n.310 del 23.10.2013 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE – Oggetto n. 4253 - Risoluzione proposta dai consiglieri Mumolo, Monari, Serri, Moriconi, Paruolo, Pagani, Barbieri, Piva, Marani, Casadei, Bonaccini, Fiammenghi, Alessandrini, Carini, Zoffoli, Pariani, Montanari, Mori e Riva per impegnare la Giunta a valorizzare lo sport per favorire l'integrazione tra i ragazzi italiani e quelli stranieri, aderendo inoltre alla campagna della "Rete G2 - Seconde Generazioni" riguardante il tesseramento dei ragazzi stranieri nelle società o associazioni sportive con le stesse procedure previste per i giovani italiani
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
i ragazzi stranieri che vivono in Italia che vogliono praticare sport a livello amatoriale e agonistico insieme ai propri coetanei che hanno la cittadinanza del nostro Paese incontrano molti ostacoli burocratici. Molti di loro devono attendere mesi o anni per potersi iscrivere ad una società sportiva, e a volte vi rinunciano del tutto. In questo modo si depotenzia uno degli strumenti più formidabili di integrazione: lo sport;
la "Rete G2 - Seconde Generazioni", associazione che riunisce i figli di immigrati e rifugiati politici cresciuti in Italia, ha lanciato una proposta, che a breve diventerà un documento ufficiale, al CONI e alle Federazioni sportive: permettere ai ragazzi, arrivati nel nostro Paese a meno di 10 anni, di tesserarsi a società o associazioni sportive seguendo le stesse procedure di un giovane italiano;
uno degli obiettivi principali dell’Edizione 2013 dei Mondiali Antirazzisti, che si svolgono da molti anni in Emilia-Romagna e che richiamano in regione migliaia di partecipanti da tutto il mondo, è la modifica dei regolamenti delle federazioni sportive italiane, che ostacolano e impediscono ai giovani nati in Italia da genitori stranieri di partecipare ad attività agonistiche.
Considerato che
le norme di alcune federazioni impongono ai giovani stranieri di presentare una documentazione supplementare per fare sport a livello agonistico: talvolta servono certificati da richiedere al Paese d'origine dei genitori;
alcuni rappresentanti del CONI fanno notare che adesso il problema in realtà riguarderebbe solo poche federazioni, mentre i dirigenti di alcune discipline iniziano a favorire l'inserimento degli extracomunitari minorenni residenti in Italia nelle formazioni dei massimi campionati.
Evidenziato che
è esemplare il caso, occorso in provincia di Padova, della Federazione di Nuoto che ha imposto lo stop alle gare per una ragazza nata in Italia dieci anni fa da genitori di origine nordafricana che per la legge è considerata ancora una straniera;
la giovane, di grande talento, vorrebbe gareggiare per una locale società sportiva dove si allena, ma a nulla sono valsi sino a questo momento i tentativi di trovare una breccia nella normativa da parte dei genitori e del sindaco del comune ove risiede.
Valutato che
le norme di contrasto sono nate per limitare la tratta di giovanissimi talenti da parte dei club professionistici per esigenze di tutela della dignità umana e dello sviluppo di atleti italiani, ma queste prescrizioni finiscono per danneggiare ragazzi che vogliono semplicemente praticare il loro sport, allenandosi e gareggiando con i coetanei italiani;
le cronache recenti hanno proposto all’attenzione pubblica i casi di calciatori importanti come Balotelli, Okaka od Ogbonna, costretti ad aspettare il 18° anno di età per acquistare la cittadinanza e giocare in Nazionale. Oppure del caso di giovani atleti stranieri, residenti in Italia, che gareggiano nei campionati di atletica ma non possono essere premiati se arrivano tra i primi tre perché non hanno la nostra nazionalità;
sono allo studio del Governo nazionale alcune proposte molto interessanti che servirebbero a fare alcuni passi in avanti come l'introduzione dello ius soli (sebbene temperato da alcune contromisure come accade in quasi tutt'Europa quando è previsto) e la concessione della cittadinanza per meriti sportivi.
Tutto ciò premesso e considerato
impegna la Giunta
a riconoscere e valorizzare lo sport quale veicolo straordinario di contrasto all’esclusione sociale ed integrazione per i ragazzi italiani e stranieri;
ad aderire alla campagna della "Rete G2 - Seconde Generazioni" sottoscrivendo il documento ufficiale che sarà presentato a breve;
ad agire per sollecitare il Governo ed il CONI perché adottino le necessarie modifiche regolamentari per consentire ai ragazzi, arrivati nel nostro Paese a meno di 10 anni, a tesserarsi a società o associazioni sportive seguendo le stesse procedure di un giovane italiano.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta antimeridiana dell’8 ottobre 2013