n.57 del 03.03.2021 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 1864 - Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire la strada definita dall’accordo per il Bacino Padano per il 2017 e a prendere in esame l’adozione di nuove intese integrative per rendere più efficaci le misure, al fine di inserirle in un piano nazionale. A firma della Consigliera: Piccinini

L'Assemblea Legislativa dell'Emilia-Romagna

Premesso che

- nel mese di giugno 2017 il Ministero dell'Ambiente e le Regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto hanno firmato il Nuovo accordo di programma per l'adozione coordinata e congiunta di misure per Il miglioramento della qualità dell'aria nel bacino padano, nel quale si ribadiva “la centralità di una lotta condivisa contro l'inquinamento atmosferico, fenomeno particolarmente intenso nei territori del Nord Italia, puntando a misure strutturali e attuate allo stesso modo nelle quattro regioni - regole omogenee di accesso alle Ztl, car-sharing, mobilità ciclo-pedonale, distribuzione diffusa di carburanti alternativi, limitazioni alla circolazione - per dare risposte concrete a un'area di oltre 23 milioni di residenti (il 40% della popolazione italiana)… …Sono inoltre allo studio misure sulle tasse automobilistiche e misure di carattere legislativo per accelerare la progressiva diffusione di veicoli a basse o nulle emissioni, in sostituzione delle tecnologie tradizionali come i diesel. Condivisa, infine, anche la gestione delle situazioni di emergenza legate al superamento dei limiti di inquinamento da PM10, con divieti temporanei anch'essi comuni e omogenei nelle quattro regioni", come indicato anche nella presentazione dell'intesa da parte della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome;

- il nuovo accordo di programma per l'adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell'aria nel bacino padano richiamava con grande chiarezza nelle premesse che:

- con la sentenza del 19 dicembre 2012 (causa C-68-11), la Corte di Giustizia dell'Unione europea ha condannato l'Italia per non aver provveduto, negli anni 2006 e 2007, ad assicurare che le concentrazioni di materiale particolato PM10 rispettassero i valori limite fissati dalla direttiva 1999/30/CE in numerose zone e agglomerati del territorio italiano;

- la Commissione europea ha avviato due procedure di infrazione nei riguardi dell'Italia per la non corretta applicazione della direttiva 2008/50/CE, in riferimento ai superamenti continui e di lungo periodo dei valori limite del materiale particolato PM1O e del biossido di azoto sul territorio italiano;

- i superamenti oggetto di tali procedure di infrazione interessano anche una serie di zone localizzate in Emilia-Romagna e in generale nel bacino padano;

- nelle procedure di infrazione comunitarie in atto, assume particolare rilievo l'individuazione dei termini finali entro cui è prevedibile assicurare il rispetto dei valori limite di qualità dell'aria nelle zone del territorio, con la conseguenza che una riduzione di tali termini, legata alla previsione di misure di risanamento addizionali, avrebbe un effetto molto importante per l'esito delle procedure;

- in caso di permanenza dei superamenti in atto, una sentenza di condanna da parte della Corte di Giustizia imporrebbe, in futuro, oneri economici di entità molto rilevante e la possibile riduzione dei Fondi Strutturali per l'Italia;

considerato che

la pianura padana e in essa la Regione Emilia-Romagna continuano a essere una delle aree più inquinate d'Europa, come confermato purtroppo da tutte le rilevazioni dell'Agenzia europea per l'ambiente e da tutti gli istituti di ricerca internazionali;

dato atto che

- le regioni del bacino padano presentano specifiche condizioni orografiche e meteoclimatiche (con scarsità dei venti, instaurarsi di frequenti situazioni di inversione termica, ecc.), che favoriscono la formazione e l'accumulo nell'aria di inquinanti, con particolare riferimento a quelli secondari quali le polveri sottili, fenomeni che producono situazioni di inquinamento particolarmente diffuse;

- anche queste particolari condizioni orografiche e meteoclimatiche delle regioni del bacino padano impongono l'adozione di misure strutturali, coordinate e fermamente applicate proprio dalle istituzioni impegnate nell'accordo del 2017 (che seguiva ad altri con analoghe generali finalità stipulate negli anni precedenti);

- le Regioni firmatarie dell'accordo del 2017 individuavano una serie di interventi strutturali e coordinati, per la cui attuazione si impegnavano a realizzare specifiche misure, fra le quali, per limitarsi a quelle di maggiore impatto:

- al punto b) promuovere a livello regionale, mediante la concessione di appositi contributi, la sostituzione di una o più tipologie di veicoli oggetto dei divieti di cui alla lettera a), con veicoli a basso impatto ambientale quali i veicoli elettrici, ibridi elettrico-benzina, a metano o a gpl esclusivi e bifuel benzina e metano o gpl, con priorità per i veicoli che garantiscono minori emissioni di PM, NOx e C02;

- al punto c) promuovere a livello regionale la realizzazione di infrastrutture di carburanti alternativi e disciplinare il traffico veicolare in modo da favorire la circolazione e la sosta nelle aree urbane di veicoli alimentati con carburanti alternativi;

- al punto d) promuovere la realizzazione nelle aree urbane di infrastrutture per la mobilità ciclo pedonale;

- al punto a) una limitazione della circolazione dal 1 ottobre al 31 marzo di ogni anno, da applicare entro il 1 ottobre 2018, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.30 alle ore 18.30, salve le eccezioni indispensabili, per le autovetture ed i veicoli commerciali di categoria N1, N2 ed N3 ad alimentazione diesel, di categoria inferiore o uguale ad "Euro 3". La limitazione è estesa alla categoria "Euro 4" entro il 1 ottobre 2020, alla categoria "Euro 5" entro il 1 ottobre 2025;

- al punto g) l'adozione, nei piani di qualità dell'aria, di divieti, relativi a generatori di calore alimentati a biomassa, in funzione della certificazione prevista dal decreto attuativo dell'articolo 290, comma 4, del decreto legislativo n. 152/2006 (classificazione generatori "a stelle"), per dedicare i punti h) ed i) a ulteriori specifiche disposizioni sulla combustione all'aperto e sui generatori a pellet;

- al punto l) disposizioni finalizzate alla riduzione delle emissioni derivanti da attività agricole, quali la copertura delle strutture di stoccaggio di liquami, l'applicazione di corrette modalità di spandimento dei liquami e l'interramento delle superfici di suolo oggetto dell'applicazione di fertilizzanti, ove tali pratiche risultino tecnicamente fattibili ed economicamente sostenibili;

- al punto m) l'elaborazione e la presentazione al Ministero dell'ambiente di una proposta contenente i requisiti generali di cui all'articolo 29-bis comma 2 del decreto legislativo 152/2006, in relazione alle attività di allevamento zootecnico;

- l'accordo di programma del bacino padano del 2017 sottolineava che "le Regioni che sono Parti del presente Accordo e le rispettive Agenzie ambientali, congiuntamente ad altri 10 partner, hanno già avviato nel febbraio 2017 un progetto LIFE integrato denominato PREPAIR (Po Regions Engaged to Policies of AIR), della durata di sette anni e per un ammontare di 17 milioni di euro, di cui 10 milioni euro cofinanziati dal programma LIFE 2014-2020, con il fine di rafforzare ulteriormente l'impegno a livello di bacino padano ad attuare misure coordinate ai fini del risanamento della qualità dell'aria...[e] che tale progetto, valutato positivamente dalla Commissione Europea, oltre a mettere in campo misure congiunte per l'attuazione dei piani di qualità dell'aria delle Regioni, prevede lo sviluppo di una piattaforma comune di valutazione e condivisione dei dati";

- il "Report COVID-19 - studio preliminare degli effetti delle misure covid-19 sulle emissioni in atmosfera e sulla qualità dell'aria nel bacino padano” di giugno 2020, redatto nell'ambito del progetto europeo LIFE-IP PREPAIR, evidenzia gli effetti delle disposizioni per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19, in termini di drastico calo delle emissioni dovute al trasporto veicolare, nonché alla sospensione di altre attività antropiche, che hanno portato ad una riduzione delle emissioni di NOx dell'ordine del 40%, sufficienti per il raggiungimento degli obiettivi europei sugli ossidi di azoto, mentre non altrettanto sufficienti, nelle condizioni meteorologiche di stagnazione tipiche della pianura padana, a garantire il rispetto dei valori limite sulle emissioni di PM1O;

- rispetto a questi ultimi occorre inoltre tenere conto dell'impatto determinato dalle sorgenti antropiche di particolato primario, quali l'uso di combustibili fossili per il riscaldamento di abitazioni e luoghi di lavoro, o le emissioni di ammoniaca da agricoltura e allevamento, che non sono sostanzialmente state toccate in misura sensibile dalla sospensione di attività conseguenti a provvedimenti di contrasto della pandemia;

preso atto che

- i risultati del Report COVID-19 confermano che purtroppo il raggiungimento degli obiettivi europei sugli ossidi di azoto è connesso alla condizione determinata dalle drastiche misure assunte nella primavera del 2020 per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19;

- tali misure sono straordinarie e non possono essere protratte a lungo;

- i risultati del Report COVID-19 mostrano che tali misure non sono peraltro risultate sufficienti a garantire il rispetto dei valori limite sulle emissioni di PM1O (anche perché non hanno investito attività umane che apportano un contributo rilevante alla produzione di particolato, primario nel caso del riscaldamento di abitazioni e luoghi di lavoro, o secondario, nel caso delle attività agricole e zootecniche);

sottolineato che

- l'inquinamento dell'aria è un costo insostenibile

- rispetto alla speranza di vita, contribuendo in misura decisiva all'aggravamento delle condizioni di salute pubblica, poiché accresce il tasso di morti premature della popolazione;

- rispetto alla qualità della vita, contribuendo in misura decisiva all'aggravamento delle condizioni di salute pubblica, poiché accresce nella popolazione i tassi di morbosità, nonché (come testimoniato dagli studi sul rapporto qualità dell'aria/diffusione e gravità del contagio da COVID-19) la morbilità;

- sul piano economico, come chiaramente dimostrato anche dal recentissimo studio EPHA per il quale "l'inquinamento dell'aria costa agli europei in media 1.276 euro pro capite per anno, cifra nettamente superiore in Italia", in particolare nelle regioni del bacino padano, poiché "l'Italia domina la classifica delle 10 città con il più alto costo individuale causato dall'inquinamento dell'aria"; l'Emilia-Romagna rientra totalmente nelle aree non solo con la peggiore qualità dell'aria in Europa, ma anche in quello con il più alto costo individuale per i residenti causato dall'inquinamento dell'aria;

valutata

- la necessità di proseguire lungo la strada definita dall'Accordo per il bacino padano del 2017;

- la necessità di accelerare la realizzazione delle misure previste, e di implementarle con decisone e tempestività, attuando quanto non è stato ancora effettuato rispetto agli impegni puntualmente definiti nell'articolo 1 del nuovo accordo di programma per l'adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell'aria nel bacino padano del 7 giugno 2017;

- la necessità di rafforzare con risorse aggiuntive e consistenti anche l'impegno diretto della Regione Emilia-Romagna per raggiungere gli obiettivi dell'Accordo quadro tra le 4 regioni, favorendo un approccio integrato, che porti avanti azioni trasversali su tutti i settori e su larga scala;

afferma che

il rapido e strutturale miglioramento della qualità dell'aria nella nostra regione e nel bacino padano è un obiettivo da perseguire e raggiungere senza se e senza ma, facendo con responsabilità la propria parte perché solo in questo modo è possibile chiedere ad altri di assicurare lo stesso impegno;

riconosce la necessità

- di corrispondere all'importanza e all'urgenza della situazione:

- assegnando all'Accordo quadro tra le 4 regioni il carattere di una vera e propria transizione green e, conseguentemente,

- assicurando in primo luogo il massimo impegno della Regione Emilia-Romagna su tutte le misure di cui all'articolo 2, dell'Accordo e per renderle strutturali nelle proprie strategie di sviluppo;

- chiedendo di inserire gli obiettivi dell'accordo in un piano nazionale, in grado di favorire l'innovazione e la conseguente creazione di posti di lavoro, per uno sviluppo sostenibile, in linea con l'Agenda 2030;

Impegna la Giunta

1. a proseguire senza indugi e con decisione lungo la strada definita dall'Accordo per il bacino padano del 2017,

- verificando per ciascuno degli impegni di cui all'articolo 2, comma 1 lo stato di attuazione;

- accelerando la realizzazione delle misure previste, implementandole con tempestività, attuando quanto non è stato ancora effettuato rispetto agli impegni puntualmente definiti nel 2017;

- rendendo concreto con risorse aggiuntive e consistenti il proprio impegno diretto per raggiungere gli obiettivi dell'Accordo quadro sulla base dei capisaldi già fissati nel 2017:

- assicurare priorità per i veicoli che garantiscono minori emissioni di PM, NOx e C02 nelle misure dirette alla sostituzione dei veicoli più inquinanti (oggetto dei divieti di cui alla lettera a), comma 1, articolo 2 nel richiamato Accordo del 2017), con veicoli a basso impatto ambientale, promuovendo inoltre, a livello regionale la realizzazione di infrastrutture di carburanti alternativi e disciplinare il traffico veicolare in modo da favorire la circolazione e la sosta nelle aree urbane di veicoli alimentati con carburanti alternativi;

- assicurare la coerente applicazione del protocollo d'intesa sottoscritto il 30 dicembre 2015 "per migliorare la qualità dell'aria, incoraggiare il passaggio a modalità di trasporto pubblico a basse emissioni, disincentivare l'utilizzo del mezzo privato, abbattere le emissioni, favorire misure intese ad aumentare l'efficienza energetica", assicurando:

- la sostituzione del parco mezzi circolante del trasporto pubblico locale, con mezzi non inquinanti assegnando assoluta priorità ai mezzi che garantiscono minori emissioni di PM, NOx e C02, prevedendo ulteriore rafforzamento con attenzione soprattutto ai percorsi casa/lavoro e casa/scuola;

- efficienza energetica e ricerca sulle fonti rinnovabili, sulle tecnologie abilitanti e sulle reti distributive;

- promuovere la mobilità ciclo-pedonale con la realizzazione nelle aree urbane di adeguate e sicure infrastrutture ciclabili;

- proseguire il monitoraggio puntuale delle performance nella qualità dell'aria nel processo di attuazione, al fine di apportare miglioramenti ai processi che si attiveranno, attraverso il gruppo tecnico scientifico istituito nell'ambito del progetto di bacino padano PREPAIR;

- realizzare l'implementazione del programma di ciclovie interregionali;

- adottare puntualmente pratiche finalizzate alla riduzione delle emissioni prodotte dalle attività agricole, quali la copertura delle strutture di stoccaggio di liquami, l'applicazione di corrette modalità di spandimento dei liquami e l'interramento delle superfici di suolo oggetto dell'applicazione di fertilizzanti, ove tali pratiche risultino tecnicamente fattibili ed economicamente sostenibili;

- monitorare e accompagnare il processo di approvazione dei provvedimenti conseguenti alla proposta contenente i requisiti generali di cui all'articolo 29-bis comma 2 del decreto legislativo 152/2006, in relazione alle attività di allevamento zootecnico;

- orientare, come previsto all'articolo 1 del richiamato accordo di bacino padano del 2017, le risorse disponibili per l'attuazione degli interventi previsti dall'accordo.

2. a prendere in esame, in accordo con gli altri firmatari dell'Accordo, l'adozione di nuove intese integrative per rendere più stringenti, efficaci, cogenti e strutturali le misure, al fine di inserirle in un piano nazionale, attraverso il quale perseguire anche:

- la promozione e il sostegno della micromobilità elettrica;

- la riduzione della necessità di spostamenti lavorativi ricorrendo a smartworking, telelavoro e videoconferenze, quali modalità sostanziali sia in ambito pubblico che privato;

- processi di rigenerazione urbana e processi di rimboschimento;

- modifiche normative e regolamentari, atte ad accelerare i processi di cambiamenti green;

3. a costruire la propria programmazione per l'utilizzo delle risorse del Recovery Fund nella direzione dell'attuazione degli obiettivi dell'Accordo e ad orientare verso gli stessi anche la prossima programmazione dei fondi strutturali europei;

4. ad assicurare sul Green Deal del bacino padano la programmazione delle proprie risorse ordinarie, così da rafforzare la richiesta al Governo affinché assuma, il Green Deal del bacino padano come priorità del Recovery Fund e su cui concentrare anche altre risorse straordinarie.

Approvata a maggioranza dalla Commissione III Territorio, Ambiente, Mobilità nella seduta del 10 febbraio 2021

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