n.334 del 19.11.2014 periodico (Parte Seconda)
Valutazione di impatto ambientale (VIA) relativa ai lavori di costruzione dell'invaso interaziendale denominato "Calderina" ad uso irriguo al servizio del consorzio volontario "Rondinella", nei comuni di Imola (BO) e di Riolo Terme (RA). Presa d'atto delle determinazioni della conferenza di servizi (Titolo III, L.R. N. 9/99 e successive modifiche ed integrazioni)
LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
(omissis)
delibera:
a) la Valutazione di Impatto Ambientale positiva, ai sensi dell’art. 16 della L.R. 18 maggio 1999, n. 9 e successive modifiche ed integrazioni,, per le ragioni di urgenza ed indifferibilità citati in premessa, in relazione al progetto per i lavori di costruzione dell’invaso interaziendale ad uso irriguo, denominato “Calderina”, al servizio del Consorzio volontario denominato “Rondinella”, nei Comuni di Imola (BO) e Riolo Terme (RA), poiché il progetto in oggetto, secondo gli esiti dell’apposita Conferenza di Servizi conclusasi il giorno 18 giugno 2014, è realizzabile a condizione che siano rispettate le prescrizioni, indicate ai punti 1.C., 2.C. e 3.C. del Rapporto conclusivo della Conferenza di Servizi, che costituisce l’Allegato 1 parte integrante e sostanziale della presente delibera, e le ulteriori precisazioni inserite all’interno degli atti connessi alla realizzazione dell’invaso in oggetto, di seguito sinteticamente riportate:
1. in analogia alle altre derivazioni in essere dal T. Santerno in località Codrignano, si stabilisce che la derivazione potrà essere attivata lasciando defluire a valle un quantitativo di risorsa pari a 600 l/s;
2. qualora si rilevasse un decadimento delle caratteristiche di qualità ambientali dell’ecosistema fluviale tali da compromettere il raggiungimento degli obiettivi fissati dal PTA, per il corpo idrico derivato (T. Santerno) dovranno essere adottate le misure eventualmente indicate dalle Autorità competenti e potranno essere modificate le condizioni di tutti i prelievi ubicati in tale località, con particolare riferimento ai quantitativi da lasciar defluire a valle;
3. in considerazione della localizzazione in zona di protezione di tipo D, si prescrive che la realizzazione dell’opera non comporti rischi di contaminazione della falda;
4. per l’eventuale dismissione dell’invaso non saranno ammessi materiali per il tombamento che presentino concentrazioni soglia di contaminazione superiori alla colonna A tab. 1 All. 5 Tit. 5 Parte IV – D. Lgs. 152/06;
5. il proponente dovrà rilasciare al Comune di Imola, prima dell’inizio dei lavori, una fidejussione a garanzia e del ripristino delle strade comunali (Via Paroli e Via Sbago) valutata in Euro 100.000,00 (centomila/00);
6. il proponente dovrà ottenere dal Comune di Imola la concessione all’occupazione di suolo pubblico per quanto riguarda la posa delle condotte nel sottosuolo delle proprietà comunali;
7. prima dell’inizio dei lavori, il Comune dovrà adottare il provvedimento di zonizzazione ai sensi dell’art. 12, comma 6, delle NTA del PSAI per le aree interessate dalle condotte;
8. si prescrive che inizio e fine lavori, nonché i relativi volumi conferiti all’impianto di Via Sbago e riutilizzati nell’ambito della realizzazione dell’opera, vengano comunicati anche alla Provincia di Bologna - UO Suolo e attività estrattive;
9. la concessione di derivazione dal T. Santerno, per la portata massima di 15 l/s è assentita in regime di sottensione parziale ai sensi del comma 2 dell’art. 29 del R.R. 41/01, e nel rispetto dei diritti delle utenze pregresse;
10. l’accordo concluso tra l’utente sotteso (Consorzio del Canale dei Molini di Imola) e il sottendente (Consorzio Rondinella) di cui all’atto del 9 giugno 2014 verrà recepito nel disciplinare parte integrante dell’atto di concessione;
11. la Ditta dovrà installare e mantenere in regolare stato di funzionamento idoneo dispositivo per la misurazione delle portate e dei volumi d'acqua pubblica derivati. Tale dispositivo dovrà essere collocato nella condotta di alimentazione dell’invaso, ovvero nel tratto di condotta che si diparte dal Canale dei Molini e raggiunge l’invaso;
12. il progetto che prevede l’installazione di tale misuratore dovrà essere presentato per approvazione al Servizio Tecnico di Bacino Reno prima dell’inizio dei lavori;
13. le risultanze del suddetto controllo dovranno essere trasmesse con cadenza annuale al Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua e al Servizio Tecnico di Bacino Reno della Regione Emilia-Romagna e all’Autorità di Bacino Reno;
14. dovranno essere scrupolosamente osservate le indicazioni contenute nelle Schede di Valutazione del Rischio elaborate dal tecnico incaricato, ai sensi dell’art. 12 delle NTA del PSAI, secondo la metodologia della pianificazione di bacino e relative alla regimazione delle acque superficiali e alla realizzazione e drenaggio degli scavi;
15. dovrà essere realizzata la modifica progettuale del tratto della rete irrigua prima dell’attraversamento del T. Santerno presentata in data 10 giugno 2014 che prevede di limitare al massimo il parallelismo con il corso d’acqua, che comunque dovrà essere realizzato ad almeno 10 metri dal ciglio esterno della sponda;
16. in relazione all’attraversamento del T. Santerno, la condotta dovrà essere posata almeno a 2 metri dal fondo attuale dell’alveo, salvo diverse indicazioni provenienti da studi geologici e comunque da valutare dal Servizio Tecnico di Bacino Reno;
17. il fabbricato di servizio contenente l’impianto di pompaggio dell’invaso dovrà essere ubicato a una quota tale da non essere passibile di inondazioni per eventi di pioggia con tempi di ritorno di 200 anni, come previsto nelle integrazioni presentate il 6 maggio 2014;
18. il profilo di fondo del Canale dei Molini non dovrà essere modificato (con buche, paratie, deviazioni del flusso delle acque, ecc.);
19. dovrà essere sempre garantito un efficace sistema di drenaggio del “troppo pieno” dell’invaso affinché, la risorsa non utilizzata, sia veicolata al corso d’acqua e non venga quindi dispersa nel terreno;
20. il rilevato posto tra gli edifici esistenti e l’invaso dovrà essere mantenuto solo nella fase di cantiere quale elemento di mitigazione degli impatti negativi sui residenti;
21. occorre rispettare la distanza di 5 metri dal Vicolo Calderina Fiume di tutte le opere comprese le piantumazioni;
22. il terreno pedogenizzato, estratto nella realizzazione dell’invaso che verrà steso nell’area limitrofa, dovrà essere lavorato con scasso al fine di renderlo idoneo all’uso agricolo;
23. le strade che saranno oggetto di transito dei mezzi da e per il cantiere dovranno essere mantenute pulite;
24. nelle piantumazioni si dovranno preferire essenze di ambiente fluviale o alberi da frutto;
25. prima dell’inizio dei lavori dovranno essere realizzati 3 sondaggi posti a nord, a nord-ovest e a sud del bacino, che dovranno essere attrezzati con piezometri Norton. Tali strumenti dovranno essere letti con cadenza mensile prima, durante e al termine dell’esecuzione dei lavori per almeno un anno, al fine di verificare l’effettivo funzionamento del drenaggio posto sul lato nord-ovest del bacino finalizzato a ripristinare la continuità della falda. Successivamente, il monitoraggio avrà cadenza semestrale;
26. le letture piezometriche sopra citate in fase di esercizio, dovranno essere confrontate con i dati di piovosità locale e le misurazione del livello dell’acqua all’interno dell’invaso ed inviate al Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua e al Servizio Tecnico di Bacino Reno della Regione Emilia-Romagna, all’Autorità di Bacino Reno e all’ARPA - Sezione provinciale di Bologna;
27. nella realizzazione della rete di distribuzione si chiede particolare attenzione al ripristino dello stato dei luoghi;
28. le ditte esecutrici dei lavori, titolari di eventuali scarichi idrici derivanti dal cantiere, dovranno richiedere e acquisire le autorizzazioni allo scarico rilasciate dalle Autorità competenti ai sensi della normativa vigente preventivamente all’installazione del cantiere;
29. i terreni d’escavazione riutilizzati in loco durante le attività di realizzazione dell’opera dovranno conservare il proprio stato naturale e non essere deteriorati nella propria composizione chimico-mineralogica;
30. il proponente dovrà ottenere dal Comune di Imola l’autorizzazione al passo carraio su Via Paroli;
31. l’attraversamento sotterraneo con condotta irrigua della S.P. 14, con tecnologia TOC, potrà essere effettuato una volta ottenuta la concessione dal Servizio provinciale competente;
32. il proponente dovrà presentare il progetto esecutivo per acquisire l’autorizzazione sismica presso il Nuovo Circondario Imolese ai sensi della LR 19/2008;
33. il proponente dovrà presentare allo Sportello Unico per l’edilizia, prima dell’apertura del cantiere, comunicazione di inizio lavori corredata dai nominativi del Direttore dei lavori e dai dati dell’Impresa, affinchè lo Sportello acquisisca il DURC in ottemperanza all’art. 90, comma 9, e la notifica preliminare se dovuta prevista dall’art. 99 del D.Lgs. 81/2008. Dovrà altresì essere allegata la documentazione per il controllo della legalità dei lavori dell’edilizia “c.d. Antimafia” di cui alla LR 11/2010 e protocollo tra Regione e Prefetture sottoscritto il 05/03/2010;
34. il proponente dovrà esporre il cartello di cantiere per tutta la durata dei lavori e conservare nel cantiere stesso il titolo edilizio da esibire in caso di controllo da parte delle Autorità competenti;
35. i lavori dovranno essere eseguiti come da progetto presentato; qualsiasi altra opera o movimento di terreno, diverso da quanto specificato, sono soggetti alla normativa vigente in materia di vincolo idrogeologico;
36. i movimenti di terreno dovranno essere limitati allo stretto necessario, eseguiti in modo tecnicamente idoneo e razionale e nella stagione più favorevole, adottando tutti gli accorgimenti necessari ad evitare, durante e dopo l’esecuzione, eventuali danni alla stabilità dei terreni e al buon regime delle acque;
37. l’esecuzione dei lavori non dovrà arrecare alcun danno a piante, strade e scoli esistenti nelle immediate vicinanze dell’area interessata dall’intervento;
38. l’eventuale eliminazione delle piante arboree dovrà essere limitata allo stretto necessario per la realizzazione degli scavi;
39. l’uso di ogni mezzo meccanico (ruspe o escavatori di dimensioni e peso non superiori al necessario) dovrà praticarsi con moderazione e cura onde evitare qualunque danno a strade, opere di scolo, alberature ed edifici limitrofi alla zona di intervento;
40. per la diramazione delle condotte da interrare in sinistra idrografica fino alla località C. Benvenuta, si prescrivono controlli di cantiere durante la fase di interramento della condotta medesima, al fine di rilevare eventuali situazioni di possibile ristagno idrico, da rimediare con opere drenanti sub-superficiali (setti drenanti, trincee di drenaggio);
41. si prescrive un’attenta ricognizione geologica e idrogeologica preventiva e in corso d’opera per la realizzazione delle condotte di distribuzione, eventualmente con l’ausilio di indagini geognostiche (penetrometrie) al fine di considerare l’opportunità di varianti esecutive di tipo migliorativo quali piccole modifiche del tracciato, modesti interventi di consolidamento del versante in particolare ove la rete di distribuzione principale lambisce o interseca aree di dissesto;
42. le trincee di scavo dovranno essere rapidamente richiuse con un’adeguata compattazione del terreno al fine di evitare l’instaurarsi di fenomeni d’infiltrazione;
43. il materiale di risulta degli scavi e degli sbancamenti per la rete di distribuzione dovrà essere riutilizzato all’interno della proprietà;
44. tutti i lavori dovranno essere rapportati alle modalità e alle limitazioni delle prescrizioni di massima e di polizia forestale vigenti;
45. si dovrà dare comunicazione dell’inizio dei lavori al competente Comando Stazione del Corpo Forestale dello Stato;
46. copia dell’autorizzazione relativa al vincolo idrogeologico dovrà essere conservata presso la sede dei lavori, così da poterla esibire in caso di controllo da parte delle competenti autorità;
47. lo scavo di sbancamento per la realizzazione dell’invaso irriguo deve essere preceduto dall’esecuzione di sondaggi archeologici preventivi, al fine di rilevare eventuali criticità archeologiche ed adottare le opportune misure di tutela. Al contempo, anche la vasta area limitrofa, interessata dallo spandimento del terreno di risulta dello scavo dell’invaso dovrà essere oggetto di sondaggi archeologici preventivi. Inoltre, i lavori di scavo per la posa delle condotte devono essere assoggettati, per l’intera estensione della rete di distribuzione idrica, a controllo archeologico in corso d’opera;
48. i sondaggi archeologici, da effettuarsi mediante l’utilizzo di una benna liscia, dovranno raggiungere la profondità massima prevista per l’escavazione dell’invaso e potranno interrompersi solo all’intercettazione del banco di ghiaia (posto a circa 3,20 m di profondità); il materiale scavato dovrà essere attentamente vagliato in superficie. Il numero e il posizionamento dei saggi dovrà essere concordato con il funzionario referente del competente Ufficio della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna;
49. gli scavi per la posa delle condotte dovranno essere realizzati anch’essi con benna liscia e non potranno in alcun caso essere eseguiti con la catenaria. Il controllo in corso d’opera, da eseguirsi fino alla quota massima prevista, potrà essere interrotto solo all’intercettazione del suolo sterile e nel caso di disturbi moderni di accertata estensione che abbiano già asportato la stratigrafia archeologica;
50. l’assistenza alle operazioni di scavo - sia nel caso dei sondaggi preventivi sia nel caso del controllo in corso d’opera - dovrà essere affidata ad operatori archeologi di provata professionalità esterni alla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna. Nessuno degli oneri connessi alle attività archeologiche suddette (sia quelle in corso di scavo, come la sorveglianza, i mezzi meccanici, conduzione e documentazione scavi ecc., sia quelle eventuali post-scavo, come la rielaborazione dati, la redazione schede, la documentazione grafica e fotografica, ecc.) dovrà risultare a carico della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna;
51. gli archeologi incaricati opereranno sotto la direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna e dovranno mettersi in contatto con i Funzionari territorialmente competenti; a tal fine, sarà cura della D.L. comunicare tempestivamente al competente Ufficio di detta Soprintendenza il nominativo della Ditta prescelta;
52. qualora, a seguito dell’esecuzione dei sondaggi preventivi e/o durante il controllo archeologico in corso d’opera emergano evidenze di natura archeologica, potranno rendersi necessarie modifiche anche sostanziali al progetto;
53. prima dell’inizio dei lavori è fatto obbligo di ottenere tutti gli assensi necessari alla risoluzione delle interferenze delle opere in progetto con i sottoservizi a rete (acqua, elettricità, gas, ecc.);
54. i mezzi utilizzati per il trasporto dei materiali scavati e destinati alla lavorazione che circoleranno sulla viabilità ordinaria, oltre ad essere in regola con la normativa vigente in materia di emissioni inquinanti dagli scarichi veicolari, dovranno essere dotati di cassone telonato e lo stesso dovrà risultare chiuso durante il trasporto;
55. i mezzi circolanti sulla pista di collegamento alla viabilità ordinaria dovranno mantenere una velocità ridotta per limitare il sollevamento di polveri ed evitare le perdite di carico o di materiale;
56. la pista di collegamento tra l’area di cantiere e la viabilità ordinaria, utilizzata dai mezzi che trasporteranno all'esterno il materiale scavato nell’area dell'invaso, dovrà essere realizzata in modo tale da limitare sia il sollevamento di polveri durante la percorrenza della pista sia il trascinamento all’esterno di eventuale fango. In tal senso, quanto proposto nello studio, ovvero la bagnatura regolare della pista e l’intervento di pavimentazione previsto sull’ultimo tratto della stessa, può essere una soluzione; si evidenzia comunque l’opportunità di effettuare la regolare pulizia della viabilità ordinaria (almeno per i primi tratti dall’immissione);
57. al termine della pista di collegamento e prima dell’immissione sulla viabilità ordinaria, qualora venissero evidenziate significative problematicità in relazione al sollevamento polveri dovrà essere installato un punto di lavaggio gomme, preferibilmente dotato di vasca di lavaggio opportunamente attrezzata e adeguata allo scopo;
58. qualora a seguito di segnalazioni di criticità, gli Enti competenti ne riscontrassero l’opportunità, potranno essere attivate una o più postazioni di monitoraggio delle polveri in cui (con modalità e cadenze da definire anche col supporto di Arpa) dovranno essere rilevate su base giornaliera e per più giornate consecutivamente, i livelli di particolato (PM10 e/o PTS);
59. il drenaggio previsto nell’intorno dell’invaso per garantire continuità alla falda freatica, una volta terminati i lavori, dovrà essere strutturato basandosi sulle principali caratteristiche idrogeologiche dell’acquifero e la sua collocazione dovrà tener conto dell’assetto idrodinamico della falda;
60. nell’eventualità di una dismissione dell’impianto, al fine della tutela del sottosuolo e della risorsa idrica in esso contenuta, tutti gli elementi e materiali che verranno prodotti dallo smantellamento e demolizione dell’impianto dovranno essere destinati ad apposite discariche o a processi di smaltimento e recupero secondo la normativa vigente;
61. dovranno essere scrupolosamente osservate le indicazioni contenute nelle Schede di Valutazione del Rischio elaborate dal tecnico incaricato, ai sensi dell’art. 12 delle NTA del PSAI, secondo la metodologia della pianificazione di bacino e relative alla regimazione delle acque superficiali e alla realizzazione e drenaggio degli scavi;
62. la mitigazione realizzata con essenze arboree deve utilizzare essenze igrofile più caratteristiche degli ambienti di pianura prossimi ai corsi d’acqua. Deve inoltre essere garantito l’attecchimento delle piante ed una adeguata manutenzione delle stesse; le piante che non attecchiscono andranno sostituite;
63. si prescrive di presentare un progetto per la messa in sicurezza dell’intersezione tra la S.P. 610 Montanara e la Via Sbago, per la durata del cantiere (6-8 mesi), mediante la semaforizzazione provvisoria dell'intersezione, che sarà valutato dal punto di vista tecnico dalla Provincia di Bologna - Servizio Manutenzione Strade;
64. è necessario che il gestore dell’invaso provveda a mettere in atto le azioni per evitare la proliferazione di zanzare (utilizzando idonei interventi larvicidi o in alternativa immissione di pesci predatori di larve) al fine di garantire la lotta alla diffusione delle malattie trasmesse da insetti vettori;
b) i Comuni di Imola e Riolo Terme e la Provincia di Bologna hanno espresso il proprio parere sulla compatibilità ambientale ai sensi della L.R. 9/99 all’interno del Rapporto Ambientale che costituisce l’Allegato 1 alla presente delibera;
c) il Servizio Tecnico di Bacino Reno, con determinazione n. 10946 del 07/08/2014, ha provveduto a rilasciare la concessione di derivazione di acqua pubblica superficiale ad uso irriguo per il riempimento dell’invaso interaziendale denominato “Calderina”, che costituisce l’Allegato 2 parte integrante e sostanziale della presente delibera;
d) il Servizio Tecnico di Bacino Reno, con determinazione n. 9157 del 03/07/2014, ha provveduto a rilasciare l’autorizzazione alla costruzione dell’invaso “Calderina”, che costituiscel’Allegato 3 parte integrante e sostanziale della presente delibera;
e) la Provincia di Bologna ha espresso il proprio parere sulla concessione di derivazione all’interno della Conferenza di Servizi svolta ai sensi del Titolo III della L.R. 9/1999 e s.m.i.;
f) l’Autorità di Bacino Reno ha espresso il proprio parere sulla concessione di derivazione all’interno della Conferenza di Servizi svolta ai sensi del Titolo III della L.R. 9/1999 e s.m.i.;
g) il Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua della Regione Emilia-Romagna ha espresso il proprio parere sulla concessione di derivazione all’interno della Conferenza di Servizi svolta ai sensi del Titolo III della L.R. 9/1999 e s.m.i.;
h) l’Autorità di Bacino Fiumi Romagnoli ha espresso il proprio parere sulla conformità al PSAI all’interno del Rapporto Ambientale che costituisce l’Allegato 1 alla presente delibera;
i) il Servizio Parchi e Risorse Forestali ha rilasciato la pre-valutazione di incidenza relativa al sito SIC situato nelle vicinanze dell’invaso in progetto e le cui conclusioni sono riportate all’interno del Rapporto Ambientale che costituisce l’Allegato 1 alla presente delibera;
j) il Comune di Imola, con provvedimento n. 16 del 29 maggio 2014, ha provveduto a rilasciare il permesso di costruire per il progetto in esame, che costituisce l’Allegato 4 parte integrante e sostanziale della presente delibera;
k) ARPA ha partecipato alla Conferenza di Servizi svolta ai sensi del Titolo III della L.R. 9/1999 e s.m.i. ed in tale sede ha espresso il proprio parere sulla compatibilità ambientale del progetto in esame;
l) l’AUSL non ha partecipato alla riunione conclusiva della Conferenza di Servizi in data 18 giugno 2014 e non ha pertanto firmato il Rapporto Ambientale che costituisce l’Allegato 1 della presente delibera; ha tuttavia inviato un proprio parere, che è stato condiviso in Conferenza di Servizi e riportato all’interno del citato Rapporto Ambientale; non avendo l’AUSL partecipato alla Conferenza di Servizi finale trova applicazione il disposto dell’art. 14-ter, comma 7, della Legge 7 agosto 1990 n. 241 e successive modificazioni;
m) il Comune di Imola, con provvedimento prot. gen. comunale n. 27813 del 3 luglio 2014, ha provveduto a rilasciare l’autorizzazione paesaggistica per il progetto in esame, che costituisce ll’Allegato 5 parte integrante e sostanziale della presente delibera;
n) il parere della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per l’autorizzazione paesaggistica è stato discusso e condiviso dalla Conferenza di Servizi finale e recepito nel Rapporto Ambientale che costituisce l’Allegato 1 e nell’autorizzazione paesaggistica che costituisce l’Allegato 5, parti integranti e sostanziali della presente delibera; non avendo la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici partecipato alla Conferenza di Servizi finale trova applicazione il disposto dell’art. 14-ter, comma 7, della Legge 7 agosto 1990 n. 241 e successive modificazioni;
- o) la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna ha espresso il proprio parere sul nullaosta archeologico che è stato riportato all’interno del Rapporto Ambientale che costituisce ll’Allegato 1 alla presente delibera;
p) il Nuovo Circondario Imolese, con provvedimento n. 3122 del 22 maggio 2014, ha provveduto a rilasciare l’autorizzazione sismica per i lavori di costruzione dell’invaso “Calderina”, che costituisce l’Allegato 6 parte integrante e sostanziale della presente delibera;
q) l’Unione dei Comuni della Romagna Faentina e il Nuovo Circondario Imolese, rispettivamente con provvedimento prot. n. 1644/14.3 del 20 febbraio 2014 e prot. n. 2758 del 7 maggio 2014, hanno provveduto a rilasciare le autorizzazioni per l’esecuzione dei lavori su terreni sottoposti a vincolo idrogeologico, rispettivamente nei Comuni di Riolo Terme e di Imola, che costituiscono gli Allegati 7 ed 8 parte integrante e sostanziale della presente delibera;
r) il Comune di Imola ha espresso il proprio parere in merito all’attraversamento delle strade comunali nell’ambito della Conferenza di Servizi svolta ai sensi del Titolo III della L.R. 9/1999 e s.m.i., che è stato riportato all’interno del Rapporto Ambientale che costituisce l’Allegato 1 alla presente delibera; l’atto autorizzativo verrà tuttavia perfezionato a seguito degli accordi tra il Comune di Imola e il proponente;
s) la Provincia di Bologna ha rilasciato un proprio formale parere in merito all’attraversamento delle strade provinciali, che è stato riportato all’interno del Rapporto Ambientale che costituisce l’Allegato 1 alla presente delibera; l’atto autorizzativo verrà tuttavia perfezionato a seguito degli accordi tra la Provincia di Bologna e il proponente;
t) il Consorzio irriguo Rondinella ha trasmesso l’accordo sottoscritto il 9 giugno 2014 con il Consorzio Utenti Canale dei Molini di Imola e Massalombarda avente ad oggetto la fornitura di acqua dal Canale dei Molini per l’alimentazione del sistema irriguo in oggetto, che costituisce l’Allegato 9 parte integrante e sostanziale della presente delibera;
u) il proponente ha trasmesso il Piano di utilizzo redatto ai sensi del DM 161/2012, rispetto al quale ARPA ha rilasciato parere favorevole; tale parere è riportato nell’Allegato 10 parte integrante e sostanziale della presente delibera;
v) il Servizio Tecnico di Bacino Reno, con determinazioni n. 13859 e 13860 del 3/10/2014, ha provveduto inoltre a rilasciare le concessioni per l’attraversamento di aree in demanio idrico, che costituiscono l’Allegato 11 parte integrante e sostanziale della presente delibera;
w) la Provincia di Ravenna non ha partecipato alla riunione conclusiva della Conferenza di Servizi in data 18 giugno 2014, non ha firmato il Rapporto Ambientale che costituisce l’Allegato 1 della presente delibera e non ha inviato un proprio formale parere; non avendo la Provincia di Ravenna partecipato alla Conferenza di Servizi finale trova applicazione il disposto dell’art. 14-ter, comma 7, della Legge 7 agosto 1990 n. 241 e successive modificazioni;
x) di trasmettere, ai sensi dell’art. 16, comma 3, della L.R. 18 maggio 1999, n. 9 e successive modifiche ed integrazioni, copia della presente deliberazione al proponente Consorzio irriguo Rondinella;
y) di trasmettere, ai sensi dell’art. 16, comma 4, della L.R. 18 maggio 1999, n. 9 e successive modifiche ed integrazioni, per opportuna conoscenza e per gli adempimenti di rispettiva competenza, copia della presente deliberazione alle Province di Bologna e di Ravenna, ai Comuni di Imola (BO) e Riolo Terme (RA), all’ARPA Sez. Prov. Bologna, all’AUSL di Ravenna;
z) di stabilire, ai sensi dell’art. 17, comma 10 della L.R. 18 maggio 1999, n. 9 e successive modifiche ed integrazioni, che il progetto dovrà essere realizzato entro 5 anni dalla pubblicazione del provvedimento di Valutazione di Impatto Ambientale;
aa) di pubblicare per estratto nel BURERT, ai sensi dell’art. 16, comma 4, della L.R. 18 maggio 1999, n. 9 e successive modifiche ed integrazioni, il presente partito di deliberazione;
bb) di pubblicare integralmente la presente deliberazione sul sito web della Regione.