n.154 del 01.07.2015 periodico (Parte Seconda)
Oggetto n. 473 – Risoluzione circa le azioni da porre in essere a sostegno del Popolo del Saharawi. A firma dei Consiglieri: Mumolo, Caliandro, Marchetti Francesca, Bagnari, Zoffoli, Prodi, Lori, Calvano, Sabattini, Poli, Serri, Pruccoli, Zappaterra, Iotti, Bessi, Soncini, Taruffi, Torri, Ravaioli
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
dal 1975 il Sahara Occidentale è occupato dal Marocco e il popolo Saharawi vive separato da 40 anni, tra i territori occupati e i campi profughi di Tindouf, in Algeria;
nel 1991 il Piano di Pace dell'ONU determina il cessate il fuoco tra il Polisario e le forze di occupazione marocchine. Nel 1992 il Fronte Polisario annuncia la scelta di rinunciare alla violenza per la risoluzione della questione del Sahara Occidentale ed è in attesa della celebrazione del Referendum di Autodeterminazione del popolo Saharawi;
i civili Saharawi che vivono in Sahara Occidentale sono privati dei diritti più elementari, quali il diritto di associazione, di espressione e di manifestazione, come evidenziato dai rapporti di Amnesty International, di Human Rights Watch, della Fondazione Robert F. Kennedy, dell’Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite, e non ultimo, dal Dipartimento di Stato americano che il 19 aprile 2013 ha pubblicato un dossier sulla situazione dei diritti umani che suscita viva preoccupazione per il degenerare della situazione nel Sahara Occidentale;
il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 29 aprile 2014 ha prorogato il mandato della MINURSO (Missione delle Nazioni Unite per il Sahara Occidentale) fino al 30 aprile 2015 dopo aver discusso le conclusioni e le raccomandazioni del Segretario generale dell’ONU sulla situazione nel territorio conteso (S/2014/258 del 10 aprile 2014) e dell'iniziativa diplomatica svolta dall'inviato personale del Segretario Generale, Christopher Ross (S/RES/2152). La MINURSO è stata istituita il 29 aprile 1991 dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, con la Risoluzione n. 690 e l’Italia partecipa direttamente con alcuni militari;
il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha riaffermato la sua volontà di aiutare le parti a pervenire a una soluzione politica giusta, durevole e mutualmente accettata che garantisca l’autodeterminazione del popolo del Sahara Occidentale, secondo i principi enunciati dalla Carta delle Nazioni Unite e ha chiesto alle parti e agli Stati vicini di cooperare con le Nazioni Unite al fine di superare l’impasse in cui si trovano, da tempo, i negoziati e di avanzare verso una soluzione politica capace di rinforzare la cooperazione tra gli Stati del Maghreb arabo e di contribuire a garantire stabilità e sicurezza nella regione del Sahel;
il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto, inoltre, un maggiore impegno per garantire il rispetto dei diritti umani in Sahara occidentale, sia relativamente agli abusi sessuali sulle donne che alla tolleranza politica, e ha incoraggiato le parti a collaborare con la comunità internazionale per mettere a punto e applicare misure credibili che garantiscano pienamente il rispetto dei diritti umani nel Sahara Occidentale;
il 27 marzo 2015 il Consiglio per la Pace e la Sicurezza dell’Unione Africana, nel ribadire l’auspicio che il Regno del Marocco e il Fronte Polisario proseguano nei loro colloqui, sotto l’egida delle Nazioni Unite, per una soluzione politica giusta, durevole e mutualmente accettata che garantisca l’autodeterminazione del popolo del Sahara occidentale, ha chiesto che il 29 aprile 2015 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite estenda il mandato della MINURSO alla protezione contro le diverse forme di violazione dei diritti umani nel Sahara Occidentale a danno della popolazione Saharawi, a partire dalle donne, come ricordato dal Rapporto sulla violazione dei Diritti Umani nel territorio pubblicato dal RFK Center dell’ottobre 2012 e dalle osservazioni dell’inviato personale delle Nazioni Unite per il Sahara Occidentale Christopher Ross;
il 3 aprile 2014 il Senato della Repubblica italiana aveva approvato una Risoluzione (1-00129) che chiedeva, tra le varie cose, un impegno al Governo affinché si attivasse nelle opportune sedi internazionali per estendere al mandato della MINURSO anche il monitoraggio sul rispetto dei diritti umani in Sahara Occidentale;
il 31 marzo 2015 la Camera dei Deputati del Parlamento italiano ha approvato un Ordine del Giorno (9/2893-AR/36) in cui “impegna il Governo a verificare l'opportunità di non interrompere la partecipazione italiana alla missione delle Nazioni Unite MINURSO e ad attivarsi nelle sedi internazionali affinché il mandato della missione MINURSO venga esteso, prevedendo anche compiti in materia di rispetto dei diritti umani”;
la drastica riduzione delle risorse destinate agli aiuti umanitari sta colpendo drammaticamente tutte le popolazioni profughe nel mondo e, in particolar modo, i profughi Saharawi che, da circa 40 anni, vivono esclusivamente grazie a tali aiuti. Si pensi che la Cooperazione spagnola ha tagliato del 90% circa il suo budget dedicato alla cooperazione internazionale e che l’80% degli aiuti ai profughi Saharawi provenivano proprio dalla cooperazione spagnola;
tale riduzione, accompagnata dai tagli dell’Agenzia dell’Unione Europea ECHO, ha comportato la chiusura della maggior parte dei progetti di cooperazione nei Campi profughi Saharawi di Tindouf con drammatiche conseguenze sulla vita dei gruppi più vulnerabili della popolazione stessa, a partire dai bambini e dalle donne;
il 29 aprile 2015 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dovrà decidere sulla proroga della missione MINURSO e sui contenuti del suo mandato, e ciò rende urgente l’approvazione di questa Risoluzione da parte dell’Assemblea Legislativa regionale.
Considerato che
l’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, sin dal 1997 ha approvato diverse risoluzioni che invitano il Governo Nazionale, la Giunta regionale e l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ad attivarsi per attuare forme di pressione politica sugli organismi internazionali ai fini della creazione delle condizioni per lo svolgimento del Referendum di autodeterminazione per la popolazione Saharawi, sulla base di quanto stabilito dalla Corte di Giustizia delle Nazioni Unite;
in aggiunta, dal 1999 la Giunta regionale finanzia progetti di cooperazione internazionale ed aiuto umanitario in particolare nei confronti dei profughi Saharawi rifugiatisi nella parte desertica dell’Algeria per sfuggire alle persecuzioni del Regno del Marocco;
dal punto di vista dell’organizzazione interna della rappresentanza istituzionale nell’Assemblea legislativa, in termini più generali, l’impegno umanitario a favore del popolo Saharawi ha fatto scattare una collaborazione bipartisan tra le forze politiche, sfociata nel 2007 nell’istituzione del primo Intergruppo Assembleare sul Sahara Occidentale, cui hanno partecipato consiglieri sia di maggioranza che di opposizione;
la Repubblica Araba Saharawi Democratica è stata riconosciuta come Stato libero e indipendente dall’Unione Africana e da più di 80 Paesi nel mondo, anche nell’ottica di assicurare un adeguato sostegno al processo di ammissione della RASD alle Nazioni Unite;
la difficile situazione nel Sahel rischia di accrescere l’instabilità e l’insicurezza nell’area e rende la soluzione del conflitto del Sahara occidentale più urgente che mai;
i civili Saharawi, a partire dalle donne, nel ‘territorio non autonomo’ del Sahara occidentale, sono privati dei diritti più elementari (diritti di associazione, di espressione, di manifestazione), la repressione nei loro confronti continua tutt’oggi, come denunciano le organizzazioni internazionali di difesa dei diritti umani;
vista la collaborazione ultradecennale tra la Regione Emilia-Romagna e la Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD) che ha portato alla realizzazione di numerosi progetti di cooperazione internazionale e di aiuto umanitario principalmente nei settori sanitario, della formazione al lavoro, dell’educazione e dell’alimentazione, progetti che coinvolgono ampie reti di soggetti della cooperazione decentrata regionale, e che hanno contribuito ad allievare le difficilissime condizioni di vita della popolazione profuga nel deserto algerino, a partire dalle donne e dai bambini Saharawi;
dato il ruolo centrale che il sistema territoriale e associativo dell’Emilia-Romagna ha sviluppato nel corso degli anni, e la sintesi e coordinamento che è stato realizzato con positivi risultati dal Tavolo Paese Saharawi.
Chiede alla Giunta e all’Assemblea legislativa regionale di
adottare ogni iniziativa utile volta a favorire la ripresa dei negoziati diretti, sotto l'egida delle Nazioni Unite, tra Regno del Marocco e Fronte Polisario, al fine di giungere, nel più breve tempo possibile, a una soluzione conforme alle risoluzioni delle Nazioni Unite, che rispetti il diritto all’autodeterminazione del popolo Saharawi;
attivarsi nelle opportune sedi nazionale e internazionali, affinché il 29 aprile 2015, nel corso della seduta del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il mandato della missione MINURSO venga aggiornato sulla base dei più recenti analoghi modelli approvati dal Consiglio di Sicurezza, che includono anche specifici compiti in materia di monitoraggio sul rispetto dei diritti umani e che venga, inoltre, decisa una data certa per la celebrazione del Referendum di Autodeterminazione del popolo Saharawi, in accordo con il Piano di Pace e tutte le risoluzioni che, nel corso degli anni, sono state in quella sede approvate;
istituire “l’Intergruppo Assembleare di amicizia con il Popolo Saharawi”, con la partecipazione di consiglieri sia di maggioranza che di opposizione, con l’obiettivo di monitorare sul rispetto e l’evoluzione del processo di pace delle Nazioni Unite e sul rispetto dei diritti umani in Sahara Occidentale, nonché di mettere in atto iniziative politiche volte a contribuire al dialogo fra le parti in causa per una soluzione politica giusta, durevole e mutualmente accettata che garantisca la pace e la stabilità nella regione;
consolidare, e possibilmente incrementare, lo stanziamento dei fondi regionali destinati agli aiuti umanitari per la popolazione Saharawi;
continuare la proficua collaborazione con la rappresentanza in Italia del Fronte Polisario, movimento di liberazione riconosciuto dalle Nazioni Unite come rappresentante legittimo del popolo Saharawi e come interlocutore ufficiale nel negoziato sul Sahara Occidentale, per la realizzazione di progetti di cooperazione internazionale e aiuto umanitario a favore del popolo Saharawi, nonché azioni di sensibilizzazione e pressione politica per la soluzione pacifica del conflitto nel Sahara Occidentale;
sollecitare il Governo italiano a valutare l’opportunità di riconoscere alla rappresentanza in Italia del Fronte Polisario lo status diplomatico, quale legittimo rappresentante istituzionale del Popolo Saharawi, come è stato fatto in passato per altri movimenti di liberazione riconosciuti dalle Nazioni Unite come interlocutori ufficiali in processi di pace.
Approvata all'unanimità dei presenti nella seduta antimeridiana del 17 giugno 2015