n.242 del 04.08.2021 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 3591 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivare studi e programmi di sorveglianza, cura e assistenza destinati alle persone con postumi del Covid-19. A firma dei Consiglieri: Zamboni, Caliandro, Mumolo
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
già dallo scorso anno vari gruppi di ricerca, a livello nazionale ed internazionale, hanno iniziato a studiare la cosiddetta sindrome post Covid o long Covid, ovvero la persistenza in alcuni pazienti guariti, anche a distanza di mesi, di sintomi di varia natura, che possono interessare l’apparato respiratorio, cardiovascolare, muscolo-scheletrico, gastrointestinale, o manifestarsi a livello cognitivo, neurologico o psichiatrico;
la persistenza dei sintomi dopo la fase acuta della malattia ha evidentemente un impatto sulla vita del paziente, che in molti casi vede limitata la propria capacità di svolgere le normali attività quotidiane. Per questo l’Organizzazione Mondiale della Sanità invita i decisori politici a sostenere i pazienti affetti dalla sindrome long Covid, molti dei quali riferiscono di sentirsi stigmatizzati, di aver ricevuto un’assistenza disarticolata e frammentata e di aver lottato per ottenere una diagnosi;
le conseguenze del long Covid sembrerebbero interessare anche i più piccoli: stando a uno studio coordinato dal Policlinico Gemelli di Roma su 129 bambini con diagnosi confermata di malattia, a distanza di oltre 120 giorni dalla prima diagnosi il 27,1% manifestava ancora almeno un sintomo. In generale, i sintomi più frequenti erano stanchezza, dolori muscolari e articolari, mal di testa, insonnia, problemi respiratori e palpitazioni.
Evidenziato che
a livello internazionale è in corso un importante studio (ISARIC - International Severe Acute Respiratory and emerging Infection Consortium) promosso dall’Università di Oxford in collaborazione con l’OMS e coordinato in Italia dall’Unità Operativa Ricerca e Innovazione dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma. L’obiettivo è quello di valutare le conseguenze fisiche e psicosociali a lungo termine che la malattia può provocare nei pazienti considerati clinicamente guariti;
il progetto consiste nella somministrazione di un questionario online volto a valutare la qualità di vita percepita dai pazienti dopo la dimissione dall’ospedale, raccogliendo, in particolare, le informazioni generali su stato di salute, sintomatologia, cambiamenti nello stile di vita fino allo stato occupazionale e lavorativo. Ad oggi sono oltre 6 mila i pazienti, tra adulti e bambini, che hanno risposto al questionario in oltre 17 paesi del mondo;
il direttore dell’Unità Operativa Ricerca e Innovazione dell’Ospedale di Parma, Caterina Caminiti, ha sottolineato che si tratta di uno “studio molto importante, al quale hanno aderito molti paesi tra cui Spagna, Russia, Regno Unito, Canada, America Latina, India e Israele, che prevede la messa in rete delle conoscenze tra i ricercatori, così sarà possibile raggiungere più in fretta risultati utili a individuare i fattori di predisposizione della persona al long Covid, per seguire con attenzione i pazienti più a rischio, fornire adeguati controlli e istituire interventi mirati a supporto”;
a Parma si prevede di coinvolgere nell’indagine circa 1.500 persone dimesse nel 2021 dall’ospedale, le quali saranno seguite per tre anni con la collaborazione delle strutture cliniche dell’ospedale impegnate nel trattamento della malattia.
Evidenziato inoltre che
la Regione Toscana, con la Deliberazione GR n. 744/2020, ha approvato le Linee di indirizzo regionali per la presa in carico dei pazienti guariti da COVID-19 con le quali vengono definite le modalità organizzative del percorso di assistenza post-guarigione. Questa delibera fornisce le prime indicazioni sui criteri clinici di riferimento e i relativi protocolli diagnostici per i servizi territoriali e ospedalieri impegnati nell’attività di sorveglianza dei pazienti clinicamente guariti da COVID-19, allo scopo di meglio rispondere alle loro esigenze di assistenza a medio e lungo termine;
le finalità delle sopracitate Linee di indirizzo sono le seguenti:
- realizzare un percorso di continuità clinico-assistenziale orientato alla individuazione e trattamento degli esiti derivanti da COVID-19;
- assicurare un approccio multidisciplinare e personalizzato al fine di identificare precocemente eventuali esiti fisici, psicologici e neuro-cognitivi acquisiti nel percorso di cura;
- supportare il paziente ed i familiari nella corretta conoscenza del decorso della patologia COVID 19 e dei suoi possibili esiti.
Considerato che
dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 386.028 casi di positività. Le persone guarite sono complessivamente 366.551, i decessi sono stati 13.239 (dati aggiornati al 17 giugno 2021);
alla luce di quanto emerge a livello nazionale e internazionale, alle persone che hanno contratto la malattia e che sono clinicamente guarite dovrebbe essere rivolta grande attenzione e prestata un’assistenza sanitaria specialistica post Covid, per alleviare l’eventuale persistenza di sintomi e per prevenirne la cronicizzazione, che avrebbe ripercussioni negative sulla spesa sanitaria pubblica oltre che sulla qualità di vita dei pazienti;
anche l’autorevole Istituto Ramazzini di Bologna ha richiamato l’attenzione su questi effetti di lunga durata e la necessità di curarli al primo manifestarsi, proponendo un programma di sorveglianza per le persone che hanno contratto il COVID-19 e la realizzazione di studi osservazionali mirati a meglio comprendere la malattia e indagare le ripercussioni sia fisiche che psicologiche, a medio e a lungo termine, in particolare nei pazienti che sono stati ricoverati in terapia intensiva.
Considerato inoltre che
l’esigenza di conoscere il decorso post-guarigione clinica dei pazienti che hanno contratto il COVID-19 rappresenta, in questa fase, un ambito di particolare interesse anche per le evidenti ricadute sulla programmazione delle risorse e dei servizi di cura e assistenza del sistema sanitario dell’Emilia-Romagna in risposta alla sindrome long COVID;
i risultati dei diversi studi in corso serviranno ad approfondire gli effetti a media e lunga durata della malattia e per organizzare al meglio l’assistenza ai pazienti da parte del sistema sanitario regionale, anche mediante l’identificazione di strategie che possano guidare in futuro le scelte diagnostico-terapeutiche da mettere in atto per evitare la cronicizzazione dei sintomi, un esito che, oltre a ripercuotersi negativamente sulla qualità della vita dei pazienti, richiederebbe maggiori risorse per essere affrontato;
interventi mirati in fase di prima manifestazione dei sintomi migliorerebbero la vita dei pazienti long COVID e consentirebbero di ricorrere a terapie e interventi meno impattanti sotto ogni aspetto;
occorre puntare sul potenziamento della riabilitazione per questi pazienti. Sandro Iannaccone, primario dell'unità di riabilitazione disturbi neurologici cognitivi motori dell'Irccs ospedale San Raffaele afferma: “Abbiamo la certezza, dopo un anno di pandemia, che quanto più questa è precoce, tanto più rapida e completa è la ripresa. Se dopo due mesi si avvertono ancora alcuni dei sintomi della malattia, occorre consultare il proprio medico di base, un cardiologo o un fisiatra. Attraverso alcuni esami specifici, dalla spirometria al test del cammino in 6 minuti, è possibile avere subito alcune importanti indicazioni sulla necessità e sulla tipologia di riabilitazione da effettuare. Dobbiamo dedicare molta attenzione a questi pazienti. Visti i numeri della pandemia, il rischio è quello di trovarci una lunga sfilza di malati cronici nei prossimi anni”;
l’Agenzia sanitaria e sociale regionale sta già da tempo analizzando, sulla base dei dati regionali e insieme alla Regione Veneto, gli esiti clinici a lungo termine di tutti i pazienti COVID-19;
l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Bologna sta seguendo le coorti di pazienti COVID-19 con un protocollo di verifiche cliniche a intervalli regolari;
l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Parma coordina in Italia lo studio (ISARIC – International Severe Acute Respiratory and emerging Infection Consortium) promosso dall’Università di Oxford in collaborazione con l’OMS.
Tutto ciò premesso e considerato
impegna la Giunta regionale
a sollecitare il sistema sanitario pubblico regionale a implementare programmi di cura e assistenza specifici destinati alla sorveglianza e alla cura delle persone con postumi del COVID-19, ponendo particolare attenzione ai risvolti anche psicologici in coloro che sono stati ricoverati o posti in isolamento e al persistere di sintomi a carico di vari apparati, prevenendone l’aggravarsi fino alla loro cronicizzazione;
a incrementare le azioni di promozione e di realizzazione della campagna vaccinale.
Approvata all’unanimità dei votanti nella seduta antimeridiana del 22 luglio 2021