n. 127 del 18.07.2012 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 2614 - Risoluzione proposta dai consiglieri Naldi, Monari, Sconciaforni e Mandini per impegnare la Giunta ad attivare un monitoraggio continuo in coerenza con il Piano energetico regionale con il quale si sono ridefiniti gli obiettivi di incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Richiamata la normativa nazionale che

ha definito le regole per l’utilizzo del biogas come combustibile (DLgs 152/06);

ha regolato le procedure autorizzative degli impianti alimentati a fonti rinnovabili, prevedendo semplificazioni procedurali al fine di favorirne la realizzazione (DLgs 387/03);

ha definito i criteri a cui attenersi per l’individuazione di eventuali aree e siti non idonei da parte delle Regioni (DM 10 settembre 2010);

ha individuato i criteri generali per la definizione dei futuri meccanismi di incentivazione dettando regole specifiche per gli impianti alimentati a biomasse, biogas e bioliquidi sostenibili (DLgs 28/11).

Premesso che

l'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna si è dotata di un piano energetico regionale in attuazione della L.R. 26/04 e del Secondo Piano attuativo del Piano Energetico regionale con cui ha ridefinito gli obiettivi di incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili in linea con gli obiettivi europei del 20/20/20;

è della massima importanza proseguire nel processo di sostituzione delle fonti energetiche fossili con quelle rinnovabili e, in questo senso, gli impianti a biogas e a biomasse rappresentano una soluzione particolarmente positiva sul piano ambientale, energetico ed anche sociale ed economico quando recuperano i reflui degli allevamenti e la parte organica dei diversi rifiuti prodotti nei settori agricoli, industriali, commerciali, ecc.;

il miglior sviluppo di questa filiera sul piano della sostenibilità ambientale, economica e sociale richiede una crescita graduale, costante e controllata in modo da:

  • favorire il massimo impegno di forze imprenditoriali del mondo agricolo, anche al fine di migliorarne la posizione reddituale, evitando nel contempo l’ingresso nel settore di interessi speculativi e situazioni di competizione con le filiere agricole tradizionali;
  • acquisire i risultati dell’evoluzione delle tecnologie nell’ottica in particolare del miglioramento dell’efficienza carbonica ed anche della trasformazione in biometano, prevedendo nel contempo coerenti adattamenti dei sistemi di incentivazione;
  • assicurare lo sviluppo del necessario know how in campo agricolo ed industriale, in modo da massimizzare i ritorni economici e di occupazione evitando iniziali accelerazioni speculative;

in tutte le province dell’Emilia-Romagna si moltiplicano le iniziative per la realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica attraverso la combustione di biomasse o la digestione anaerobica delle stesse. Tali impianti sono spesso alimentati da produzioni agricole dedicate, sottraendo terreno prezioso alle produzioni alimentari, non recuperando il calore in contrasto con protocolli internazionali e direttive sull'efficienza energetica, o, in altri casi, attivando filiere a livello internazionale con significativi impatti sulle emissioni connesse ai trasporti, con il rischio di uno sviluppo non coerente con i contenuti e gli obiettivi del PER;

tale situazione ha fatto nascere nei diversi territori preoccupazioni da parte di cittadini, amministrazioni locali, organizzazioni sociali ed agricole, alle quali è necessario fornire risposte complete ed adeguate, anche al fine di evitare che si formino posizioni preconcette, che inevitabilmente si ritorcerebbero contro un corretto sviluppo di lungo periodo della filiera delle biomasse.

Considerato che

nell’ambito del "Secondo piano triennale di attuazione del Piano Energetico Regionale 2011-2013" lo sviluppo della filiera delle biomasse è visto all’interno dei piani di sviluppo agricolo, anche attraverso la predisposizione di uno specifico piano d’azione per le agroenergie finalizzato a promuovere e favorire il massimo protagonismo dei soggetti operanti nel settore;

nella seduta dell’Assemblea legislativa del 26 luglio 2011 è stato approvato un ordine del giorno sull’individuazione delle aree e dei siti per l’istallazione di impianti di produzione di energia elettrica mediante l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili con cui si è impegnata la Giunta regionale a provvedere in modo da:

- coinvolgere l'intero sistema delle Autonomie Locali, anche attraverso l'elaborazione di loro piani energetici, capaci di governare il disegno localizzativo degli impianti, pianificare la loro alimentazione, predisporre efficaci ed efficienti sistemi di monitoraggio e di controllo;

- privilegiare la realizzazione d'impianti ad alto rendimento energetico, in regime di cogenerazione e trigenerazione, evitando lo spreco energetico con la sola produzione di energia elettrica e sfruttando il calore per usi residenziali e industriali;

- indicare che la biomassa necessaria per il funzionamento degli impianti provenga prevalentemente dagli scarti agro-alimentari e forestali o da colture energetiche collocate in aree del territorio dove si garantisca equilibrio fra colture agricole e dedicate, limitando la conversione della produzione agricola verso colture bioenergetiche;

- prevedere la valutazione dell'intero ciclo di vita delle biomasse in modo da contemplare tutte le fasi di produzione agricola e di trasformazione ed i trasporti, in modo da privilegiare gli accordi di filiera corta nel rispetto di cui all'art. 2, lettera c), del Decreto del Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali del 2 marzo 2010 Attuazione della legge 27 dicembre 2006, n. 296 sulla tracciabilità delle biomasse per la produzione di energia elettrica;

la Giunta regionale ha adottato con delibera n. 1495/11 i "Criteri Tecnici per la mitigazione degli impatti ambientali nella progettazione e gestione degli impianti a biogas", attraverso la quale si sono forniti gli indirizzi per il rilascio delle autorizzazioni, al fine di minimizzare l’impatto sull’ambiente e sui cittadini, prevedendo misure molto restrittive in termini di migliori tecnologie, sistemi di monitoraggio, con particolare riferimento alle emissioni di sostanze odorigene, e al trattamento e gestione dei digestati.

Valutato che

in assenza di un piano energetico nazionale, le norme che definiscono le politiche di incentivazione per la produzione di energia da fonti rinnovabili e stabiliscono le procedure per la realizzazione degli impianti rischiano di annullare il potenziale positivo rappresentato da un possibile nuovo modello energetico, trasformando la transizione dalle fonti fossili alle rinnovabili in un eccessivo sfruttamento del territorio dedicato invece all’agricoltura di qualità;

ritenuto necessario cogliere le preoccupazioni di centinaia di cittadini e dare risposta, per quanto concerne la competenza regionale ai problemi che stanno alla base di una richiesta di moratoria.

Impegna la Giunta regionale a

1. attivare un monitoraggio continuo, coerente con le attività già previste nel Piano Attuativo del PER, che consenta un quadro conoscitivo aggiornato degli impianti a biogas e a biomasse esistenti e di quelli autorizzati in fase di costruzione circa il rispetto delle condizioni di autorizzazione e della normativa vigente, nonché, per quelli per cui è stato avviato l’iter autorizzativo, un quadro sulle biomasse utilizzate, del suolo agricolo necessario ad alimentarli, al loro impatto ambientale ed economico in particolare sull’agricoltura, al bilancio delle emissioni di gas climalteranti, con l’impegno di presentarlo, periodicamente, alla competente commissione assembleare, entro ottobre 2012;

2. rafforzare un confronto con i comitati, i cittadini e le amministrazioni locali e gli agricoltori in modo da acquisire un quadro degli impatti prodotti nelle realtà locali e favorire programmazioni su scala locale in grado di muoversi nell’ottica dell’autonomia energetica dei territori e di inserire al meglio la filiera delle biomasse nell’ambito dei cicli agroindustriali territoriali;

3. sostenere e incentivare l’elaborazione e la predisposizione dei piani energetici comunali o intercomunali quali strumenti di partecipazione e di fissazione degli obiettivi locali in materia di risparmio energetico e produzione di energia da fonti rinnovabili;

4. predisporre le misure necessarie ad assicurare che la realizzazione degli impianti a biogas e a biomasse avvenga secondo i criteri previsti dall’ordine del giorno approvato il 26 luglio 2011 sopra richiamato; 

5. stabilire, in caso di problematiche evidenziate dalla campagna di rilevamento delle emissioni odorigene previste al punto 3.3 della DGR 1495/11, l’autorità competente possa prescrivere come adeguamento strutturale dell’impianto, l’aumento del volume della prima vasca di stoccaggio del digestato, con copertura a tenuta ed utilizzo o trattamento del gas prodotto, da 30 a 60 giorni e comunque per il tempo utile a garantire la tenuta delle emissioni odorigene;

6. favorire la realizzazione di impianti che assicurino prioritariamente l’utilizzo degli scarti agroindustriali e che utilizzino le migliori tecnologie disponibili, al fine di assicurare alta qualità a minori impatti possibili, garantendo inoltre trasparenza e legalità.

Chiede inoltre alla Giunta regionale 

vista la bozza di Decreto del Governo in materia di sostegno alla produzione di energia da fonti rinnovabili,

un impegno nei confronti del Governo perché

1. vengano assunti celermente i provvedimenti legislativi e vengano definiti i regolamenti per le specifiche tecniche che consentano l’utilizzo del biometano nella rete di distribuzione del gas, secondo quanto previsto dal Decreto Legislativo 28/11 recante norme per l’attuazione della Direttiva europea 2009/28/CE;

2. confermi la natura di sottoprodotto del digestato proveniente dalla digestione anaerobica di effluenti zootecnici - quando destinato all’utilizzazione agronomica nell’ambito di una o più aziende agricole che ospitano l’impianto - così come già previsto dalla Direttiva 2008/98/CE e dal Codice Ambientale;

3. siano definiti parametri di sostenibilità territoriale che, anche al fine di garantire la continuità di colture tipiche e di pregio, consentano di definire un rapporto corretto tra SAU a destinazione energetica e la SAU complessiva;

4. si definisca uno schema degli incentivi per le fonti rinnovabili diversificato in base alla sostenibilità ambientale e territoriale della filiera produttiva, agli impatti causati dalle emissioni eventuali, e in cui il modello di incentivazione favorisca il recupero del calore, degli scarti e dei sottoprodotti agricoli ed alimentari e, in genere, delle emissioni collaterali alle attività produttive e pertanto, sulla base delle disposizioni contenute nella nuova normativa nazionale, la Regione possa assicurare la priorità agli impianti, che utilizzando prevalentemente scarti agroindustriali e/o reflui di allevamento, possano tutelare la sostenibilità ambientale.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 4 luglio 2012

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