n.107 del 14.04.2021 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 3057 - Risoluzione per confermare l’adesione alle iniziative di sostegno al Popolo Saharawi e condannare ogni azione che si ponga in contrasto con i diritti riconosciuti ai sensi dei Trattati internazionali. A firma dei Consiglieri: Mumolo, Costa, Rossi, Daffadà, Bondavalli, Amico, Fabbri, Sabattini, Delmonte, Maletti, Costi, Zamboni, Mastacchi, Taruffi, Castaldini, Zappa-
terra, Rontini, Mori, Caliandro, Pillati, Barcaiuolo, Piccinini, Petitti

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

a seguito dell’invasione iniziata nel 1976, il Regno del Marocco esercita sui territori del Sahara Occidentale un’illegittima occupazione militare, a cui è conseguita l’imposizione - anche mediante il ricorso alla forza - di vincoli di egemonia politica, economica e finanziaria, in totale disconoscimento dei diritti umani e del diritto all’autodeterminazione del Popolo Saharawi;

l’occupazione militare da parte del Regno del Marocco e l’autorità imposta sul Popolo Saharawi si pone in violazione delle disposizioni di diritto internazionale umanitario cristallizzate nelle Convenzioni di Ginevra del 1949 nonché delle norme della Carta delle Nazioni Unite (1945), nella parte in cui riconosce i diritti fondamentali dell’uomo, l’eguaglianza dei diritti tra le genti e il diritto all’auto-decisione dei popoli (art. 1);

in particolare, il diritto inalienabile all’autodeterminazione è stato riconosciuto al Popolo Saharawi dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (1963), dalla Corte Internazionale di Giustizia (1975), nonché dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea che, nel 2016 e nel 2018, ha statuito che il Sahara Occidentale, in virtù della Carta delle Nazioni Unite, gode di “uno status distinto e separato” rispetto al Regno del Marocco e “che il territorio del Sahara occidentale non costituisce parte del territorio del Regno del Marocco”;

con l’obiettivo di affermare tale diritto all’autodeterminazione, già a partire dai primi anni Sessanta, si sono formati diversi movimenti a favore della liberazione del Sahara Occidentale dall’occupazione marocchina, movimenti che - nel 1973 - si sono riuniti nel Fronte Polisario, riconosciuto dall’ONU (risoluzioni dell’Assemblea Generale 34/37 del 21 novembre 1979 e 35/19 dell’11 novembre 1980) e dalla maggioranza della comunità internazionale quale legittimo rappresentante del Popolo Saharawi e dei suoi interessi;

con la decisione A/RES/690 del 29 aprile 1991, l’ONU ha istituito la Missione delle Nazioni Unite per il Referendum nel Sahara Occidentale (MINURSO) con lo scopo principale di indire un referendum libero, trasparente e democratico finalizzato all’esercizio del diritto di autodeterminazione del Sahara;

nonostante la MINURSO abbia proposto diverse soluzioni per lo svolgimento del referendum e per trovare un accordo sullo status politico del Sahara Occidentale, tutti i tentativi sono falliti, con la conseguenza che la situazione del Sahara Occidentale non ha subito, ad oggi, alcun cambiamento significativo nel senso dell’affermazione e della tutela dei diritti del Popolo Saharawi;

al contrario, da novembre 2020, a distanza di circa trent’anni dal Piano di Pace ONU nell’ambito del quale è stata istituita la MINURSO, hanno ripreso i conflitti a fuoco tra il Regno del Marocco e il Fronte Polisario;

a fronte dell’aggravamento della situazione, il 6 dicembre 2020 l’Unione Africana (UA) – da cui il Marocco era uscito nel 1984, caratterizzandosi per essere l’unico Stato africano a non far parte dell’UA, e ne è stato riammesso solo nel 2017 - ha promosso una mediazione tra le parti in conflitto per porre fine alle ostilità e concludere un nuovo cessate il fuoco, in modo da consentire al Popolo Sahrawi di esercitare il proprio diritto all'autodeterminazione anche mediante lo svolgimento della consultazione referendaria.

Sottolineato che

con la proclamazione 10126 del 4 dicembre 2020, il Presidente degli Stati Uniti d'America uscente, Donald J. Trump, ha riconosciuto come legittime le pretese di sovranità avanzate dal Regno del Marocco nei confronti del Sahara Occidentale occupato;

tale proclamazione, oltre che acuire le tensioni esistenti nel territorio del Sahara Occidentale e rischiare di vanificare i tentativi di pace e mediazione, è in contrasto con le citate disposizioni di diritto internazionale e – segnatamente - risulta lesiva del diritto all’autodeterminazione dei popoli che, oltre ad essere sancito nelle Carte e nei Trattati internazionali, assurge a principio di diritto internazionale generalmente riconosciuto.

Rilevato che

a fronte di tale illegittima proclamazione, lo scorso 22 dicembre 2020, il Fronte Polisario ha reso noto un Memorandum “sull’infondatezza giuridica” della proclamazione medesima, articolando dettagliatamente le motivazioni di diritto internazionale da cui discende, tra l’altro, l’illegittimità delle pretese di sovranità del Regno del Marocco sul Sahara Occidentale;

l’Associazione Jaima Saharawi di Reggio Emilia, appartenente al Tavolo-Paese Saharawi costituito per il coordinamento tra i soggetti della cooperazione emiliano – romagnoli ai sensi dell’art. 12 della legge regionale 12/2002 recante “Interventi regionali per la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e i Paesi in via di transizione, la solidarietà internazionale e la promozione di una cultura di pace”, ha promosso una campagna di adesione a una lettera indirizzata al neo-eletto Presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden, in cui si afferma l’illegittimità della proclamazione del Presidente uscente Trump e si confida nell’impegno del Presidente Biden a “rinnovare il Suo sostegno ai precetti della legalità internazionale, allo stato di diritto e al rispetto rigoroso del diritto del popolo saharawi di decidere liberamente e democraticamente del suo status politico in conformità del principio di autodeterminazione sancito dalla Carta delle Nazioni Unite e da altre risoluzioni ONU”.

Considerato che

il Memorandum del Fronte Polisario e i contenuti della lettera indirizzata al Presidente Biden risultano in linea con i numerosi atti d’indirizzo politico approvati dall’Assemblea legislativa per la tutela dei diritti del Popolo Saharawi fin dagli anni Novanta, nonché coerenti con le altre attività istituzionali realizzate dalla Regione, ai sensi della citata legge regionale 12/2002, a sostegno del legittimo diritto all’autodeterminazione del Popolo stesso.

Tutto ciò premesso e considerato

esprime adesione rispetto alle iniziative di cooperazione decentrata a favore del Popolo Saharawi realizzate, in attuazione della legge regionale 12/2002, con il coinvolgimento di enti locali, associazioni e organizzazioni, Università presenti sul territorio emiliano-romagnolo;

esprime adesione, altresì, rispetto alle iniziative di sostegno al Popolo Saharawi, anche promosse da associazioni, organizzazioni e altri soggetti appartenenti al Tavolo-Paese Saharawi, finalizzate a mantenere attiva l’attenzione rispetto alla crisi umanitaria del Sahara Occidentale;

condanna ogni azione e proclama che si pongano in contrasto con l’affermazione e con il riconoscimento dei diritti umani e del legittimo diritto all’autodeterminazione del Popolo Saharawi, come tutelati dalle Carte e dai Trattati internazionali nonché dalla giurisprudenza delle Corti sovranazionali.

Approvata all'unanimità dei presenti nella seduta pomeridiana del 31 marzo 2021

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