n.82 del 04.04.2018 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 6081 - Risoluzione per impegnare la Giunta, a seguito dell’offensiva militare posta in essere dalla Turchia nei confronti del cantone curdo di Afrin e del territorio Rojava, a chiedere al Governo italiano di intervenire presso quello turco al fine di ottenere la cessazione degli attacchi indiscriminati nei confronti della relativa popolazione, promuovendo inoltre la condanna di quanto avvenuto in tutte le sedi istituzionali opportune, con particolare riferimento all’Unione Europea, al Consiglio d’Europa ed alla NATO. A firma dei Consiglieri: Taruffi, Torri, Prodi

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

la Siria dal 2011 è teatro di una sanguinosa guerra civile;

seppur in mancanza di dati certi, si stima che dall’inizio del conflitto siano oltre 500.000 i morti, di cui circa un terzo civili;

secondo i dati dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari la guerra in Siria ha provocato un esodo di massa di persone in fuga dal conflitto con circa 5 milioni di rifugiati ed oltre 6 milioni di sfollati;

nel 2014, a seguito dell’avanzata del fondamentalismo islamico, lo Stato Islamico (Isis/Daesh) è arrivato ad occupare circa un terzo dell’intero territorio siriano, tra cui il cosiddetto “Kurdistan siriano” ed i governatorati di Raqqa e Deir el-Zor;

nel 2015 la sconfitta nella battaglia della città curda di Kobane ha di fatto segnato l’inizio del “reverse course” e l’arresto dell’avanzata dell’Isis;

le unità di difesa popolare degli YPG e YPJ, inquadrate nell’alleanza curdo-araba (SDF) e parte integrante della coalizione internazionale antiterrorismo, sono state fondamentali nella resistenza al terrore dello Stato Islamico, contribuendo alla liberazione dal Califfato delle città di Aleppo, Raqqa e dell’intero nord della Siria;

a seguito della sconfitta dell’Isis, ad Afrin e negli altri cantoni della regione del Rojava convivono oggi pacificamente curdi, arabi, cristiani ed etnie diverse in un innovativo e moderno sistema di democrazia partecipata, paritaria e di uguaglianza tra i sessi;

le SDF curdo-arabe non hanno mai minacciato né attaccato i confini turchi.

Considerato che

lo scorso 20 gennaio la Turchia, con l’offensiva militare denominata “Ramoscello d’Ulivo”, ha violato la sovranità territoriale siriana, attaccando senza alcuna motivazione e giustificazione il cantone curdo di Afrin nel nord ovest della Siria;

già nell’estate 2016 la Turchia aveva lanciato nel nord della Siria l’operazione militare denominata “Scudo sull’Eufrate”, con la scusa di combattere Daesh, ma con il preciso obiettivo di dividere i territori del Rojava curdo;

l’offensiva militare turca, effettuata mediante attacchi di terra e raid aerei, ha già causato decine di vittime anche tra la popolazione civile, non risparmiando neppure il campo profughi di Rubar, che ospita oltre 20.000 rifugiati provenienti dal resto della Siria;

il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato di voler estendere l’offensiva militare a tutto il territorio abitato dai curdi nel nord della Siria;

l’aggressione militare della Turchia rappresenta un vero e proprio crimine contro l’umanità e si sta compiendo nel pressoché totale silenzio della Comunità Internazionale e che è a rischio l’incolumità e la sicurezza di decine di migliaia di civili e di rifugiati;

questa aggressione militare va ad aggiungersi alle distruzioni delle città curde in Turchia, al massacro di centinaia di civili, alla destituzione e all’arresto di numerosi Sindaci ed eletti locali in atto a partire dal 2015.

Ricordato che

dal 1952 la Turchia è membro effettivo della NATO;

dal 2005 sono aperti i negoziati per l’adesione della Turchia all’Unione Europea;

l’Italia è uno dei principali partner commerciali della Turchia, con un interscambio commerciale di 16,2 miliardi di dollari nel 2016 e oltre 1.300 società ed aziende con partecipazione italiana presenti in Turchia.

Tutto ciò premesso e considerato

esprime solidarietà ed il proprio sostegno alla popolazione di Afrin e dell’intero Rojava.

Impegna la Giunta regionale

a chiedere al Governo italiano di attivarsi per la cessazione degli attacchi indiscriminati nei confronti della popolazione del cantone di Afrin e dell’intero Rojava;

ad attivarsi presso il Governo italiano per promuovere in tutte le sedi istituzionali opportune - con particolare riferimento all’Unione Europea, al Consiglio d’Europa e alla Nato - la ferma condanna di quanto avvenuto e l’attivazione di tutti i canali diplomatici volti alla cessazione degli attacchi indiscriminati nei confronti della popolazione del cantone di Afrin e dell’intero Rojava, nonché al rispetto delle libertà democratiche.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta antimeridiana del 14 marzo 2018

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