n.222 del 24.10.2012 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 1904 - Risoluzione proposta dai consiglieri Mori, Monari, Zoffoli, Marani, Costi, Casadei, Pagani, Montanari, Luciano Vecchi, Alessandrini, Ferrari, Piva, Mumolo, Cevenini, Moriconi, Mazzotti, Fiammenghi, Bonaccini, Carini e Pariani per chiedere al Governo l'immediata attuazione del Piano Carceri, di attivare i lavori parlamentari volti a dar corso ad una riforma complessiva del settore incentrata sulla funzione di recupero della pena, di stanziare le necessarie risorse, di porre in essere misure restrittive alternative al carcere, di istituire il Garante Nazionale dei diritti dei detenuti e per chiedere alla Giunta regionale di attivare azioni volte a sostenere e promuovere tali attività
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
il sistema di detenzione, l'espiazione della pena ed infine la funzione rieducativa della stessa diretta al reinserimento sociale costituiscono elementi sostanziali della tenuta, efficacia e civiltà della Giustizia in uno Stato di diritto;
di fronte alla drammaticità della situazione carceraria italiana, che ha attirato la condanna della Corte Europea dei diritti umani nonché i ripetuti moniti del Capo dello Stato, il Governo ha scelto la strada dei tagli alle risorse stanziate per il "Programma Amministrazione penitenziaria" e la scorciatoia di inutilmente repressivi "pacchetti sicurezza", all'insegna del più inetto e vuoto populismo;
i provvedimenti presi dal Governo in materia di sicurezza hanno trasformato il carcere in una vera e propria "discarica sociale" per tossicodipendenti, immigrati irregolari e persone in condizioni di marginalità, a cui andrebbe invece offerta una risposta sociale di reintegro e recupero; perfino alle madri detenute con figli piccoli è di fatto negata la custodia alternativa prevista dalla L. 62/2011 per mancanza delle strutture necessarie.
Rimarcato che
restano inoltre ad oggi del tutto inevasi gli impegni a cui il Governo era stato chiamato da una mozione del Senato del 2010, ed in particolare non è ancora stato inserito nel nostro ordinamento il reato di tortura, né si sono istituiti organismi indipendenti di controllo e monitoraggio sugli istituti detentivi;
delle misure contenute nel Piano Carceri del 2010 - costruzione di 11 nuovi Istituti penitenziari e di 20 padiglioni in grado di ospitare 9.150 detenuti, introduzione di misure giuridiche deflattive, assunzione di 2.000 agenti di polizia penitenziaria (dei circa 6.000 effettivamente necessari) - nulla o quasi è stato fatto, se non I'ennesima dichiarazione di stato d'urgenza che ha permesso ancora una volta al Governo di affidarsi al Dipartimento di Protezione Civile, sottraendosi ai meccanismi di controllo in materia di appalti e lavori pubblici.
Sottolineato che
con l.r. 3/08 Disposizioni per la tutela delle persone ristrette negli istituti penitenziari della Regione Emilia-Romagna, la nostra Regione ha inteso tutelare i detenuti sia istituendo la figura del Garante - recentemente disciplinata dalla l.r. 13/11 nell'ambito di un rafforzamento degli Organi di garanzia - sia prevedendo percorsi di formazione, orientamento e reinserimento in vista di un futuro inserimento nella società, senza trascurare i legami familiari e la tutela dei diritti;
per favorire l'utilizzo di misure alternative alla detenzione e percorsi individuali terapeutici, la Regione ha tra l'altro sottoscritto nel 2010 una convenzione con il Provveditorato regionale dell'Amministrazione Penitenziaria, che realizza più efficaci forme di collaborazione tra le istituzioni competenti e in primis le AUSL;
volendo arginare l'emergenza a fronte di una diminuzione del 38% in tre anni dei finanziamenti ministeriali, nel 2010 la Regione ha stanziato 500 mila euro per il Programma Carcere, a cui bisogna aggiungere una quota di co-finanziamento da parte dei Comuni pari a quasi 300 mila euro, e 520 mila euro provenienti dal Fondo sociale europeo;
nel maggio scorso la RER ha siglato un'intesa istituzionale per la realizzazione del Piano carceri, in base alla quale verranno realizzati a Bologna, Ferrara, Parma, Reggio Emilia e Piacenza cinque nuovi padiglioni in grado di ospitare fino a 200 detenuti ciascuno.
Evidenziato che
nonostante tali sforzi le carceri emiliano-romagnole, con i loro 4.373 detenuti a fronte di una capienza massima prevista di 2.394 unità - per un indice di sovraffollamento pari al 182,5% - restano fra le più affollate in Italia;
la situazione di sovraffollamento rende difficile il lavoro degli agenti penitenziari - per altro fortemente sottodimensionati rispetto alle esigenze - ed inficia il mantenimento di condizioni di vita dignitose per i reclusi, minando così alla base la funzione di recupero e reinserimento dell'individuo che il carcere dovrebbe svolgere.
Chiede al Governo
che si dia certa, trasparente ed immediata attuazione al Piano Carceri e che l'argomento venga riportato all'ordine del giorno dei lavori parlamentari al fine di giungere ad una riforma complessiva, coerente e positiva incentrata sulla funzione di recupero della pena;
di stanziare le risorse effettivamente necessarie al mantenimento di condizioni di vita dignitose per i carcerati italiani, di condizioni di lavoro più sostenibili per gli agenti, al perseguimento di una migliore sanità penitenziaria ed all'attivazione dei programmi formativi e di recupero;
di dare effettiva attuazione alle misure restrittive alternative al carcere, che avrebbero il doppio vantaggio di combattere il sovraffollamento e di dare risposte più consone al recupero dei diversi tipi di marginalità sociale, prevedendo inoltre il definitivo superamento degli Istituti psichiatrici giudiziari;
di istituire il Garante nazionale dei diritti dei detenuti.
Chiede alla Giunta regionale
di sostenere, promuovere e vigilare sull'adempimento di quanto richiesto al Governo nelle sedi proprie e nelle modalità più opportune.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 2 ottobre 2012