n.82 del 30.03.2022 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 2200 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale all'estensione delle modalità dello screening per i tumori al seno. A firma dei Consiglieri: Rossi, Caliandro, Tarasconi, Mori, Marchetti Francesca, Montalti, Zappa-
terra, Costi, Pillati, Costa, Fabbri, Bulbi, Bondavalli, Amico, Soncini, Mumolo, Rontini, Sabattini, Daffadà, Zamboni

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

quello della mammella è uno dei tumori con la maggiore incidenza nel nostro paese e il più diagnosticato tra le donne italiane con 53.500 casi stimati nel 2019 (di cui 500 uomini). Il carcinoma mammario è anche la prima causa di morte per tumore nella popolazione femminile e la sua incidenza, a tutt’oggi in crescita, aumenta con l’età ed in particolare dopo la menopausa, andando a colpire una donna ogni otto nella fascia di età 50-84 anni;

lo scorso anno sono state quasi 53.000 le donne italiane che hanno ricevuto questa diagnosi, ma a fronte di questo aumento dei casi di cancro, si registra una, sia pure lieve ma costante, diminuzione della mortalità: ci si ammala di più, ma si muore di meno, grazie a una sempre maggiore informazione e sensibilizzazione sul tema della prevenzione oncologica e grazie alla diagnosi precoce, arma fondamentale;

in Emilia-Romagna, il carcinoma della mammella è responsabile del 29% dell’incidenza dei tumori maligni nelle donne, con oltre 4.500 nuovi casi all’anno. Il percorso di screening è fondamentale per individuare tempestivamente il tumore e trattarlo quando è ancora nelle sue fasi iniziali, in modo tale da aumentare le possibilità di un esito favorevole delle cure.

Evidenziato che

lo screening senologico rappresenta la principale arma contro il tumore al seno: nelle donne che non hanno una particolare familiarità per tumore alla mammella, è consigliato cominciare a eseguire la mammografia dai quarant’anni, età nella quale l’incidenza di questa patologia comincia a crescere e nella quale l’efficacia degli esami di prevenzione è scientificamente dimostrata;

la mammografia è a tutt’oggi la metodica di riferimento per la diagnosi precoce del tumore mammario perché consente di identificare la maggior parte delle lesioni quando queste non sono ancora palpabili (fase pre-clinica); è il test diagnostico di primo livello nel programma di screening per la diagnosi precoce del tumore mammario che rientra nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA): In Italia viene offerta gratuitamente alle donne tra i 50 e i 69 anni, che sono invitate a eseguirla ogni due anni;

in Emilia-Romagna, il Servizio Sanitario Regionale garantisce invece il programma di screening per la diagnosi precoce del tumore della mammella dai 45 ai 74 anni: la mammografia annuale a tutte le donne dai 45 ai 49 anni e biennale dai 50 ai 74 anni;

la mammografia di screening riesce a individuare il 75-80% dei tumori eventualmente presenti, inclusi quelli di piccole dimensioni. Eseguire regolarmente la mammografia riduce molto, ma non annulla, il rischio di una successiva diagnosi di tumore della mammella in fase avanzata. I dati scientifici confermano l’efficacia dello screening mammografico: in Emilia-Romagna partecipare al programma riduce la mortalità per questo tumore del 56%. I benefici sono la possibilità di individuare tumori in fase precoce, prima che diventino sintomatici, e di intervenire con maggiore efficacia e minore invasività delle cure.

Evidenziato altresì che

lo Screening tradizionale, che si basa sulla sola mammografia biennale, ha mostrato intrinseci limiti di detection del Tumore mammario (Carcinomi di Intervallo); infatti numerosi autori in tutto il mondo hanno dimostrato che la detection aumenta integrando la mammografia con altre tecniche di Imaging (quali Ecografia mammaria e più recentemente Tomosintesi);

risulta sempre più evidente la necessità di personalizzare gli interventi diagnostici, sulla base delle caratteristiche della donna (età, densità mammaria, etc.) e del suo livello di rischio, valutato in base alla presenza di specifici fattori predisponenti la malattia (familiarità, abitudini di vita, etc.);

i due esami strumentali che a tutt’oggi permettono di tenere sotto controllo lo stato di salute del seno sono la Mammografia (con eventuale Tomosintesi) e l’Ecografia mammaria;

a tal proposito va specificato che la Mammografia ha una sensibilità diagnostica elevata in mammelle di bassa densità ghiandolare (seno involuto), mentre la sua sensibilità diminuisce se ci troviamo di fronte a mammelle di elevata densità ghiandolare (seno denso giovanile). Quindi, in presenza di mammelle involute la mammografia è l’indagine gold standard, ed è in grado di individuare micro-calcificazioni o noduli anche di piccole dimensioni (inferiori al centimetro). Una donna in menopausa è più probabile che abbia un seno involuto in quanto non più stimolato a livello ormonale, per questo motivo il programma di screening regionale prevede la mammografia a partire dai 45 anni in su;

l’Ecografia Mammaria è un esame diagnostico eseguito attraverso l’utilizzo degli ultrasuoni, impiegato soprattutto per valutare la mammella nella sua componente fibro-ghiandolare. È pertanto frequentemente utilizzato nelle donne giovani perché consente di studiare mammelle complesse, fibrocistiche, e di individuare lesioni nodulari benigne come i fibroadenomi, piuttosto comuni, senza l’utilizzo delle radiazioni ionizzanti. Per questa ragione l’esame è particolarmente indicato nelle donne in età inferiore ai 40 anni, con seno denso giovanile, ma può essere associato ad ogni età alla mammografia in presenza di un dubbio diagnostico, risultando a questa “complementare”.

Preso atto che

tuttavia, il servizio sanitario regionale non eroga più l’ecografia bilaterale della mammella nella fascia di età 45-74 anni con prescrizione del MMG;

storicamente, le pazienti di età fra i 50 e i 74 anni hanno avuto indicazione di fare tale controllo nell’anno “no” dello screening, per ridurre i casi di carcinoma “di intervallo”.

Sottolineato che

alcuni studi scientifici recenti dimostrano che si può innalzare la percentuale di individuazione precoce del tumore alla mammella integrando la tradizionale mammografia con altre tecniche diagnostiche (come l’ecografia mammaria), e l’evoluzione tecnologica mette a disposizione apparecchiature sempre più potenti e precise (come la tomosintesi mammaria);

vi sono studi e sperimentazioni su questo argomento, che vedono impegnati anche senologi della nostra Regione, quali ad esempio lo Studio PINK (Prevention, Imaging, Network & Knowledge) guidato dall'Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa, che mira a valutare nel modo più accurato possibile il contributo diagnostico dei singoli test e la migliore integrazione fra le metodiche diagnostiche disponibili, nell’ipotesi di favorirne un utilizzo personalizzato, lo studio RETOMO, il progetto MyPeBS, volto a studiare i benefici portati alle donne dall’utilizzo di un calcolo del rischio individuale di tumore al seno, ed altri ancora, e più in generale la “European Commission Initiative on Breast Cancer” (ECIBC), che potranno fornire importanti indicazioni sull’efficacia delle singole tecniche in relazione all’età, alla tipologia del seno ed altre caratteristiche, e sulle loro diverse combinazioni nella diagnosi di varie forme di tumore e per varie tipologie di donne;

il numero dei centri coinvolti, il numero di donne partecipanti e il monitoraggio dei risultati nel tempo permetteranno di verificare, nel lungo periodo, se e quanto si possa ottenere una riduzione della mortalità per effetto di due fattori: una efficiente anticipazione diagnostica e campagne di prevenzione indirizzate a gruppi di donne in base al loro pattern di rischio.

Considerato infine che

oggi, purtroppo, l’incidenza del tumore al seno è in aumento tra le under 50, la maggior parte delle quali sono fuori dai programmi di screening nazionali ed anche in parte dallo screening regionale;

sarebbe assolutamente urgente affrontare con strumenti idonei la casistica dei carcinomi “di intervallo”, sviluppatisi cioè nell’intervallo di tempo intercorrente tra 2 screening mammografici, che attualmente sono circa 1 caso su 4.

Tutto ciò premesso e considerato,

impegna la Giunta regionale

a valutare l’inserimento dell’Ecografia Mammaria quale esame richiedibile dal MMG per le donne tra i 40 e i 45 anni qualora lo ritenga indicato;

a prevedere l’Ecografia Mammaria quale esame di screening (personalizzato) per le donne tra i 45 ed i 74 anni con la tipologia di “seno denso” sopradescritto, identificabile con la mammografia eseguita, secondo giudizio dello specialista senologo per ridurre i casi di carcinoma “di intervallo”;

a prevedere una capillare campagna informativa tesa a sensibilizzare le destinatarie, anche attraverso la comunicazione trasmessa dall’Ausl nell’ambito della campagna di screening, circa la possibilità di ricorrere all’ecografia mammaria per ridurre i casi di carcinoma “di intervallo”;

a garantire l’ammodernamento delle apparecchiature affinché siano disponibili mammografi moderni e comprensivi di tomosintesi, e che le apparecchiature, compresi gli ecografi, vengano tenuti costantemente aggiornati in modo da garantire le migliori possibilità diagnostiche;

a valutare, anche sulla base degli esiti degli studi scientifici citati, nel modo più accurato possibile, il contributo diagnostico delle singole metodiche e la validità del loro utilizzo integrato nella capacità di identificare un numero crescente di tumori e sempre più precocemente, ovvero con la maggiore anticipazione diagnostica possibile.

Approvata all'unanimità dei votanti nella seduta pomeridiana del 9 marzo 2022

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