n.255 del 10.08.2016 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 3007 - Risoluzione per esprimere la condanna del tentato golpe in Turchia e per chiedere alle istituzioni italiane ed europee che si pronuncino contro la sospensione dello stato di diritto, impegnandosi, altresì, a mettere in campo tutte le azioni possibili per ripristinare lo stato di diritto e il rispetto dei diritti umani in Turchia. A firma dei Consiglieri: Montalti, Pruccoli, Caliandro, Taruffi, Torri, Mumolo, Prodi, Tarasconi, Zoffoli, Mori, Rossi Nadia, Cardinali, Zappaterra, Boschini, Marchetti Francesca, Poli, Bagnari

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna 

Premesso che 

il 15 luglio scorso si è svolto in Turchia un tentativo di colpo di stato, che ha provocato 265 vittime anche tra civili e che come azione antidemocratica per rovesciare il governo legittimamente costituito va condannato; 

a seguito del tentato golpe il Parlamento turco ha formalmente approvato lo stato di emergenza per la durata di tre mesi che attribuisce al presidente Erdogan e al governo poteri speciali ed estesi. 

Dato che 

le misure messe in atto dal governo turco hanno portato ad oggi ad almeno 10 mila arresti di cui molti giornalisti, 11 mila cancellazioni di passaporti, sospensioni in massa di dipendenti pubblici, insegnanti, magistrati raggiungendo fino 65 mila epurazioni decise e perseguite dalle autorità turche; 

le informazioni non censurate che arrivano dalla Turchia hanno riportato documentazioni e immagini di azioni repressive messe in atto senza alcun rispetto dei diritti civili ed umani.

Considerato che 

è stato annunciato dal vicepremier e portavoce del governo Numan Kurtulmus che assieme alla proclamazione dello stato d'emergenza, "la Turchia sospenderà la Convenzione europea sui diritti umani"; 

e che sul versante dei diritti umani già da tempo vengono denunciate dalle istituzioni internazionali violazioni reiterate, com’è riscontrabile nel report annuale 2015 relativo allo stato di avanzamento dei negoziati per l'adesione della Turchia all'UE, in cui la Commissione europea evidenzia un "trend negativo nel paese in riferimento allo stato di diritto ed al rispetto dei diritti fondamentali"; 

tra le principali criticità rilevate vi è quella relativa alla legislazione in materia di sicurezza interna che concede ampi poteri discrezionali alle forze dell'ordine. 

Tenuto conto che 

è difficile avere informazioni non censurate su quanto sta accadendo, in conseguenza di un arretramento della libertà di espressione, con licenziamenti e inchieste a carico di giornalisti sottoposti ad un clima di forte intimidazione che scaturisce in una generalizzata auto-censura. E inoltre vi è una ricorrente tendenza delle autorità turche ad oscurare i media sulle informazioni giudicate sensibili, con la prassi di bloccare siti web e social; 

lo stato di emergenza proclamato da Erdogan rischia di peggiorare ulteriormente la situazione, completando la deriva autoritaria della Turchia con gravissime conseguenze in particolare sui gruppi più vulnerabili, le opposizioni e le minoranze, come quella curda; 

in questo quadro desta grave preoccupazione anche la condizione delle donne turche che in una situazione di deriva dei diritti, delle libertà e della laicità dello Stato, sono esposte ad evidenti restrizioni dei propri diritti con un potenziale peggioramento dei fenomeni socialmente rilevanti di violenza e violazione dei diritti umani. 

Evidenziato che 

la Brexit e la crisi internazionale, anche legata al terrorismo, mettono in luce come ci sia bisogno di un'Europa unita che sappia prendere posizione e sostenere i propri valori fondativi, che sono, citando la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, il rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello stato di diritto e il rispetto dei diritti umani, in particolare delle persone appartenenti alle minoranze; 

gli Stati membri si caratterizzano per il pluralismo, la non discriminazione, la tolleranza, la giustizia, la solidarietà e la parità tra uomini e donne; 

e che tali valori sostanziali vanno ribaditi con ancor più convinzione in relazione a quei paesi, come la Turchia, che hanno in atto un negoziato di adesione alla UE e che sono coinvolti in relazioni internazionali stabili con la compagine europea; 

qualora continuasse tale repressione, Erdogan e il governo di sua emanazione non dovrebbero essere in alcun modo considerati partner politici, economici e commerciali dell’Italia e dell’Unione Europea. 

Tutto ciò premesso

impegna l’Assemblea legislativa e la Giunta regionale 

ad esprimere una netta condanna del tentato golpe come ogni azione volta a sovvertire governi democraticamente eletti; 

a una chiara condanna di quanto sta avvenendo in Turchia; 

a chiedere che le istituzioni italiane ed europee si esprimano in maniera formale contro la sospensione dello stato di diritto che si sta concretizzando in Turchia, impegnandosi a mettere in campo tutte le azioni possibili per il ripristino dello stato di diritto ed il rispetto dei diritti umani.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 27 luglio 2016

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