n.327 del 02.11.2016 periodico (Parte Seconda)

Definizione dei fabbisogni irrigui per coltura, ai sensi del D.M. 31 luglio 2015 "Approvazione delle linee guida per la regolamentazione da parte delle Regioni delle modalità di quantificazione dei volumi idrici ad uso irriguo"

LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

Visti:

  • il Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio;
  • il Regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e che abroga il regolamento (CE) n.1698/2005 del Consiglio;
  • il Regolamento (UE) n. 1306/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della politica agricola comune e che abroga i regolamenti del Consiglio (CEE) n. 352/78, (CE) n. 2799/98, (CE) n. 814/2000, (CE) n. 1290/2005 e (CE) n. 485/2008 ed in particolare l’art. 93, Regole di condizionalità, comma 1) lettera a) e l’Allegato II, Regole di condizionalità di cui all’art. 93, Settore Ambiente, cambiamenti climatici e buone condizioni agronomiche del terreno, Tema principale Acqua;
  • l'Accordo di Partenariato 2014-2020, Sezione 2 “Condizionalità ex-ante tematiche FESR, FSE, FEASR e FEAMP”, punto 6.1 “Settore delle risorse idriche”, conforme all'articolo 14 del Regolamento (UE) n. 1303/2013;

Visti altresì:

  • la Direttiva quadro 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque;
  • il Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 recante “Norme in materia ambientale”;
  • il Regio Decreto 11 dicembre 1933, n. 1775 “Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e impianti elettrici; Titolo I: norme sulle derivazioni e sulle utilizzazioni delle acque pubbliche”;
  • il Piano di tutela delle acque approvato con delibera dell'Assemblea legislativa n. 40 del 21 dicembre 2005;
  • i Piani di Gestione dei Distretti idrografici 2015-2021 adottati il 17 dicembre 2015 ed approvati in sede di Comitato Istituzionale il 3 marzo 2016;
  • il Regolamento regionale 20 novembre 2001, n. 41 recante “Regolamento per la disciplina del procedimento di concessione di acqua pubblica”;
  • la Legge regionale 14 aprile 2004, n. 7 “Disposizioni in materia ambientale. Modifiche ed integrazioni a leggi regionali”;
  • la Legge regionale 30 aprile 2015, n. 2 “Disposizioni collegate alla legge finanziaria per il 2015”, ed in particolare l’art. 8;
  • la Legge regionale 30 luglio 2015, n. 13 “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni”;

Atteso che il predetto Accordo di Partenariato 2014-2020 per l’Italia prevede l’emanazione di Linee guida statali applicabili al Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) volte alla definizione di criteri omogenei, in base ai quali le Regioni regolamentano le modalità di quantificazione dei volumi idrici impiegati dagli utilizzatori finali per gli usi irrigui, al fine di promuovere l’impiego dei misuratori e l’applicazione di prezzi dell’acqua in base ai volumi utilizzati, sia per gli utenti associati, sia per l’autoconsumo;

Richiamato il Decreto del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) 31 luglio 2015, di attuazione del predetto Accordo, recante “Approvazione delle Linee guida per la regolamentazione da parte delle Regioni delle modalità di quantificazione dei volumi idrici ad uso irriguo”, adottato con parere favorevole della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, acquisito nella seduta del 30 luglio 2015;

Preso atto che le predette disposizioni ministeriali prevedono, tra l'altro:

  1. l'istituzione di un Tavolo permanente di lavoro presso il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, a cui partecipano tra gli altri le Autorità di distretto dei bacini idrografici, al fine di coordinare e monitorare le attività indicate nelle Linee guida anche con riferimento alla raccolta e gestione dei dati sui volumi irrigui;
  2. l'individuazione del Sistema Informativo Nazionale per la Gestione delle Risorse idriche in Agricoltura (SIGRIAN) - database georeferenziato finalizzato alla raccolta ed elaborazione delle informazioni relative all'uso irriguo dell'acqua - quale banca dati unica di riferimento per il settore irriguo a servizio di tutte le amministrazioni e gli enti competenti;
  3. l'indicazione di specifici aspetti tecnici anche per quanto riguarda la Metodologia per la stima delle restituzioni alla falda superficiale;
  4. che le modalità di quantificazione dei volumi idrici impiegati dagli utilizzatori finali per l'uso irriguo sono regolate con atto della Regione, secondo le indicazioni contenute nelle Linee guida statali;
  5. che le Regioni hanno il compito di validare i dati prodotti, prima che siano resi disponibili per tutte le Amministrazioni e/o per gli Enti competenti;
  6. che nella stesura e approvazione del suindicato atto regionale vi sia la partecipazione delle strutture competenti in materia di ambiente e territorio, agricoltura e sviluppo rurale, con il coordinamento tecnico e l’acquisizione dei pareri tecnici da parte degli Enti irrigui e della relativa rappresentanza nazionale (ANBI)e il parere favorevole delle Autorità distrettuali;

Dato atto che in considerazione delle implicazioni e connessioni con gli adempimenti comunitari in materia di Politica agricola comune e del territorio, la Regione deve approvare l’atto di recepimento di che trattasi entro il 31 dicembre 2016;

Valutato necessario, in ordine all’attuazione regionale delle previsioni delle Linee guida ministeriali, provvedere innanzitutto alla individuazione dei fabbisogni irrigui;

Atteso che:

  • i criteri già espressi dal Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici di cui al R.D. n. 1775/1933, richiamati nel Regolamento regionale per la disciplina del procedimento di concessione di acqua pubblica n. 41/2001 e disposti dall'art. 98 del D.Lgs. n. 152/2006, prevedono che le concessioni di derivazione per l’uso irriguo devono tener conto delle colture in funzione della disponibilità della risorsa idrica, della quantità minima necessaria alle colture stesse, definendo, se necessario, specifiche modalità di irrigazione, criteri peraltro riproposti nel Decreto MIPAAF 31 luglio 2015;
  • che con deliberazione della Giunta regionale n. 1195 del 25 luglio 2016 recante “Direttiva concernente i criteri di valutazione delle derivazioni di acqua pubblica” sono stati ulteriormente dettagliati i criteri per il rilascio delle concessioni di derivazione;
  • che la quantificazione dei fabbisogni è un indispensabile fattore di riferimento anche per il processo di validazione dei dati, relativi ai prelievi ed alle utilizzazioni da inserire nel database SIGRIAN;
  • che la Direzione Generale Agricoltura, caccia e pesca della Regione Emilia-Romagna dispone già di una serie di dati sui fabbisogni irrigui per gruppi colturali, relativi ad un periodo compreso tra il 2003 e il 2014, periodo che si considera particolarmente rappresentativo della variabilità meteoclimatica in atto;
  • che tali dati sono il risultato di un’attività pluriennale di monitoraggio, studio ed elaborazione, promossa e finanziata ai sensi della L.R. n. 28/1998 svolta in collaborazione tra il Servizio IdroMeteoClima di ARPAER e il Consorzio di bonifica di II grado per il Canale Emiliano-Romagnolo (CER), volta a definire standard procedurali per stimare l’evolversi dei bilanci idrici per coltura, monitorando la distribuzione delle colture sul territorio e le variabili oggettive del bilancio idrico;
  • che le elaborazioni sono realizzate con il modello IRRINET (di cui IRRIFRAME è la variante nazionale), supporto per il consiglio irriguo, sviluppato e applicato diffusamente in Emilia-Romagna e volto ad aumentare l’efficienza della risorsa idrica utilizzata, applicando il criterio dello stress idrico colturale controllato;

Richiamato il Documento del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali concernente le “Linee guida sulle metodologie di stima degli utilizzi ai fini irrigui e delle restituzioni al reticolo idrografico”, approvato dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano con parere favorevole in data 3 agosto 2016;

Ritenuto di individuare, in coerenza con la metodologia indicata dal predetto Documento del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, il fabbisogno irriguo per gruppi colturali con riferimento al 75esimo valore nella serie di valori medi del periodo 2003-2014, posti in ordine crescente, e rapportati a 100 (75esimo percentile), secondo i contenuti di cui all’Allegato 1, parte integrante e sostanziale alla presente deliberazione;

Dato atto che il fabbisogno è definito per ambito territoriale corrispondente al territorio provinciale, considerata la ridotta ampiezza degli scarti dei dati relativi ai singoli distretti irrigui;

Ritenuto altresì di individuare gli incrementi dei fabbisogni irrigui per gruppi colturali in rapporto all'efficienza dei metodi di irrigazione aziendali, come indicati in tabella 1 “Valori orientativi di efficienza dei vari metodi di irrigazione” del già citato Documento del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, riportata nell'Allegato 2, parte integrante e sostanziale del presente atto;

Considerato inoltre che il volume di acqua corrispondente al fabbisogno colturale al lordo delle perdite è desunto dal rapporto tra fabbisogno netto ed il valore dell’efficienza di adacquamento del metodo di irrigazione (ad es.: se il fabbisogno di una coltura ortiva a ciclo breve è pari a 1.500 m3/anno, e 0,70 è l'efficienza dell'impianto di aspersione, il volume di adacquamento è dato da 1.500/0,70 = 2.142,85 m3/anno);

Ritenuto di stabilire:

  • che, in mancanza di dati specifici sulla percentuale di efficienza del metodo irriguo, si assuma un valore pari a 0,60;
  • che, nel caso dell'irrigazione collettiva, occorre considerare anche l'efficienza percentuale della rete di distribuzione, definita dall'Ente gestore;

Rilevato che l’impianto complessivo delle decisioni assunte con il presente atto è stato condiviso con i rappresentanti regionali dell’Associazione Nazionale Bonifiche Italiane e con la Direzione Generale Cura del Territorio e dell’Ambiente;

Considerato infine:

  • che i dati sui fabbisogni irrigui calcolati sulla base di variabili meteorologiche, pedologiche e colturali misurate e registrate per un periodo così esteso, 2003-2014, possono costituire l’elemento di comparazione in base al quale valutare il livello di risparmio idrico ottenibile da un’operazione di investimento, ai sensi delle lettere b) e c), comma 5, dell’art. 46 del Regolamento (UE) n. 1305/2013;
  • che, in particolare, la Regione è chiamata a provvedere alla validazione dei dati che dovranno essere registrati sul Sistema Informativo nazionale per la Gestione delle Risorse idriche in Agricoltura (SIGRIAN);

Ritenuto:

  • che sia necessaria un’attività continuativa di monitoraggio dei fabbisogni irrigui delle colture, in considerazione della variabilità degli eventi meteoclimatici di quest’ultimo decennio;
  • che, data l’articolazione delle tematiche scientifiche considerate, e quindi i riflessi sulla pianificazione e programmazione, l’attività della Regione debba essere realizzata con la collaborazione della Direzione Generale Cura del Territorio e Ambiente, della Direzione Generale Agricoltura, Caccia e Pesca, in rapporto con ANBI e CER, quali istituzioni del settore delle bonifiche, mediante la costituzione di un apposito gruppo di lavoro;

Viste:

  • la L.R. 26 novembre 2001, n. 43 “Testo unico in materia di organizzazione e di rapporti di lavoro nella Regione Emilia-Romagna” e successive modifiche ed integrazioni, ed in particolare l'art. 37, comma 4;
  • la deliberazione di Giunta regionale n. 2416 del 29 dicembre 2008 recante “Indirizzi in ordine alle relazioni organizzazione e funzionali tra le strutture e sull'esercizio delle funzioni dirigenziali. Adempimenti conseguenti alla delibera 999/2008. Adeguamento e aggiornamento della delibera 450/2007” e successive modifiche ed integrazioni;
  • la deliberazione di Giunta regionale n. 2189 del 21 dicembre 2015 recante “Linee di indirizzo per la riorganizzazione della macchina amministrativa regionale”;
  • la deliberazione di Giunta regionale n. 270 del 29 febbraio 2016 recante “Attuazione prima fase della riorganizzazione avviata con delibera 2189/2015” con la quale fra l’altro, è stata ridenominata dal 1° marzo 2016 la Direzione Generale Agricoltura, Economia Ittica, Attività Faunistico-Venatorie in Direzione Generale Agricoltura, Caccia e Pesca;
  • la deliberazione di Giunta regionale n. 622 del 28 aprile 2016 recante “Attuazione seconda fase della riorganizzazione avviata con delibera 2189/2015” con la quale si è modificato l’assetto organizzativo di Direzioni Generali/Agenzie/Istituti dal 1° maggio 2016, modificando altresì le denominazioni e le declaratorie dei Servizi, e successive modifiche ed integrazioni;

Dato atto del parere allegato;

Su proposta dell’Assessore all'Agricoltura, Caccia e Pesca Simona Caselli;

a voti unanimi e palesi, delibera

  1. di individuare i fabbisogni irrigui per gruppi colturali, espressi in volumi stagionali per ettaro, corrispondenti al 75esimo percentile dei dati medi per ambito provinciale, relativi al periodo 2003-2014, come riportati nell’Allegato 1, parte integrante e sostanziale del presente atto;
  2. di individuare gli incrementi dei fabbisogni irrigui per gruppi colturali in rapporto all'efficienza dei metodi di irrigazione aziendali, come indicati in tabella 1 “Valori orientativi di efficienza dei vari metodi di irrigazione” del Documento del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali concernente le “Linee guida sulle metodologie di stima degli utilizzi ai fini irrigui e delle restituzioni al reticolo idrografico”, riportata nell'Allegato 2, parte integrante e sostanziale del presente atto;
  3. di assumere il coefficiente di 0,60, quale valore di riferimento in mancanza di dati specifici sul metodo irriguo aziendale;
  4. di stabilire che, in caso di irrigazione collettiva, l'incremento del fabbisogno irriguo per coltura sia definito in rapporto al coefficiente di efficienza della rete di distribuzione, determinato dagli Enti gestori;
  5. di dare atto che i dati riportati nell’Allegato 1, costituiscono un orientamento per la individuazione delle dotazioni irrigue, in considerazione degli indirizzi di pianificazione della risorsa idrica;
  6. di dare mandato al Direttore Generale Agricoltura, Caccia e Pesca, in accordo con il Direttore Generale Cura del Territorio e dell’Ambiente, di istituire un gruppo di lavoro, anche in rapporto con ANBI e CER, per la predisposizione dello schema di un atto regolamentare previsto dal Decreto del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) 31 luglio 2015, per garantire la necessaria continuità nel monitoraggio dei fabbisogni irrigui e per la predisposizione di proposte di aggiornamento dei valori assunti a riferimento;
  7. di disporre infine la pubblicazione in forma integrale del presente atto nel Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Emilia-Romagna, dando atto che il Servizio Agricoltura sostenibile provvederà a darne la più ampia pubblicizzazione anche sul sito internet E-R Agricoltura e Pesca.

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