Impegna la Giunta

a supportare la promozione territoriale e internazionalizzazione del sistema moda, sostenendo la ricerca sul design, sui nuovi prodotti e nuovi materiali, sulle applicazioni informatiche ed elettroniche orientate al settore;

a promuovere un’azione coordinata in materia di formazione a sostegno dei processi di internazionalizzazione e innovazione di questo settore per mantenere alta la competitività dei territori e delle imprese;

a sostenere nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni iniziative volte a chiedere al Governo: 

1. Azioni di sostegno alla tracciabilità dei prodotti anche attraverso misure premianti per quelle imprese che certificheranno l’origine delle fasi di lavorazione caratterizzanti i prodotti moda. Al riguardo viene individuato come sistema di riferimento la certificazione attuata attraverso ITF – Italian Textile Fashion (organismo di Unioncamere). 

2. Assunzione del dossier relativo all’introduzione nell’UE di un regolamento sull’origine delle merci entrata (MADE IN) come prioritario nell’ambito delle politiche comunitarie come elemento di trasparenza e salvaguardia verso i consumatori.

3. Impegno affinché a livello comunitario vengano predisposte iniziative di controllo sulla salubrità dei prodotti del tessile, abbigliamento, pelle, cuoio e calzature in entrata da Paesi terzi nonché il rispetto nelle fasi di lavorazione degli stessi delle convenzioni ILO e di criteri ambientali di riferimento per l’UE.

4. Azioni stringenti di controllo sul territorio nazionale del rispetto delle normative vigenti in materia di lavoro, ambiente e sicurezza. 

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 26 ottobre 2011

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