n.185 del 29.07.2015 periodico (Parte Seconda)

Riqualifica della SP 93 tra la SP 357R e la SP 71 di Coduro nel tratto in variante dalla SP 93 alla SP 71 di Coduro

LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

(omissis)

delibera:

a) di escludere, ai sensi dell’art. 10, comma 1 della legge regionale 21 maggio 1999, n. 9, e successive modifiche e integrazioni, in considerazione dei modesti impatti attesi, il progetto di "Riqualifica della SP 93 tra la SP 357R e la SP 71 di Coduro nel tratto in variante dalla SP 93 alla SP 71 di Coduro" presentato dalla Provincia di Parma, dalla ulteriore procedura di VIA, con le seguenti prescrizioni già riportate al punto 7: 

1. acquisire le Varianti Urbanistiche e le varianti alla Zonizzazione Acustica per il Comune di Fidenza e Noceto, secondo la vigente normativa in materia, con la predisposizione della cartografia e della documentazione necessaria;

2. relativamente all’intersezione della SP 93 con via Gatta, si richiede in sede di progettazione definitiva, di verificare per tale intersezione la realizzazione di un adeguato innesto con rotatoria;

3. nell’ubicazione delle aree di cantiere andranno evitate per quanto possibile le aree a ridosso dei canali, al fine di ridurre i pericoli di inquinamento delle acque superficiali;

4. il traffico legato alle attività di cantiere andrà opportunamente organizzato allo scopo di evitare disturbi ai residenti e limitare i disagi al traffico locale;

5. al fine limitare gli impatti dovuti all’attività dei mezzi di cantiere andranno utilizzati macchinari rispondenti alle normative, dotati di tutti gli accorgimenti utili per limitare il rumore e le emissioni in atmosfera;

6. dovrà essere posta particolare cura al fine di evitare il rischio di sversamenti accidentali nel terreno e nei corsi d’acqua limitrofi;

7. dovranno essere raccolte le acque reflue prodotte direttamente o indirettamente dai lavori di costruzione stradale per evitare ogni possibile apporto di inquinanti nei corpi acquiferi superficiali e sotterranei;

8. dovrà essere garantito l’accesso delle aree agricole limitrofe al tracciato, l’uso della rete irrigua e la funzionalità dei canali di scolo delle acque anche durante la fase di realizzazione dell’opera principale e delle opere complementari; a tal fine dovrà essere verificato nelle fasi progettuali successive, l’effetto dell’impermeabilizzazione sul reticolo scolante e presa ogni opportuna misura di precauzione concertando le soluzioni progettuali con il Consorzio di Bonifica competente;

9. per il ripristino delle aree di cantiere andrà riutilizzato il terreno vegetale proveniente dallo scotico, che si avrà cura di accumulare, separatamente dalle altre tipologie di materiale, in spessori adeguati e di provvedere alla sua manutenzione per evitarne la morte biolo­gica;

10. in relazione ai terreni scavati e ad un eventuale esubero del terreno superficiale asportato in fase di scavo, sarà necessario sottostare ai dettami dell’art. 186 del D.Lgs 152/2006 e ss.mm.ii. e/o del Decreto n. 161 del 10 agosto 2012;

11. in sede di progetto definitivo si richiede di adottare tutti gli accorgimenti in materia di attività di cantiere indicati nella normativa di riferimento nonché di presentare una adeguata planimetria generale con l’ubicazione delle infrastrutture cantieristiche, delle reti di canalizzazione per la raccolta delle acque di cantiere e delle acque piovane, della localizzazione degli accumuli del terreno vegetale di scotico e degli accumuli di altri materiali necessari alla realizzazione dell’opera;

12. adottare tutte le precauzioni e accorgimenti possibili per evitare sversamenti accidentali; in assenza di superfici pavimentate i materiali devono essere depositati su teloni impermeabili in modo da scongiurare ogni possibile percolamento sul suolo;

13. canalizzare e raccogliere le acque dei servizi igenici e le acque piovane;

14. per limitare le emissioni diffuse e puntuali di polveri derivanti dalla movimentazione dei materiali di co­struzione e dalla movimentazione dei mezzi si ritiene necessario nello specifico:

  • prevedere l’umidificazione dei depositi tempora­nei di terre, dei depositi di materie prime ed inerti e delle vie di transito da e per i cantie­ri, soprattutto quando queste si trovino nelle vicinanze di abitazioni;
  • per il trasporto degli inerti prevedere un sistema di ricoper­tura dei cassoni con teloni;
  • gli inerti necessari alla realizzazione dell’opera andranno reperiti da cave regolarmente autorizzate della zona sulla base di quanto disposto nei piani per le attività estrattive provinciali e comunali, privilegiando, a parità di idoneità dei materiali, i siti più prossimi all’area di cantiere al fine di minimizzare gli impatti legati al traffico;
  • tali prescrizioni dovranno essere inserite nel capitolato lavori;

15. in sede di progettazione definitiva dovrà essere realizzato un idoneo progetto di inserimento ambientale dell’infrastruttura viaria comprensivo dei relativi progetti di rinaturalizzazione e riqualificazione ambientale indicati nella relazione di screening;

16. in fase esecutiva dovrà essere individuato l’Ente che si prenderà in carico le attività di gestione/manutenzione delle aree verdi progettate;

17. al fine di orientare gli interventi di rinaturalizzazione ed inserimento paesaggistico dell’intervento, dovrà essere predisposto un apposito studio in relazione alla panoramicità ed intervisibilità dell’infrastruttura;

18. relativamente all’autorizzazione paesaggistica il progetto nelle sue fasi successive dovrà essere corredato dalla Relazione Paesaggistica ai sensi del D.Lgs 42/2004 e del DPCM 12/12/2005 e da apposita domanda di Autorizzazione Paesaggistica da presentare ai Comuni di Fidenza e Noceto;

19. effettuare tutti gli interventi di rinaturalizzazione e di inserimento paesaggistico/mitigazione mediante impianto di vegetazione autoctona secondo le tipiche fitocenosi naturali, prevedendo in particolare per l’ambito dei corsi d’acqua interessati dal passaggio dell’infrastruttura, anche eventuali diradamenti di specie alloctone invasive, al fine di migliorare l’ecologia dei luoghi e tamponare con barriere di verde naturale, i disturbi ambientali potenzialmente derivanti dalla presenza di traffico veicolare sugli habitat acquatici ed i popolamenti idrobiologici;

20. gli interventi di ripristino vegetazionale lungo il tratto stradale dovranno inoltre rispettare le seguenti indicazioni:

  • inserimento lungo il tracciato di formazioni vegetali, quali siepi arbustive ed arboreo arbustive di essenze autoctone, disposte sia parallelamente sia perpendicolarmente (in particolare nei punti di intersezione con fossi e canali minori) al nastro stradale, in modo da creare collegamenti percettivi che spezzino il segno del tracciato stradale;
  • dove possibile saranno preferite, a formazioni vegetali lineari, formazioni a macchia di maggior entità ed il ripristino di successioni vegetazionali trasversali e longitudinali tipiche degli ambienti naturali interessati;
  • le formazioni vegetali di nuovo impianto dovranno valorizzare coni visuali appositamente individuati per incrementare la panoramicità del tracciato;
  • prevedere impianti vegetali a macchia naturali, nelle aree intercluse di svincolo o nelle rotatorie;
  • il progetto delle opere a verde dovrà comprendere le operazioni di manutenzione-gestione degli impianti per almeno tre anni dalla messa a dimora e il reimpianto delle fallanze nel primo anno di manutenzione, nonché individuare l’Ente che si prenderà in carico le attività di gestione/manutenzione delle aree verdi progettate;
  • applicare le misure compensative previste sulla rete ecologica anche alle aree che interessano “Aree di valore naturale e ambientale” del PSC del Comune di Fidenza;
  • “le aree residuali (reliquati), ove non sia possibile evitarne la formazione, dovranno essere espropriate per la realizzazione di interventi di piantumazione con essenze autoctone, con la creazione di piccole zone boscate e in generale di formazioni arboreo/arbustive, anche con funzione di contenimento degli impatti ambientali indotti dal traffico viabilistico (emissioni in atmosfera, polveri, rumore) e di valorizzazione paesaggistica dell’area attraversata”;

21. il progetto definitivo dovrà inoltre prevedere un idoneo progetto di riconnessione ecologica che preveda la messa in opera di opportuni passaggi faunistici facendo in particolare riferimento agli obiettivi ed agli indirizzi di cui alla rete Ecologica Provinciale;

22. le misure compensative ambientali previste dalla relazione di screening dovranno costituire parte integrante dell’autorizzazione dell’intervento;

23. gli esiti della documentazione previsionale di impatto acustico dovranno costituire la base su cui impostare la progettazione definitiva delle opere di mitigazione acustica da realizzarsi lungo il tracciato; la progettazione definitiva dovrà essere valutata da ARPA e AUSL;

24. le opere di mitigazioni acustiche necessarie in base agli esiti dello studio dovranno essere opportunamente dimensionate ai sensi di legge e realizzate per quanto possibile in accompagnamento ad interventi di tipo vegetazionale, con cespugli ed alberature di essenze autoctone; si dovrà comunque ricorrere a tipologie di protezione acustica che prevedano il migliore inserimento ambientale e quindi per quanto possibile dune rinverdite o in alternativa pannelli fonoassorbenti in legno con elementi di verde; si chiede di applicare le misure compensative previste sulla rete ecologica anche alle aree che interessano “Aree di valore naturale e ambientale”;

25. l’efficacia delle opere di mitigazione acustica ed il rispetto dei limiti di legge andranno verificati mediante le opportune misure fonometriche ad opera in esercizio, da realizzarsi a cura del proponente e da sottoporre alla verifica dei Comuni interessati nel territorio di competenza; in particolare dovranno essere verificati, in prossimità degli insediamenti residenziali esposti e degli Ambiti per insediamenti residenziali, il rispetto dei limiti di zona e definite, se necessarie, idonee misure di mitigazione, che dovranno essere realizzate con barriere fonoassorbenti adeguatamente dimensionate sia in termini di altezza sia di lunghezza, e costituite, ove tecnicamente possibile, da dune vegetate, impiegando specie arboree ed arbustive autoctone, oppure da pannelli fonoassorbenti, che dovranno comunque essere adeguatamente mascherati da vegetazione; in seguito all’attuazione degli interventi dovrà essere effettuata una verifica acustica sperimentale, predisponendo, se necessarie, opportune misure correttive;

26. si dovrà inoltre valutare la necessità di adottare mitigazioni acustiche durante le fasi di cantiere al fine di consentire il rispetto dei limiti sonori previsti dalla normativa vigente;

27. la progettazione definitiva dovrà essere fatta tenendo in considerazione i maggiori apporti al reticolo scolante derivanti dal drenaggio della piattaforma stradale in progetto, nonché le eventuali condizioni di criticità indipendenti dal progetto in esame, come quelle derivanti da urbanizzazioni di nuova realizzazione o di previsione; le opere in questione dovranno ottenere il parere favorevole del competente Consorzio di Bonifica;

28. il sistema di drenaggio delle acque di piattaforma stradale dovrà rispettare tutti i requisiti idonei a prevenire ogni possibile inquinamento del suolo, del sottosuolo e delle acque sotterranee e superficiali;

29. il progetto esecutivo dovrà contenere un "piano di gestione, manu­tenzione e verifica di funzio­nalità del sistema di drenaggio, invaso e trattamento delle acque di origine meteorica e degli eventuali sversamenti accidentali", prendendo anche in considerazione la fitodepurazione come sistema per il miglioramento della qualità delle acque [dovrà essere previsto un adeguato sistema di raccolta e smaltimento delle acque di dilavamento e di prima pioggia];

30. la realizzazione dell’impianto di illuminazione stradale dovrà essere conforme alla legge regionale n.19/2003 “Norme in materia di riduzione dell’inquinamento luminoso e di risparmio energetico” ed alla Nuova direttiva applicativa di cui alla DGR. 1688 del 18/11/2013 (BUR n.355 parte II del 29/11/2013);

31. le fasi di progettazione definitiva dovranno prevedere la redazione di una proposta di Piano di Monitoraggio da sottoporre a validazione di ARPA, da redigersi ai sensi dell’art. 28 del D.lgs 152/2006 e ss.mm.ii., nonché dell’art. 22 della LR 9/1999 e ss.mm.ii. che dovrà essere articolato in una fase ante-operam, in una fase in corso d’opera ed in una fase post-operam; il piano di monitoraggio dovrà quindi verificare e controllare gli impatti ambientali significativi sulle differenti componenti ambientali così come identificati nella Relazione di screening; nello specifico delle componenti ambientali significative dovrà essere valutata la componente “rumore” effettuando misurazioni acustiche e valutazioni secondo la normativa vigente in materia ante operam, durante l’opera e post operam (valutando la corretta efficacia degli interventi di mitigazione);

b) resta fermo che tutte le autorizzazioni, necessarie per la realiz­zazione delle opere in oggetto della presente valutazione, dovran­no essere rilasciate dalle autorità competenti ai sensi delle vigenti disposizioni; 

c) di trasmettere la presente delibera al proponente Provincia di Parma; al Comune di Noceto; al Comune di Fidenza; ad ARPA, all’USL ed alla Soprintendenza per i Beni archeologici dell’Emilia-Romagna; 

d) di pubblicare per estratto, ai sensi dell'art.10, comma 3, della legge regionale 18 maggio 1999, n. 9 e successive modifiche ed integrazioni, il presente partito di deliberazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna (BURERT); 

e) di pubblicare integralmente sul sito web della Regione Emilia-Romagna, ai sensi dell’art. 20, comma 7 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e successive modifiche ed integrazioni, il presente provvedimento di verifica di assoggettabilità.

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