n. 61 del 11.04.2012 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 2529 - Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Donini, Naldi, Sconciaforni, Marani, Piva, Carini, Pariani, Barbati, Grillini, Meo e Ferrari in materia di compartecipazione alle spese per le prestazioni socio-sanitarie, domiciliari, semi residenziali e residenziali, secondo la disponibilità economica della sola persona assistita
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
gli indirizzi per la compartecipazione degli utenti al costo dei servizi sociali, socio-educativi e socio-sanitari dettati dall’art. 49 della L.R. 24/09 (Finanziaria regionale per l’anno 2010) si innestano nel dettato del DLgs 109/98, che definisce i criteri unificati di valutazione della situazione economica dei soggetti che richiedono prestazioni sociali agevolate.
In particolare tale decreto definisce le modalità di computo dell’ISEE - parametro che deriva dal rapporto fra ISE e nucleo familiare in base ad una scala di equivalenza - che permette di misurare la condizione economica delle famiglie considerando il reddito, il patrimonio mobiliare ed immobiliare e la composizione del nucleo familiare stesso.
Evidenziato che
dopo anni di sperimentazione è ormai ampiamente condivisa l’opinione che tale indicatore, in funzione della propria struttura, non tenga in debito conto l’aspetto patrimoniale, si mostri inadeguato nel sistema di calcolo del reddito e si basi su una scala di equivalenza ampiamente sottostimata, che provoca iniquità soprattutto in presenza di famiglie numerose ed in presenza di condizioni di non autosufficienza e disabilità.
L’iniquità che tale situazione genera risulta tanto più evidente in un periodo di crisi come quello attuale, caratterizzato da un considerevole incremento delle richieste di sostegno economico e di servizi da un lato e dalla contrazione delle risorse pubbliche disponibili dall’altro.
Sottolineato che
già diversi Enti locali hanno avviato sperimentazioni tese ad individuare modalità più eque alternative all’ISEE, connotate però dal limite di dovere rimanere nel solco della norma statale ovvero di rischiare l’impugnativa.
La consapevolezza che occorra dunque rimettere mano alla legislazione statale per rivedere modalità di determinazione e campi di applicazione dell’ISEE, ha portato il Governo Monti ad inserire nel Decreto Salva Italia la previsione di una ridefinizione della materia entro il 31 maggio 2012.
Alla luce di quanto detto, si evince come qualsiasi provvedimento regionale debba essere armonizzato alle modifiche nazionali e che le Regioni possano intervenire con correttivi locali basati sulla situazione socio-economica del territorio e sulle caratteristiche della rete di servizi e prestazioni. Anche per l’Emilia-Romagna vi potranno essere indicazioni peculiari, che debbono comunque essere coerenti con la nuova legislazione nazionale.
Rilevato infine che
con le disposizioni contenute nella L. 111/11, il Governo centrale ha imposto alle Regioni l’introduzione del ticket sanitario di 10 euro, segnando accanto al tema della inadeguatezza dell’ISEE un ulteriore punto di criticità a svantaggio delle famiglie italiane.
A seguito di tale disposizione la Regione Emilia-Romagna, nell’intento di assicurare maggiore equità nella distribuzione del peso economico dell’intervento, ha introdotto una rimodulazione dell’aumento in funzione del reddito, secondo lo schema già in vigore per il calcolo dell’esenzione del ticket per reddito.
Tale meccanismo ha consentito alla maggior parte delle famiglie emiliano-romagnole di pagare una quota inferiore ai 10 euro introdotti dal Governo, ma non permette di considerare adeguatamente il carico familiare e le diverse condizioni dei nuclei.
I ticket non possono diventare uno strumento di finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale che deve essere alimentato attraverso la fiscalità generale.
Invita il Governo
a mantenere l’impegno di disciplinare in modo nuovo le modalità applicative dei ticket sanitari nella loro generalità al fine di renderli più equi, perfezionando il sistema progressivo già individuato e definendo nuovi criteri più attenti alle famiglie e alla complessa articolazione sociale.
Invita la Giunta
a proseguire la propria azione, nelle sedi opportune, affinché si realizzi una revisione della normativa ISEE che tenga conto anche delle esperienze e delle elaborazioni sviluppate a livello regionale e locale.
A proseguire il confronto con le parti sociali affinché le modifiche annunciate dal Governo possano trovare pronta applicazione nella realtà territoriale, all’insegna di una costante attenzione ai bisogni concreti delle famiglie, che ha sempre caratterizzato l’azione regionale.
A salvaguardare il diritto soggettivo stabilito dai livelli essenziali di assistenza alle cure socio sanitarie.
A confermare quanto già previsto dall’art. 49 della Legge regionale 24/2009 in materia di compartecipazione alle spese per le prestazioni socio-sanitarie, domiciliari, semiresidenziali, residenziali; individuando in via generale come criterio di riferimento la disponibilità economica e di risorse della sola persona assistita.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 27 marzo 2012