n.135 del 07.05.2014 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 5339 - Risoluzione per chiedere alla Giunta di attivarsi presso il Governo nazionale affinché non venga autorizzata nessuna riapertura di CIE (Centro di identificazione ed espulsione). A firma dei Consiglieri: Sconciaforni, Pariani, Naldi, Barbati, Meo, Monari

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

il CIE (Centro di identificazione ed espulsione) di Bologna, situato in via Mattei, è chiuso dal marzo del 2013 per lavori di ristrutturazione ("tinteggiatura e riparazione");

in base alla legge italiana tale struttura serve per trattenere cittadine e cittadini immigrati trovati in condizione di irregolarità di soggiorno e in attesa di provvedimenti di identificazione ed espulsione.

Premesso inoltre che

in una risposta da parte della Giunta ad una interrogazione immediata in aula - in data 22/10/2013 (n. 4629/2013) - veniva affermato che: "Occorre una riflessione nazionale sul superamento dei CIE, in quanto troppo spesso luoghi nei quali non è garantita la dignità dei migranti trattenuti e degli stessi lavoratori che vi operano". Inoltre che "sono strutture anche particolarmente costose (nel 2010 alcuni studi hanno stimato in circa 200 milioni di euro la spesa complessiva per la gestione, il personale di pubblica sicurezza, la manutenzione ordinaria, straordinaria ed i rimpatri nei paesi di provenienza)".

Considerato che

la prefettura di Bologna, in data 10/10/2013, ha annunciato l’intenzione di indire un nuovo bando di gara per la gestione del CIE di Bologna, nonostante fosse già chiuso, su una base d’asta di 30 euro al giorno a persona;

tale bando, come denunciato anche dalle organizzazioni sindacali, non consentirebbe alcuna garanzia per i lavoratori che hanno operato all’interno del servizio fino al 30 giugno dello scorso anno, attualmente disoccupati;

già il precedente bando costruito sulle stesse premesse si era dimostrato completamente fallimentare, non permettendo ne l’erogazione delle retribuzioni, ne l’erogazione dei servizi necessari (presidio sanitario, servizio legale) e di qualsiasi attività all’interno per gli ospiti.

Considerato inoltre che

qualunque sia il tipo di gestione, la riapertura del CIE è una scelta sbagliata sotto ogni punto di vista, primo fra tutti quello del rispetto dei diritti umani delle persone che vi vengono rinchiuse senza aver commesso alcun reato.

Valutato che

in modo particolare nello scorso anno il Mar Mediterraneo è stato teatro di immense tragedie, dove hanno trovato la morte diverse centinaia di persone (donne, uomini e bambini): cittadini e cittadine che volevano giungere in Europa alla ricerca di una speranza e di un futuro;

grazie all’impegno di associazioni, collettivi e volontari è stata sottoscritta nei giorni scorsi l’importante "Carta di Lampedusa", che vuole porre con forza all’ordine del giorno dell’agenda politica italiana ed europea i diritti di coloro che migrano e ribadisce come prioritaria e fondamentale la libertà di movimento.

Esprime

netta e totale contrarietà alla riapertura del CIE a Bologna e in tutto il territorio regionale.

Chiede alla Giunta regionale

di attivarsi presso il Governo nazionale, affinché non venga autorizzata nessuna riapertura di CIE.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta antimeridiana del 15 aprile 2014

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