n.66 del 06.03.2019 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 7525 - Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Governo, e nello specifico il Ministero dell'Ambiente, affinché accetti le risorse previste per il nostro Paese, 800 milioni di euro, a seguito dell'accordo che il Governo Gentiloni, in accordo con le Regioni e la Conferenza Stato-Regioni, aveva predisposto con la Banca Europea degli Investimenti per mettere in campo opere contro il dissesto idrogeologico; a sollecitare il Governo affinché riveda la sua posizione circa la chiusura di Italia Sicura in modo da proseguire sul percorso tracciato in questi quattro anni investendo sulla prevenzione e sul futuro del Paese, sollecitandolo inoltre affinché, invece di approvare condoni edilizi, recuperi Casa Italia, un progetto serio e lungimirante per la messa in sicurezza del nostro Paese. A firma dei Consiglieri: Montalti, Rontini, Boschini, Campedelli, Zappaterra, Calvano, Caliandro, Lori, Rossi, Sabattini, Zoffoli, Bagnari, Tarasconi, Molinari, Soncini, Bessi
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
l’Emilia-Romagna, insieme ad altre 10 regioni, ha richiesto il riconoscimento dello stato di emergenza a seguito delle violente precipitazioni che hanno interessato il territorio italiano durante i primi giorni di novembre 2018.
Le violente precipitazioni hanno causato danni ingentissimi, valutati allo stato attuale in più di 3 miliardi di euro, e soprattutto un bilancio altissimo di vittime, 32 persone decedute.
Nel mese di luglio 2018 è stato votato in Assemblea legislativa un Ordine del giorno (oggetto n. 6903), a prima firma Consigliera Rontini, con cui si chiedeva al Governo di ripristinare l’operatività di Italia Sicura.
Rilevato che
l’Italia è un Paese che deve, purtroppo, fare i conti con un territorio dalla straordinaria fragilità. Ne sono testimonianza le numerose frane e allagamenti, i casi di calamità idrogeologiche che colpiscono ormai ogni territorio, da nord a sud.
Con i cambiamenti climatici in corso stanno aumentando e sono sempre più frequenti gli eventi atmosferici straordinari e conseguentemente le vittime e i danni.
Il cambiamento del clima ha modificato anche il regime delle precipitazioni. Oggi hanno un carattere "esplosivo" poiché in poche ore la quantità di precipitazioni è pari a quella che poteva cadere precedentemente in un arco di tempo molto più lungo.
Le chiamano 'bombe d'acqua', e sono il prodotto di una meteorologia estremamente variabile che comporta altre emergenze: erosione costiera, cuneo salino, siccità e desertificazione, incendi boschivi.
L’Italia è inoltre uno dei Paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo, per la sua particolare posizione geografica, nella zona di convergenza tra la zolla africana e quella eurasiatica.
Considerato che
lo stress ambientale e il dissesto consumano una fetta sempre più elevata del bilancio dello Stato. Sappiamo che 1 euro speso in prevenzione fa risparmiare fino a 100 euro in riparazione dei danni. Nonostante ciò siamo tra i primi al mondo per risarcimenti e riparazioni di danni da eventi di dissesto: dal 1945 l'Italia paga in media circa 3.5 miliardi. Dal 1950 ad oggi abbiamo contato 5.459 vittime in oltre 4.000 eventi tra frane e alluvioni. Il dissesto idrogeologico è una delle ragioni dell'aumento del gap infrastrutturale nel nostro Paese. Non franano solo terreni o case provocando dei lutti, ma anche strade e autostrade, ferrovie, reti idriche ed elettriche. Il deterioramento del territorio costituisce una voce fortemente negativa nel bilancio economico di un Paese e accumula debito futuro. Anche in una visione strettamente ragionieristica è positivo investire in prevenzione.
Da troppi anni in Italia si redigono piani che regolarmente restano nei cassetti, inapplicati o privi di coperture finanziarie, mentre sarebbe fondamentale investire nella prevenzione di fronte al fatto che nel 90% dei nostri comuni sono presenti aree di dissesto o a rischio. Pur non facendo notizia, le politiche di prevenzione salvano vite umane e beni pubblici.
Da rilevazioni emerge che in 1.121 centri urbani si trovano edifici in aree franose o golenali. Nel 31% dei casi sono sorti interi quartieri. Nel 56% sono nate aree industriali. Nel 20% troviamo scuole, ospedali e municipi. Nel 26% anche alberghi e centri commerciali. Si è costruito abusivamente e legalmente (non fa differenza ai fini del rischio) creando rischi dove prima non c'erano, con incoscienza totale, restringendo alvei di fiumi e torrenti, aumentandone artificialmente le portate e le velocità, modificando le dinamiche fluviali.
Evidenziato che
il Governo Renzi con l’istituzione di “Italia Sicura” aveva scelto la strada della prevenzione, superando la logica delle emergenze in settori chiave, intervenendo su dissesto idrogeologico, infrastrutture idriche ed edilizia scolastica.
Nel maggio del 2014 è stata così istituita la Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, con la nomina di tutti i Presidenti di Regione a Commissari di Governo per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. Decisione che ha permesso di accelerare gli interventi necessari e urgenti.
Contestualmente, è stata creata anche la Struttura di missione per la riqualificazione dell’edilizia scolastica, con l’obiettivo di coordinare e gestire al meglio tutte le linee di finanziamento specifiche, avviando cantieri e chiudendoli in tempi previsti e con trasparenza. Nei quattro anni di attività della Struttura sono stati stanziati 10 miliardi di euro per l’edilizia scolastica (anche grazie ai fondi BEI) di cui oltre 5 già spesi da comuni, province, città metropolitane. Sono stati edificati 300 nuovi edifici scolastici e le task force hanno monitorato sul campo oltre 2.100 interventi in 15 regioni.
Inoltre, l’operazione Sblocca scuola, avviata da Italia Sicura nel 2014 e replicata fino al 2018, ha permesso allentamenti dei vincoli di bilancio degli Enti locali per 1.196 milioni di euro, finanziando oltre 1.000 interventi di edilizia scolastica.
Sottolineato che
il Governo attualmente in carica ha deciso di non rinnovare il mandato della Struttura di missione per la riqualificazione dell’edilizia scolastica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e di mettere fine alle attività della Struttura di missione Italia Sicura contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche.
Allo stesso tempo, il Governo ha annullato anche il programma Casa Italia. Il piano antisismico nazionale Casa Italia era partito nel 2016, dopo il terremoto del 24 agosto ad Amatrice. L'obiettivo era la messa in sicurezza del patrimonio edilizio di tutte le aree a rischio, stanziando 2 miliardi all'anno per dieci anni. Alla pianificazione del progetto aveva collaborato l'architetto Renzo Piano.
Rilevato inoltre che
l’emergenza maltempo di questi giorni ancora una volta fa emergere non solo la fragilità del territorio ma anche come questa si abbini all’abusivismo diffuso che ha creato rischi laddove prima non c'erano, costruendo dove non si sarebbe potuto con incoscienza totale, restringendo alvei di fiumi e torrenti, aumentandone artificialmente le portate e le velocità, modificando le dinamiche.
Negli stessi giorni nei quali l’Italia è colpita dal maltempo, frane e alluvioni, l’attuale Governo attraverso il Decreto Genova, all'articolo 25, definisce le procedure di condono per l'Isola di Ischia, un condono che riguarderà ben 28 mila richieste di sanatoria.
Si tratta dell’ennesimo condono di cui il nostro Paese evidentemente non ha bisogno, mentre invece serve un programma concreto e pluriennale di intervento contro il dissesto idrogeologico e per la messa in sicurezza di tutto il territorio.
Dato che
il piano Italia Sicura, previsto dalla Legge di bilancio per il 2018, sarebbe stato finanziato con 1.120 milioni, di cui 804 milioni destinati a programmi di prevenzione e messa in sicurezza contro frane e alluvioni, 200 milioni destinati al ripristino delle infrastrutture, sia locali che regionali, danneggiate dal dissesto e i restanti 140 milioni erano destinati alla manutenzione straordinaria dei corsi d’acqua e alla prevenzione dei rischi.
Per quanto riguarda la quota di 804 milioni di euro destinati a programmi di prevenzione e messa in sicurezza contro frane e alluvioni, con interventi in 6 Regioni del Nord e in 5 del Centro, era prevista l'accensione con la BEI (Banca Europea Investimenti) di un mutuo, dal valore appunto di 804 milioni, da spendere in pochi anni per centinaia di opere contro il dissesto idrogeologico, restituendolo con rate da 70 milioni nell’arco di una ventina di anni, a un tasso di interesse dello 0,70%.
Rimarcato che
il Ministro all’Ambiente Sergio Costa, nei giorni scorsi, ha comunicato che non intende accogliere il finanziamento pari ad 800 milioni per opere contro il dissesto idrogeologico, già concordato con la BEI dalla task force “Italia Sicura” per contrastare il dissesto idrogeologico.
La strada alternativa decisa dal Governo sarebbe quella di raccogliere i soldi sul mercato dei capitali e fare debito pubblico con obbligazioni di Stato emesse con rating BBB, pagando tassi di interesse cinque volte superiori (nell’ultima asta il rendimento dei BTP a 10 anni si è impennato al 3,47%, ai massimi da quattro anni) rispetto a quelli erogati dall’istituto di credito dell’Unione europea che raccoglie capitali con obbligazioni di rating tripla A e li presta agli Stati dell’Ue a tassi agevolati per progetti di interesse pubblico.
Dato inoltre che
gli interventi programmati dalla Regione Emilia-Romagna sul territorio coordinati a livello nazionale dalla Struttura di missione per la riqualificazione dell’edilizia scolastica (anche finanziati direttamente dal Ministero dell’Istruzione e la ricerca) sono stati 540 per oltre 300 milioni di euro complessivi di investimento tra mutui BEI, Buona scuola, risorse nazionali destinate alle province e ai comuni per interventi di natura sismica.
Con la collaborazione della Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, l’Emilia-Romagna aveva definito un maxi-Piano da circa 140 milioni per interventi in tutto il territorio regionale. Nello specifico dunque rischiano di venire cancellati 108 milioni di euro già destinati a tutto il territorio emiliano-romagnolo, per realizzare 93 interventi di contrasto al dissesto idrogeologico e 23 milioni di euro per 123 interventi in infrastrutture fondamentali per la messa in sicurezza del territorio.
Tutto ciò considerato
impegna la Giunta
a sollecitare il Governo, e nello specifico il Ministero dell’Ambiente, affinché accetti le risorse previste per il nostro Paese, 800 milioni di euro, a seguito dell’accordo che il Governo Gentiloni, in accordo con le Regioni e la Conferenza Stato-Regioni, aveva predisposto con la Banca Europea degli Investimenti per mettere in campo opere contro il dissesto idrogeologico.
A sollecitare il Governo affinché riveda la sua posizione circa la chiusura di Italia Sicura in modo da proseguire sul percorso tracciato in questi quattro anni investendo sulla prevenzione e sul futuro del Paese.
A sollecitare il Governo affinché, invece di approvare condoni edilizi, recuperi Casa Italia, un progetto serio e lungimirante per la messa in sicurezza del nostro Paese.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 12 febbraio 2019