n.362 del 13.11.2019 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 8589 - Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire nell’azione di contrasto alla produzione di stoviglie “usa e getta” sia nelle mense scolastiche, sia nelle mense e servizi pasto delle Aziende sanitarie e ospedaliere, nonché nell’ambito delle sagre o feste di diverse tipologie che si svolgono ogni anno su tutto il territorio regionale. A firma del Consigliere: Bertani

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Visti

l’emendamento proposto durante l’esame in Aula della legge regionale 5 ottobre 2015, n. 16 dal Gruppo assembleare “Movimento 5 Stelle” che prevedeva il divieto di utilizzazione di prodotti monouso in iniziative aperte al pubblico, ad eccezione dei prodotti biodegradabili, in particolare, si chiedeva l’aggiunta, all’art. 3 “Prevenzione, raccolta differenziata, riuso” di un comma “5 bis. Al fine di ridurre la produzione di rifiuti è fatto divieto di utilizzare, a partire dal 31/12/2016, in iniziative, di qualsiasi genere, aperte al pubblico, prodotti monouso, fatti salvi quelli rispondenti alla normativa EN13432”, nonché, l’ulteriore emendamento sempre al suddetto provvedimento legislativo e sempre da parte del Gruppo assembleare “Movimento 5 Stelle”, che prevedeva contributi economici per l’acquisto di “dotazioni pranzo” infrangibili, lavabili e riutilizzabili, in particolare, si chiedeva l’aggiunta, allo stesso art. 3 “Prevenzione, raccolta differenziata, riuso”, di un ulteriore comma: “5 bis. In applicazione del comma 5 ed al fine di ridurre l’utilizzo delle posate e dei piatti di plastica “usa e getta”, adoperati nelle mense scolastiche delle scuole primarie e secondarie di primo grado e delle strutture sanitarie e socio-sanitarie regionali, l’amministrazione regionale è autorizzata a concedere, in via sperimentale, dei contributi per l’acquisto di “dotazioni pranzo”, in materiale infrangibile e lavabile contenente piatti e posate, con atto di Giunta, da adottarsi entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente legge e previo parere della Commissione assembleare competente, sono definite le modalità attuative e sono fissati i criteri per la selezione delle strutture presso le quali attivare la sperimentazione.”;

l’Ordine del giorno n. 3 collegato all’oggetto 6702 - Progetto di legge d'iniziativa della Giunta recante: “Disposizioni collegate alla legge di assestamento e prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2018-2020” a firma del consigliere: Bertani, approvato nella seduta dell’Assemblea legislativa, del 25 luglio 2018, con cui si impegnava la Giunta regionale e l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa regionale ad aderire all’iniziativa #PFC - Plastic Free Challenge promossa dal Ministero dell'ambiente e all’iniziativa analoga promossa dall’Associazione Mare Vivo “Via la plastica monouso dalle sedi delle istituzioni” e ad adottare i provvedimenti utili al fine di proseguire l’azione di rispetto dell’ambiente e di attenzione al ciclo di rifiuti al fine di liberare dalla plastica gli uffici dell’Assemblea legislativa regionale, della Giunta regionale, delle agenzie regionali e delle aziende e società controllate o partecipate dalla Regione;

la Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni del 16 gennaio 2018 recante “Strategia europea per la plastica nell’economia circolare”;

la legge regionale 5 ottobre 2015, n. 16 recante “Disposizioni a sostegno dell’economia circolare, della riduzione della produzione dei rifiuti urbani, del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata e modifiche alla legge regionale 19 agosto 1996 n. 31 (disciplina del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi)” con cui la Regione Emilia-Romagna ha fatto propri i principi dell’Economia circolare, con un modello di gestione delineato in linea con la “gerarchia dei rifiuti” europea, che pone al vertice delle priorità prevenzione e riciclaggio, spostando, quindi, l’attenzione sulla parte a monte della filiera e non più su quella terminale, attraverso la progressiva riduzione dei rifiuti non inviati a riciclaggio e l’industrializzazione del riciclo.

Premesso che

in questi giorni Legambiente ha lanciato, in Emilia-Romagna, una specifica campagna per liberare il territorio regionale da stoviglie e posate di plastica usa e getta partendo dalle mense scolastiche e dalle sagre con l’obiettivo primario di sostituire piatti, bicchieri e posate con materiale riutilizzabile (ceramica, metallo, materiali melaminici, ecc. ) affiancati dall’utilizzo di lavastoviglie, lasciando solo in subordine la soluzione dell’utilizzo di stoviglie usa e getta biodegradabili in sostituzione di quelle di plastica.

Considerato che

la stessa associazione, nel lanciare la suddetta campagna di sensibilizzazione ha provato a valutare i numeri del fenomeno dell’usa e getta sia nelle mense scolastiche che nelle sagre o feste di diverse tipologie;

rispetto alle mense scolastiche è stata condotta un’analisi puntuale sui capoluoghi ed i centri abitati oltre i 40.000 abitanti, mediante questionari ai Comuni e interviste a genitori delle commissioni mense;

i risultati dell’indagine dimostrerebbero come, ad oggi, buona parte dei capoluoghi ha messo al bando l'usa e getta dalle proprie mense scolastiche con una media di oltre l’85% di plessi che utilizzano lavastoviglie e materiali riutilizzabili, inoltre spesso le mense in cui non è presente la lavastoviglie utilizzano prodotti compostabili che possono finire nella raccolta differenziata dell’umido (questo ad esempio è il caso di Bologna, dove esiste un comitato mense molto attivo), mentre, invece, abbondantemente sotto la media regionale è il Comune di Ferrara in cui l’usa e getta è ancora molto diffuso nelle mense, con una presenza non trascurabile di plastica monouso, da rimarcare la situazione di Forlì – appena sotto la media – ma in cui sono in atto percorsi di miglioramento, con l’introduzione di nuove lavastoviglie, interessante anche la pratica per cui, nelle mense dove non vi sono lavastoviglie, i bambini si portano da casa bicchieri e posate riutilizzabili, con uno sforzo di responsabilizzazione pubblico-privato, un altro esempio in divenire è quello di Rimini che, da settembre 2019, ha annunciato che verranno superate anche le ultime mense in cui era presente l’usa e getta;

sul tema generale della diminuzione del quantitativo di rifiuti prodotti sono, inoltre, diversi i progetti di valore in corso in varie città della regione che vanno dalla somministrazione di sola acqua in caraffa, ai lavori per il recupero del cibo non consumato;

è diversa la situazione nei comuni minori, dove invece restano molte le mense in cui sono presenti le stoviglie usa e getta, infatti secondo le informazioni ottenute tramite questionari nell’ambito dell’iniziativa Comuni Ricicloni di Legambiente (ultimo dato anno relativo all’anno 2017) il 24% delle amministrazioni comunali che ha risposto ha dichiarato di avere mense con l’utilizzo di solo stoviglie usa e getta anche se in molte di queste situazioni sono in atto percorsi per andare dall’utilizzo della plastica verso materiali biodegradabili, anche se è necessario che le istituzioni pubbliche diano l’esempio con migliori pratiche di riduzione dei rifiuti;

nel complesso tuttavia, con uno sforzo adeguato, non sarebbe difficile arrivare in un tempo stimabile in un paio d’anni all’obiettivo del 100% di mense scolastiche senza usa e getta in tutta l’Emilia-Romagna;

ben peggiore, rispetto alla situazione delle mense, la produzione di rifiuti nelle migliaia di feste, sagre e feste all’aperto, delle più svariate tipologie, che si svolgono in quasi tutti i 328 comuni del territorio regionale (stimabili, complessivamente, in numero di circa 2000 eventi ogni anno, secondo Legambiente Emilia-Romagna) con milioni di coperti ogni anno in cui l’usa e getta la fa ancora da padrone ed anche se non esistono dati più precisi al riguardo, tendenzialmente solo le feste più grandi e strutturate sono dotate di lavastoviglie;

c’è qualche esperienza positiva anche in questo campo, infatti, negli anni sono state attivate diverse esperienze virtuose di Ecofeste sia da parte di alcune Province che della stessa Regione, con l'attivazione di lavastoviglie e materiali riutilizzabili, tuttavia queste iniziative non avrebbero intaccato il grosso dell’utilizzo di stoviglie monouso in queste manifestazioni;

Legambiente, con la sua campagna chiede una sorta di exit strategy, per questo problema, suggerendo di mettere in campo più strumenti assieme: incentivi (le risorse in capo ad ATERSIR grazie ai fondi della sopra citata legge regionale n. 16/2015), la leva fiscale (agendo sulle tasse comunali per la concessione di spazi pubblici, o sulle tariffe rifiuti) ed un coinvolgimento delle aziende di gestione del servizio rifiuti che potrebbero mettere in campo la gestione di kit trasportabili di lavastoviglie industriali e di piatti riutilizzabili, infatti sull’opzione delle lavastoviglie a “nolo” esperienze positive sono già state sperimentate sia a livello locale (Legambiente Piacenza e ATO, già da 15 anni avevano messo a disposizione il kit per le feste) sia a livello nazionale (da citare la buona esperienza in regione Basilicata).

Evidenziato che

le azioni per diminuire la quantità di rifiuti prodotte dall’utilizzo di stoviglie “usa e getta”, nell’ambito delle feste, sono certamente più complesse e meno immediate di quelle già effettuate nell’ambito delle mense scolastiche, ma può e deve essere avviato un insieme di provvedimenti che chiarisca fin da subito la direzione di marcia e metta tutti gli attori nelle condizioni di adeguarsi nel giro di pochi anni;

diverse sono le iniziative similari sul nostro territorio regionale, basti pensare all'iniziativa “Romagna plastic free 2023”, da un’idea del comitato Basta Plastica in Mare con la collaborazione di Romagna Acque e Centro Ricerche Marine di Cesenatico, al progetto Fishing for Litter – “In rete contro un mare di plastica” e alla decisione, di questi giorni, della Regione Emilia-Romagna per cui i pescatori potranno raccogliere i rifiuti in Adriatico senza pagare la corrispondente tariffa di servizio portuale, disposizione che dovrebbe già essere operativa da subito e permette di dare piena attuazione a quanto già previsto dai Piani di raccolta dei rifiuti prodotti dalle navi e dei residui del carico, già adottati dalle Capitanerie di porto d’intesa con la Regione per i porti di Rimini, Bellaria, Cattolica, Cesenatico, Goro, Gorino, Porto Garibaldi e Riccione, mentre, a livello nazionale, basti citare la campagna “Plastic free” lanciata dal Ministero dell’Ambiente che, tra l’altro prevede di eliminare la vendita di bottiglie di plastica dai distributori e sostituire la fornitura con distributori di acqua alla spina allacciati alla rete idrica e di eliminare gli oggetti di plastica monouso come bicchieri, cucchiaini, cannucce e palette di plastica, nonché alla scelta, del febbraio di quest’anno, sempre del Ministero dell’Ambiente che ha deciso di patrocinare esclusivamente eventi sostenibili e impegnati a bandire l’utilizzo di plastica usa e getta.

Impegna la Giunta regionale e l’assessore competente

- a proseguire nell’azione di contrasto alla produzione di rifiuti prodotti, in particolare, da stoviglie “usa e getta” sia nell’abito delle mense scolastiche, che nell’ambito delle mense e dei servizi pasto delle Aziende sanitarie ed ospedaliere, nonché socio-sanitarie, del territorio regionale curando soprattutto i Comuni e, in generale, le realtà, innanzi tutto pubbliche, laddove queste buone pratiche sono più lontane dal risultato e mettendo in campo una serie di azioni coordinate che modifichino, radicalmente, in tempi certi e con risultati misurabili, l’attuale massiccio uso di stoviglie “usa e getta” nell’ambito delle sagre o feste di diverse tipologie che si svolgono ogni anno su tutto il territorio regionale;

- a portare avanti le azioni di sensibilizzazione presso le Istituzioni e gli Enti di tutto il territorio regionale affinché, a partire dall’Ente Regione, eliminino la plastica monouso dalle loro sedi;

- a coinvolgere comuni, cittadini, imprese e associazioni in un piano di azioni plastic free per la costa nell’ambito di un uso più consapevole dell’acqua pubblica;

- a sostenere la riconversione dei processi produttivi - anche attraverso la nuova programmazione dei Fondi Europei - così da favorire soluzioni e materiali ecocompatibili, al fine di promuovere l’economia circolare a livello regionale.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta antimeridiana del 15 ottobre 2019

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