n.164 del 21.06.2023 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 6878 - Risoluzione n. 2 collegata all'oggetto 6854 recante "Comunicazione urgente della Giunta circa lo stato di emergenza in atto". A firma dei Consiglieri: Montalti, Zappaterra, Bulbi, Marchetti Francesca, Costi, Amico, Rossi, Pigoni, Bondavalli, Pillati, Fabbri, Costa, Bessi, Sabattini, Daffadà, Caliandro, Mori, Mumolo, Paruolo, Rontini, Maletti
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
il territorio della Regione Emilia-Romagna è stato colpito da un'intensa ondata di maltempo nel maggio 2023, che ha causato una serie di gravi conseguenze: le forti piogge hanno portato ad allagamenti, frane e danni significativi alle infrastrutture, alle abitazioni, alle attività economiche, agricole, ai beni culturali e ambientali, lasciando un segno profondo sul territorio.
Dopo l’ondata di maltempo che ha colpito duramente la nostra regione ad inizio maggio, prosegue dunque l’emergenza sul territorio, in apnea da giorni sotto la morsa di un’alluvione che ha mietuto 15 vittime e creato migliaia di sfollati, conseguenza di allagamenti, frane e devastazione.
Evidenziato che
l’estensione delle aree interessate e la quantità di precipitazioni, così come i danni su più province, parlano di un evento devastante e gravissimo: per la nostra climatologia delle precipitazioni, siamo di fronte a quantitativi di pioggia enormi, dato che in pochi giorni è caduta tanta pioggia quanto quella che cade di solito in una intera stagione.
Sono quasi un centinaio i Comuni che sono stati coinvolti dall’emergenza, di questi 43 sono i Comuni coinvolti dagli allagamenti e, sul versante del dissesto idrogeologico, sono attive almeno un migliaio di frane, di cui circa 305 più significative, concentrate in 54 comuni.
Sono quasi 25 mila le persone che hanno dovuto lasciare la propria casa, gli interventi di assistenza alla popolazione proseguono 24 ore su 24, grazie a tutte le forze in campo.
Per quanto riguarda la viabilità, restano 622 le strade chiuse, di cui 225 chiuse parzialmente e 397 totalmente. Complessivamente 236 a Bologna, 201 in provincia di Forlì-Cesena, 139 nella provincia di Ravenna e 46 nel riminese.
I territori montani e collinari sono stati pesantemente colpiti dal punto di vista delle frane, con viabilità e infrastrutture pesantemente compromesse, e con migliaia di persone e aziende isolate.
Rilevato che
l’alluvione ha messo in ginocchio l’area da cui dipende la gran parte della produzione agricola nazionale, responsabile di un mercato da 1,2 miliardi di euro nella sola Romagna, con oltre 5 mila aziende sommerse e la stragrande maggioranza delle aziende agricole nelle province di Ravenna, Bologna e Forlì colpite e alluvionate.
I danni ingenti, sia alle strutture aziendali che agli impianti produttivi di frutteti e vigneti, sono tali da far ritenere completamente compromessa la produzione del 2023, e c'è forte preoccupazione anche per la produttività degli anni a venire data la compromissione di molti impianti frutticoli e per la tenuta occupazionale.
Anche il settore zootecnico ha subito pesanti ripercussioni dovute alle alluvioni: sono state coinvolte nelle esondazioni e colpite da danni da frana aziende di allevamento di bovini da carne, allevamenti suinicoli e avicoli.
L’Agricoltura è stata colpita da un evento che ha ripercussioni sul piano nazionale, dato che è stato colpito il cuore agroalimentare del Paese: occorre, dunque un adeguamento del quadro degli adempimenti amministrativi per consentire deroghe e proroghe aderenti all’emergenza.
È necessario prevedere inoltre risorse per ripristino e ricostruzione delle infrastrutture idriche e irrigue gravemente danneggiate, la manutenzione del territorio, il contrasto al dissesto idrogeologico e le frane nelle zone collinari e montane, per permettere al settore agricolo e agroalimentare colpito di ripartire.
Anche nel settore produttivo numerose aziende sono state duramente colpite e per loro dovranno essere rapidamente messi in campo tutti gli strumenti possibili per sostenere ricostruzione e ripartenza.
Rilevato che
per tutte le zone colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna è stato deliberato dal Consiglio dei Ministri del 23 maggio lo stato di calamità naturale, ed è già attivo anche il blocco dei mutui e delle riscossioni tributarie.
Con la delibera dello stato di calamità si attiva anche il fondo di solidarietà nazionale, che comporta la sospensione delle rate dei mutui e del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali a carico delle imprese agricole danneggiate.
Considerato anche che
secondo le prime stime, i danni diretti causati dall'alluvione sono ingenti, ammontano ad almeno 5 miliardi di euro, pari al 3% del prodotto interno lordo (PIL) regionale.
L'alluvione rientra tra le catastrofi naturali regionali previste dal regolamento (CE) n. 2012/2002 del Consiglio, che istituisce il Fondo europeo di solidarietà (FSUE), modificato dal regolamento (UE) n. 661/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio e dal regolamento (UE) 2020/461 del Parlamento europeo e del Consiglio.
Il FSUE permette all'Unione europea di fornire un efficace sostegno a uno Stato membro o a un paese impegnato nei negoziati di adesione quando deve affrontare i danni causati da gravi catastrofi naturali o gravi emergenze di sanità pubblica; mira a integrare le spese pubbliche sostenute dagli Stati interessati per finanziare le operazioni essenziali di emergenza, quali il ripristino delle infrastrutture di base, la fornitura di alloggi temporanei e servizi sociali di emergenza, la messa in sicurezza delle zone colpite e la protezione del patrimonio culturale.
Per beneficiare degli aiuti del FSUE, lo Stato membro interessato deve presentare una domanda alla Commissione europea entro dodici settimane dalla data della prima occorrenza della catastrofe.
Dato atto che
nel corso dell’incontro del 17 maggio tra gli Assessori regionali e le forze economiche e sociali sulla drammatica situazione maltempo e sulle interlocuzioni con il Governo per la ripartenza e per la ricostruzione, l’esecutivo nazionale ha annunciato quale prima misura, che ha già avuto l’autorizzazione per essere formalizzata, il differimento delle rate dei mutui.
Le forze economiche e sociali dell’Emilia-Romagna insieme alla Regione, si sono unite per affrontare la fase di emergenza dell’alluvione e per impostare le condizioni della ripartenza e della ricostruzione.
La dichiarazione congiunta che è stata sottoscritta dalla Regione Emilia-Romagna e le associazioni di impresa e i sindacati, le professioni, il Terzo settore, gli istituti bancari, le organizzazioni firmatarie del Patto per il Lavoro e per il Clima, contiene le richieste per la gestione dell’emergenza, l’assistenza alla popolazione, la ripresa economica e la ricostruzione del territorio emiliano-romagnolo colpito dall’alluvione che sono state portate all’attenzione del Governo.
Rilevato che
sulla scorta anche dell’esperienza maturata in passato con il terremoto, è ormai noto che un piano di ricostruzione ha bisogno di poter contare su una corretta impostazione già in fase di emergenza: occorre certamente attivare gli strumenti ordinari, ma occorre anche definire quelli straordinari, proprio perché si è di fronte ad un evento di enorme rilevanza.
Poiché le risorse messe a disposizione ‘in urgenza’ sono ovviamente insufficienti per far fronte ad una calamità di questa natura, il piano della ricostruzione dovrà comprendere anche le risorse necessarie per la messa in sicurezza del territorio.
Sottolineato che
la Regione Emilia-Romagna ha già avviato le procedure per la valutazione dei danni anche a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza nazionale e intende avvalersi anche degli aiuti previsti dal FSUE per far fronte alle conseguenze dell'alluvione e per sostenere il processo di ricostruzione e ripresa delle aree colpite.
Riconoscendo il valore dell’azione dell’Unione europea in materia di solidarietà e coesione tra i suoi membri, la Regione Emilia-Romagna ritiene che l’intervento del Fondo europeo di solidarietà rappresenti un sostegno fondamentale per affrontare le emergenze e promuovere una pronta ripresa, e che la collaborazione e l’aiuto reciproco tra le regioni e i paesi membri dell’Unione europea svolgano un ruolo essenziale nel superamento delle difficoltà e nel rafforzamento dei legami comunitari.
Preso atto che
a fronte del documento presentato al Governo dal Presidente Bonaccini, condiviso tra la Regione e le associazioni di impresa, delle professioni, degli istituti bancari, del terzo settore e le organizzazioni sindacali co-firmatarie del patto per il lavoro e per il clima per la gestione dell’emergenza, l’assistenza alla popolazione, la ripresa economica e la ricostruzione del territorio emiliano-romagnolo colpito dall’alluvione, il Consiglio dei ministri di ieri 23 maggio, ha adottato un primo provvedimento - che prevede uno stanziamento di oltre 2 miliardi di euro per le zone colpite dall'alluvione - che contiene alcune misure di prima risposta, tra cui la sospensione dei termini relativi ai versamenti tributari e contributivi fino al 31 agosto; sul tema delle utenze, è stata deliberata la sospensione dei pagamenti da parte di Arera. Per quanto riguarda i mutui, non c’era bisogno di una specifica norma, applicandosi il protocollo d'intesa con Abi sulla sospensione dei mutui in caso di eventi calamitosi; per la scuola previsto un fondo da 20 milioni di euro per la continuità didattica, prevista inoltre la cassa integrazione in deroga per tutti i dipendenti fino a 90 giorni, una misura coperta fino a 580 milioni di euro ed una una tantum fino a 3mila euro per i lavoratori autonomi costretti a interrompere l'attività, con copertura fino a 300 milioni di euro.
Ritenuto infine che
occorre agire rapidamente per sostenere le popolazioni colpite, ripristinare i danni subiti, ricostruire, progettando e investendo anche in termini di resilienza e prevenzione.
Occorrerà un decreto per la ricostruzione, con norme di semplificazione per consentire capacità di intervento adeguata ad una rapida ricostruzione, nel pieno rispetto della legalità ma anche veloce nel riparare danni che ammontano a miliardi di euro di e per fronteggiare 300 frane attive e riparare strade e infrastrutture.
Tutto ciò premesso e considerato,
impegna la Giunta regionale a
chiedere al Governo di mettere in campo rapidamente un piano di ristori economici e stanziamento di risorse adeguate per il supporto a famiglie e imprese colpite, prevedendo contributi per la riparazione, il ripristino e la ricostruzione degli immobili di edilizia abitativa, a uso produttivo e per servizi pubblici e privati; mettendo in campo strumenti per favorire la continuità produttiva delle attività danneggiate; per i danni alle strutture adibite ad attività sociali, ricreative, sportive e religiose; e agli edifici di interesse storico-artistico;
chiedere al Governo di attivare tutti gli strumenti ordinari di assistenza e ammortizzatori sociali a favore dei lavoratori, con una misura specifica per i lavoratori avventizi impiegati in agricoltura, nonché per i lavoratori stagionali, indipendenti e autonomi;
sollecitare il Governo ad adottare un decreto per la ricostruzione che preveda norme per la semplificazione amministrativa e tempi certi per il ripristino di danni che ammontano a miliardi di euro, favorendo una rapida messa in sicurezza del territorio (sono oltre 300 le frane attive) e il necessario ripristino delle infrastrutture, nel pieno rispetto della legalità;
sollecitare il Governo a provvedere, in tale ambito, alla tempestiva nomina del Commissario straordinario per la ricostruzione, in piena continuità con la gestione dell’emergenza, nonché alla costituzione di un Comitato Istituzionale e di indirizzo e di una struttura tecnica dedicata, sulla base dell’esperienza maturata a seguito del terremoto del 20 e 29 maggio 2012;
sollecitare il Governo nazionale a presentare alla Commissione europea, entro il termine previsto, la domanda di attivazione del FSUE per la recente alluvione e chiedere di derogare alle norme europee sugli ‘aiuti di Stato’ per poter accelerare il ripristino delle infrastrutture produttive;
valutare l’assegnazione di personale tecnico e tecnico-amministrativo ai Comuni e alle loro Unioni, nonché a sollecitare il Governo a consentire l’adozione di procedure straordinarie per l’assunzione di personale negli enti locali per la gestione della ricostruzione;
individuare nel tavolo del Patto per il Lavoro e per il Clima la sede di confronto istituzionale e associativa, anche attraverso specifiche riunioni di livello territoriale, sulle principali decisioni da assumere per la ripresa economica e la ricostruzione del territorio colpito dall’alluvione, valorizzando il metodo di condivisione che il sistema territoriale ha saputo coltivare anche nei momenti più critici.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 24 maggio 2023