n. 61 del 11.04.2012 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 2325 - Risoluzione proposta dai consiglieri Costi, Marani, Monari, Zoffoli, Casadei, Carini, Ferrari, Mori, Alessandrini, Moriconi, Barbieri, Luciano Vecchi, Piva, Mumolo, Mazzotti, Montanari e Bonaccini affinché la Giunta definisca il ruolo del caregiver familiare e si attivi presso il Governo per il riconoscimento del caregiver quale livello essenziale delle prestazioni sociali e sanitarie per le patologie croniche

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna 

Premesso che 

il rapporto sociale anziani (terza edizione - dicembre 2011) evidenzia previsioni demografiche che indicano nel periodo 2010-2030 una crescita complessiva della popolazione anziana (65 e oltre) che potrebbe superare il 20% con un incremento concentrato sui grandi anziani che aumenteranno di circa il 29% e che fra 20 anni, si stima che circa un terzo degli anziani residenti in regione avrà più di 80 anni. 

L’indagine Passi d’Argento realizzata dal Servizio Sanitario regionale dell’Emilia-Romagna (indagine campionaria sulla qualità della vita nelle persone con più di 64 anni - edizione 2009) ha evidenziato che:

  • le persone ultra 64enni con limitazioni in almeno un’attività strumentale della vita quotidiana (IADL) sono il 42%, tra queste il 94% riceve aiuto nelle attività che non riesce a fare autonomamente, principalmente dai familiari (78%) e da persone a pagamento (21%);
  • il 12% delle persone ultra 64enni intervistate è risultata disabile, di questi il 94% ha riferito di poter disporre di un aiuto nelle attività che non è in grado di svolgere da solo: nel 54% dai familiari, nel 43% da persone a pagamento e nel 3% da persone dei servizi pubblici;
  • circa la metà degli intervistati (49%) rappresenta una risorsa per la famiglia e per i conoscenti in quanto si occupa dei nipoti o di altri familiari quasi tutti i giorni o per più della metà dei giorni;
  • il 27% ha dichiarato di accudire e aiutare altri familiari quasi tutti i giorni o per più della metà dei giorni, il 15% per alcuni giorni e il 58% mai;
  • l’assistenza quasi quotidiana a questi familiari è più diffusa nelle donne (31% contro 22%) e nelle persone con meno di 75 anni (34% contro 20%).

L’indagine multiscopo ISTAT ha altresì evidenziato che i caregiver familiari in Italia sono stimati oltre 9.000.000 di cui il 90% donne che prestano circa venti milioni di ore al giorno di assistenza, pari ad oltre sette miliardi di ore di assistenza all’anno per una media di assistenza di 8-10 anni. 

Considerato che

il sostegno alla domiciliarità è da sempre un obiettivo strategico della programmazione sociale e sanitaria regionale e a tal fine dal 1995 le politiche regionali per gli anziani sono state accompagnate dall’istituzione dell’assegno di cura quale riconoscimento del caregiver (anche se commisurato alla qualità della vita della persona in cura); 

la Regione ha continuato a finanziare il Fondo Regionale per la Non Autosufficienza nonostante i tagli operati dal Governo Berlusconi negli ultimi anni, tra cui l’azzeramento del FNA;

a fronte della diminuzione delle risorse nazionali per il sociale e della domanda crescente, soprattutto sul versante anziani, la Regione sta lavorando a processi di innovazione sociale che permettano di corrispondere al meglio ai bisogni di cura ed assistenza in modo diffuso e sempre più personalizzato.

Valutato che

il familiare che si prende cura, senza ricevere compenso, di un proprio caro ammalato, fragile o in condizioni di disabilità (caregiver familiare) rappresenta una risorsa di incommensurabile valore per la propria famiglia e per la comunità; 

il prendersi cura, come molteplici studi nazionali ed internazionali hanno evidenziato, comporta pesanti impatti sulla salute, le relazioni e le condizioni di vita e di lavoro;

le politiche di genere e di conciliazione hanno carattere trasversale ed interessano le diverse fasi di vita.

Chiede alla Giunta

la definizione ed il riconoscimento del ruolo del caregiver familiare e di una giornata regionale (caregiver day) per dare visibilità al ruolo, spesso invisibile, del caregiver familiare, per favorire una maggiore consapevolezza pubblica sulle tematiche del caregiving familiare;

di operare per

sostenere le persone con responsabilità di cura a identificare se stessi fin dalle fasi iniziali, riconoscendo il valore del loro contributo e coinvolgendoli nella progettazione di servizi di cura locali e nella pianificazione di pacchetti di cura individuali;

fornire il supporto formativo al caregiver familiare anche nelle peculiarità di datore di lavoro di assistenza familiare;

aiutare i caregiver a mantenersi sani mentalmente e fisicamente, a mantenere una vita sociale e a conciliare l’impegno di cura con quello lavorativo; 

di agire verso il Governo nazionale per 

il riconoscimento del sostegno al caregiver familiare quale livello essenziale delle prestazioni sociali (LEPS) e sanitarie (LEA) per le patologie croniche, garantite dallo Stato;

la definizione di una giornata nazionale dedicata al caregiver familiare; 

la rilevazione di dati statistici sui caregiver familiari attraverso il questionario del censimento della popolazione;

l’attivazione di politiche di ulteriore deducibilità fiscale e di credito d’imposta dei costi sostenuti dal caregiver familiare per la cura del familiare assistito.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 27 marzo 2012

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