n. 61 del 11.04.2012 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 2501 - Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Pariani, Barbati, Manfredini e Riva per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a promuovere la formazione degli operatori alimentari nei confronti della celiachia, incrementare i controlli sulle aziende che producono prodotti destinati ai soggetti che ne soffrono, valorizzando inoltre gli alimenti gluten-free anche al fine di contenerne i costi
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
La celiachia è una malattia conosciuta da moltissimo tempo, anche se solo dalla metà del ventesimo secolo è stato possibile definirla come una intolleranza permanente al glutine e solo a partire dal 1980 approfondirne i vari aspetti.
La celiachia era considerata in passato come una malattia relativamente rara, che colpiva i bambini con chiare manifestazioni intestinali legate al malassorbimento (diarrea cronica, rallentamento della crescita, malnutrizione).
Attualmente la prevalenza della celiachia è di 1 persona su 100, ma non tutti i soggetti celiaci sono riconosciuti a causa del decorso clinico della malattia che si può manifestare con sintomi generici e variabili.
Oggi secondo i dati presentati, nel giugno 2011 relativi all’anno 2010, nella relazione al Parlamento sulla MC, si osserva una incidenza della celiachia nella popolazione adulta in Europa dell’1% e in Italia dello 0,7%.
In considerazione del fatto che a tutt’oggi non vi è possibilità di guarigione, la MC è considerata la più frequente intolleranza alimentare a livello mondiale.
L’estrema variabilità dei sintomi e segni con cui la MC si manifesta rende spesso la diagnosi della MC difficile e di conseguenza frequenti sono i casi di diagnosi tardive o addirittura sbagliate, esponendo coloro che non seguono la terapia dietetica a sintomi che inficiano severamente la qualità della vita e alla comparsa delle complicanze della MC, tra le quali le più temibili, quelle neoplastiche.
Il periodo medio che intercorre dalla presa di consapevolezza dei sintomi, da parte del paziente, alla diagnosi supera i sei anni.
La persona affetta da celiachia è sostanzialmente sana e diventa malata solo se assume il glutine.
Considerato che
Il glutine si assume attraverso gli alimenti, poiché è presente in alcuni cereali quali frumento, orzo, segale, farro, kamut, spelta e triticale, infatti è la componente proteica di riserva più importante del grano, ha di per sé scarso valore nutritivo, ma per le sue proprietà trova un impiego versatile come coadiuvante nei piatti pronti, nelle salse e per altre esigenze di tecnologia alimentare.
Per le sue proprietà fisico-chimiche, il glutine assume molta importanza nella lavorazione delle farine perché conferisce elasticità e viscosità all’impasto. In assenza di glutine la lavorazione della farina risulta molto più difficoltosa e i prodotti che ne derivano possono avere aspetto, consistenza e sapore molto diversi.
Una rigorosa alimentazione senza glutine è l’unica terapia efficace che al momento garantisce alle persone celiache un perfetto stato di salute con scomparsa delle manifestazioni cliniche, la normalizzazione degli esami e il ripristino della normale struttura dell’intestino.
Evidenziato che
Nel 2005 il legislatore nazionale è intervenuto con l’adozione della Legge n. 123 a riconoscere la celiachia quale malattia sociale.
La Regione Emilia-Romagna, alla fine del 2011 ha redatto un opuscolo, in collaborazione con l’Associazione Italiana Celiachia, per illustrare compiutamente agli operatori alimentari gli aspetti fondamentali da prendere in considerazione per la preparazione e somministrazione in sicurezza di alimenti per soggetti celiaci, sia per le grandi strutture di produzione pasti, che per le attività di ristorazione, somministrazione commerciale o per i laboratori artigianali con vendita diretta di prodotti di gastronomia, pasticceria, gelateria e prodotti da forno.
Ad integrazione dell’opuscolo, la Regione Emilia-Romagna ha prodotto specifiche Linee guida destinate al controllo ufficiale delle suddette imprese.
La Regione Emilia-Romagna, attraverso le AUSL, eroga ai soggetti affetti da tale malattia un contributo mensile per l’acquisto di prodotti gluten-free, il quale però dato il costo esorbitante di tale tipologia di prodotti è altamente insufficiente per garantire una corretta alimentazione.
Tutto ciò premesso e considerato
impegna la Giunta
A valorizzare le azioni positive ed a promuovere e incentivare tra gli operatori alimentari continue e costanti occasioni di formazione sulla materia.
Ad attivarsi in tutte le sedi più opportune perché crescano i controlli verso le aziende che speculando sulla malattia propongono alimenti dal costo esorbitante.
A valorizzare le aziende che affiancano la tradizionale produzione con prodotti gluten-free, osservando scrupolosamente i criteri di lavorazione onde evitare pericolose contaminazioni con farine vietate.
Approvata all’unanimità dei presenti nella seduta pomeridiana del 27 marzo 2012