n.123 del 28.04.2021 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 2934 - Risoluzione per impegnare la Giunta a condannare il colpo di Stato avvenuto in Myanmar e a sollecitare il Governo a chiedere l’immediata scarcerazione di Aung San Suu Kyi e degli altri prigionieri politici. A firma della Consigliera: Castaldini
L’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna
Premesso che:
la Regione Emilia-Romagna ed il Parlamento italiano hanno, negli anni precedenti, hanno seguito con costante attenzione la situazione del Myanmar;
numerose sono state le risoluzioni approvate dall’Assemblea legislativa per sollecitare il governo ad implementare scambi diplomatici e rapporti politici con il Myanmar ed in particolare con Aung San Suu Ky;
Aung San Suu Kyi ha ricevuto il titolo onorario di cittadino di Bologna e la laurea ad honorem dell’Università felsinea, oltre a numerose altre onorificenze conferite da diverse città, università ed altri enti culturali.
Considerato che:
in Myanmar, a partire dal 1962, è stato instaurato un regime militare che per decenni ha perpetrato repressione e violenza dei diritti umani;
nel 1988, per rendere più presentabile l’immagine del regime e riconquistare credibilità internazionale, il Consiglio di Stato per la restaurazione della legge e dell'ordine (Slorc), organo della dittatura militare, è stato ribattezzato Consiglio di stato per lo sviluppo e la pace (Spdc);
i militari hanno continuato per quasi cinquant’anni a perpetrare violazioni dei diritti umani, tra cui esecuzioni extragiudiziali, lavori forzati e violenze sessuali, nei confronti della popolazione civile nelle aree di conflitto etnico;
in Birmania, secondo le informazioni fornite alla Ue, sarebbe stati trattenuti fino al 2011 circa 2.100 prigionieri politici, tra cui 14 giornalisti, e oltre 230 monaci buddisti coinvolti nelle proteste del 2007 ancora in carcere;
nel 2010, dopo 15 anni trascorsi agli arresti domiciliari, è stata liberata Aung San Suu Kyi, leader del movimento democratico birmano e figlia dell’eroe dell’indipendenza nazionale, Aung San, nonché Premio Nobel per la Pace nel 1991;
nel 2011, l’esercito ha messo fine a quasi cinquant’anni di regime militare, ha rilasciato i prigionieri politici e messo fine alla censura;
nel 2015 si sono svolte le prime elezioni democratiche in Birmania che sono state vinte dalla Lega nazionale per la democrazia di Aung San Suu Kyi, e, nel novembre 2020, alle elezioni, è stata riconfermata ottenendo l’83 per cento dei seggi;
Rilevato che:
il 26 gennaio 2021 il generale Min Aung Hlaing, capo delle forze armate, ha contestato i risultati del ballottaggio e ha chiesto nuove elezioni organizzate dall’esercito;
il 1 febbraio 2021 l’esercito birmano ha rovesciato il Governo eletto con un colpo di stato, destituendo il Presidente Win Myint e la Consigliera di Stato Aung San Suu Kyi, entrambi arrestati e detenuti dall’esercito;
i militari hanno dichiarato lo stato di emergenza per un anno e hanno consegnato il potere esecutivo al capo delle Forze armate, Min Aung Hlaing;
Evidenziato che:
Aung San Suu Kyi ha chiesto alla popolazione di resistere e di non accettare il colpo di Stato, mentre l’esercito ha represso le manifestazioni e arresto più di 1500;
il colpo di Stato in Myanmar ha messo la parola fine al timido processo democratico avviato nel Paese nel 2010;
Impegna la Giunta regionale
a condannare il colpo di Stato avvenuto in Myanmar e a sollecitare il Governo Italia ad esprimere il proprio dissenso e la propria preoccupazione per la cattura di Aung San Suu Kyi e degli altri prigionieri politici, chiedendone l’immediata scarcerazione.
Approvata all’unanimità dalla Commissione V Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport e Legalità nella seduta del 15 aprile 2021.